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pier delmonte
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martedì 18 febbraio 2014
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non il massimo
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molto bene sapere una parte della seconda guerra mondiale mai raccontata, pero' in un film di guerra non riuscire quasi mai ad emozionarsi avere un sussulto, rimanere con il fiato in stand by, le gesta separate di sette quasi soldati che, prevalentemente al buio, si muovono in mezzo alla guerra senza che questa li sfiori tranne in qualche occasione quasi fantozziana, boh , butto la' la frase "un film da vedere ma se non lo si vede non ci si perde molto"
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henry61
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lunedì 17 febbraio 2014
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non tutto e' negativo...
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Confesso che sono andato a vedere il film con un bel po' di aspettative e quando il film e' finito mi sono detto.."tutto qua"...? Forse un po' per il lancio pubblicitario , un po' per il cast e per il fatto di aver letto il libro la prima sensazione e' stata u po' di delusione... Tendo pero' , quando possibile, a non scrivere recensioni subito dopo aver visto il film , ma cerco di metabolizzare la visione , valutare il tutto a mente fredda .. In prima battuta non credo che certi "difetti" siano dovuti , come detto da qualcuno al fatto che Clooney avesse finito i soldi.. anzi il fatto che il film sia uscito con un ritardo di tre mesi e' dovuta all'aggiunta di un buon numero di effetti speciali.
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Confesso che sono andato a vedere il film con un bel po' di aspettative e quando il film e' finito mi sono detto.."tutto qua"...? Forse un po' per il lancio pubblicitario , un po' per il cast e per il fatto di aver letto il libro la prima sensazione e' stata u po' di delusione... Tendo pero' , quando possibile, a non scrivere recensioni subito dopo aver visto il film , ma cerco di metabolizzare la visione , valutare il tutto a mente fredda .. In prima battuta non credo che certi "difetti" siano dovuti , come detto da qualcuno al fatto che Clooney avesse finito i soldi.. anzi il fatto che il film sia uscito con un ritardo di tre mesi e' dovuta all'aggiunta di un buon numero di effetti speciali...Inoltre credo che il "peccato originale" di Clooney sia stato quello di aver creato un prodotto che potesse accontentare un po' tutti ma senza accontentare veramente nessuno .. L'amante del film bellico , pensando alla guerra " sporca" dei Salvate il soldato Ryan" o "La sottile linea rossa " o " Il nemico alle porte " avra' pensato di essere tornato ai film belici anni 50 con i soldati con le uniformi pulite e la barba appena fatta ...Il lettore del libro trova solo ogni tanto dei riferimenti con quanto letto...Gli attori stessi non capiscono se sono in un film drammatico o in una parodia alla M.A.S.H. Detto dei difetti , credo pero' che si debba riconoscere a Clooney il merito di aver raccontato( anche se in maniera diseguale...) al grande pubblico una storia sconosciuta ai molti fino a poco tempo fa ... Il film ha ricevuto un 'accoglienza tiepida negli U.S. A , ma questo era prevedibile considerando l'approccio " spettacolare " degli americani all'arte in genere..( Indiana Jones , il Codice da Vinci, ecc)....In definitiva va riconosciuto a Clooney . oltre a una lodevole ricostruzione storica( non sempre scontata...) il merito di aver fatto un film "europeo" , che tocca le corde dei popoli che hanno un approccio all'arte che si perde nei secoli e che percepiscono l'importanza dell'arte in quanto tale nella storia della prpria civilta'.
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mik_yi
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domenica 16 febbraio 2014
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film coraggioso
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George clooney da regista è coraggioso a trattare un tema poco presentato sul grande schermo.
Il concetto chiave del film é il valore dell'arte per l'umanità, come richiamo alle proprie origini ed identificazione in esse; tutto ciò viene presentato nel film con la giusta drammaticità, legata sopprattutto al periodo storico, ma il tutto smorzato da un'ironia di fondo che rende la pellicola più leggera.
Il film si basa molto su un cast di alto livello, molto bravi in generale tutti gli attori, e sull'originalità del tema trattato; un po' lento lo sviluppo e una prima parte un po' macchinosa.
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George clooney da regista è coraggioso a trattare un tema poco presentato sul grande schermo.
Il concetto chiave del film é il valore dell'arte per l'umanità, come richiamo alle proprie origini ed identificazione in esse; tutto ciò viene presentato nel film con la giusta drammaticità, legata sopprattutto al periodo storico, ma il tutto smorzato da un'ironia di fondo che rende la pellicola più leggera.
Il film si basa molto su un cast di alto livello, molto bravi in generale tutti gli attori, e sull'originalità del tema trattato; un po' lento lo sviluppo e una prima parte un po' macchinosa.
Voto 7.5/10
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[+] manca continuità e un respiro ampio, ma è godibile
(di tom87)
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fight.club
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domenica 16 febbraio 2014
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la guerra che ti ruba l'anima
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un film di grandi pretese con un grande cast ma che una sceneggiatura flebile accoppiata a una regia debole non mostra correttamente quello che la guerra danneggia veramente, una guerra che ruba l'anima oltre che la vita, che ti cancella la storia fatta di grandi opere e di vite comuni messe insieme nei secoli e spazzate via da dittature dove il super ego di pochi uomini tende a erodere e a rimodellare quello costruito in precedenza. una occasione mancata da Clooney che svolge il suo compitino molto modestamente senza approfondire i molti spunti che il racconto reale poteva dare , manca proprio la mano del regista di alto livello, di uno Spielberg,ad esempio, che, nel suo "salvate il soldato Ryan", ci mostra cosa voglia dire sacrificare la vita di molti per salvarne solo uno mentre qui la domanda che aleggia, se sacrificare qualcuno per delle opere d'arte, è trattata con estrema leggerezza senza dare una risposta esatta nel quadro generale della guerra.
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un film di grandi pretese con un grande cast ma che una sceneggiatura flebile accoppiata a una regia debole non mostra correttamente quello che la guerra danneggia veramente, una guerra che ruba l'anima oltre che la vita, che ti cancella la storia fatta di grandi opere e di vite comuni messe insieme nei secoli e spazzate via da dittature dove il super ego di pochi uomini tende a erodere e a rimodellare quello costruito in precedenza. una occasione mancata da Clooney che svolge il suo compitino molto modestamente senza approfondire i molti spunti che il racconto reale poteva dare , manca proprio la mano del regista di alto livello, di uno Spielberg,ad esempio, che, nel suo "salvate il soldato Ryan", ci mostra cosa voglia dire sacrificare la vita di molti per salvarne solo uno mentre qui la domanda che aleggia, se sacrificare qualcuno per delle opere d'arte, è trattata con estrema leggerezza senza dare una risposta esatta nel quadro generale della guerra.
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pisa93
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domenica 16 febbraio 2014
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un film che ha ben poco di monumentale
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Durante la Seconda Guerra Mondiale, un manipolo di uomini chiamati Monuments Men viene incaricato di recuperare la maggior parte delle opere d'arte trafugate dai Tedeschi. Tratto da una storia vera.
Giunto alla sua quinta regia George Clooney vorrebbe stupire con un film alla Spielberg, ma non riesce ad essere incisivo. Si ispira alle ambientazioni di "Salvate il soldato Ryan" ed all'introspezione di "La sottile linea rossa", ma tutto ciò che ottiene è un involucro vuoto, senz'anima. Monumets Men è un film che fatica a trovare una sua identità, alternando commedia e dramma con la stessa semplicità con cui una ragazza si cambia d'abito. Manca proprio di quella profondità di cui un film del genere dovrebbe essere permeato.
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Durante la Seconda Guerra Mondiale, un manipolo di uomini chiamati Monuments Men viene incaricato di recuperare la maggior parte delle opere d'arte trafugate dai Tedeschi. Tratto da una storia vera.
Giunto alla sua quinta regia George Clooney vorrebbe stupire con un film alla Spielberg, ma non riesce ad essere incisivo. Si ispira alle ambientazioni di "Salvate il soldato Ryan" ed all'introspezione di "La sottile linea rossa", ma tutto ciò che ottiene è un involucro vuoto, senz'anima. Monumets Men è un film che fatica a trovare una sua identità, alternando commedia e dramma con la stessa semplicità con cui una ragazza si cambia d'abito. Manca proprio di quella profondità di cui un film del genere dovrebbe essere permeato. Il risultato è uno spettatore dubbioso, che non sa come rapportarsi con ciò che sta guardando. Gli attori, peraltro, non contribuiscono a risolvere il mistero, comportandosi come una scolaresca in gita. L'orrore della guerra non viene minimamente percepito ed anche nei momenti più drammatici Clooney non rinuncia a strappare qualche risata. Questa superficialità di base non rende, quindi, onore a quegli uomini che hanno veramente combattuto per la salvezza dell'identità di un popolo. Loro hanno sofferto per le pene della guerra, mentre il caro George ed il suo cast stellare si divertono come se fossero in vacanza. Come ormai tristemente sappiamo, tanti attori famosi non sono una sicurezza sulla riuscita della pellicola, ma di sicuro garantiscono un ottimo incasso.
Monuments Men è, quindi, un film basato più sul marketing che sulla qualità di ciò che offre. Anche la colonna sonora è ridente e farsesca e non aggiunge niente ad una pellicola fin troppo piatta. Nonostante ciò il film non annoia e se lo si affronta con animo leggero potrebbe anche piacere. Peccato, però, per il passo falso del regista de "Le Idi di Marzo", che speriamo torni presto ai vecchi fasti,
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chine
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domenica 16 febbraio 2014
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conti logicamente errati
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Clooney ha errato:su Montecassino furono sganciate non 20 ma 1250 tonnellate di bombe.In qualsiasi caso 20 t è una quantità quasi inutile anche su un solo bunker ben costruito.
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(di skymatic)
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ledyna
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domenica 16 febbraio 2014
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arrivano i vostriii...
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Non vedevo l'ora di vedere questo film (non per Clooney che mi piace poco e niente), per l'argomento trattato sullo sfondo della seconda guerra mondiale, ma dopo la scena dello sbarco in Normandia da parte della "squadra dei salvatori" ho iniziato a preoccuparmi, infatti man mano che procedeva non vedevo l'ora che finisse per andar via in fretta. Per tutto il film i protagonisti sembravano in vacanza, nulla del dramma della guerra era presente, lontano da "Bastardi senza gloria" e invisibile da "Salvate il Soldato Ryan" o "Men of honour" tutto detto, un prodotto per collegi di educande. Molto finte le ricostruzioni dell'epoca, non mancava mai cibo e gli accampamenti sembravano quelli degli scout, scenografie scarse, pasticciato nella sceneggiatura (la parte di Matt Damon con la Cate Blanchet poco coesa con il resto, peccato perchè è stato il momento migliore del film), le scene drammatiche erano pulite dalla sofferenza, insomma il solito film di propaganda americana commentato da una colonna sonora orribile che lo rendeva ancora più un ricordo dei film di guerra americani ad alto patriottismo degli anni '50.
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Non vedevo l'ora di vedere questo film (non per Clooney che mi piace poco e niente), per l'argomento trattato sullo sfondo della seconda guerra mondiale, ma dopo la scena dello sbarco in Normandia da parte della "squadra dei salvatori" ho iniziato a preoccuparmi, infatti man mano che procedeva non vedevo l'ora che finisse per andar via in fretta. Per tutto il film i protagonisti sembravano in vacanza, nulla del dramma della guerra era presente, lontano da "Bastardi senza gloria" e invisibile da "Salvate il Soldato Ryan" o "Men of honour" tutto detto, un prodotto per collegi di educande. Molto finte le ricostruzioni dell'epoca, non mancava mai cibo e gli accampamenti sembravano quelli degli scout, scenografie scarse, pasticciato nella sceneggiatura (la parte di Matt Damon con la Cate Blanchet poco coesa con il resto, peccato perchè è stato il momento migliore del film), le scene drammatiche erano pulite dalla sofferenza, insomma il solito film di propaganda americana commentato da una colonna sonora orribile che lo rendeva ancora più un ricordo dei film di guerra americani ad alto patriottismo degli anni '50.
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pincenzo
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domenica 16 febbraio 2014
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arte, guerra e retorica
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In un film d'azione è fondamentale che lo spettatore identifichi i paladini del bene e i cattivi da sconfiggere. La tensione narrativa scaturisce dalla battaglia tra il bene e il male, con tutte le diverse sfumature che rendono questo stereotipo ancora attuale e capace di sorprenderci. I cattivi nazisti, e sullo sfondo gli incombenti cattivi comunisti, sono mostrati nella poco conosciuta attività di razzia di opere d'arte, effettuata su larga scala in un territorio tra i più ricchi del mondo di cultura, memoria storica, arte. I buoni americani, oltre che a dedicarsi alla liberazione dell'Europa, si preoccupano di salvaguardare e di recuperare un patrimonio dell'umanità il cui valore è almeno pari a quello della vita dei soldati coinvolti in questa impresa.
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In un film d'azione è fondamentale che lo spettatore identifichi i paladini del bene e i cattivi da sconfiggere. La tensione narrativa scaturisce dalla battaglia tra il bene e il male, con tutte le diverse sfumature che rendono questo stereotipo ancora attuale e capace di sorprenderci. I cattivi nazisti, e sullo sfondo gli incombenti cattivi comunisti, sono mostrati nella poco conosciuta attività di razzia di opere d'arte, effettuata su larga scala in un territorio tra i più ricchi del mondo di cultura, memoria storica, arte. I buoni americani, oltre che a dedicarsi alla liberazione dell'Europa, si preoccupano di salvaguardare e di recuperare un patrimonio dell'umanità il cui valore è almeno pari a quello della vita dei soldati coinvolti in questa impresa. Con queste premesse, George Clooney aveva l'opportunità di imbastire una trama tradizionale e avventurosa su un tema poco frequentato, per rilanciare il dibattito dei danni collaterali delle guerre, sugli uomini ma anche sulle cose. Purtroppo il risultato non è all'altezza delle aspettative: una piatta sequenza di piccoli episodi scollegati tra loro; una carenza di approfondimento dei personaggi, sovente abbozzati e poco incisivi; dialoghi banali e privi di mordente; una musica dai toni epici ma piatta e monocorde. Su tutto incombe un profondo e convinto alone di retorica che richiama i documentari Luce, un senso di noia e di leggero imbarazzo per una rappresentazione che dovrebbe, invece, suscitare nello spettatore sentimenti forti e nobili. Alla fine una domanda: come ha fatto Clooney a trovare tutti i soldi ( e ne devono essere serviti tanti) necessari per produrre questo film?
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filippo catani
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domenica 16 febbraio 2014
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un'occasione gettata al vento
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Su diretta autorizzazione del presidente Roosvelt, un manipolo di uomini che si occupano a vario titolo di arte viene spedito in Europa per cercare di evitare che Hitler possa razziare tutte le più importanti opere d'arte dando poi fuoco a quelle considerate "degenerate". Tratto da una storia vera.
Mettiamo subito i puntini sulle i: tra il bellissimo e omonimo libro e questo film c'è la stessa distanza che separa l'Europa dall'America; ed è proprio questo il peccato più grave di cui si macchia l'ultimo film targato Clooney. Il libro è infatti appasionante ed emozionante e sa alternare con grande gusto momenti romanzeschi a precise ricostruzioni storiche.
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Su diretta autorizzazione del presidente Roosvelt, un manipolo di uomini che si occupano a vario titolo di arte viene spedito in Europa per cercare di evitare che Hitler possa razziare tutte le più importanti opere d'arte dando poi fuoco a quelle considerate "degenerate". Tratto da una storia vera.
Mettiamo subito i puntini sulle i: tra il bellissimo e omonimo libro e questo film c'è la stessa distanza che separa l'Europa dall'America; ed è proprio questo il peccato più grave di cui si macchia l'ultimo film targato Clooney. Il libro è infatti appasionante ed emozionante e sa alternare con grande gusto momenti romanzeschi a precise ricostruzioni storiche. Lo stesso Clooney prova un po' anche lui a giocare su vari registri ma l'operazione non riesce; il passaggio dai momenti di farsa a quelli più drammatici risulta decisamente di cattivo gusto. In generale comunque è proprio il film in se che non riesce mai a decollare nonostante un grande ma sprecato cast. Lo spettatore non riesce ad appassionarsi alle avventure di questo manipolo di uomini che entrano nell'esercito con una nobilissima missione e cioè quella di salvare i grandi capolavori dell'arte. Il fatto è che il ritmo è soporifero, la narrazione banale e alcune situazioni stanno al film come il cacio a merenda. Insomma duole dirlo ma questa riproposizione del cinema di guerra a tratti più leggero con il leit motive fischiato che richiama quello del fiume Kwai non ci ha proprio convinto. Un vero peccato perchè Clooney alla sua peggiore performance da regista trascina con se un gruppo di ottimi attori che appaiono o fuori posto (Dujardin) o mal sfruttati (Murray e Goodman) o anonimi (Damon). Insomma duole dirlo ma il film risulta essere un monumento alla delusione.
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[+] sì, ma...
(di chrisbots)
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mr. r
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domenica 16 febbraio 2014
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l'ennesimo filmetto yankee
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Gli yankees erano talmente sensibili alla cultura europea che si limitarono a bombardare a tappeto Dresda, senza contare le innumerevoli città d'arte italiane.
E ora pure la moralina da parte dei soliti attorucoli (tutti ovviamente "democratici") ammmeregani.
Questa è roba buona per anglosassoni o cinesi.
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