The Girl in the Book

Alice Harvey, ventinovenne assistente redattrice è divertente, intelligente ma emotivamente autodistruttiva. Figlia di un potente agente letterario newyorchese, si trova a dover lavorare alla riedizione del best seller di Milan Daneker, "Waking Eyes", con cui si deve incontrare per promuoverne l'uscita. È così che, a distanza di quindici anni, riaffiora un doloroso capitolo della propria esistenza. Il mondo dell'editoria è da sempre al centro dell'interesse della settima arte, spunto narrativo per commedie, come ad esempio, Il diavolo veste Prada, sulle disavventure di una neolaureata alla prese con una direttrice di rivista di moda, o per riusciti biopic, si veda il più recente Genius, che indaga sui rapporti tra un celebre editor e un autore emergente.

Esordio nel lungometraggio di Marya Cohn, che in precedenza aveva diretto una giovanissima Natalie Portman in un cortometraggio (Developing), The girl in the book svela, in un sapiente alternarsi di tempi, il trauma della giovane protagonista e il suo tentativo di elaborarlo.

È il resoconto di un furto, di un'innocenza e un'identità violate, di un plagio nel senso più ampio del termine, ad opera di un uomo maturo che ha abusato del proprio ruolo di mentore.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, insieme alla descrizione del milieu sociale. Quel girovagare notturno, il proprio perdersi in incontri fuggevoli, come fosse impossibilitata ad impegnarsi sentimentalmente, svelano efficacemente il disagio della protagonista, grazie anche ai flashback che riportano l'azione a quando la giovanissima Alice fa la conoscenza del futuro autore del romanzo, "Waking Eyes". Dal canto suo, Milan, lo scrittore con cui la protagonista deve confrontarsi, è tratteggiato nelle sue zone d'ombra, nella sua spregiudicatezza nel carpire materiale per il suo nuovo romanzo, pronto a raccogliere "dettagli ed emozioni concreti" presi dalla realtà.
La regista non risparmia critiche neppure nei confronti dei genitori della ragazza e nella loro raffigurazione, in particolare la figura paterna è impositiva e anaffettiva, del tutto incapace di comprendere la richiesta di aiuto della figlia. Tuttavia il film non formula accuse e il tono della narrazione resta lieve, sullo sfondo di una New York luminosa e affascinante. Ottimi Emily VanCamp, nei panni dell'editor, attrice di serie televisive di successo come Revenge e The Resident, e il compianto Michael Nyqvist in quelli del romanziere, che ha raggiunto la fama internazionale con la trilogia "Millennium", tratta dai romanzi di Larsson. 

Emily VanCamp (protagonista della serie Revenge) si deve confrontare con il passato in un film con il compianto Michael Nyqvist (Uomini che odiano le donne). Alice Harvey, la figlia di un potente agente letterario di New York, si trova a dover lavorare alla riedizione del romanzo best-seller del più grande cliente di suo padre. Sarà costretta a confrontarsi con eventi dolorosi del suo passato.