rita branca
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sabato 3 maggio 2014
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“essere o non essere liberi?” di rita branca
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Viaggio sola (2013) film di Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gianmarco Tognazzi
Piacevole film su un tema contemporaneo: l’indipendenza da vincoli castranti di cui gode Irene, una giovane donna interpretata con la consueta grazia e intensità da Margherita Buy, che ha il privilegio di una professione dorata, quella dell’ispettrice di alberghi a cinque stelle, disseminati nelle località mondiali più attraenti, dove arriva in anonimato per verificare che i requisiti attesi siano rispettati. Chi non aspirerebbe ad un’occupazione tanto gradevole? Anche lei ne è consapevole e respinge i dubbi che la sorella Silvia, interpretata dalla brava Fabrizia Scacchi, tenta di insinuarle quando le chiede chi si occuperà di lei in età avanzata.
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Viaggio sola (2013) film di Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gianmarco Tognazzi
Piacevole film su un tema contemporaneo: l’indipendenza da vincoli castranti di cui gode Irene, una giovane donna interpretata con la consueta grazia e intensità da Margherita Buy, che ha il privilegio di una professione dorata, quella dell’ispettrice di alberghi a cinque stelle, disseminati nelle località mondiali più attraenti, dove arriva in anonimato per verificare che i requisiti attesi siano rispettati. Chi non aspirerebbe ad un’occupazione tanto gradevole? Anche lei ne è consapevole e respinge i dubbi che la sorella Silvia, interpretata dalla brava Fabrizia Scacchi, tenta di insinuarle quando le chiede chi si occuperà di lei in età avanzata. Ma un evento inaspettato la obbliga ad affrontare futuribili catastrofi, spingendola a meditare sull’opportunità di stabilire rapporti meno fuggevoli.
Il film, attraverso la famigliola di Silvia, scandaglia anche l’altro versante della realtà, quello della libertà limitata dai vincoli della famiglia, dai doveri che essa impone con le responsabilità che occorre assumersi quando si hanno coniuge e figli, e che spesso crea un ingrigimento dei rapporti d’amore per la convivenza quotidiana, ma a cui, e il film sembra offrire questa chiave positiva, è possibile dare nuovo fiato.
Il dolce personaggio di Andrea, bene interpretato da Stefano Accorsi, è a metà tra i due estremi ed in realtà si appresta a scegliere il secondo.
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lunedì 21 ottobre 2013
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meglio sole…
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Piuttosto che cinepanettoni o spot pubblicitari di sottaceti e di acque minerali, come figlia d’arte la Tognazzi esprime il meglio dell’eredità paterna a confronto con i due fratelli attori. E riporta in auge la coppia Accorsi-Bui inaugurata da un regista affermato come Ozpetek. Perché fa pensare questo film e lascia spiazzati per il capovolgimento del solito paradigma che vuole più eccentrici ed originali i lavoratori dello spettacolo rispetto a tutti gli altri lavoratori votati ad un’esistenza casalinga (Accorsi) o ripetitiva (Bui). Invece l’unica stranezza che si permette la sorella musicista della Bui è quella di prendere a spron battuto multe per divieto di sosta, tanto da avere memorizzato sul cellulare il numero del deposito d’auto rimosse del comune.
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Piuttosto che cinepanettoni o spot pubblicitari di sottaceti e di acque minerali, come figlia d’arte la Tognazzi esprime il meglio dell’eredità paterna a confronto con i due fratelli attori. E riporta in auge la coppia Accorsi-Bui inaugurata da un regista affermato come Ozpetek. Perché fa pensare questo film e lascia spiazzati per il capovolgimento del solito paradigma che vuole più eccentrici ed originali i lavoratori dello spettacolo rispetto a tutti gli altri lavoratori votati ad un’esistenza casalinga (Accorsi) o ripetitiva (Bui). Invece l’unica stranezza che si permette la sorella musicista della Bui è quella di prendere a spron battuto multe per divieto di sosta, tanto da avere memorizzato sul cellulare il numero del deposito d’auto rimosse del comune. Per il resto quella dei due musicisti è la più classica delle famiglie medie, con due figlie da crescere ed un uomo di casa che oltre a guidare il motorino, forse scelto come mezzo di trasporto per “sopravvivere” alle rimozioni forzate della moglie, passa ore davanti al computer a far crescere tuberi digitali ed allevare conigli virtuali su Farmville. La Bui invece è una donna single per scelta, con pochi amici tra cui il commerciante di generi alimentari interpretato da un neopalestrato Accorsi, sempre a caccia di nuove avventure galanti. Salvo incappare nel classico caso di gravidanza da lui indesiderata. Tutte queste storie un po’ scombinate e decisamente normali trovano una sorta di catalizzatore in quella ben più strutturata ma al contempo originalissima di una donna che ha impostato tutta la sua vita sul lavoro e per questo è la più ricercata tra i cosiddetti “ospiti a sorpresa” che visitano in incognito gli Hotel a cinque stelle per testarli e valutarli sulla base di una dettagliatissima batteria di domande predisposte in formato digitale. Ricercata dalla sua società di valutazione ma non certo dall’albergo che deve subirne l’inflessibile quanto implacabile esito del test, che si conclude con l’incontro finale con il direttore, del genere “apocalittico”. E pensare che basterebbe una bella mazzetta per farle cambiare opinione, visto che lo stipendio da lei percepito è lo stesso di un operaio specializzato. Ma la protagonista di “Viaggio sola” è incorruttibile e considera il suo lavora una vera e propria missione. Come andare a fare la volontaria in Tanzania, ipotesi su cui scherza con la sorella al telefono. Sarà per questo che è proprio lei, non la sorella musicista, l’arbiter elegantiarum di famiglia, a dispetto della sua professione tutt'altro che artistica e del suo genere tutt'altro che letterario anche in fase d’introspezione, basato sulle rilevazioni statistiche? Se le cose stanno come descritte in questo film, ed il racconto si regge tanto bene da lasciare intendere che così stiano, allora vuole dire che la nostra società ha bisogno di esempi di integrità morale come dell’aria che respira.
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