nerone bianchi
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sabato 16 aprile 2016
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stuggente nostalgia
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Si sono spente le luci della sala, è iniziato il film, sono rimasto immobile per le quasi due ore che è durato, stupendomi, quando sono cominciati a scorrere i titoli di coda, che fosse già terminato. Possiamo dire quello che vogliamo su questo lavoro, che è zuccheroso, sdolcinato oltre misura, resta il fatto, almeno per la mia personale esperienza, che raramente, molto raramente, posso ricordare di non aver neppure cambiato posizione sulla poltrona durante tutta la proiezione. Il racconto non solo rapisce l'attenzione, ma letteralmente ci trasporta altrove, per riposizionarci sulla sedia di quel cinema, come un LEM che atterra sulla luna, solo al termine, quando lentamente si riaccendono le luci della sala.
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Si sono spente le luci della sala, è iniziato il film, sono rimasto immobile per le quasi due ore che è durato, stupendomi, quando sono cominciati a scorrere i titoli di coda, che fosse già terminato. Possiamo dire quello che vogliamo su questo lavoro, che è zuccheroso, sdolcinato oltre misura, resta il fatto, almeno per la mia personale esperienza, che raramente, molto raramente, posso ricordare di non aver neppure cambiato posizione sulla poltrona durante tutta la proiezione. Il racconto non solo rapisce l'attenzione, ma letteralmente ci trasporta altrove, per riposizionarci sulla sedia di quel cinema, come un LEM che atterra sulla luna, solo al termine, quando lentamente si riaccendono le luci della sala. E' una storia di emigrazione, di nostalgia struggente, di vite che ostinatamente ricominciano, di mondi nuovi, di speranze, felicità, dolori, è la storia di tutti coloro che hanno lasciato le proprie terre perchè impossibilitati a restarci, che hanno chiuso il loro futuro in una valigia e sono partiti.
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no_data
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martedì 5 aprile 2016
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la nostra terra è l'amore...
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1952. Eilis Lacey vive in un piccolo paese dell'Irlanda con la madre e la sorella. Ha difficoltà a trovare un lavoro appagante, e per questo decide di emigrare negli Stati Uniti, alla ricerca di un futuro migliore. Dopo un difficile periodo di adattamento, Eilis riesce a costruirsi una vita a Brooklyn e si innamora di Tony, un idraulico italiano. Ma per l'improvvisa e tragica scomparsa della sorella torna in Irlanda dalla madre. A quel punto Eilis dovrà decidere quale vita vuole per se stessa, se rimanere nella sua terra natia o tornare negli Stati Uniti.
"Brooklyn" è un'opera sentimentale, delicata e raffinata, dotata di una pregevole estetica.
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1952. Eilis Lacey vive in un piccolo paese dell'Irlanda con la madre e la sorella. Ha difficoltà a trovare un lavoro appagante, e per questo decide di emigrare negli Stati Uniti, alla ricerca di un futuro migliore. Dopo un difficile periodo di adattamento, Eilis riesce a costruirsi una vita a Brooklyn e si innamora di Tony, un idraulico italiano. Ma per l'improvvisa e tragica scomparsa della sorella torna in Irlanda dalla madre. A quel punto Eilis dovrà decidere quale vita vuole per se stessa, se rimanere nella sua terra natia o tornare negli Stati Uniti.
"Brooklyn" è un'opera sentimentale, delicata e raffinata, dotata di una pregevole estetica. Dalla pulitissima ed elegante fotografia, caratterizzata dall'utilizzo di differenti filtri, che rimandano ai colori freddi e tenui di un'Irlanda estremamente povera e a quelli accesi e vivaci di un'America ricca di opportunità; alla cura dei dettagli e dei particolari, a cominciare dalla graziosa e armoniosa colonna sonora, fino ad arrivare ai bellissimi "ralenti" che enfatizzano i momenti più significativi e toccanti, immortalandoli al di là di ogni dimensione temporale. Ed è proprio il tempo a svolgere un ruolo di primo piano: il continuo intreccio tra passato, presente e futuro, tra ciò che è stato, ciò che è e che sarà. Con un'Irlanda patria di ricordi malinconici e nostalgici, e un'America terra di speranza e sogno; due luoghi molto distanti fra loro ma allo stesso tempo fortemente connessi, tanto è forte il legame tra passato e futuro.
Fa da sfondo all'intera vicenda il fenomeno dell'immigrazione, contesto nel quale Eilis diviene l'emblema di chi, come lei, non ha ancora trovato il proprio posto nel mondo; di chi, come lei, si trova incessantemente oppresso da una sensazione di inadeguatezza; di chi, come lei, è impossibilitato a vivere appieno i propri sentimenti. Eilis diviene dunque l'emblema di tutte quelle persone che lasciano la propria patria per raggiungere una terra sconosciuta e lontana, alla ricerca di maggior fortuna, alla ricerca di una vita migliore. Tutta la vicenda ruota quindi intorno a Eilis, interpretata da una Saoirse Ronan estremamente convincente: dolce e sensibile, fragile ma intensa, i cui occhi azzurri sono lo specchio della sincerità e dell'onestà, e i frequenti primi piani non fanno altro che enfatizzarlo, permettendo così alla spettatore di scrutare nei suoi aspetti più intimi e fragili. E questa "trasparenza d'animo" fa di "Brooklyn" un film fatto di sentimenti veri e sinceri, che rappresentano l'unica guida da seguire per la felicità, al di là della logica e della razionalità. Perché è l'amore la sola possibilità per potersi finalmente sentire parte di qualcosa, la sola via da percorrere in caso di smarrimento, la sola bussola in grado di orientarci nell' infinito oceano dei sentimenti umani. Perché, in fondo, è l'amore la propria "terra", nessun'altra.
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elpiezo
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venerdì 1 aprile 2016
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stucchevole e tedioso
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Sdolcinato adattamento al romanzo di Colm Toibin, si narra di un'emigrata irlandese che abbandona il paese natio per cercare fortuna oltre oceano, in una Brooklyn degli anni cinquanta appena accennata attraverso una moltitudine di vesti color pastello, auto d'epoca scure e volti allampanati di giovani e speranzosi immigrati.
Un inaspettato innamoramento ed un fugace ritorno in patria i punti salienti di un film estremamente zuccheroso, privo del giusto mordente che una storia di viaggi e speranze avrebbe dovuto racchiudere; un melodramma romantico e tedioso che regala noia e sbadigli a causa di una regia fin troppo attenta al dettaglio.
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jack90
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lunedì 28 marzo 2016
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brooklyn, ottimo film
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“Brooklyn” è la vera storia di Eilis Lacey, una ragazza nata e cresciuta in Irlanda che non riesce a trovare lavoro in patria e che nel 1952 decide di migrare a New York.
Il film è diretto da John Crowley e interpretato da Saoirse Ronan, tratto da una sceneggiatura di Nick Hornby, basata sul romanzo omonimo di Colm Toibin.
“Brooklyn” è un film sul rapporto tra le proprie radici e l’”altrove”, quella terra lontana dove cerchiamo nuova speranza. È un film sul rapporto tra passato e futuro, tra ciò che eravamo e quello che scegliamo di essere.
È un’opera dal linguaggio semplice e forte, proprio come i sentimenti che animano l’esistenza della protagonista.
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“Brooklyn” è la vera storia di Eilis Lacey, una ragazza nata e cresciuta in Irlanda che non riesce a trovare lavoro in patria e che nel 1952 decide di migrare a New York.
Il film è diretto da John Crowley e interpretato da Saoirse Ronan, tratto da una sceneggiatura di Nick Hornby, basata sul romanzo omonimo di Colm Toibin.
“Brooklyn” è un film sul rapporto tra le proprie radici e l’”altrove”, quella terra lontana dove cerchiamo nuova speranza. È un film sul rapporto tra passato e futuro, tra ciò che eravamo e quello che scegliamo di essere.
È un’opera dal linguaggio semplice e forte, proprio come i sentimenti che animano l’esistenza della protagonista.
Funziona tutto alla grande. La sceneggiatura è calzante e puntuale; adorabile la fotografia, magnifici i colori usati. Notevole la ricostruzione dell’epoca, attraverso scenografia e costumi. La performance della protagonista è di alto livello.
“Brooklyn” è stato candidato a tre Oscar (miglior film, attrice protagonista e sceneggiatura non originale): non è riuscito a vincere, ma credo che sia arrivato ad un soffio da tali successi.
Ottimo film, emozionante e commovente… da non perdere!
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fabiofeli
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lunedì 28 marzo 2016
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partire è un po' morire
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Irlanda anni ’50: bella ma poverissima. Nell’emporio di Enniscorthy, paesino a sud di Dublino, la fila per il pane e i dolci domenicali è lunga e la signora che cerca il bacon rimane delusa: si vendono solo pane e dolci nei giorni festivi ed Ellis (Saoirse Ronan), la giovane commessa, non può accontentarla. La ragazza è bella e solare; deve lasciare la madre con la sorella, che lavora come contabile, per emigrare negli Stati Uniti a cercare una chance di vita indipendente e dignitosa. Affronta i disagi del lungo viaggio in mare, con la nausea e il vomito, e la toilette in comune con la porta bloccata. E la fila per gli immigrati ad Ellis Island è motivo di ansia per Ellis, nonostante l’omonimia con il luogo: è molto più lunga di quella dell’emporio irlandese e solo perché la compagna di cabina della nave, una scafata signora americana, le insegna il giusto comportamento può essere accettata negli USA.
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Irlanda anni ’50: bella ma poverissima. Nell’emporio di Enniscorthy, paesino a sud di Dublino, la fila per il pane e i dolci domenicali è lunga e la signora che cerca il bacon rimane delusa: si vendono solo pane e dolci nei giorni festivi ed Ellis (Saoirse Ronan), la giovane commessa, non può accontentarla. La ragazza è bella e solare; deve lasciare la madre con la sorella, che lavora come contabile, per emigrare negli Stati Uniti a cercare una chance di vita indipendente e dignitosa. Affronta i disagi del lungo viaggio in mare, con la nausea e il vomito, e la toilette in comune con la porta bloccata. E la fila per gli immigrati ad Ellis Island è motivo di ansia per Ellis, nonostante l’omonimia con il luogo: è molto più lunga di quella dell’emporio irlandese e solo perché la compagna di cabina della nave, una scafata signora americana, le insegna il giusto comportamento può essere accettata negli USA. A Brooklyn un prete irlandese le fa trovare un lavoro e la fa studiare; nonostante la intensa nostalgia, Ellis mette i primi tasselli di una vita migliore: conosce Tony (Emory Cohen) un giovane di famiglia italiana e accetta di sposarlo. La morte improvvisa della sorella Rose la riconduce in Irlanda e si delinea una nuova svolta nella sua vita. E’ più attraente la spiaggia deserta di casa o la affollatissima Coney Island? E’più augurabile una placida vita con il dandy del Golf club locale di quella nella caotica Brooklyn accanto al marito italiano tifoso dei Dodgers? …
Il soggetto del film non è solo una delicata storia d’amore; parla dell’immigrazione, della integrazione e della emancipazione che si possono trovare nelle terre di adozione: un tema attuale con le attuali ondate di migrazioni che trasformano anche l’Europa in un “melting pot” di culture e popoli. Da un lato dell’oceano ci sono le difficoltà e le meschinità dovute a pregiudizi e bigotteria delle comunità chiuse, mentre dall’altro lato le folle immense delle metropoli sembrano schiacciare le persone e la loro individualità. Ma là si impara presto come comportarsi e lo si può insegnare a chi arriva dopo, perché l’alternativa è tra vivere e non vivere. Il film si affida al volto e alla freschezza della protagonista, alla bellezza dei paesaggi irlandesi e a quelli urbani della metropoli USA, alla descrizione della crescita di un rapporto d’amore basato sul rispetto e la comprensione. Un momento di intensa commozione, molto meno scontato del lutto per la morte della sorella, lo comunica il pranzo natalizio di Brooklyn dei poveri di Irlanda quando un convitato canta uno struggente motivo tradizionale. Anche il film Jimmy’s Hall di Ken Loach parlava con grande poesia di una storia d’amore mai conclusa, ma rivelava anche le cause delle sofferenze del popolo irlandese, vessato da agrari e clero connivente. Qui, specularmente, il prete è il deus-ex-machina che aiuta l’eroina a trovare se stessa ed affermarsi. Pur con qualche lungaggine il film è da vedere.
Valutazione ***
FabioFeli
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andrea giostra
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domenica 27 marzo 2016
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un salto nella nostalgia-emigrante dei nostri avi.
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Quello che ho visto questa sera - 19 marzo 2016 - non è solo un Film che prende in prestito il titolo di uno dei quartieri più popolari ed irlandesi di New York City. Quello che ho visto stasera è una Poesia cinematografica di altissimo livello, al femminile, che con uno straordinario salto nel passato trasmette allo spettatore e lo rende empaticamente partecipe delle fortissime emozioni che hanno vissuto i nostri avi quando nel dopoguerra hanno deciso di lasciare la loro terra europea per cercare fortuna e una vita migliore negli Stati Uniti d'America.
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Quello che ho visto questa sera - 19 marzo 2016 - non è solo un Film che prende in prestito il titolo di uno dei quartieri più popolari ed irlandesi di New York City. Quello che ho visto stasera è una Poesia cinematografica di altissimo livello, al femminile, che con uno straordinario salto nel passato trasmette allo spettatore e lo rende empaticamente partecipe delle fortissime emozioni che hanno vissuto i nostri avi quando nel dopoguerra hanno deciso di lasciare la loro terra europea per cercare fortuna e una vita migliore negli Stati Uniti d'America. La candidatura a tre Oscar lo “certifica” ulteriormente, qualora ce ne fosse stato bisogno, ed è certamente meritata perché nessuno oserebbe mai dire il contrario: Miglior Film; Miglior Attrice Protagonista, Saoirse Ronan; Migliore Sceneggiatura non-originale, Nick Hornby.
"Brooklyn" è la storia vera di una donna irlandese di Enniscorthy, giovane e bella, ma sola, che emigra a Brooklyn, allora popolato soprattutto da irlandesi, perché la sorella maggiore, consapevole della sua grave malattia, ha scelto per Ellis un futuro migliore del suo: "Io ti comprerei tutto Ellis! Ma non posso comprare un futuro per te!" Allora pianifica alla perfezione il viaggio senza ritorno negli U.S.A. alla magnifica, composta, mite, elegante ma assai determinata sorella, Saoirse Ronan, Ellis nel Film, con la complicità del Prete irlandese, il bravissimo Jim Broadbent, che da tanti anni vive a Brooklyn per seguire spiritualmente e fattivamente la comunità degli irlandesi a New York, e che fa da base ai nuovi immigrati irlandesi.
Il Film, la cui sceneggiatura non-originale di Nick Hornby è tratta dal Romanzo del grande scrittore irlandese Colm Tóibín, che ambienta la storia del suo Romanzo proprio ad Enniscorthy, sua cittadina di nascita, è idillico ma viscerale al contempo. Il notevole prodotto cinematografico che ne crea John Crowley, con un cast di attori azzeccatissimo, è estremamente raffinato e parla con incisività poetica della nostalgia; della solitudine quando si vive da soli in una terra straniera; dei dubbi di aver fatto la scelta giusta; della disperazione nel trovarsi da soli ad affrontare la quotidianità con tutti i suoi problemi; del fortissimo dolore per l'improvvisa e inaspettata scomparsa di un familiare assai caro, nel Film la sorella di Ellis; del bisogno irrefrenabile di ritornare in Patria, ad Enniscorthy, per consolare la madre adesso sola, ma al contempo per il bisogno di ri-vedere con occhi nuovi maturati dall'intensa e forte esperienza vissuta in solitudine a Brooklyn, la sua cittadina e la sua gente lasciata pochi anni prima e ritrovata uguale come se lì il tempo si fosse fermato.
Rientrata ad Enniscorthy, Ellis, che intanto a Brooklyn aveva faticosamente trovato la felicità con Anthony Fiorello, interpretato da un eccellente Emory Cohen, il fidanzato italo-americano che in pochi mesi la rende semplicemente e irresistibilmente felice, si lascia lentamente trascinare dalla madre e dalla sua comunità di origine, in un lento ed apparente inesorabile vortice conservativo proiettato verso una presunta protezione familiare e sociale che la portano ad un passo dal rinnegare il recente e bellissimo passato statunitense. Il rischio reale che appare nella narrazione filmica, è quello di ritornare sui propri passi e prendere inconsapevolmente il “posto sociale e relazionale” lasciato vacante dalla sorella scomparsa da poco, e re-inserirsi lentamente nella comunità di Enniscorthy che tanto aveva odiato.
Ma è proprio quello dal quale era fuggita anni prima a farle riprendere immediatamente coscienza e consapevolezza che la strada che aveva intrapreso qualche anno prima era stata quella giusta per la sua nuova vita: il pettegolezzo di strada, la cattiveria gratuita, la pusillanimità travestita da comprensione, l'invidia di donne di provincia frustrate da rancori passati, che sanno godere solo del male e del dolore che riescono a provocare nel prossimo; la chiusura culturale e la routine stantìa di un piccolo paese di provincia irlandese dove mai sarebbe cambiato nulla! Ed è lì che in Ellis subitaneamente tutto si ricompone con un immediato ritorno al recente passato: come nella Novella del 1914 di Luigi Pirandello, “Il Treno ha Fischiato”, dove il protagonista, nell'udire il fischio del treno che passa velocemente e che mai prima aveva sentito, improvvisamente prende consapevolezza di quello che gli sta accadendo e si “ribella” definitivamente. Ellis è allora che riprende consapevolezza di quale sarebbe stata la sua vita ad Enniscorthy. La mattina seguente, all'alba, con la prima nave per Brooklyn, dopo aver salutato per l'ultima volta la adesso disperata madre la sera prima, ritorna felice dal suo amato Anthony Fiorello.
Sulla nave di ritorno in U.S.A., Ellis rivive quasi magicamente il suo primo viaggio, ma questa volta dalla parte di chi già sa come muoversi con sicurezza tanto da lasciarsi travolgere dall'istinto protettivo verso una giovanissima donna irlandese che come lei qualche anno prima era partita per gli U.S.A. per cercare fortuna e una vita migliore:
-«Mi hanno detto che a Brooklyn ci sono molti irlandesi. Mi hanno detto che è come essere a casa.»
-«Si è cosi.»
Ma dopo un attimo di silenzio, Ellis riprende la parola e con tono deciso si rivolge alla giovane ragazza irlandese: «Quando arrivi tieni gli occhi aperti. Non tossire. Devi sembrare sicura e determinata come un'americana. La nostalgia sarà fortissima. Ma ce la farai e non morirai. La nostalgia è come una malattia di casa. Prima colpisce te e poi colpisce qualcun altro. Passerà! Finché un giorno spunterà il sole e ti sorprenderai a pensare a qualcuno che appartiene solo a te e capirai che la tua vita e lì per sempre!»
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(di gabriella)
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no_data
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domenica 27 marzo 2016
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bellissimo
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Perfetta ricostruzione degli anni '50, anche della mentalità. Curatissimo, morale e realistico.
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enzo70
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sabato 26 marzo 2016
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una splendida irlandese alla ricerca della vita
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Irlanda, anni cinquanta. L’isola di smeraldo è sempre lei, con le sue tradizioni, fatte di povertà e di religione, cultura e grettezza, ed Ellis cerca un futuro migliore. Ed il futuro è in America, a Brooklyn dove un prete, e finalmente il cinema riconosce un minimo di dignità ai religiosi, relegati unicamente dalle mode al ruolo di pedofili, l’aiuta a trovare un lavoro e la spinge a studiare contabilità. E a Brooklyn Ellis trova l’amore, l’amore vero con un ragazzo italo-americano. Ma la morte della sorella costringe la ragazza a tornare in Irlanda, per fare compagnia alla madre; il resto della storia non la racconto, altrimenti perdereste il gusto per un film dolce, ma mai melenso, con una continua contrapposizione tra il dramma della vita e l’esaltazione dell’amore.
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Irlanda, anni cinquanta. L’isola di smeraldo è sempre lei, con le sue tradizioni, fatte di povertà e di religione, cultura e grettezza, ed Ellis cerca un futuro migliore. Ed il futuro è in America, a Brooklyn dove un prete, e finalmente il cinema riconosce un minimo di dignità ai religiosi, relegati unicamente dalle mode al ruolo di pedofili, l’aiuta a trovare un lavoro e la spinge a studiare contabilità. E a Brooklyn Ellis trova l’amore, l’amore vero con un ragazzo italo-americano. Ma la morte della sorella costringe la ragazza a tornare in Irlanda, per fare compagnia alla madre; il resto della storia non la racconto, altrimenti perdereste il gusto per un film dolce, ma mai melenso, con una continua contrapposizione tra il dramma della vita e l’esaltazione dell’amore. L’equilibrio di questo film è proprio nella splendida interpretazione della bravissima Saoirse Ronan che riesce a rendere perfettamente il senso di una donna che vive la vita con intensità e semplicità. Consigliato vivamente.
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flyanto
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lunedì 21 marzo 2016
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una brooklyn piena di promesse
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Tratto dal romanzo di Colm Toibin e mirabilmente adattato dallo scrittore inglese Nick Hornby per ciò che riguarda la sceneggiatura nella versione cinematografica, "Brooklyn" è il titolo emblematico intorno al quale ruota l'intera vicenda del film.
Eilis è la giovane protagonista che vive negli anni '50 in Irlanda con la mamma e la sorella, trascorrendo le sue giornate alla ricerca di un lavoro stabile. A causa delle proprie condizioni economiche precarie e grazie all'interessamento della sorella stessa, ella ottiene il visto per recarsi negli Stati Uniti, e precisamente a New York, dove un sacerdote della comunità irlandese che viveva precedentemente nel suo villaggio si è trasferito e le ha trovato nel frattempo un alloggio presso un pensionato di ragazze, appunto a Brooklyn, ed un lavoro come commessa in un importante grande magazzino.
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Tratto dal romanzo di Colm Toibin e mirabilmente adattato dallo scrittore inglese Nick Hornby per ciò che riguarda la sceneggiatura nella versione cinematografica, "Brooklyn" è il titolo emblematico intorno al quale ruota l'intera vicenda del film.
Eilis è la giovane protagonista che vive negli anni '50 in Irlanda con la mamma e la sorella, trascorrendo le sue giornate alla ricerca di un lavoro stabile. A causa delle proprie condizioni economiche precarie e grazie all'interessamento della sorella stessa, ella ottiene il visto per recarsi negli Stati Uniti, e precisamente a New York, dove un sacerdote della comunità irlandese che viveva precedentemente nel suo villaggio si è trasferito e le ha trovato nel frattempo un alloggio presso un pensionato di ragazze, appunto a Brooklyn, ed un lavoro come commessa in un importante grande magazzino. Dopo aver attraversato con la nave l'Oceano Atlantico, Eilis giunge a New York ed inizia la sua nuova esistenza, caratterizzata all'inizio, com'è naturale, da una profonda nostalgia di casa che però piano piano, grazie anche al proprio impegno professionale, scema a poco a poco, riuscendo così ad adattarsi al nuovo ambiente. Qui ella conoscerà nuove persone e soprattutto un idraulico italoamericano di cui si innamorerà e che sposerà in segreto finchè, la morte improvvisa della sorella, la costringerà a ritornare in Irlanda ed a fare i conti col proprio passato....
Quello che poteva sembrare un film semplicemente romantico e melodrammatico, in realtà grazie ad una rigorosa regia e ad una scorrevole e sostenuta sceneggiatura diviene una storia interessante e soprattutto simbolica di un'epoca, gli anni '50 appunto, in cui gli Stati Uniti d'America, e più precisamente la città di New York, costituivano il trampolino di lancio per una nuova e migliore futura esistenza per tutti gli individui. E' proprio ciò che, infatti, succede alla giovane protagonista che all'inizio appare fortemente insicura, un poco goffa ed impacciata ma che il suo soggiorno americano rende via via donna e soprattutto più sicura, determinata e professionalmente in carriera. Pertanto la pellicola dell'irlandese John Crowley, che ben conosce il suo paese e la sua storia, diviene quasi come un inno di speranza per un riscatto sociale, una testimonianza quanto mai realistica e dunque veritiera di un'epoca in cui la seria crisi economica poteva essere superata grazie ad un profondo impegno e ad un poco di sacrificio, ma in un'era dove tutto era possibile che potesse accadere. Concludendo, il valore di questo film consiste proprio nella sua atmosfera generale di speranza verso un possibile migliore avvenire di cui tanto all'epoca odierna si avrebbe anche bisogno. Inoltre, bisogna anche rimarcare e lodare l' azzeccato cast dei protagonisti ed in particolare la timida ma determinata Saorise Ronan che impersona in maniera quanto mai efficace la protagonista Eilis e la sua graduale trasformazione da adolescente a donna.
Un piccolo gioiello.
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flaw54
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domenica 20 marzo 2016
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film di altri tempi
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Patinato e zuccheroso sembra un film degli anni '50. Nel complesso però è accettabile anche per la recitazione dei vari attori ( sebbene il regista sia un po' esasperante con i primi piani della Ronan spesso imbambolata con i suoi occhi da cerbiatto ). Belli gli abiti e i colori.
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