itimoro
|
venerdì 11 agosto 2017
|
un'occasione perduta
|
|
|
|
Una coppia di superdotati fisicamente ed intellettualmente crescono ed educano i loro 6 figli (presumibilmente tra i 6 e i 20 anni) in mezzo ad un bosco, lontano dalla cosiddetta civiltà. In questo contesto avvengono cose straordinarie: i ragazzi, oltre a procacciarsi il cibo ed il vestiario (caccia con armi da taglio e pelli scuoiate), si sottopongono a durissime prove fisiche atte a renderli dei veri uomini (e donne) duri, e trovano anche il tempo (evidentemente con la guida dei superlativi genitori) di imparare sei lingue (tra cui l'Esperanto, lingua nata morta in Europa, capirai negli USA), studiare matematica e fisica, filosofia e politica. La piccolina sa a memoria la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
[+]
Una coppia di superdotati fisicamente ed intellettualmente crescono ed educano i loro 6 figli (presumibilmente tra i 6 e i 20 anni) in mezzo ad un bosco, lontano dalla cosiddetta civiltà. In questo contesto avvengono cose straordinarie: i ragazzi, oltre a procacciarsi il cibo ed il vestiario (caccia con armi da taglio e pelli scuoiate), si sottopongono a durissime prove fisiche atte a renderli dei veri uomini (e donne) duri, e trovano anche il tempo (evidentemente con la guida dei superlativi genitori) di imparare sei lingue (tra cui l'Esperanto, lingua nata morta in Europa, capirai negli USA), studiare matematica e fisica, filosofia e politica. La piccolina sa a memoria la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
A causa della malattia e morte della madre, gli altri affrontano un viaggio che li porta in contatto con il mondo delle relazioni interpersonali nel quale, a parte qualche ingenuità, se la cavano abbastanza bene, nonostante sembri di capire che la bimba piccola non sia nemmeno mai stata fuori dalla foresta.
Poi, per fedeltà alle ultime volontà materne, disseppelliscono il cadavere della donna, per poterlo cremare.
Fatti un po' di calcoli sui tempi dichiarati, sembra che la signora sia morta almeno 5 o 6 giorno prima; cionostante scoperchiano la bara durante il ritorno nel loro grande furgone e vediamo una defunta pallida (ci mancherebbe) ma tutto sommato in buone condizioni. Ricordo che gli amici di Lazzaro cercano di dissuadere Geù dall'aprire la tomba, perchè sono già passati 4 giorni: il cadavere puzzerà. Invece i nostri fanno tutto il viaggio di ritorno (circa altri 4 -5 gg) presumibilmente a bara aperta. E' anche vero che il filosofo , coltissimo Ben Cash, che definisce filosofi anche i suoi figli, definisce Gesù "un elfo immaginario" (o aggettivo similare) e con questo si libera della zavorra di 2000 anni di filosofia cristiana.
Finalmente bruciano la signora e vanno a fare i contadini.
Gli assunti del film sarebbero interessanti: il rifiuto della civiltà dei consumi, la ricerca dei valori essenziali dell'uomo, il valore dell'educazione; gli attori sono bravi, le sequenze spesso accattivanti. Ma tutto è immerso in una tale melassa retorica da risultare ridicolo. Quando il ragazzo 20nne taglia la gola al cervo, il padre, vestito da Rambo, gli dice :"Adesso sei un uomo"! Il film è appena iniziato. Ed è già ora di andare a casa....
[-]
[+] fatti un po' un esamino di coscienza
(di spione)
[ - ] fatti un po' un esamino di coscienza
|
|
[+] lascia un commento a itimoro »
[ - ] lascia un commento a itimoro »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
sabato 10 dicembre 2016
|
la storia di un padre (abbastanza) fantastico
|
|
|
|
B en è l’evoluzione concettuale di un hippie. Cresce, insieme alla moglie, sei figli in una foresta nel Nord America in una sorta di villaggio in cui gli unici beni di consumo sono i libri. I ragazzi sono sottoposti a durissimi allenamenti fisici e ad una rigorosissima educazione che li porta ad eccellere in tutte i campi della cultura, dalla letteratura alla matematica. Ma a seguito della morte della moglie la famiglia deve abbandonare il rifugio per celebrare il funerale secondo i dettami della religione buddista, in ossequio alle ultime volontà delle donne.
[+]
B en è l’evoluzione concettuale di un hippie. Cresce, insieme alla moglie, sei figli in una foresta nel Nord America in una sorta di villaggio in cui gli unici beni di consumo sono i libri. I ragazzi sono sottoposti a durissimi allenamenti fisici e ad una rigorosissima educazione che li porta ad eccellere in tutte i campi della cultura, dalla letteratura alla matematica. Ma a seguito della morte della moglie la famiglia deve abbandonare il rifugio per celebrare il funerale secondo i dettami della religione buddista, in ossequio alle ultime volontà delle donne. E lungo il percorso i ragazzi, letteralmente, si scontrano con un mondo del tutto inconciliabile con quella visione della via che il padre gli ha insegnato. E anche l’incontro con i genitori della madre, dei ricchi borghesi che condannano duramente la scelta di vita della figlia e del genero, rappresenta un momento di forte impatto emotivo per i ragazzi. Che sceglieranno; ed è proprio la scelta dei ragazzi, non intesa come opzione, ma come esercizio di un atto di libertà, la sintesi di questo bel film di Matt Ross. Nel film tutto è portato all’estremo, ma nel mezzo si trovano gli elementi per apprezzare il tentativo del regista di affrontare un tema, comunque, di attualità, ossia quello del conflitto tra la cultura dei consumi e quella della ricerca di un autonomo percorso di valorizzazione dell’uomo con intelligenza. Ottima l’interpretazione di Viggo Mortensen.
[-]
[+] padre e uomo insensibile alle sofferenze altrui
(di elisabettapagani)
[ - ] padre e uomo insensibile alle sofferenze altrui
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
alex62
|
lunedì 12 dicembre 2016
|
bentornato papà!
|
|
|
|
Sì, possiamo leggere questo apologo ambientalista come un omaggio al pensiero alternativo, al socialismo alla Thoreau: “andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”. Possiamo favoleggiare sulla revanche del neo-hippy, ma non lasciamoci ingannare. Qui c'è ben altro.
La bella e delicata fiaba condotta con suprema leggiadria da un cast di attori dai 3 ai 18 anni, sorvegliato da un Viggo Mortensen non al suo meglio, soprattutto per il distacco ostentato, forse nel tentativo di rendere opacizzato dal dolore il suo personaggio, la bella e delicata fiaba -dicevo- ci ripresenta l'archetipo per eccellenza, il primo e creatore di tutti gli altri: la paternità.
[+]
Sì, possiamo leggere questo apologo ambientalista come un omaggio al pensiero alternativo, al socialismo alla Thoreau: “andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”. Possiamo favoleggiare sulla revanche del neo-hippy, ma non lasciamoci ingannare. Qui c'è ben altro.
La bella e delicata fiaba condotta con suprema leggiadria da un cast di attori dai 3 ai 18 anni, sorvegliato da un Viggo Mortensen non al suo meglio, soprattutto per il distacco ostentato, forse nel tentativo di rendere opacizzato dal dolore il suo personaggio, la bella e delicata fiaba -dicevo- ci ripresenta l'archetipo per eccellenza, il primo e creatore di tutti gli altri: la paternità.
Negata, sfigurata, derisa, minacciata, ma impossibile da abbandonare, la paternità si rialza ad onta di ogni tentativo, per quanto esiziale, di distruggerla. Ormai un'intera generazione è cresciuta, ma non diventerà mai adulta, in “famiglie” monogenitoriali (quasi esclusivamente il genitore è la madre) proprio perché è stata sistematicamente, con calcolo, perversamente orbata del Padre. La famigerata “famiglia allargata” si è appropriata, come un moloch pagano, di milioni di vite, rubando (forse per sempre) il loro naturale sviluppo.
Qui incontriamo un padre che decide di svolgere il proprio ruolo senza compromessi, fino in fondo, fino a essere disponibile a rinunciare a se stesso, oppure addirittura ai sei splendidi figli che gli sono stati affidati dalla moglie bipolare, morta per suicidio. Qui incontriamo proprio la parte più debole della sceneggiatura: la motivazione che ha spinto il padre ad abbandonare la civiltà sarebbe stata proprio la malattia della moglie: cioè lui avrebbe acconsentito a una scelta così estrema per tentare di salvare lei dal suo disturbo psicotico. Ovviamente il tentativo è miseramente fallito.
E quando lui, ormai convinto che i suoi figli, se continuassero a seguirlo, sarebbero privati dell'opportunità di un'esistenza sana ed equilibrata, che sarebbero esposti addirittura al rischio della vita, è pronto a lasciarli andare, ad affidarli a sua volta alla custodia dei nonni materni.
Ma, questa volta, sono loro sei a scegliere, senza esitazione...
Ecco il tema di questa intensa parabola: la scelta, la libertà di scelta!
Di essa diventiamo capaci solo se abbiamo avuto un vero, amorevole padre, che ci ha fatto entrare nel consesso degli adulti, senza mai farci mancare l'unica cosa di cui, come figli avevamo bisogno: la sua presenza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alex62 »
[ - ] lascia un commento a alex62 »
|
|
d'accordo? |
|
filippotognoli
|
giovedì 29 dicembre 2016
|
capitano, oh mio capitano!
|
|
|
|
"Cio' che caratterizza le nostre vite sono le nostre azioni, non le nostre parole". Partendo da questo assioma, uno strepitoso Viggo Mortensen, si trasforma in un super papa' alla ricerca della formula migliore per crescere ed educare i propri figli. A meta' strada tra Marx (cervello) e Rambo (corpo), il Capitano Fantastico decide di isolarsi a vivere nel bosco per difendere e proteggere i suoi ben sei figli dalla societa' moderna capitalista, corrotta e comandata dalle Lobby. Ma il suo idealismo, seppur molto lodevole negli intenti, non e' scevro da errori e manchevolezze che danno credibilita' e veridicita' all'evolversi degli eventi. Oltre a lui, tutta la famiglia e' molto ben caratterizzata, grazie alle prove molto convincenti di tutti i figli e dei nonni.
[+]
"Cio' che caratterizza le nostre vite sono le nostre azioni, non le nostre parole". Partendo da questo assioma, uno strepitoso Viggo Mortensen, si trasforma in un super papa' alla ricerca della formula migliore per crescere ed educare i propri figli. A meta' strada tra Marx (cervello) e Rambo (corpo), il Capitano Fantastico decide di isolarsi a vivere nel bosco per difendere e proteggere i suoi ben sei figli dalla societa' moderna capitalista, corrotta e comandata dalle Lobby. Ma il suo idealismo, seppur molto lodevole negli intenti, non e' scevro da errori e manchevolezze che danno credibilita' e veridicita' all'evolversi degli eventi. Oltre a lui, tutta la famiglia e' molto ben caratterizzata, grazie alle prove molto convincenti di tutti i figli e dei nonni. Uno dei sempre piu' rari e quindi sempre piu' apprezzati film, che fanno pensare ed emozionare, senza bisogno di effetti speciali o tecnicismi fini a se stessi. Da vedere col cuore e con la mente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippotognoli »
[ - ] lascia un commento a filippotognoli »
|
|
d'accordo? |
|
nalipa
|
sabato 11 febbraio 2017
|
l'illusione di poter vivere nel mondo ....
|
|
|
|
In modo non convenzionale.
Ben Cash un padre alternativo vive nelle foreste del Nord America con la sua famiglia: la moglie e 6 figli. Lontano dalla societa' a contatto continuo e diretto con la natura. Una vita faricosa ma che sembra anche molto appagante.
Fino al giorno in cui una tragedia (forse prevedebile) lo costringe a lasciare il paradiso in cui e' convinto di dover vivere per stare meglio del resto degli esseri umani, e fare un viaggio insieme ai suoi ragazzi nel mondo che mettera' in dubbio tutte le sue idee sul significato dell'esistenza e di cosa voglia dire essere un 'genitore'
Meraviglioso Mortensen e strepitosi tutti gli attori, i piccoli eccezionali.
[+]
In modo non convenzionale.
Ben Cash un padre alternativo vive nelle foreste del Nord America con la sua famiglia: la moglie e 6 figli. Lontano dalla societa' a contatto continuo e diretto con la natura. Una vita faricosa ma che sembra anche molto appagante.
Fino al giorno in cui una tragedia (forse prevedebile) lo costringe a lasciare il paradiso in cui e' convinto di dover vivere per stare meglio del resto degli esseri umani, e fare un viaggio insieme ai suoi ragazzi nel mondo che mettera' in dubbio tutte le sue idee sul significato dell'esistenza e di cosa voglia dire essere un 'genitore'
Meraviglioso Mortensen e strepitosi tutti gli attori, i piccoli eccezionali.
Un film anche divertente ma con uni spessore notevole.
Da vedere e riflettere!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nalipa »
[ - ] lascia un commento a nalipa »
|
|
d'accordo? |
|
veronica
|
mercoledì 15 febbraio 2017
|
chapeau
|
|
|
|
L'attore sceneggiatore e regista Matt Ross scrive e dirige una storia su un tema più volte raccontato: l'essere genitore.
Quello che però rende Captain Fantastic un piccolo gioiello è l' inaspettata bellezza di questa pellicola. La scrittura dei dialoghi è fuori da ogni schema comune; con spiazzante fluidità la famiglia Cash viene presentata ad uno spettatore che sin dai primi fotogrammi non può che rimanerne affascinato.
Questa pellicola non solo crea forti emozioni ma anche riflessioni allarmanti: “che genitore sarò?? che genitore sono ??.
Ci si muove tra pensieri taciuti o completamente nuovi e spesso la forza di essere nel giusto inganna il genitore, che cresce i figli nella propria verde foresta, arricchendoli di verità ma non di vita, quella vera, quella che va vissuta, che va toccata.
[+]
L'attore sceneggiatore e regista Matt Ross scrive e dirige una storia su un tema più volte raccontato: l'essere genitore.
Quello che però rende Captain Fantastic un piccolo gioiello è l' inaspettata bellezza di questa pellicola. La scrittura dei dialoghi è fuori da ogni schema comune; con spiazzante fluidità la famiglia Cash viene presentata ad uno spettatore che sin dai primi fotogrammi non può che rimanerne affascinato.
Questa pellicola non solo crea forti emozioni ma anche riflessioni allarmanti: “che genitore sarò?? che genitore sono ??.
Ci si muove tra pensieri taciuti o completamente nuovi e spesso la forza di essere nel giusto inganna il genitore, che cresce i figli nella propria verde foresta, arricchendoli di verità ma non di vita, quella vera, quella che va vissuta, che va toccata.La magnifica magia di Captain Fantastic è l'insegnamento che trae Ben dai propri figli, dall'ironia tagliente all'ira esasperata di una catena da dover spezzare. Matt Ross non solo esalta la famiglia nella più eccentrica forma ma ne glorifica l'importanza, usando però una strada diversa da altri film, spiccando per la propria originalità.
Il cast scelto comprende eta’ diverse, donando al film un’autenticità sorprendente, quasi inaspettata direi; il tutto fortemente sostenuto da Viggo Mortensen e dal suo essere completamente nel personaggio , così vero , così dannatamente fragile nella propria dura corazza che man mano si sgretola donandogli una nuova vita. MAGNIFICO.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a veronica »
[ - ] lascia un commento a veronica »
|
|
d'accordo? |
|
mae
|
domenica 22 settembre 2019
|
viggo mortensen: un attore notevole.
|
|
|
|
Salve,
Viggo Mortensen é veramente fantastico nel ruolo di questo padre che cresce questi figli con l'intento di renderli consapevoli di sé stessi. Sono ragazzi autonomi, intelligenti e spronati a dare conto dei loro pensieri e delle loro impressioni in maniera intelligente anche quando leggono i libri che il padre assegna loro. Impressioni che non si esauriscono nel semplice dire che una lettura é interessante, ma a spiegare cosa realmente ha rappresentato quella lettura per loro. È un film che consiglio a chi non lo ha visto per il tema che tratta, per la bravura dei ragazzi- tutti veramente bravi - e per Viggo Mortensen sempre perfetto nelle sue interpretazioni.
[+]
Salve,
Viggo Mortensen é veramente fantastico nel ruolo di questo padre che cresce questi figli con l'intento di renderli consapevoli di sé stessi. Sono ragazzi autonomi, intelligenti e spronati a dare conto dei loro pensieri e delle loro impressioni in maniera intelligente anche quando leggono i libri che il padre assegna loro. Impressioni che non si esauriscono nel semplice dire che una lettura é interessante, ma a spiegare cosa realmente ha rappresentato quella lettura per loro. È un film che consiglio a chi non lo ha visto per il tema che tratta, per la bravura dei ragazzi- tutti veramente bravi - e per Viggo Mortensen sempre perfetto nelle sue interpretazioni. Una bravura che gli consente di passare con facilità da film come Soldato Jane, Il Signore degli anelli, La promessa dell'assassino a questo film.
Davvero "Fantastic"!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mae »
[ - ] lascia un commento a mae »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
lunedì 12 dicembre 2016
|
avrei fatto meglio ad uscire prima
|
|
|
|
Il film mi ha assolutamente deluso.
Al di là di Viggo Mortensen che non è mai sopra le righe, quello che tanti hanno indicato come un progetto educativo alternativo al sistema viene ridicolizzato ed estremizzato: cosa abbiano a che fare i citati Steiner e Thoreau con "Abbasso il sistema !" o con la ripetizione di definizioni politiche o sociologiche non lo so. Come non so cosa abbiano a che fare con loro l'uccidere un cervo a mani (quasi) nude e poi mangiarne il cuore (crudo) per passare dalla giovinezza all'età adulta.
E l'esperanto parlato tra due delle figlie ?
Ed il festeggiamento del compleanno di Noam Chomski (con tanto di canto sovreccitato "Tanti auguuuri zio Noaaaam !" e regali) ?
E la cordata su una parete a strapiombo di qualche centinaio di metri, tutti insieme dal babbo al bimbo di 5 anni ?
E poi l'improbabile: così come il padre fa il puntiglioso con le parole che usano i figli, così dovrebbe averli stimolati ad utilizzare espressioni diverse da vaff.
[+]
Il film mi ha assolutamente deluso.
Al di là di Viggo Mortensen che non è mai sopra le righe, quello che tanti hanno indicato come un progetto educativo alternativo al sistema viene ridicolizzato ed estremizzato: cosa abbiano a che fare i citati Steiner e Thoreau con "Abbasso il sistema !" o con la ripetizione di definizioni politiche o sociologiche non lo so. Come non so cosa abbiano a che fare con loro l'uccidere un cervo a mani (quasi) nude e poi mangiarne il cuore (crudo) per passare dalla giovinezza all'età adulta.
E l'esperanto parlato tra due delle figlie ?
Ed il festeggiamento del compleanno di Noam Chomski (con tanto di canto sovreccitato "Tanti auguuuri zio Noaaaam !" e regali) ?
E la cordata su una parete a strapiombo di qualche centinaio di metri, tutti insieme dal babbo al bimbo di 5 anni ?
E poi l'improbabile: così come il padre fa il puntiglioso con le parole che usano i figli, così dovrebbe averli stimolati ad utilizzare espressioni diverse da vaff....., cazz...., porca tr..... ecc.... E ancora il figlio maggiore che viene ammesso alle più prestigiose università, dal Mit ad Harvard, senza essere mai uscito dalla foresta o aver visto un computer o aver frequentato una scuola: ma gli autori sanno quali requisiti e prove si devono superare per essere ammessi a questi college ??
Ma c'è anche una parte grottesca: la dissepoltura della bara della madre/moglie, tumulata con rito cattolico per volere dei suoi genitori, nonostante le sue ultime volontà di essere cremata, e l'allestimento di una pira con canto d'addio di sottofondo, Sweet child o'mine.
Ed il finale, perfetto dopo un secondo tempo moraleggiante: figli infelici dopo aver visto i nonni ed il "mondo fuori", padre in crisi/sensi di colpa, nonni decisi a battagliare per ottenere la custodia dei nipoti e allora ? viaaaaa !!! tutto al vento, o quasi. Ci si trasferisce in una fattoria, si comincia ad andare a scuola, e, con buona pace dei cervi, ci si dedica ad attività "normali".
Scansatelo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
lupodelupis
|
mercoledì 20 marzo 2019
|
una famiglia americana
|
|
|
|
l'ho visto a distanza di anni dall'uscita e me ne rammarico. Un film eccellente su una realtà che per un europeo troppo abituato a vivere una vita fatta di apericene e vecchio, non è nemmeno immaginabile. Eppure negli USA sono tante le famiglie che decidono di vivere "fuori". Fuori dalla società, dagli obblighi, dai compromessi, dalle regole e soprattutto dalla farsa ipocrita del "sii corretto esternamente". I motivi che li spingono possono essere religiosi, politici, personali, ... con estremi che vanno dai survivalisti agli estremisti (in genere di destra), dagli hippie fuori tempo massimo a chi non vuole che la fede sia contaminata dal progresso, da chi fugge la vita passata a chi cerca una vita passata.
[+]
l'ho visto a distanza di anni dall'uscita e me ne rammarico. Un film eccellente su una realtà che per un europeo troppo abituato a vivere una vita fatta di apericene e vecchio, non è nemmeno immaginabile. Eppure negli USA sono tante le famiglie che decidono di vivere "fuori". Fuori dalla società, dagli obblighi, dai compromessi, dalle regole e soprattutto dalla farsa ipocrita del "sii corretto esternamente". I motivi che li spingono possono essere religiosi, politici, personali, ... con estremi che vanno dai survivalisti agli estremisti (in genere di destra), dagli hippie fuori tempo massimo a chi non vuole che la fede sia contaminata dal progresso, da chi fugge la vita passata a chi cerca una vita passata.
In questo caso la famiglia che vive nei boschi è simile sotto molti aspetti a quella dei loro "consimili": studio a casa senza la perdita di tempo (e il lavaggio del cervello) scolastico mentre si impara come si vive "senza soldi" riuscendo a prendere dalla natura quello che la natura offre.
La differenza è nella scelta di proiettare la famiglia nell'alveo degli intellettuali di sinistra (quindi non i primatisti di destra) che non aspirano però ad alcuna rivoluzione sociale ma solo alla loro libertà dal capitalismo.
Ma l'isolamento soprattutto con ragazzi adolescenti non è una scelta sostenibile e tollerabile sul lungo periodo e ci vorrà un dramma per spingerli al ritorno (temporaneo) verso i familiari.
Come al solito i bambini/ragazzi attori americani sono talmente bravi e credibili che gli adulti passano in secondo piano.
Quando scorrono i titoli di coda ti viene voglia di rivederlo in futuro. E questo è il miglior viatico per un film di successo costato solo 5 milioni di dollari (una inezia in USA e meno anche di molti film italiani pagati dallo stato per non incassare nulla)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lupodelupis »
[ - ] lascia un commento a lupodelupis »
|
|
d'accordo? |
|
giulio andreetta
|
lunedì 20 luglio 2020
|
film che suscita profondi interrogativi
|
|
|
|
Ci troviamo di fronte ad una pellicola significativa sotto molteplici aspetti. La realizzazione, sotto il profilo tecnico, è assolutamente impeccabile, ma a colpire è soprattutto il messaggio del film e l'altissima qualità della recitazione, in particolar modo dei bambini e dei ragazzi, autentici prodigi. Viggo Mortensen è concentratissimo, e offre un'interpretazione molto 'vissuta', partecipata e allo stesso tempo assolutamente credibile. Ma lo scopo del film è, a mio avviso, testimoniare un anelito di libertà nei confronti di una società che si percepisce come oppressiva, e ingiusta.
[+]
Ci troviamo di fronte ad una pellicola significativa sotto molteplici aspetti. La realizzazione, sotto il profilo tecnico, è assolutamente impeccabile, ma a colpire è soprattutto il messaggio del film e l'altissima qualità della recitazione, in particolar modo dei bambini e dei ragazzi, autentici prodigi. Viggo Mortensen è concentratissimo, e offre un'interpretazione molto 'vissuta', partecipata e allo stesso tempo assolutamente credibile. Ma lo scopo del film è, a mio avviso, testimoniare un anelito di libertà nei confronti di una società che si percepisce come oppressiva, e ingiusta. Il mito del 'buon selvaggio' di Rousseau rivive in questa pellicola, a partire dal resoconto per immagini di un padre che alleva i suoi figli in mezzo ad una foresta, quasi al di fuori di qualunque contatto con la civiltà. E tuttavia, nei metodi educativi di questo padre c'è l'esaltazione del valore della cultura e dello studio, al punto da rendere i figli autentici prodigi, mediamente molto più istruiti dei coetanei che frequentano la scuola. Non siamo dunque di fronte ad una banale esaltazione della natura in contrapposizione alla cultura, ma al rivendicare il diritto ad una possibilità: la possibilità di potersi porre al di fuori di un meccanismo economico e sociale spersonalizzante. Il film non è esente dal rischio di una deriva un po' utopica e ideale, ma il suo pregio è senz'altro quello di far sorgere molte domande e dubbi nello spettatore in merito a molte nostre 'abitudini', che tutti o quasi tutti diamo per scontate. In conclusione, per la profondità delle tematiche trattate, ma anche per la realizzazione impeccabile, mi sbilancio ad assegnare 5 stelline.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giulio andreetta »
[ - ] lascia un commento a giulio andreetta »
|
|
d'accordo? |
|
|