darkenry
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venerdì 30 agosto 2013
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un'incredibile sorpresa
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L'evocazione – The Conjuring è un film horror del 2013 diretto da James Wan, basata su dei fatti realmente accaduti nel 1971, con Vera Farmiga, Patrick Wilson e Lili Taylor.
Il film parla di uno dei casi più inquietanti capitati ai coniugi Warren, i quali vengono chiamati dalla famiglia Perron, terrorizzata perchè da un pò di tempo nella loro nuova casa sta succedendo qualcosa di veramente orribile: porte che si approno da sole, la misteriosa morte del loro cane e delle presenze che non lasciano in pace la famiglia. Toccherà a Ed e Loranne Warren scoprire e affrontare questa minaccia che si rivelerà essere molto potente e spietata.
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L'evocazione – The Conjuring è un film horror del 2013 diretto da James Wan, basata su dei fatti realmente accaduti nel 1971, con Vera Farmiga, Patrick Wilson e Lili Taylor.
Il film parla di uno dei casi più inquietanti capitati ai coniugi Warren, i quali vengono chiamati dalla famiglia Perron, terrorizzata perchè da un pò di tempo nella loro nuova casa sta succedendo qualcosa di veramente orribile: porte che si approno da sole, la misteriosa morte del loro cane e delle presenze che non lasciano in pace la famiglia. Toccherà a Ed e Loranne Warren scoprire e affrontare questa minaccia che si rivelerà essere molto potente e spietata.
Oltre a sorprendere per l'enorme successo che sta avendo nel mondo in fatto di incassi, L'evocazione – The Conjuring sorprende anche per il modo in cui è stato realizzato.
James Wan è migliorato molto con la camera da presa e, se con Insidious aveva fatto un ottimo lavoro, con questo film fa ancora meglio. Inquadrature davvero ben fatte e inquietanti che fanno venire i brividi, atmosfere tipiche dei film anni '80 realizzate con maestria che riescono a dare un senso di oppressione, effetti sonori tipici dei vecchi horror che riescono a farti fermare il cuore e attori che recitano veramente bene.
Dalla trama il film sembra essere la tipica ghost-story ma non è così. Infatti nel film è presente anche il tema dell'esorcismo (era dai tempi di The Exorcism of Emily Rose che non veniva trattato così bene il genere) e della famiglia che non viene banalizzato come succede in altri film.
Nel film ci sono anche dei tributi a vecchi horror come ad esempio L'Esorcista ma anche film come Il signore del male e molti altri.
Un film che utilizza i trucchi della vecchia scuola horror in modo originale.
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nino pell.
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mercoledì 28 agosto 2013
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horror di discreta fattura
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Per gli appassionati del genere, sicuramente un film interessante sia per l'uso indovinato degli effetti speciali, sia per il contenuto della trama che sembra decisamente reggere dall'inizio alla fine. Un primo tempo basato sui classici cliché della paura (porte che si chiudono e si aprono da sole, presenze appena accennate ma molto inquietanti e poi soprattutto il percepire tramite diverse manifestazioni paranormali la tenebrosa minaccia del maligno). Un secondo tempo invece più esplicito, ma non per questo meno interessante sotto l'aspetto dei colpi di scena e di momenti di grande impressionabilità. Un film nel complesso sicuramente più che discreto. Agli appassionati, ripeto, sicuramente piacerà o comunque non deluderà le attese.
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Per gli appassionati del genere, sicuramente un film interessante sia per l'uso indovinato degli effetti speciali, sia per il contenuto della trama che sembra decisamente reggere dall'inizio alla fine. Un primo tempo basato sui classici cliché della paura (porte che si chiudono e si aprono da sole, presenze appena accennate ma molto inquietanti e poi soprattutto il percepire tramite diverse manifestazioni paranormali la tenebrosa minaccia del maligno). Un secondo tempo invece più esplicito, ma non per questo meno interessante sotto l'aspetto dei colpi di scena e di momenti di grande impressionabilità. Un film nel complesso sicuramente più che discreto. Agli appassionati, ripeto, sicuramente piacerà o comunque non deluderà le attese.
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vitolest95
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mercoledì 28 agosto 2013
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capolavoro
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Un horror incredibile, che è riesce a reinventare un tipo di horror ormai in declino
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noonename
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martedì 27 agosto 2013
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un horror come si deve
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Nel giro di un mese ho guardato quasi tutti i film di James Wan: Saw – l’enigmista, Dead Silence, Insidious e in ultimo L’Evocazione – The conjuring.
In quest’ultimo film la sua mano è immediatamente riconoscibile, e oltre a quella, anche i suoi collaboratori “affezionati”. Ricompare il compositore Joseph Bishara, dai suoni dissonanti immediatamente identificabili, e che negli ultimi due film si fa anche interprete dei “mostri”; il direttore della fotografia John Leonetti, che anche qui come in Insidious non fa mancare lunghe inquadrature ampie, in cui i nostri occhi frugano senza sosta per scovare la minaccia annidata nell’ombra, e contorti movimenti di camera di cui non si può che rimanere incantati.
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Nel giro di un mese ho guardato quasi tutti i film di James Wan: Saw – l’enigmista, Dead Silence, Insidious e in ultimo L’Evocazione – The conjuring.
In quest’ultimo film la sua mano è immediatamente riconoscibile, e oltre a quella, anche i suoi collaboratori “affezionati”. Ricompare il compositore Joseph Bishara, dai suoni dissonanti immediatamente identificabili, e che negli ultimi due film si fa anche interprete dei “mostri”; il direttore della fotografia John Leonetti, che anche qui come in Insidious non fa mancare lunghe inquadrature ampie, in cui i nostri occhi frugano senza sosta per scovare la minaccia annidata nell’ombra, e contorti movimenti di camera di cui non si può che rimanere incantati.
Se i primi due film, pur rimanendo degni di nota, puntano molto sul finale e a volte faticano a trovare l’esatto ritmo narrativo, già da Insidious tutta la meccanica del racconto comincia a trovare la giusta unità, arrivando a completa maturazione nell’Evocazione.
Anche il gusto citazionista e retrò che ci era apparso in tutta la sua folgorante e “creepy” bellezza nell’ “Altrove” di Insidious, ritorna con toni più sofisticati e maturi nel suo ultimo film.
La trama di per sé rischiava di perdersi nella mischia un po’ dei classici dell’esorcismo nel cinema, un po’ di esaurirsi nell’ormai comune preambolo del “tratto da una storia vera”, ma così non è. La storia si basa su una famiglia che si trasferisce in una casa infestata, e i cliché finiscono qui. Perché la famiglia Perren non è l’unico centro di questa ellisse e a intricare la sceneggiatura ci pensano i Warren: non sono i soliti stravaganti cacciatori di fantasmi, piatti, ma persone, anch’essi con una famiglia e con un lato umano che Wan non dimentica di tratteggiare.
Ad presentarci la famiglia ci pensa una storia dentro la storia: la bambola Annabella che ci introduce al mondo demoniaco. Il punto iniziale in cui ogni film deve “saltare lo steccato” e traghettarci dal mondo reale e comunemente accettato a quello del film è maggiormente delicato tanto più improbabile è la storia narrata, e anche in questo The Conjuring non sbaglia.
Idealmente si potrebbe dividere il film in due parti. Durante la prima parte lo spettatore è completamente nelle mani delle presenze, attorniato da una varietà di figure spettrali che ancora non riesce a mettere a fuoco. Siamo confusi e spaventati; così come i Perren non sappiamo che nemico stiamo combattendo.
Dalla scena in cui la raccapricciante Bathsheba piomba giù dall’armadio tutto cambia. Se prima la paura era giocata su cigolii e porte sbattute, ora l’Evocazione gioca a carte scoperte e le immagini raccapriccianti perdurano davanti ai nostri occhi attoniti, senza che noi riusciamo a scacciarle (o esorcizzarle).
Il film ha un ritmo incredibile, insostenibile e sfiancante, senza lasciare mai un attimo di sollievo allo spettatore.
Le intuizioni sono tante, gli accorgimenti per rendere questo film un cult ci sono tutti.
Ogni cosa si trova sempre al posto giusto, nessun elemento appare mai sbilanciato e proprio quando ci sembra di riuscire di nuovo ad orientarci in questo incubo il film muta sotto i nostri occhi.
Così come in Insidious, il regista ci mostra le persone e la psicologia che si celano dietro l’horror nutrendo una dimensione umana di grande sensibilità. Niente viene stilizzato o tralasciato.
Dopo tanto un horror veramente degno di questo nome.
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vitolest95
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lunedì 26 agosto 2013
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capolavoro
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Il più bel horror che abbia mai visto
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i love horror
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lunedì 26 agosto 2013
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sorprendente, interessante e terrificante
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Devo dire che prima di vederlo mi aspettavo che fosse uno di quei soliti film horror su demoni, esorcismi e sedute spiritiche, ma mi sono dovuto ricredere. Il film parte subito bene, con un alto tasso di ansia. Poi si tranquillizza, ma più passa il tempo più la suspense aumenta. La seconda parte, invece, mi ha davvero sorpreso! Niente è stato messo a caso ed è riuscita anche a spaventarmi. Quindi la trama scorre in modo interessante, la sceneggiatura è davvero caratteristica e inquietante e gli attori sono ottimi. Non ho nulla di cui lamentarmi di questo film e posso dire che ne vale la pena. Concludo dicendo che è stato tratto da una storia vera, quindi è semplicemente perfetto! Voto: 9 e mezzo
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darix10
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lunedì 26 agosto 2013
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dopo anni un horror che fa paura!
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Finalmente un bel film horror. Mi è piaciuto molto, fatto bene, bravissimi gli attori; era da anni che non provavo "paura" e "ansia" nel vedere un film horror! Veramente bello!
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miroforti
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domenica 25 agosto 2013
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l'evocazione - the conjuring
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Chiunque mastichi un poco il genere ha sentito parlare di James Wan, oppure ha sentito parlare di Saw – L’enigmista e non sa che il regista è James Wan. Il film d’esordio del giovane malese ha fatto discutere il mondo intero e grazie a una maschera e un triciclo ha creato l’unica icona horror seriale del nuovo millennio. Saw possedeva una certa originalità e si innestava in una corrente dell’orrore ai tempi ancora poco diffusa. Dopo di che, gli interessi di Wan sono stati di stampo più tradizionale e tra bambolotti e oscuri demoni ha dimostrato agilità e competenza dietro la macchina da presa, senza però doppiare l’influenza e l’eco del primo lungometraggio.
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Chiunque mastichi un poco il genere ha sentito parlare di James Wan, oppure ha sentito parlare di Saw – L’enigmista e non sa che il regista è James Wan. Il film d’esordio del giovane malese ha fatto discutere il mondo intero e grazie a una maschera e un triciclo ha creato l’unica icona horror seriale del nuovo millennio. Saw possedeva una certa originalità e si innestava in una corrente dell’orrore ai tempi ancora poco diffusa. Dopo di che, gli interessi di Wan sono stati di stampo più tradizionale e tra bambolotti e oscuri demoni ha dimostrato agilità e competenza dietro la macchina da presa, senza però doppiare l’influenza e l’eco del primo lungometraggio. Il traguardo forse non è ancora stato raggiunto ma quello di The Conjuring è un passo risoluto e capace. Giocando la carta della storia realmente accaduta il film narra un caso che i coniugi Edward e Lorraine Warren, celebri demonologi del secolo scorso, si sono trovati ad affrontare nel 1971. La vittima bisognosa dei loro servigi è la famiglia Perron che, trasferitasi nel Rhode Island, ben presto avverte oscure presenze e gli echi di un passato terribile che aleggiano tra le pareti della nuova dimora. Insomma, una casa infestata. Il tema suona addirittura imbarazzante per quanto è classico e noto. L’opera vira poi verso la possessione demoniaca completa di esorcismo e a questo punto lasciate ogni pretesa di originalità o voi ch’entrate. Dopotutto la derivatività aveva contraddistinto anche il precedente Insidious e The Conjuring non vuol essere da meno. Ancora una volta però la (ri-)ripresa di idee vecchie come il mondo avviene con mestiere e consapevolezza e tutta la differenza evidentemente la fa il modo in cui tali idee ci sono presentate. Le disavventure dei Perron abbracciano Amityville e Paranormal activity, chiedono aiuto a L’esorcista e ammiccano a Gli uccelli, passando accanto a La bambola assassina e associati. Solo per citare i più conosciuti. Tutto questo però è amalgamato con sapienza in un film che gioca e si confronta con i meccanismi più antichi e diretti del genere. La mancanza di situazioni davvero nuove e di tematiche originali è sistematica e addirittura codificata, come suggeriscono le lezioni dei coniugi Warren. Dichiarato questo atteggiamento, Wan cerca, mischia, incolla, e da innumerevoli ritagli di giornali passati, ricava un mosaico che evoca una naturale nostalgia ma che ha la forza di individuare una nuova forma agli occhi e nel cuore di chi lo osserva. The Conjuring non lascia spazio a dubbi e lo scetticismo dello spettatore scricchiola di fronte a una tale solidità formale e presto si infrange, tradito da un film che coinvolge e spaventa. Il gentile pubblico in sala ce la mette tutta per distrarsi e distrarre, commenta, ridacchia, ma la bandiera nera della paura alla fine sventola trionfante. Ora solo qualche sobbalzo, dei bisbigli soffocati. La tensione e l’atmosfera giocano in sottrazione e si preferisce nascondere, nel buio o sotto le lenzuola.
Nel processo di James Wan vista e immaginazione si aiutano a vicenda, non si vuol fare della pornografia e The Conjuring si accomoda su una mensola nella stanza dei cimeli di Ed Warren, mimetizzandosi in mezzo tanta storia e a tanti oggetti ispiratori che fanno parte della sua stessa essenza. La mimesi però non è totale e ci sono degli elementi di disturbo. Sotto la polvere il nuovo e l’inaspettato, prima celati, emergono senza fare rumore, magari visibili solo in un riflesso su una teca di vetro.
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anthony73
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domenica 25 agosto 2013
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solito film
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Solito film di esorcismo, stessa trama , tutti uguali , basta adesso!!!!
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mr. gianluca
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domenica 25 agosto 2013
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quando la paura è atmosfera pura
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Ormai se ne sente parlare ovunque: "The conjuring" è il miglior film horror degli ultimi anni. La cosa mi ha incuriosito, così sono andato a vederlo anche io. Ho raccattato un paio di amici e ci siamo fiondati nel cinema più vicino. Ispirato alla vera storia della famiglia Perron, che, trasferitasi in una spettrale casa di campagna, si accorgono ben presto che non sono i soli ad abitare quelle fatiscenti mura; chiedono così aiuto ai coniugi Warren, demonologi di professione, sperando che questi siano in grado di liberare la loro casa dall'oscura presenza che infesta la dimora. Sulle prime sono un po' scettico sulla riuscita del film, eppure, andando avanti nella visione, devo ammettere che anche questa volta il regista James Wan (che già avevo apprezzato con il primo Saw) ha fatto centro.
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Ormai se ne sente parlare ovunque: "The conjuring" è il miglior film horror degli ultimi anni. La cosa mi ha incuriosito, così sono andato a vederlo anche io. Ho raccattato un paio di amici e ci siamo fiondati nel cinema più vicino. Ispirato alla vera storia della famiglia Perron, che, trasferitasi in una spettrale casa di campagna, si accorgono ben presto che non sono i soli ad abitare quelle fatiscenti mura; chiedono così aiuto ai coniugi Warren, demonologi di professione, sperando che questi siano in grado di liberare la loro casa dall'oscura presenza che infesta la dimora. Sulle prime sono un po' scettico sulla riuscita del film, eppure, andando avanti nella visione, devo ammettere che anche questa volta il regista James Wan (che già avevo apprezzato con il primo Saw) ha fatto centro... perché "The conjuring" fa davvero paura. Non è quella paura dovuta alla vista di mostri famelici o quintali di sangue, no... ma quella paura viscerale ed inconscia di ciò che non vediamo, ma siamo sicuri che c'è. Nella prima parte del film, l'orrore è solo suggerito, intravisto negli occhi dei protagonisti; se avete visto il trailer, e vi ha inquietato la scena del grottesco battimani, allora provate a vederla per intero. La regia di Wan è potente, ferma, e ogni inquadratura lascia presagire un qualcosa di oscuro (perché non gira il prossimo Silent Hill?). Il film si lascia guardare fino alla fine, con un crescendo di tensione che trova il suo climax proprio nel finale, in un'esplosione di orrore e azione. Alla fine il film non mi ha deluso nemmeno un po', e sono tornato a casa abbastanza soddisfatto. Non aspettatevi, però, chissà quale storia o dialogo super elaborato... il punto forte del film, come detto, è la paura, che attraverso la mano sicura di James Wan, diventa palpabile e vissuta. Per chiudere questa piccola recensione, vi racconto una cosa interessante: sarà forse anche la già succitata dicitura "Ispirato ad una storia vera", ma tornato a casa, pensavo di trovarmi l'inquietante presenza del film, in giro. Prima di andare a letto, era ancora indeciso se spegnere o no la luce...
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[+] ma per favore
(di pablito72)
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[+] completamente d'accordo
(di flutter_dash)
[ - ] completamente d'accordo
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(di mauro)
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