laurence316
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domenica 6 marzo 2016
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visivamente maestoso ma sopravvalutato
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Ispirato alla storia vera (poi comunque molto edulcorata fino a sfiorare l'inverosimile) di Hugh Glass, figura ormai divenuta appunto leggendaria e già al centro del precedente Uomo bianco, và col tuo dio! (ovvero Man In The Wilderness) del 1971, Revenant è un film che, come spesso accade, viene da molto lontano, con un primo sviluppo risalente addirittura al 2001. Dopo quindici anni, e l'avvicendamento di vari registi, il timone passa a Inarritu, reduce dal successo di pubblico e critica di Birdman, il quale lo porta a compimento. E' un film dalla genesi fortemente travagliata, le riprese si protraggono per quasi un anno, un film duro, iperrealistico e brutale, un film capace di regalare forti emozioni in particolare nella prima parte.
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Ispirato alla storia vera (poi comunque molto edulcorata fino a sfiorare l'inverosimile) di Hugh Glass, figura ormai divenuta appunto leggendaria e già al centro del precedente Uomo bianco, và col tuo dio! (ovvero Man In The Wilderness) del 1971, Revenant è un film che, come spesso accade, viene da molto lontano, con un primo sviluppo risalente addirittura al 2001. Dopo quindici anni, e l'avvicendamento di vari registi, il timone passa a Inarritu, reduce dal successo di pubblico e critica di Birdman, il quale lo porta a compimento. E' un film dalla genesi fortemente travagliata, le riprese si protraggono per quasi un anno, un film duro, iperrealistico e brutale, un film capace di regalare forti emozioni in particolare nella prima parte. Avrebbe però beneficiato di qualche ulteriore taglio. Per la materia narrativa che vi è contenuta due ore erano più che sufficenti, ma le sempre pressanti pretese d'autore del regista lo hanno impedito, così come hanno impedito uno sviluppo più fluido e meno pesante e pedante. Inarritu allunga eccesivamente i tempi narrativi, diluisce la storia spalmandola in oltre due ore e mezza, finendo per annoiare lo spettatore. Inoltre, le continue parentesi/interruzioni/"aperture" mistiche o misticheggianti in cui il protagonista incontra la moglie defunta sanno di già visto, non aggiungono nulla alla trama e appaiono una forzatura probabilmente dettata dall'ostinata ricerca di un "sublime" che poi mai viene raggiunto. Invadente e frastornante risulta inoltre la colonna sonora. Tutto questo nulla toglie, ovviamente, agli evidenti meriti tecnici dell'opera. Se quello narrativo traballa, il lato visivo è invece solido e stupefacente. La fotografia di Lubezki è semplicemente qualcosa di eccezionale e riesce a cogliere mirabilmente i particolari di un paesaggio magnifico e incontaminato. Le performance rese dagli attori sono ottime per non dire eccellenti, e, fra i protagonisti, non tanto DiCaprio, quanto soprattutto Hardy. Scritto dal regista con Mark L. Smith, The Revenant è, insomma, un film che aveva le potenzialità per essere qualcosa in più, e che invece finisce per rivelarsi una mezza delusione. Buon successo di pubblico e critica, candidato a 12 Premi Oscar, ne vince solo 3, a miglior regia, miglior attore prot. (DiCaprio) e miglior fotografia.
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fedecap
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domenica 24 gennaio 2016
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per un pugno di pelli di castoro
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'Revenant - Redivivo', di Alejandro Gonzalez inarritu, narra l'incredibile vicenda dell'esploratore e cacciatore di pelli Hugh Glass (Leonardo DiCaprio), vissuto a cavallo tra settecento e ottocento, che nel 1823 guida una spedizione commerciale capitanata da Andrew Henry (Domhnall Gleeson).
Dopo un attacco degli indiani Arikara all'accampamento della spedizione, il gruppo del Capitano Henry fugge sul fiume Missuori, salvo ma decimato. Dopo una discussione tra Glass e John Fitzgerald (Tom Hardy), cacciatore esperto e cinico, il gruppo prosegue via terra, poiché secondo Glass è il miglior modo per non essere accerchiati dagli indiani, nascondendosi nei boschi e sulle montagne, per raggiungere infine Fort Kiowa.
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'Revenant - Redivivo', di Alejandro Gonzalez inarritu, narra l'incredibile vicenda dell'esploratore e cacciatore di pelli Hugh Glass (Leonardo DiCaprio), vissuto a cavallo tra settecento e ottocento, che nel 1823 guida una spedizione commerciale capitanata da Andrew Henry (Domhnall Gleeson).
Dopo un attacco degli indiani Arikara all'accampamento della spedizione, il gruppo del Capitano Henry fugge sul fiume Missuori, salvo ma decimato. Dopo una discussione tra Glass e John Fitzgerald (Tom Hardy), cacciatore esperto e cinico, il gruppo prosegue via terra, poiché secondo Glass è il miglior modo per non essere accerchiati dagli indiani, nascondendosi nei boschi e sulle montagne, per raggiungere infine Fort Kiowa. Durante una battuta di caccia, mentre il resto del gruppo si accampa, Glass si imbatte in un orso grizzly femmina che, per difendere i suoi due cuccioli, lo attacca. L'orsa viene uccisa, ma Glass è ridotto in fin di vita. Soccorso dai compagni, verrà lasciato indietro da questi durante il viaggio. Fitzgerald, rimasto per il compenso offerto dal Capitano Henry a chi avrebbe tenuto compagnia a Glass, dandogli una degna sepoltura se necessario, lo tradisce, uccidendo il figlio Hawk e abbandonandolo in una fossa. Ripresosi poco a poco (redivivo appunto), spinto dalla sete di vendetta, intraprenderà un epico viaggio di centinaia di km attraverso le lande ghiacciate del selvaggio West.
Lo sviluppo di un adattamento cinematografico del romanzo di Michael Punke iniziò nel 2001, ma solo nel 2011, dopo vari tira e molla di diversi registi, Inarritu decise di dirigere il film. E meno male, vista l'attenzione che ha il regista nei confronti dei sentimenti dei personaggi delle sue storie rispetto all'azione e al contesto scenografico (davvero ben fatta la scenografia, con le imponenti montagne della Columbia Britannica a fare da sfondo in molte scene). L'attenzione ai sentimenti è quasi obbligatoria visto che per buona parte della storia Glass/DiCaprio viaggerà in solitaria e anche quando è in compagnia non parlerà molto. Inarritu riesce comunque a dare il giusto spazio ad ogni cosa, ma ancor di più è la conferma del direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, che ha vinto un oscar proprio in un film di Inarritu, 'Birdman'. Straordinarie le inquadrature sui volti dei personaggi, tanto ravvicinate da appannare la telecamera, che sottolineano la loro fatica e la sofferenza, ma anche la rabbia e la ferocia che un ambiente del genere può portare agli uomini: da ricordare il piano sequenza dello scontro tra Glass e l'orsa e la lotta nel finale tra Glass e Fitzgerald, girate in maniera magistrale e che riescono a dare la giusta carica di tensione. Un difetto del film è l'eccessiva spettacolarizzazione delle gesta di Glass (come se la storia vera non fosse già spettacolare di per sé!) e la deriva in un paio di occasioni verso classici cliché hollywoodiani come "non ho paura di morire, sono già morto una volta" o le troppo prolungate (fino alla noia) scene d'azione, anche se la storia è buona, con un bel finale poetico. Interpretazioni degne di nota sono quelle del sempre più bravo Tom Hardy (Fitzgerald) e della sorpresa Will Poulter (Jim Bridger), che qui recita in maniera sconvolgente. Menzione speciale merita l'interpretazione di DiCaprio, e se gli oscar al miglior attore sono diventati, ultimamente, più una questione di sacrificio fisico che di recitazione, allora DiCaprio ha dato davvero tutto, con un'espressività che rasenta la perfezione.
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maopar
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martedì 26 gennaio 2016
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sui monti del dakota come sulle "montagne russe"
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Mi sono occorsi tre giorni per decidermi a commentare il film.. Chi conosce la mia passione per il
Cinema mi ha chiesto per questo silenzio…La verità è che questo film è fortemente coinvolgente,
già dalle prime inquadrature si “sguazza” in una splendida Natura ….quasi irreale per chi non è abituato a
queste visioni .E’ una immersione continua in acque turbolente di rapide mozzafiato , attraversamenti di
boschi secolari tra montagne innevate, una esuberanza che raggiunge livelli di sorprendente pathos.
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Mi sono occorsi tre giorni per decidermi a commentare il film.. Chi conosce la mia passione per il
Cinema mi ha chiesto per questo silenzio…La verità è che questo film è fortemente coinvolgente,
già dalle prime inquadrature si “sguazza” in una splendida Natura ….quasi irreale per chi non è abituato a
queste visioni .E’ una immersione continua in acque turbolente di rapide mozzafiato , attraversamenti di
boschi secolari tra montagne innevate, una esuberanza che raggiunge livelli di sorprendente pathos.
Le manifeste difficoltà ambientali fanno da cornice alla grande fatica del vivere, che il regista descrive
Con meticolosa precisione con una ambientazione superlativa.
Questo film non è solo un Western che parla di cacciatori di pelli…si tratta di un affascinante viaggio
Nel sentimento più profondo dell’innato istinto di sopravvivenza. Una voce di fondo ,a volte sottotitolata,
esorta Hugh Glass a resistere alle avversità , a non arrendersi .Ma cosa veramente spinge il personaggio
a risorgere dalla fossa ,che hanno scavato per lui, a entrare nel ventre di un cavallo in una sorta di
parto cesario al contrario.. che lo renderà IL REDIVIVO ? Un bisogno di giustizia o di vendetta?
E con sconvolgente dinamismo, fatto di riprese eccezionali Ignarritu ,tra questi monti del Dakota,
ci lancia a tutta velocità in un su e giù di spericolate “Montagne Russe”…Questa è la mia piacevole
sensazione all’uscita del cinema ma anche con un po’di stordimento … Il grande regista ha la capacità
di inzuppare di Spiritualità i suoi racconti ,nei momenti onirici dove la drammatica realtà viene addolcita
da visioni consolanti quali quella di poter rivedere il figlio amato ,al cospetto di Dio .A quel Dio che
affiderà il corpo del nemico Fitzgerald ,perché solo Lui deve attuare la Vendetta , che credo
sia più opportuno definire Giustizia …Il Film termina con un suggestivo sguardo di Hugh diretto al
pubblico, una inquadratura a tutto schermo ,che al contrario del Pietoso incoraggiamento del Cristo
Pantocratico , trasmette un disperato Urlo di disperazione…
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nick16
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domenica 15 maggio 2016
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bello, ma lascia l'amaro in bocca
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Io ho dei problemi con le opere di questo regista: questo film, come Birdman, ha le sue belle scene e sicuramente lascia il segno, tuttavia non si riesce a capire né la storia né il genere del film. Questo perchè il protagonista sopravvive più per fortuna che per abilità (quindi non è un survival) e non si avverte neanche la sete di vendetta che lo spinge (come di solito accade nei revenge movie). Il film è lungo, forse si potevano tagliare alcune scene, ma non particolarmente noioso e mantiene un certo ritmo per tutto il film. Le uniche scene che non mi sono piaciute sono: (SPOILER più avanti ATTENZIONE)
-l'attacco dell'orso che non uccide Di Caprio, il quale stupidamente spara all'orso che si allontana
-la morte di Hawk non trasmette alcuna emozione
-la scena verso la fine dove Glass decide di "risparmiare" il nemico
Il film procede lineare e senza colpi di scena (chiunque può immaginare come va a finire), in netto contrasto con i film di questi tempi dove l'inaspettato è d'obbligo.
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Io ho dei problemi con le opere di questo regista: questo film, come Birdman, ha le sue belle scene e sicuramente lascia il segno, tuttavia non si riesce a capire né la storia né il genere del film. Questo perchè il protagonista sopravvive più per fortuna che per abilità (quindi non è un survival) e non si avverte neanche la sete di vendetta che lo spinge (come di solito accade nei revenge movie). Il film è lungo, forse si potevano tagliare alcune scene, ma non particolarmente noioso e mantiene un certo ritmo per tutto il film. Le uniche scene che non mi sono piaciute sono: (SPOILER più avanti ATTENZIONE)
-l'attacco dell'orso che non uccide Di Caprio, il quale stupidamente spara all'orso che si allontana
-la morte di Hawk non trasmette alcuna emozione
-la scena verso la fine dove Glass decide di "risparmiare" il nemico
Il film procede lineare e senza colpi di scena (chiunque può immaginare come va a finire), in netto contrasto con i film di questi tempi dove l'inaspettato è d'obbligo.
In sintesi è un buon film con fantastiche immagini della natura, ma non certo un capolavoro come acclamato da molti.
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nanni
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giovedì 21 gennaio 2016
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revenant
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Siamo ai tempi della frontiera Americana. una piccola spedizione di cacciatori di pelli viene attaccata dagli Indiani. Durante la fuga precipitosa il trapper Hugh Glass viene ridotto in fin di vita da una femmina di grizzly che difende i suoi cuccioli.Il figlio mezzosangue di Hugh, l'adolescente Hawk, nel tentativo di difenderlo da chi invece doveva accudirlo verrà ucciso.Vendicare il figlio sarà ora per Hugh l'unica ragione per resistere.Il racconto ora, già oltre il verosomile, sarà incentrato sulla serie di prove di sopravvivenza di Hugh che sono (pur non dimenticando mai di essere al cinema) davvero contro ogni accettabile limite, infastididendo e mettendo a dura prova la pazienza dello spettatore.
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Siamo ai tempi della frontiera Americana. una piccola spedizione di cacciatori di pelli viene attaccata dagli Indiani. Durante la fuga precipitosa il trapper Hugh Glass viene ridotto in fin di vita da una femmina di grizzly che difende i suoi cuccioli.Il figlio mezzosangue di Hugh, l'adolescente Hawk, nel tentativo di difenderlo da chi invece doveva accudirlo verrà ucciso.Vendicare il figlio sarà ora per Hugh l'unica ragione per resistere.Il racconto ora, già oltre il verosomile, sarà incentrato sulla serie di prove di sopravvivenza di Hugh che sono (pur non dimenticando mai di essere al cinema) davvero contro ogni accettabile limite, infastididendo e mettendo a dura prova la pazienza dello spettatore. Il storia, oltretutto scontata, perciò, non appassiona mai e quando non annoia, innervosisce. Una buona occasione per raccontare quel mondo (ambienti estremi, lealtà, forza fisica, predazione...etc...etc....)è diventata, invece, sotto la regia sballata di Innaritu, un'occasione persa. Il lavoro, più adatto alla serie "Ai confini della realtà" ha, inoltre, il demerito divorarsi pure la bella prova di Di Caprio. Mediocre
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(di barracuda argento)
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(di andrex93)
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cinestabe
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lunedì 18 gennaio 2016
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revenant - redivivo _ un autentico capolavoro.
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Esordisco su questo sito con la recensione di uno tra i film più belli, potenti ed unici del Cinema Moderno.
Si scrive REVENANT - REDIVIVO, si legge PURO CINEMA.
Il film è diretto da Alejandro González Iñárritu, già regista dell'acclamatissimo BIRDMAN, oltre che di altri
film meravigliosi come AMORES PERROS, 21 GRAMMI, BABEL e BIUTIFUL. Una particolarità di questo
regista è la qualità "in crescendo" delle sue Pellicole.
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Esordisco su questo sito con la recensione di uno tra i film più belli, potenti ed unici del Cinema Moderno.
Si scrive REVENANT - REDIVIVO, si legge PURO CINEMA.
Il film è diretto da Alejandro González Iñárritu, già regista dell'acclamatissimo BIRDMAN, oltre che di altri
film meravigliosi come AMORES PERROS, 21 GRAMMI, BABEL e BIUTIFUL. Una particolarità di questo
regista è la qualità "in crescendo" delle sue Pellicole. Il suo esordio fu ottimo, il suo secondo
film si rivelò bellissimo, il suo terzo film ottimo, il suo quarto film eccellente, il suo quinto (il più premiato) si
è rivelato un Capolavoro; dunque, la sua reputazione di regista capace di migliorarsi continuamente, stava già
barcollando. Non avevo dubbio che anche questo film si sarebbe rivelato un Capolavoro come BIRDMAN, ma
Iñárritu è riuscito a stupirmi. E' riuscito ad andare oltre. E' riuscito a girare qualcosa di sublime, di assolutamente
perfetto. Certo, REVENANT non è un film che può piacere a tutti (come nessun altro della sua filmografia), ma è
indubbio che si tratti di qualcosa di davvero, davvero, imponente. La perfezione in sè, non può piacere in tutti. Nemmeno
quella più sporca, rozza e violenta, come quella che caratterizza questa magnifica Pellicola.
Si tratta di una storia estremamente cruda (e crudele), sì, ma la messinscena è, nei confronti dello spettatore, ancor
più violenta, difficile da sopportare. Vedere un uomo patire le pene dell'Inferno ancor prima di arrivarci, è davvero
insostenibile, credo, per chiunque. Un uomo, Hugh Glass (interpretato da un mastodontico Leonardo DiCaprio al
meglio delle sue capacità recitative e umane), a cui viene uccisa la moglie davanti ai suoi occhi; a cui vengono
squarciate schiena e gola da una grizzly; a cui viene ucciso il figlio davanti ai suoi occhi. Un uomo, Hugh Glass, viene seppellito vivo.
Un uomo, Hugh Glass, intento ad affrontare qualsiasi avversità; assetato di vendetta nei confronti di chi gli ha portato
via l'ultima persona che gli dava vera ragione di vivere. Un uomo, Hugh Glass, un martire, un eroe, disposto a
percorrere un lunghissimo percorso (anche dell'anima) pur di raggiungere il suo scopo: vendicare sè stesso e suo figlio.
Alejandro González Iñárritu, conduce lo spettatore attraverso terre desolate, popolate da un vuoto nevoso e dalla violenza, dandogli
l'opportunità di accompagnare il protagonista per l'intera durata di questa epocale (dis)avventura, tra le riflessioni di quest'ultimo e paesaggi che mozzano il fiato.
Regia formidabile, non composta non da un unico (falso) piano sequenza come in BIRDMAN, ma da più piani sequenza, incredibili
agli occhi di chi li vede, indimenticabili non solo grazie a riprese ai limiti del "mestiere", ma anche grazie ad una fotografia
destinata a rimanere nella Storia del Cinema, come l'intera Pellicola di cui sto parlando. Colonna sonora, montaggio, recitazione
(oltre ad esserci un DiCaprio da Oscar, c'è anche un Tom Hardy da Oscar), fotografia, regia, sceneggiatura: tutto, in REVENANT, è
Arte allo stato puro. Non una imperfezione, non una scena fuori posto, nulla. Ci sarà, sicuramente, chi si ostinerà a non
ritenerlo un autentico Capolavoro (con motivazioni che non potrò mai condividere). Ma, personalmente, posso affermare
con indissolubile certezza, che si tratta di una tra le Pellicole più imponenti ed impressionanti, se non la più imponente ed
impressionante, degli anni '2000. L'unico difetto che ho trovato in questo film? Non è infinito.
Al momento in cui scrivo la recensione, è il 18 Gennaio 2016. REVENANT - REDIVIVO è candidato a dodici premi Oscar.
Se dipendesse da me, glieli aggiudicherei tutti, ad occhi bendati. Se penso che il secondo film con più nomination è
MAD MAX: FURY ROAD, per quanto sia bellissimo e registicamente davvero formidabile, mi viene soltanto da ridere.
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[+] recensione che sfiora la perfezione
(di lilith90)
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fra_by
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domenica 7 febbraio 2016
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amore. vendetta. natura selvaggia.
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Uno dei migliori film degli ultimi anni. Un Leonardo Di Caprio in pienissima forma, la sua ennesima performance da fuori classe. La regia di Inàrritu inconfondibile; la continuità delle scene, la cruda sofferenza del protagonista, la gelida natura che fa da padrona ad ogni fotogramma, rende lo spettatore pienamente partecipe, fino a farlo sentire a contatto con quel mondo che non sembra più così lontano. Il film è senza dubbio in grado di far percepire allo spettatore il contatto con quella natura matrigna che non concede tregua a Hugh. Un Hugh disperatamente aggrappato alla vita, di cui si può cogliere ogni sfumatura di sofferenza, da quella fisica a quella mentale.
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Uno dei migliori film degli ultimi anni. Un Leonardo Di Caprio in pienissima forma, la sua ennesima performance da fuori classe. La regia di Inàrritu inconfondibile; la continuità delle scene, la cruda sofferenza del protagonista, la gelida natura che fa da padrona ad ogni fotogramma, rende lo spettatore pienamente partecipe, fino a farlo sentire a contatto con quel mondo che non sembra più così lontano. Il film è senza dubbio in grado di far percepire allo spettatore il contatto con quella natura matrigna che non concede tregua a Hugh. Un Hugh disperatamente aggrappato alla vita, di cui si può cogliere ogni sfumatura di sofferenza, da quella fisica a quella mentale. Un Hugh che dimostra come non solo l'amore, ma anche l'odio, le passioni in generale, possono tenere in vita una persona. In conclusione, un commento alla fotografia è d'obbligo: curata nel minimo dettaglio, rende il film ancora più vero e reale. Sembra di poter toccare con mano gli scenari innevati.
Assolutamente da non perdere.
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enrico
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sabato 23 gennaio 2016
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dicaprio redivivo nella corsa all'oscar
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Sembra quasi incredibile, ma è tutto vero. Oddio, magari i fatti non sono andati precisamente in quella sequenza, ma magari sono andati anche peggio di come sono raccontati nel film. Revenant (Redivivo) racconta la storia vera di Hugh Glass, riprendendola dal romanzo "The Revenant: a Novel of Revenge" di Michael Punke, un trapper (o esploratore se preferite), che durante una delle sue spedizioni per procurarsi delle pellicce venne attaccato da un'orsa e ferito mortalmente. Dopo alcuni tentantivi di salvataggio, i suoi compagni lo abbandonarono credendolo in fin di vita.
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Sembra quasi incredibile, ma è tutto vero. Oddio, magari i fatti non sono andati precisamente in quella sequenza, ma magari sono andati anche peggio di come sono raccontati nel film. Revenant (Redivivo) racconta la storia vera di Hugh Glass, riprendendola dal romanzo "The Revenant: a Novel of Revenge" di Michael Punke, un trapper (o esploratore se preferite), che durante una delle sue spedizioni per procurarsi delle pellicce venne attaccato da un'orsa e ferito mortalmente. Dopo alcuni tentantivi di salvataggio, i suoi compagni lo abbandonarono credendolo in fin di vita. Ma Glass non era ancora pronto a morire e, in condizioni estreme, affrontò un lungo viaggio tra boschi e montagne innevate per compiere la sua vendetta. Non aggiungo altro sulla storia perchè il film dovete andare a vederlo! Ma parliamo di DiCaprio... Prenderà il tanto atteso e agognato Oscar? A questo punto spero proprio di si. A dire il vero ne avrebbe dovuti avere a casa almeno tre o quattro, al di là delle Nomination, con i vari The Wolf of Wall Street, Django, The Departed, Gangs of New York, The Aviator, Inception e chi più ne ha visti, più ne metta.
La sensazione è che questa volta dovrebbe spuntarla, anche perché per calarsi nella parte e rendere al meglio la sua interpretazione ha sofferto all'indicibile (basti pensare che ha dovuto mangiare un fegato crudo vero di bisonte... e già, proprio lui che è vegetariano!) e nonostante la pochezza dei dialoghi ci ha messo la faccia, oltre che metaforicamente, anche letteralmente (quando lo vedrete fate attenzione alla scena di chiusura). Certo, un'altra sensazione è che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambi, ossia mettendo un qualsiasi altro attore di tale calibro il film sarebbe rimasto quasi lo stesso. Tuttavia c'era Leo dinanzi alla cinepresa, quindi il merito è suo. In definitiva la mia personale opionione è che l'Oscar se lo meriti tutto, ma che se lo avesse già vinto tutte le volte che lo meritava, forse anche di più che con Revenant, questo film non lo avrebbe girato o con questo film non lo avrebbe preso. Ai posteri l'ardua sentenza.
Parlando del film si può dire che in complesso sia un capolavoro. Iñárritu impeccabile, visionario e pioniere, prova a spingersi oltre il fantastico Birdman, cerca di piegare le leggi del cinema a suo favore, come vorrebbe fare uno scienziato con quelle della fisica, e partorisce due ore e mezza di pura magia. Di sicuro è uno dei signori del cinema degli ultimi anni e le azzecca tutte. Azzecca addirittura, secondo me, l'ispirarsi o quanto meno porre qualche richiamo al meno acclamato The Grey di Joe Carnaham, ponendosi quindi (parlo di Iñárritu) come il vero ago dela bilancia, l'addendo che fa cambiare il risultato. Certo, altro punto di forza del film è il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, messicano come Alejandro, che conta due Oscar, a fronte delle otto nomination, vinti entrambi nelle due ultime edizioni.
Che dire, dodici nomination non arrivano per caso.
In bocca al lupo a Leo, spero vinca. Se così non dovesse essere e sopravviverà allo shock, sarà un vero Revenant!
PS. Tom Hardy è sublime!
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fede slevin
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lunedì 25 gennaio 2016
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dalla sopravvivenza alla vita piena.
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Premessa, questa volta vorrei fare una recensione molto diversa dal solito, un'analisi approfondita sarebbe meglio dire. Perciò consiglio di non leggere oltre prima della visione. La necessità di scrivere su questo film mi è sorta da una semplice frase: "è un film che non ti lascia niente". Ora, lasciando stare il giudizio tecnico, le possibilità quanto mai concrete di trovarsi sotto una pioggia di oscar, quello che mi preme è "spiegare", o quanto meno tentare di avvicinarmi, alla vera chiave del film, al fatidico messaggio che un genio come Inarritu non poteva che nascondere magistralmente sotto simboli e inquadrature sublimi, all'IDEA che il regista vuole diffondere nello spettatore.
Se ci si ferma ad una visione superficiale il risultato è un film lento, inverosimile e con una trama banale, scontata o già vista.
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Premessa, questa volta vorrei fare una recensione molto diversa dal solito, un'analisi approfondita sarebbe meglio dire. Perciò consiglio di non leggere oltre prima della visione. La necessità di scrivere su questo film mi è sorta da una semplice frase: "è un film che non ti lascia niente". Ora, lasciando stare il giudizio tecnico, le possibilità quanto mai concrete di trovarsi sotto una pioggia di oscar, quello che mi preme è "spiegare", o quanto meno tentare di avvicinarmi, alla vera chiave del film, al fatidico messaggio che un genio come Inarritu non poteva che nascondere magistralmente sotto simboli e inquadrature sublimi, all'IDEA che il regista vuole diffondere nello spettatore.
Se ci si ferma ad una visione superficiale il risultato è un film lento, inverosimile e con una trama banale, scontata o già vista.
Ma se si scava in profondità, se si da peso ad ogni frase, ad ogni inquadratura, allora ci si trova di fronte a tutta la grandezza della settima arte. Non si può guardare "Guernica" e concludere che Picasso non sapesse disegnare. L'arte è trasmettere qualcosa, è emotività, è espressione della propria anima. Perciò, bisogna prima di tutto inquadrare il cuore del film: l'uomo. Da qui parte la severa critica di Inarritu all'essere umano e al suo incontrollato, spregevole, egoistico senso di sopravvivenza, così forte da fare scempio della Natura stessa, intesa con il rispetto sacrale attribuitole dalla cultura indigena dei nativi americani. Essa è così altruista da offrire all'uomo tutto il necessario per vivere, ma "necessario" non è abbastanza per la cultura occidentale ed ecco che nella pellicola si separano subito due grossi canali di interpretazione: l'uomo occidentale, in cerca di denaro ottenuto con le pelli degli animali, che rifiuta una sepoltura dignitosa per accumulare più ricchezza, che violenta le donne locali e fa strage di bisonti e l'uomo indigeno, costretto a barattare cavalli che fino a poco prima gli appartenevano e che vive in armonia con il Creato.
Da qui si apre la terza via, a cavallo tra la meschinità di Tom Hardy e la pace interiore dei nativi, colui che è nato peccatore ma ha vissuto a stretto contatto con la Natura e il suo magnifico equilibrio, Di Caprio.
Egli muore a tutti gli effetti in seguito allo scontro con il Grizzlie (la Natura si difende come una mamma protegge i cuccioli) quando, il proprio figlio, ultima ragione di vita rimastagli, viene portato via dalla brutalità occidentale come un "soffio nel vento". Ma ecco che la natura, questa volta quella umana, l'indomito spirito di sopravvivenza, lo mantiene in vita per dargli la possibilità di redimersi, invano, perchè spreca la sua chance per inseguire il folle e seducente desiderio di vendetta. Sul più bello però, esita (lasciando anche lo spettatore disorientato) perchè "la vendetta è nelle mani di Dio (la Natura)" e lascia che il fiume porti il peccatore nelle mani del suo servo, un 'angelo della morte', il capo indiano, il quale lo uccide come un devoto esecutore, lasciando in vita Di Caprio perchè la Natura uccide solo per difendersi ed egli aveva avuto pietà. Lo sguardo finale dello spirito della moglie che prima appariva in sogno, tesa come un dito divino accusatore, così compassionevole ma pieno d'amore, significa "ce l'hai fatta, ora puoi camminare da solo, non devi più sopravvivere, vivi!" e il sentimento naturale di fronte a un simile traguardo non può che essere un tenero pianto liberatorio in primissimo piano.
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[+] bravissimo!
(di gabri66)
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biso 93
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venerdì 12 febbraio 2016
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un gran film
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Revenant-redivivo. Film che mi hanno lasciato cosi soddisfatto all'uscita dalla sala ce ne sono stati davvero pochi. Tecnicamente e' un capolavoro, la regia e la fotografia di inarritu e luzbecki sono strepitose, soprattutto la scena dell'attacco degli indiani che a mio parere e' pure superiore allo sbarco dei soldati in Saving private Ryan( non e' cosa da poco). A parte questo il film mi ha trasportato in quei territori selvaggi insieme agli attori, immerso completamente, mi trasmettevano il freddo e il dolore le espressioni di Di Caprio. Parlando di Di Caprio, si e' impegnato moltissimo in questa prova da attore, fisica ed espressiva e per me e' promosso a pieni voti anche perche' ce ne sono di attori in grado di dire la battuta figa e di fare il galleto come nel suo film precedente( nulla da dire in proposito) ma recitare senza avere dialoghi particolari e' davvero dura.
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Revenant-redivivo. Film che mi hanno lasciato cosi soddisfatto all'uscita dalla sala ce ne sono stati davvero pochi. Tecnicamente e' un capolavoro, la regia e la fotografia di inarritu e luzbecki sono strepitose, soprattutto la scena dell'attacco degli indiani che a mio parere e' pure superiore allo sbarco dei soldati in Saving private Ryan( non e' cosa da poco). A parte questo il film mi ha trasportato in quei territori selvaggi insieme agli attori, immerso completamente, mi trasmettevano il freddo e il dolore le espressioni di Di Caprio. Parlando di Di Caprio, si e' impegnato moltissimo in questa prova da attore, fisica ed espressiva e per me e' promosso a pieni voti anche perche' ce ne sono di attori in grado di dire la battuta figa e di fare il galleto come nel suo film precedente( nulla da dire in proposito) ma recitare senza avere dialoghi particolari e' davvero dura. Come un buon revenge-survivor movie non manca il sangue e la violenza come speravo. Tom hardy fantastico davvero complimenti. L'obbiettivo del film non si concentra sull'avventura del protagonista in se, ma si focalizza sulla sopravvivenza, il dolore, l'animale che si cela dentro og uno di noi e il nostro rapporto con la natura vera, quella con cui non si scherza. La trama scontata come qualcuno afferma per me e' un commento fuori luogo poiche' l'essenzialita' della trama e' voluta e funzionale, qui la narrazione e' estetica e talvolta e' migliore. Il film comunque e' lento( nn noioso) e si prende i suoi momenti quindi ci sta che a qualcuno possa non piacere. Per me il film non e' vuoto, ci sono tante chiavi di lettura solo che a differenza del solito si trovano attraverso le immagini. Per me e' un filmone e lo consiglio a tutti poi comunque i gusti sono gusti.
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