Lacrime di San Lorenzo

Adriano, un poliziotto, e Gloria hanno un bambino, Mattia, affetto da deficit di solfito ossidasi, un'incurabile malattia genetica. Sono disposti a tutto pur di aiutare il loro figlioletto e far fronte ad un dolore impossibile da arginare, anche a commettere atti estremi. Mentre le crisi epilettiche del piccolo si intensificano e la medicina tradizionale sembra incapace di dare risposte, un'intuizione durante la notte di San Lorenzo dischiude al tormentato padre una possibile soluzione alle sue molte domande. Ma la realtà sembra non essere ancora pronta a comprenderla.
Iscritto nella congerie di titoli low budget che ogni tanto fanno capolino nella distribuzione cinematografica nostrana, Lacrime di San Lorenzo appartiene al genere dei film a tesi. Più che alla narrazione degli eventi, Giampiero Caira Siddharta sembra voler dare risalto ai momenti in cui il suo personaggio spiega - letteralmente - un punto di vista alternativo rispetto a quello comunemente accettato dalla comunità scientifica. Quasi fosse uno strumento messo a punto per il riconoscimento delle medicine non convenzionali, questo film ingenuo eppure sincero tira in ballo le cinque leggi biologiche, le connessioni tra il cervello, il corpo e la malattia con il fine primo della sensibilizzazione. A livello strutturale, le chiare sensibilità da "lacrima movie" - troppe le sequenze ad alto tasso emotivo, accompagnate da musica avvolgente - si mescolano con virate nel racconto nero, si pensi al rapimento della bambina o alla sequenza della rapina. Partendo dalla storia reale di un bambino affetto da deficit di solfito ossidasi alla cui memoria è dedicato il film, si costruisce una storia di cuore e disperazione, di false speranze nutrite da individui senza scrupoli, di amore famigliare, di pianti e di lacrime vere.
Peccato che la recitazione sia spesso inefficace al punto che i cameo di due professionisti come Orso Maria Guerrini e Massimo Bonetti invece di aggiungere valore finiscano col sottolineare la debolezza delle altre performance. Sceneggiatore, regista e protagonista, Giampiero Caira Siddharta spinge troppo sull'acceleratore, mettendo a punto situazioni spesso urlate, come nel caso dell'intervento di Adriano al convegno medico o del colloquio con il sacerdote, senza riuscire a trovare un equilibrio tra le varie anime affioranti. Le musiche sono di Vito Lo Re, mentre "Il tema di Mattia" è di Marco Werba. 