Francofonia - Il Louvre sotto occupazione

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Un film di Aleksandr Sokurov. Con Louis-Do de Lencquesaing, Benjamin Utzerath, Vincent Nemeth, Johanna Korthals Altes Titolo originale Le Louvre sous l'Occupation. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 87 min. - Francia, Germania, Paesi Bassi 2015. - Academy Two uscita giovedì 17 dicembre 2015. MYMONETRO Francofonia - Il Louvre sotto occupazione * * * - - valutazione media: 3,39 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
tavololaici giovedì 24 dicembre 2015
una boccata d'aria Valutazione 4 stelle su cinque
87%
No
13%

Che bel lavoro!! Una ode, spesso persino ironica (ho trovato infatti davvero spassose le apparizioni di Napoleone Bonaparte), all' arte , alla sua salvezza, agli animi che riescono a riconoscersi su questo piano anche sotto le bombe, come se in petto prendesse forma, di colpo, la decenza, e la bellezza- ovvero tutto l'esatto opposto del mondo in cui erano -e siamo- parte). Il regista mescola tecniche e stili diversi, muovendoci su piani diversi e temporalità dissonanti che si intersecano. Il quadro è delicatissimo. Il Louvre, protagonista silente di tutto questo, tace; e si lascia accarezzare dalla follia umana -una volta indirizzata in una direzione di bellezza. Questo non è un film, è una boccata d'aria; uno sguardo sull'utopia che per una volta, per qualche strano percorso del destino, o vero e proprio miracolo, ha preso forma nella storia. [+]

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fabiofeli domenica 20 dicembre 2015
cosa saremmo senza l'europa? Valutazione 4 stelle su cinque
71%
No
29%

L’immagine angosciosa di un mercantile, che come la famosa Zattera della Medusa di Géricault rischia di essere inghiottito con  un prezioso carico di opere d’arte da un mare in tempesta, irrompe via Skype sullo schermo del computer del regista. Il dialogo a pezzi con il capitano Dirk sul mercantile viene interrotto da immagini del passato: appare la Parigi occupata dai nazisti nel 1940, che si accingono a perpetrare il sacco del Louvre grazie all’acquiescenza del governo collaborazionista di Pétain. La situazione è drammatica: il Museo di Leningrado, L’Hermitage, rischia la distruzione sempre ad opera dei nazisti, che non sono interessati alle opere magnifiche che contiene. [+]

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des esseintes sabato 2 gennaio 2016
mamma mia... Valutazione 1 stelle su cinque
67%
No
33%

Un film pazzesco fatto da un regista del cavolo, dotato di grande eleganza e talento di affabulatore ma sempre regolarmente inconcludente e mellifluo sui contenuti e le intenzioni di fondo. Basta vedere la demenziale trilogia del potere su Hitler, Hirohito e Lenin o l'imbarazzante Alexandra. L'Arca Russa era venuto meglio ma nasceva da un sentimento forte, molto profondo, finalmente autentico e esplicito cioè un appassionato panrussismo apertamente filozarista: un inno all'ancien régime e al pre moderno. Aveva un senso. Francofonia invece non si sa che diavolo voglia significare. Sì, ovviamente se mettete insieme la nave del marinaio filoeuropeo con il carico di opere d'arte che fa naufragio, aggiungete l'ambientazione durante l'invasione tedesca in Francia nella seconda guerra mondiale (con accenni alla prima causata sempre dai teutonici), tenete presente che oggi l'Europa è nuovamente in tempesta proprio perché si trova per la terza volta sotto la tirannia germanica, allora una vaga ipotesi può anche timidamente prendere corpo. [+]

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robroma66 lunedì 8 febbraio 2016
cosa resta dopo di noi Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Cinema, storia, arte, rimbalzi temporali, memoria, identità collettiva. In Francofonia c'è tutto ciò che afferisce alla identità collettiva europea (ammesso che sia una categoria univocamente individuabile).

Diversi frammenti visionari e diacronici si intessono intorno alla vicenda principale, quella della preservazione del patrimonio artistico del Louvre durante l'occupazione nazista della Francia. Jacques Jaujard era il conservatore in carica nel momento in cui la Francia fu occupata dai nazisti. [+]

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enzo70 domenica 20 dicembre 2015
un omaggio alla cultura Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

     Il film racconta la storia del rapporto tra Jacques Jaujard, il responsabile del Louvre durante l’occupazione nazista di Parigi e il conte Franziskus Wolff Metternich, il delegato dal governo di Hitler di gestire il patrimonio artistico dei paesi occupati. Ma Sokurov ci mette la magia di un cinema surreale e esteticamente innovativo con un film in cui la storia narrativa declina verso un passo documentaristico, con una ricostruzione addirittura puntuale di episodi della storia che vengono intelligentemente ricondotti ad unitarietà: la differenza tra la sorte del Louvre e quello dell’Hermitage, le contraddizioni del Governo di Petain, la funzione della ritrattistica nella cultura occidentale, l’eredità artistica lasciata da Napoleone, rivalutato dal regista russo. [+]

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maumauroma sabato 2 gennaio 2016
francofonia Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Come definire Francofonia? Un film documentario? Un film inchiesta? Un progetto cinematografico? Un esercizio,seppur sofisticato,di stile? In qualsiasi modo la si possa definire questa opera di Sokurov affascina.La bellezza dell'arte contro l'orrore della guerra. Nella Parigi occupata dai nazisti il direttore del Louvre e un colonnello del terzo Reich  collaborano per la salvezza di un patrimonio artistico di inestimabile valore per l'intera umanita'. Una invasione nemica va subita passivamente pur di salvare il salvabile  o bisogna affrontare l'invasore a costo della distruzione di tutto ? Le opere d'arte rappresentano la memoria storica del genere umano, i volti dei ritratti dipinti o scolpiti ci guardano e ci giudicano. [+]

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zarar martedì 5 gennaio 2016
l'arte è un presente continuo Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Non è un film politicamente corretto. Pensa che si possa raccontare di Parigi occupata dalle sale del Louvre quasi vuote, ma silenziose e incontaminate, nella prospettiva di due ‘anime belle’ separate da tutto meno che da una comune passione per la grandezza dell’arte. Sale di un museo in cui un Napoleone malridotto e una Marianne scarmigliata si aggirano come fantasmi smarriti, sovrastati da qualcosa che li supera nettamente. Mostra di credere che ci sia un’arte che definisce una ‘civilisation’ e – sotto sotto, che questa civilisation (europea?) sia insuperabile. Si interroga in modo naif e un po’ brutale sui rapporti tra rapina, violenza storica e culto della bellezza, ma lascia l’interrogativo aperto, ancor peggio che Harry Lime nel “Terzo uomo”. [+]

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lbavassano domenica 6 marzo 2016
un'dea, forse, troppo alta di cinema Valutazione 3 stelle su cinque
0%
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0%

Il cinema come luogo (pretesto?) per un saggio storico-filosofico. Il Louvre come simbolo della storia della civiltà, con le proprie intrinseche, inevitabili, contraddizioni che non possono non sollevare una serie ininterrotta di domande. La grandezza, umana e sovrumana, dell'arte e la smisurata (umana e disumana) volontà di potenza degli uomini. La devozione agli ideali più sublimi e la rapina come moventi inestricabilmente intrecciati nell'edificazione dei monumenti più alti (immortali?).  Un'idea franco-centrica (o franco-germano-centrica) dello spirito europeo e la Russia bolscevica come grande esclusa. Un finale che rilancia tali questiti in forma tragicamente ironica (l'ironia della Storia?). [+]

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stefanoangelo giovedì 16 marzo 2017
perplesso Valutazione 2 stelle su cinque
0%
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ho visto il film solo ieri (cineforum) e l'ho trovato faticoso da seguire. il tema dominante della preservazione e del ruolo dell'arte nella storia è svolto con un linguaggio diciamo "sperimentale", non certo accattivante. 
Mi è parso un film dedicato agli addetti ai lavori, agli iniziati più che ad un pubblico generico (non il "grande pubblico") di gente a cui piace il cinema.
La cosa che più mi ha interessato è il racconto di una Franca collaborazionista e consenziente nei versi della Germania, al di là della retorica con cui ci hanno raccontato questo pezzo di storia. Atteggiamento che ha contribuito a salvaguardare le opere del Louvre e a tenerle in terra francese, invece di vederle migrate in Germania. [+]

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apropositodicinema lunedì 28 dicembre 2015
l'ultima opera del maestro russo. Valutazione 5 stelle su cinque
0%
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Aleksandr Sokurov torna a girare all’interno di un museo, il Louvre, anni dopo la realizzazione di ‘Arca russa’ all’interno dell’Hermitage, e ci mostra il valore inestimabile dell’arte come testimonianza del corso del tempo attraverso filmati, fotografie e reperti storici, opere d’arte di epoche diverse, panoramiche parigine e immagini di finzione in cui lo stesso regista russo non esita, in alcuni casi, a mettersi (e a metterci, anche) al centro dell’attenzione, perché anche lui è un testimone del tempo, così come lo siamo noi spettatori. La voce narrante di Sokurov (Umberto Orsini nella versione italiana) commenta, riflette, coinvolge e accompagna ciò che stiamo vedendo, facendo compiere alla sua stessa opera un vero e proprio viaggio nel tempo, come già aveva fatto nel sopracitato ‘Arca russa’, intervenendo, anche fisicamente, nella vicenda tra Jacques Jaujard, direttore del Louvre ai tempi dell’occupazione tedesca, e Franz Wolff-Metternich, conte tedesco responsabile della conservazione del patrimonio artistico, facendosi addirittura medium di quelle che saranno le loro sorti. [+]

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