Mad Max: Fury Road |
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Un film di George Miller (II).
Con Zoë Kravitz, Nicholas Hoult, Melissa Jaffer, Courtney Eaton, Megan Gale.
continua»
Titolo originale Mad Max: Fury Road.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 120 min.
- USA, Australia 2015.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 14 maggio 2015.
MYMONETRO
Mad Max: Fury Road
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il gusto dell'eccesso.di IuriVFeedback: 19621 | altri commenti e recensioni di IuriV |
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domenica 16 agosto 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Miller riprende in mano la sua creatura e nei primi minuti sembra che questi trent'anni non siano mai passati. L'introduzione di questo quarto capitolo riporta alla memoria il vecchio Guerriero Della Strada, con tanto di V8 Interceptor nelle disposizioni di Max (anche se non avrebbe dovuto esserci...) e inseguimento selvaggio, giusto per scaldarsi un po'. Certo, Mel Gibson non è più della partita e a Tom Hardy tocca lo scomodo ruolo di sostituto. Miller però è furbo e, prima con una barba e poi con una maschera, copre parzialmente il volto dell'energumeno, consentendo a chi ha amato i primi tre capitoli della saga di adattarsi. I tratti somatici di base del film sono gli stessi di sempre: trama semplice e Max che ci si ritrova invischiato senza aver nessuna voglia di essere li. L'imperatrice furiosa accetta di far scappare le mogli del grande capo verso il deserto alla ricerca del Posto Verde. Max che si è ritrovato catturato dai tirapiedi invasati del boss, si allea con le ragazze allo scopo di salvarsi la ghirba. Se l'essenza narrativa della pellicola è di nuovo davvero essenziale, a cambiare è l'aspetto scenografico che Miller può sfoggiare. Enormi costruzioni incastrate tra le rocce, tempeste di sabbia apocalittiche, mari prosciugati, tutto concorre a rendere questa pellicola gonfissima. Del resto, ora il regista australiano ha il budlget, le conoscenze tecniche e l'esperienza per costruire il film che, probabilmente, ha sempre sognato. Un Mad Max ultra testosteronico in cui bruciare ettolitri di benzina e far esplodere un sacco di vetture, abbandonando lo stile kids di Thunderdome per tornare alla violenza esplicita dei primi due. E se nei precedenti episodi, l'inseguimento fungeva da sfogo finale (o tutt'al più da introduzione), qui diventa il protagonista assoluto. Tutta la sceneggiatura si regge su un'unica corsa in macchina della durata di due ore, con pochissimi momenti per tirare il fiato. Dal punto di vista estetico è qualcosa di talmente ricco da risultare indescrivibile. Stunt, acrobazie, esplosioni e un chitarrista fuori di testa, sono li per stordire lo spettatore e per esaltarlo fino alla punta dei capelli. Certo che forse si è esagerato un po'. Lo spettacolo è fin troppo lungo e l'unica scena d'azione, prolungata per tutta la durata, finisce per stancare un po'. Al di la di tutto, la meraviglia che riempie lo schermo (e le casse dell'impianto) sembra quasi opprimere con la sua magnificenza, costringendo chi guarda a sentire il bisogno fisico di una pausa dai ritmi forsennati che la pellicola tiene dal minuto uno. Forse la differenza più grossa rispetto ai predecessori, che mi fa amare di più i primi due capitoli rispetto a questo, è proprio nella gestione dei ritmi. Una scelta priva di compromessi quella di Miller, ma per essere apprezzata bisogna arrivarci allenati.
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