Un giorno devi andare |
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Un film di Giorgio Diritti.
Con Jasmine Trinca, Pia Engleberth, Anne Alvaro, Sonia Gessner, Amanda Fonseca Galvao, Paulo De Souza, Eder Frota Dos Santos, Manuela Mendonça Marinho
Drammatico,
durata 110 min.
- Italia, Francia 2013.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 28 marzo 2013.
MYMONETRO
Un giorno devi andare
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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lunedì 1 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il senso della vita e la ricerca di senso. Con questo film “ Un giorno devi andare” Diritti esplora questo crinale impervio per un regista, forte di altre esperienze originali e potenti come “ il vento fa il suo giro” e “l’uomo che verrà”:
In questo film seguiamo Augusta ( una brava Jasmine Trinca) nel suo viaggio di ricerca dello spirito. E’ con Franca, una suora amica della madre: insieme viaggiano sul grande fiume, cuore liquido dell’immensa natura amazzonica. La natura è anch’essa protagonista dei film di Diritti : qui è una natura infinita, rigogliosa e soverchiante. Augusta è segnata da perdite recenti : il padre morto , un bambino non nato, l’incapacità di generarne altri, un amore finito…Ha lasciato a casa una madre e una nonna in affanno, la sua partenza è per loro una sottrazione che può assomigliare ad una perdita.
La ragazza ha seguito suor Franca nella sua missione in Brasile ma il senso della vita altrui non diventa nostro per un atto di volontà. Suor Franca vive una fede robusta e onnipervasiva: gli orizzonti del dubbio e lo scacco della perdita non vi trovano pertugi, ciò che si lascia alle spalle forse le ritorna trasfigurato,alimentandole dentro una forza sovrumana. Suor Franca un giorno ha sentito dentro di sé un ordine perentorio “devi andare” e infatti lei procede impavida e incrollabile. ( ottima l’attrice Pia Englebert che rende splendidamente il piglio serafico e vitalistico della suora).
Augusta non può essere come suor Franca: il tarlo ( o beneficio) del dubbio e dell’incertezza sono alla radice di questo suo viaggio : la sua idea di Dio non riempie di senso la sua vita. Decide di lasciare Franca e gli altri “professionisti dello spirito” alle loro missioni di conversione e proseguendo da sola la propria ricerca si immerge nella favelas di Manaus per vivere insieme ai suoi abitanti il senso vitale della comunità.
Il tema dell’essere comunità è un altro argomento caro al regista che non per questo rende troppo elegiaco: le comunità minacciate non sono solamente calore umano e solidarietà, balli, partite e sorrisi ma sono anche miseria pesante e tangibile, baracche fatiscenti, rifiuti a vista, crudeltà feroci ( si può vendere un bambino per pochi soldi). Il film suggerisce un messaggio che trascende la nuda realtà : il “senso di comunità” deve essere un valore da salvare, troppo spesso perduto o sacrificato su moltissimi vecchi o improvvisati altari.
Il viaggio di Augusta non si fermerà neppure in questa tappa, la solitudine e l’immersione nella natura ne mostrano il proseguire mentre nel frattempo, nel freddo invernale del Trentino, da dove essa è partita, la regia ci regala un’altra splendida metafora del vivere: la giovane Janaina -proveniente dall’ Amazzonia dove Augusta continua la sua ricerca- Janaina novella badante della nonna di Augusta, “ in un asettico ospedale, “officia” un saluto ad un’anziana defunta, benedicendole ad uno ad uno gli organi, un inno alla vita e un rito ancestrale che ha anch’esso un sapore di comunità.
Il finale non può che essere apertissimo: la ricerca di senso non termina mai e il riso di un bambino può simboleggiarne un approdo e una continuità.
Giorgio Diritti con questo film si riconferma un maestro originale : i sui film sono degli affreschi del cinema: “Confesso che ho vissuto” questo titolo del libro di memorie di Neruda si addice anche al suo cinema appassionato e umanissimo: “Un giorno devi andare” , come gli altri suoi film è assolutamente da vedere.
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