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Vanni, romanziere col blocco dello scrittore

Sergio Rubini è il padrone di casa di Dobbiamo parlare e di un attico che fa acqua da tutte le parti. Dal 19 novembre al cinema.
Scopri il film

di Marzia Gandolfi

Sergio Rubini (64 anni) 21 dicembre 1959, Bari (Italia) - Sagittario. Interpreta Vanni nel film di Sergio Rubini Dobbiamo parlare.

giovedì 12 novembre 2015 - Focus

Anfitrione consumato ed esperto di buone maniere, Sergio Rubini è il padrone di casa di Dobbiamo parlare e di un attico che fa acqua da tutte le parti. Dimora che tampona come la vita del suo personaggio: Vanni, un romanziere col blocco dello scrittore e il complesso della fidanzata ghostwriter, che lo ama alla luce del sole e lo assiste (artisticamente) nell'ombra. Coppia motrice di un gioco verbale impulsivo e sollecito a difendersi dagli attacchi degli ospiti, Vanni e Linda moderano come possono i coniugi avversari, bastimento carico di infedeltà, doppiezza e raggiro, che minaccia il loro ménage sentimentale.

Intellettuale accondiscendente che frequenta le mostre d'arte, discute del suo prossimo progetto e tiene lontano le seccature, il protagonista di Rubini ha velleità artistiche e intende come gli altri suoi personaggi, principali o a latere, l'arte come evasione da un perimetro ingrato. Linea chiusa che questa volta non è la provincia e nemmeno una prigione geografica. Accomodato in salotto è testimone indulgente delle due parti, di Alfredo e di Costanza che hanno deciso il confronto diretto sul suo divano e l'assedio ostinato del suo spazio domestico. Orditori irruenti di parole che tramano una partitura corrosiva, Alfredo e Costanza sono lo specchio davanti al quale progressivamente si disintegrano le sue certezze e cadono le maschere della tolleranza e della buona educazione. La solidarietà tra Vanni e Linda si spezza e vince il ciascuno per sé.

La quiete di Vanni è apparente, si rovescia in burrasca, scalpitando e risalendo sotto la pelle dove la paura del riconoscimento esterno lavora già preventivamente dall'interno. Non sono nuovi i caratteri di Rubini alla dissimulazione e alla disfunzione. Soli sempre, anche quando hanno una donna accanto. Come stremati da un senso di colpa, come segnati da un peccato originale, resistono in una realtà dislocata da quella delle origini, si mimetizzano e fanno arte derubando i ricordi e sognando di affrancarsi dall'incubo dell'emarginazione.

Conciliante e disponibile, Vanni si scopre nel corso di una notte 'sposo' frustrato, uomo esiliato, professionista incompreso dall'editore, dalla fidanzata e probabilmente dall'ex moglie da cui non riesce a divorziare. Perennemente dislocato e increspato, il protagonista di Rubini abita uno schema narrativo preciso, su cui il regista impianta da sempre storie, innesca dispositivi di genere, fa partire e ritornare, indugiare e proseguire i suoi personaggi. Punto fermo della sua filmografia resta la prospettiva. Rubini ancora una volta guarda al mondo a partire da sé, specchiandosi e raddoppiando nei suoi personaggi, contando su un potenziale vissuto, su una soggettività che opportunamente ingigantita deflagra e porta all'accesso.

Costretto in un contesto bellicoso e diverso da quello abituale e rassicurante, Vanni subisce uno spiazzamento che al sorgere del giorno gli presenta il conto per mano di Linda. Un conto salato che registra la loro quotidianità e il loro vissuto senza qualità. Riuniti intorno a un tradimento che tuonerà mille tradimenti, la ricerca ostinata della verità a tutti costi innesca il processo degenerativo della coppia Vanni-Linda. Il bisogno di affermazione del suo personaggio, che non riesce più a raccontarsi (in un libro) perché non riesce più ad abbracciarsi, ha concepito l'insidia, consumato la sua relazione e incrinato la felicità dell'unione. Linda ha le sue responsabilità e farà le sue scelte mentre Vanni è preda della fragilità che sempre distingue i personaggi di Rubini, corporei, sanguigni e impegnati a cercare la chiave che li liberi dalle loro fobie.

L'intrigo della pièce contiene per il suo scrittore un potenziale esplosivo che impiega la crisi coniugale di Alfredo e Costanza come pretesto per rivelare la deriva di un amore e di uomo votato a un'arte senza parte né partner. Ma col mattino arriva la consolazione di poter almeno aspirare all'opera d'arte assoluta.

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