The Survivalist

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drachenbaer sabato 25 luglio 2020
come è facile regredire Valutazione 4 stelle su cinque
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La breve grafica introduttiva ci catapulta in un futuro nemmeno troppo lontano, quando il petrolio si esaurirà, a questo conseguirebbe, nel film, un crollo demografico piuttosto improvviso e una regressione della società ad una sorta di primitiva lotta per la sopravvivenza.
Sebbene girato in evidente economia, trovo interessanti punti di riflessione stimolati dal film.
La società si annulla (salvo forse nel finale...), si accartoccia sugli individui o su piccoli gruppi votati alla sopravvivenza, in un mondo di risorse scarsissime e con una natura avara di doni.  Tutte le regole vengono spazzate via, ritorna un ruolo fisicamente subalterno della donna, l'etica si estingue, i rapporti tra consanguinei o parenti si dissolvono  fino al sacrificio di chiunque per la propria sola salvezza, i razziatori/cacciatori vincono sugli agricoltori, non c'è nemmeno un residuo di religiosità. [+]

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ashtray_bliss sabato 3 settembre 2016
la natura umana al suo stato più spietato e crudo. Valutazione 2 stelle su cinque
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The Survivalist è certamente un film che merita e cattura l'attenzione. In primis per il futuro prossimo nel quale è ambientato,  ma del quale lo spettatore non percepisce nulla se non fosse per l'informazione proveniente da un grafico all'inizio della prellicola stessa. In secondo luogo perchè come un post-apocalittico che si rispetti concentra tutta l'essenza della storia attorno alla vera natura umana; quella natura spoglia di sentimenti elevati, di morale e di etica, mettendo a nudo, nel più letterale dei sensi, la natura umana più essenziale e primaria, dove tutto ruota attorno alla mera sopravvivenza, alla lotta contro il prossimo, visto come un nemico ed avversario pronto a prendere il sopravvento, dove tutto quanto c'è di bello e raffinato al mondo scompare sotto l'alone della disperazione, desolazione e disgregazione umana. [+]

[+] complimenti! (di tommy)
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patricsss domenica 24 aprile 2016
i "sopravvissuti" siamo noi spettatori Valutazione 1 stelle su cinque
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Il film è una defecata in faccia.L'unico modo per apprezzare la visione di questo "CAPOLAVORO" è quello di assumere droghe pesanti ( overdose consigliata).Non c'è traccia di trama.Cast scelto dal regista ( sotto effetto di droghe) mentre comprava mobili a Ikea.L attore protagonista lo potete trovare nella sezione 14 tech e gazebi di Leroy Merlin.Nota positiva: il film è talmente realistico che lo spettatore riesce a immedesimarsi nei cadaveri che spesso si vedono durante il film.Il film scorre che è 'na bellezza come bere un bicchier d acqua,insomma,che poi va di traverso.Che dire? una meraviglia per gli occhi che purtroppo vi si chiuderanno senz' altro durante il film.Si dice che l'intero film sia stato girato nella bellezza di due giorni. [+]

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gianleo67 lunedì 22 febbraio 2016
homo homini lupus...foemina homini deus est Valutazione 3 stelle su cinque
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Sopravvissuto alla terribile crisi demografica mondiale conseguente all'esaurimento dei combustibili fossili, un uomo vive in pieno isolamento all'interno di una foresta dove si è ritagliato l'eremo di una miserevole sussistenza basata sulla coltivazione di poche varietà vegetali. Sempre sul chi va là per difendersi dagli attacchi di altri gruppi umani dediti al cannibalismo, riceve la visita di un'anziana madre in cerca di cibo che è disposta a barattare il corpo della giovane figlia per un pasto ed una notte di riposo. Le cose però prendono una piega del tutto inaspettata.
Dimostrazione di come un soggetto fanta-horror in salsa apocalittica come questo possa insospettabilmente superare il facile pregiudizio dell'inflazione cinematografica e del dejavù, il film dell'esordiente Stephen Fingleton concentra le sue risorse creative e quelle più limitate del budget nel minimalismo di una messa in scena che agiti lo spettro di una inesorabile involuzione culturale e psicologica, laddove i chiari riferimenti allegorici e letterari riportano agli esempi di una esegesi biblica cara al mondo anglosassone ed al pessimismo antropologico dell'uomo ridotto allo stato naturale immaginato da Thomas Hobbes. [+]

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alex62 sabato 20 febbraio 2016
spietato è il mondo prossimo venturo Valutazione 3 stelle su cinque
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È un film piccolo che fa tanto male... Quando le ultime scorte di petrolio si saranno esaurite e la popolazione mondiale avrà “mangiato” tutte le risorse del pianeta, un ragazzo e suo fratello prenderanno rifugio nel fitto di un bosco, dove credono di essere al sicuro, ma, oltre a dover strappare a mani nude (o quasi) quel poco che riescono a ottenere per sopravvivere con furti e aggressioni ai loro confinanti, devono difendersi da bande sempre più aggressive e spietate. La coscienza del protagonista sarà sgretolata dalla orrenda scelta: uccidere il fratello rischiare di essere catturato e ucciso lui stesso... Si rifugia in una baracca e diventa contadino. Dopo aver messo in scena con grande abilità, si potrebbe dire “teatrale”, questa tragedia, giunge - come un buon copione impone - una madre e una figlia disperate, che cercano rifugio. [+]

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