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gloriana83
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giovedì 26 novembre 2015
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inaspettata cortellesi
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Siamo abituati nel vedere una Cortellesi comica ma questa volta la sua bravura ha superato le aspettative con un'interpretazione drammatica da attrice a 360 gradi.
Il film è improntato sul suo personaggio riuscendo a mantenere alta l'attenzione dello spettatore,affrontando tematiche importanti e inerenti alla vita quotidiana senza mai cadere nella banalità dell'argomento stesso.
Temi come la perdita del lavoro,gravidanza,tradimento e il riscatto di dignità di una donna affrontati in maniera meticolosa mettendo al centro dell'attenzione la figura femminile.
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nino pell.
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sabato 14 novembre 2015
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esempio di estremo malessere dovuto al precariato
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Penso che "Gli ultimi saranno ultimi" del regista Massimiliano Bruno è sicuramente un ottimo esempio di produzione cinematografica attraverso cui ci si può chiaramente rendere conto di come la normativa del precariato sul lavoro privato spesso crea non solo forti malesseri e disagi nei confronti di coloro che improvvisamente si ritrovano ad essere licenziati a seguito di contratti a termine, ma che addirittura per alcune persone la perdita improvvisa di un'occupazione determina rischio e pericolo ai fini di un'adeguata salvaguardia di un futuro economico. Nel caso di questo film, la trama ci racconta la storia di Luciana, un'operaia che lavora da molti anni in una fabbrica specializzata per la produzione di parrucche, la quale, a seguito di una sopravvenuta e desiderata gravidanza, si ritrova ad essere improvvisamente licenziata dal proprio datore di lavoro.
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Penso che "Gli ultimi saranno ultimi" del regista Massimiliano Bruno è sicuramente un ottimo esempio di produzione cinematografica attraverso cui ci si può chiaramente rendere conto di come la normativa del precariato sul lavoro privato spesso crea non solo forti malesseri e disagi nei confronti di coloro che improvvisamente si ritrovano ad essere licenziati a seguito di contratti a termine, ma che addirittura per alcune persone la perdita improvvisa di un'occupazione determina rischio e pericolo ai fini di un'adeguata salvaguardia di un futuro economico. Nel caso di questo film, la trama ci racconta la storia di Luciana, un'operaia che lavora da molti anni in una fabbrica specializzata per la produzione di parrucche, la quale, a seguito di una sopravvenuta e desiderata gravidanza, si ritrova ad essere improvvisamente licenziata dal proprio datore di lavoro. Le cose si complicano per la donna, considerando che il marito Stefano non solo non ha un lavoro stabile, ma addirittura non riesce mai a trovarne uno adeguato per la sicurezza economica della famiglia, limitandosi a guadagnare di tanto in tanto del denaro con mere e improvvisate attività di momentaneo guadagno. La pellicola si concentra pertanto a descriverci, con grande maestria del regista, situazioni e ulteriori complicazioni che vanno ulteriormente ad aggravare la condizione sociale della protagonista, interpretata naturalmente da una bravissima Paola Cortellesi (di cui ricordo ancora la sua partecipazione nello straordinario e commovente film "Il posto dell'anima"), a tal punto da spingerla ad un gesto estremo come, appunto, si potrà vedere nel corso delle sequenze finali. "Gli ultimi saranno ultimi" ci mostra, inoltre, la difficile condizione anche di altri protagonisti, tra cui un transessuale spesso deriso ed osteggiato in certi momenti di vita sociale, oppure la storia parallela di un poliziotto trasferito per demerito dalla sua originaria sede di lavoro del nord Italia per imbattersi in un ambiente a lui non molto consono per la sua dignità e la cui vicenda, nel finale, si incrocia con quella della protagonista Luciana in maniera sorprendente, ma amara. Un film pertanto capace di essere toccante e logicamente di far riflettere su come, a volte la vita, non sia per niente facile. Tra i migliori film italiani di questo 2015.
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giorgio47
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domenica 15 novembre 2015
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la nostra vita
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Un bel film, come da tanto tempo non si vedeva. Finalmente al cinema torna la vita, quella vera, quella di tutti i giorni e della gente comune, ovvero la nostra vita! In questa pellicola c'è molto e tutto trattato con una precisione e da un punto di vista interessante e rigoroso. Innanzi tutto abbiamo il mondo del lavoro e la sua attuale degradazione, abbiamo il travestito che non è il televisivo personaggio “simpatico”, abbiamo il poliziotto che deve fare il poliziotto e per una volta che si è posto dei “problemi” un suo collega è morto, e abbiamo i capi, quelli intoccabili e distanti con le loro sicurezze e spocchie che poi sono solo una maschera che nasconde poveri personaggi, senza dignità.
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Un bel film, come da tanto tempo non si vedeva. Finalmente al cinema torna la vita, quella vera, quella di tutti i giorni e della gente comune, ovvero la nostra vita! In questa pellicola c'è molto e tutto trattato con una precisione e da un punto di vista interessante e rigoroso. Innanzi tutto abbiamo il mondo del lavoro e la sua attuale degradazione, abbiamo il travestito che non è il televisivo personaggio “simpatico”, abbiamo il poliziotto che deve fare il poliziotto e per una volta che si è posto dei “problemi” un suo collega è morto, e abbiamo i capi, quelli intoccabili e distanti con le loro sicurezze e spocchie che poi sono solo una maschera che nasconde poveri personaggi, senza dignità. Ecco la parte migliore è quella in cui si mostrano questi personaggi che ogni giorni vediamo ai TG osannati e riveriti da giornalisti asserviti e che non sono altro che piccoli esseri protetti da un sistema fatto a loro immagine. Non abbiamo, e meno male, i sindacalisti, questi sono morti anni fa, come il padre della protagonista ( a proposito una strepitosa Paola Cortellesi), esponente di una generazione che ha lottato e che purtroppo ha poi lasciato questa società squallida. Abbiamo “Radio Maria” che inquina l'aria ed uccide con le sue onde (una metafora?) i cittadini del piccolo centro. Insomma c'è né per tutti! E non guasta nemmeno l'happy end, mi sembra giusto che uno spettacolo debba anche tener presente del pubblico, gli americani in questo sono maestri, e se questo serve ad aumentare gli spettatori ben venga!
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tristanodetrabail
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lunedì 23 novembre 2015
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uno splendore di sentimenti e di realtà
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Ho approcciato la visione del film con sguardo critico, il tema trattato se non ben svolto poteva scivolare nel patetico.
Il film invece è un piccolo capolavoro, riesce a far uscire ogni personaggio dall'anonimato e si carpisce di ognuno l'animo, le difficoltà e le gioie. I personaggi sono piuttosto omogenei, tutti segnati, in un certo senso emarginati, immersi nello scenario drammatico di un paese del Lazio dov'è in corso una devastazione elettromagnetica da parte delle antenne di Radio Vaticana.
La forza vitale della protagonista principale rende il film graffiante, così come lo è la voglia di ognuno di liberarsi dalle catene che il destino ha messo loro ai piedi.
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Ho approcciato la visione del film con sguardo critico, il tema trattato se non ben svolto poteva scivolare nel patetico.
Il film invece è un piccolo capolavoro, riesce a far uscire ogni personaggio dall'anonimato e si carpisce di ognuno l'animo, le difficoltà e le gioie. I personaggi sono piuttosto omogenei, tutti segnati, in un certo senso emarginati, immersi nello scenario drammatico di un paese del Lazio dov'è in corso una devastazione elettromagnetica da parte delle antenne di Radio Vaticana.
La forza vitale della protagonista principale rende il film graffiante, così come lo è la voglia di ognuno di liberarsi dalle catene che il destino ha messo loro ai piedi. Questo film è vita reale, perché per la prima volta colloca il dramma della perdita di lavoro di una donna, perché incinta, in un contesto fatto di una quotidianitià che ognuno di noi vive e che viene messo a repentaglio da un sistema economico entro cui i ricchi divengono sempre più ricchi talvolta in maniera cinica.
Credibile anche Alessandro Gassman nella parte del marito che non si sa togliere di dosso il vizio di sperare nel colpo di fortuna per dare una svolta alla sua esistenza, e che suo malgrado dovrà invece fare i conti con la cruda realtà.
La colonna sonora scelta accresce notevolmente l'emozione.
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eusebio abbondanza
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sabato 14 novembre 2015
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indigesto
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La filosofia bulimica del regista Massimiliano Bruno si può riassumere così: “se una cosa è buona, perché non metterne dieci?”
Ma la riuscita di ogni prodotto, sia esso un'opera cinematografica come un buon piatto di alta cucina, è nella capacità di dosare al punto giusto soltanto gli ingredienti necessari.
Bruno invece ha paura che la storia che ci vuole raccontare, quella di una donna incinta che perde il lavoro, non sia mai "abbastanza".
Allora inzeppa il film di temi sociali buoni per l'indignazione del critico medio (la perdita del lavoro, l'inquinamento elettromagnetico, la presenza invisibile eppure massiccia della chiesa), aggiunge personaggi di contorno (spesso solo figurine che fanno colore) e sottotrame patetiche (quella del trans è la più inutile e smaccatamente ruffiana), si sofferma a lungo sulla vita paesana, culminando con la processione in costume (ormai un pedaggio da pagare alle film commission locali), si concede un classico "montage" a effetto sulle musiche pompieristiche e, naturalmente, una voce fuori campo per spiegare quello che non è riuscito a infilare nel calderone.
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La filosofia bulimica del regista Massimiliano Bruno si può riassumere così: “se una cosa è buona, perché non metterne dieci?”
Ma la riuscita di ogni prodotto, sia esso un'opera cinematografica come un buon piatto di alta cucina, è nella capacità di dosare al punto giusto soltanto gli ingredienti necessari.
Bruno invece ha paura che la storia che ci vuole raccontare, quella di una donna incinta che perde il lavoro, non sia mai "abbastanza".
Allora inzeppa il film di temi sociali buoni per l'indignazione del critico medio (la perdita del lavoro, l'inquinamento elettromagnetico, la presenza invisibile eppure massiccia della chiesa), aggiunge personaggi di contorno (spesso solo figurine che fanno colore) e sottotrame patetiche (quella del trans è la più inutile e smaccatamente ruffiana), si sofferma a lungo sulla vita paesana, culminando con la processione in costume (ormai un pedaggio da pagare alle film commission locali), si concede un classico "montage" a effetto sulle musiche pompieristiche e, naturalmente, una voce fuori campo per spiegare quello che non è riuscito a infilare nel calderone.
Ne esce fuori un film dove i rari momenti efficaci si perdono nel mare magnum della retorica, del buonismo o della denuncia sociale fasulla.
Un film di eccessive ambizioni, che straripa di eccessi e di sapori, tanto da assomigliare a un soufflé mal riuscito.
Davvero indigesto.
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[+] livore in bbondanza, che non è mai "abbastanza"
(di spione)
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[+] la realtà non è una fiction
(di miriama)
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(di chatnoir)
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(di misesjunior)
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maurizio meres
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giovedì 5 novembre 2015
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una donna
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Il film si basa su una storia semplice,di tutti i giorni quasi banale,ma con problematiche i cui contenuti sono al centro della nostra vita attuale,lavoro,omosessualità,rapporti nel mondo sociale e così via.
Il film non è una commedia ,o perlomeno fa finta di esserlo con dialoghi e situazioni spiritosi,ma viceversa è un dramma come pochi se ne vedono.
L'amore,l'amicizia,e soprattutto il lavoro sono fino ad certo momento ben preciso della vita"la nascita di un figlio"la gioia di vivere di una giovane coppia,ma vengono trasformati in incubi,la dignità della donna nel lavoro viene duramente messa alla prova,lasciandola sola contro tutti senza più speranze e soprattutto la voglia di vivere.
Una donna che aspetta un figlio deve essere garantita da leggi più specifiche ,più rigorose,chi contravviene deve essere giudicato come se stesse commettendo un omicidio,perché la disperazione può portare la persona ad atti pericolosi per se stessi e per gli altri,questo è il messaggio del film.
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Il film si basa su una storia semplice,di tutti i giorni quasi banale,ma con problematiche i cui contenuti sono al centro della nostra vita attuale,lavoro,omosessualità,rapporti nel mondo sociale e così via.
Il film non è una commedia ,o perlomeno fa finta di esserlo con dialoghi e situazioni spiritosi,ma viceversa è un dramma come pochi se ne vedono.
L'amore,l'amicizia,e soprattutto il lavoro sono fino ad certo momento ben preciso della vita"la nascita di un figlio"la gioia di vivere di una giovane coppia,ma vengono trasformati in incubi,la dignità della donna nel lavoro viene duramente messa alla prova,lasciandola sola contro tutti senza più speranze e soprattutto la voglia di vivere.
Una donna che aspetta un figlio deve essere garantita da leggi più specifiche ,più rigorose,chi contravviene deve essere giudicato come se stesse commettendo un omicidio,perché la disperazione può portare la persona ad atti pericolosi per se stessi e per gli altri,questo è il messaggio del film.
Il racconto a come sfondo piccoli centri di provincia dove ogni cosa è alla mercé di tutti e tutti sono coinvolti nei drammi personali,ma l'indifferenza in queste realtà diventa un ulteriore sofferenza per chi dalla vita sta perdendo tutto.
Finale dove tutte le problematiche dei vari personaggi s'incontrano in prima persona,in una situazione di una drammaticità molto accentuata dal regista.
Gli attori tutti bravissimi diretti benissimo dal regista Massimiliano Bruno,con una Cortellesi in questo caso anche sceneggiatrice,che con le sue recitazione spontanee,riesce a far diventare il personaggio come una persona che si conosce"molto brava"stesso discorso vale per il bravissimo Gasman che con la sua solita dialettica molto espressiva da un tocco di comicità alla storia.
Consiglio di vedere il film.
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