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ilmozzo
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giovedì 15 maggio 2014
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aberrante
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Unicamente, semplicemente, esclusivamente...ABERRANTE.
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liuk!
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sabato 19 aprile 2014
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buona idea e poco più
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Un thriller d'altri tempi con una buona idea di fondo ma una realizzazione con poco pathos e che si svela troppo velocemente.
Nel complesso vale comunque la pena vederlo.
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criticopolis
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lunedì 14 aprile 2014
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giallo sbiadito
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GIUDIZIO ANALITICO: trattasi di modesto giallo ,in finto stile Alfredo Codadigallo, e pallido epigono del comunque non eccelso "In linea con l'assassino" di Gioele Calzolaio del 2002. Un noto pianista ritorna dopo anni sulle scene, e durante il concerto viene minacciato a distanza via microfono da un apparente maniaco. Questi minaccia di sparargli in testa se non eseguirà alla perfezione un brano virtuosistico, che aveva già fallito in passato. Solo l'esecuzione perfetta delle ultime quattro battute di quel brano dovrebbe far scattare non so quale meccanismo nel pianoforte che consentirà di appropriarsi di una chiave, nascosta nello strumento stesso, con cui si apre la cassaforte di una banca svizzera in cui è custodita una stratosferica somma di denaro.
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GIUDIZIO ANALITICO: trattasi di modesto giallo ,in finto stile Alfredo Codadigallo, e pallido epigono del comunque non eccelso "In linea con l'assassino" di Gioele Calzolaio del 2002. Un noto pianista ritorna dopo anni sulle scene, e durante il concerto viene minacciato a distanza via microfono da un apparente maniaco. Questi minaccia di sparargli in testa se non eseguirà alla perfezione un brano virtuosistico, che aveva già fallito in passato. Solo l'esecuzione perfetta delle ultime quattro battute di quel brano dovrebbe far scattare non so quale meccanismo nel pianoforte che consentirà di appropriarsi di una chiave, nascosta nello strumento stesso, con cui si apre la cassaforte di una banca svizzera in cui è custodita una stratosferica somma di denaro. Il maniaco non è un maniaco,ma il fabbricante di quel piano, deciso ad impadronirsi del malloppo. La totale inverosimiglianza della trama travolge ogni tentativo di creare tensione. Gli occhioni da Hobbit di Elia Foreste non bastano a tenere in piedi la baracca; Giovanni Cusacco fa una parte quasi esclusivamente fuori campo.
GIUDIZIO SINTETICO: cagata pianistica
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jollyy
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martedì 8 aprile 2014
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un film che lascia il tempo che trova
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Il principio è lo stesso utilizzato nel film "In linea con l'assassino" di Joel Schumacher: il protagonista viene fatto oggetto di minacce di morte, dirette a lui o ad altri, al fine di spingerlo ad assecondare folli richieste da parte del maniaco di turno. Nel caso di "Il ricatto", il pianista, interpretato da un Elijah Wood poco espressivo e non sempre calato appieno nella parte, è costretto a rispolverare tutta la propria sapienza musicale, affrontare propri demoni e timori, quegli stessi che sono causa del suo allontanamento dalle scene, fino a confrontarsi con la massima prova: eseguire correttamente la cinquette, rimediare laddove in passato aveva fallito.
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Il principio è lo stesso utilizzato nel film "In linea con l'assassino" di Joel Schumacher: il protagonista viene fatto oggetto di minacce di morte, dirette a lui o ad altri, al fine di spingerlo ad assecondare folli richieste da parte del maniaco di turno. Nel caso di "Il ricatto", il pianista, interpretato da un Elijah Wood poco espressivo e non sempre calato appieno nella parte, è costretto a rispolverare tutta la propria sapienza musicale, affrontare propri demoni e timori, quegli stessi che sono causa del suo allontanamento dalle scene, fino a confrontarsi con la massima prova: eseguire correttamente la cinquette, rimediare laddove in passato aveva fallito. La pena, in caso contrario, è la morte di sua moglie, attrice di successo.
La tanto agognata suspance, la cui entrata in gioco sarebbe auspicabile dalla fredda voce incorporea al di là di un auricolare, non arriva mai.
Gli intransigenti ordini, volti al normale proseguimento della serata e al risolvimento di eventuali intoppi nel piano, appartiene ovviamente a colui che tiene in pugno la situazione, interpretato in questo caso da un John Cusack di nuovo nelle vesti del villain, ma la cui interpretazione appare meno convincente rispetto al ruolo di Robert Hansen in "Il cacciatore di donne" di Scott Walker. Proprio grazie alla minaccia che incombe, il pianista Tom Seltznick, trionferà di fronte alla platea, pur venendo meno agli ordini impartiti, e così il film si risolve in un happy ending su tutti i fronti, e forse proprio per questo, non totalmente plausibile. A conclusione di intere sequenze giocate su primi piani e buona musica, vi è la rivalsa personale da parte del protagonista, non solo al fine di rinsaldare la propria reputazione, ma anche nei confronti dell'antagonista, sconfitto al punto cruciale e realmente (nonostante il confronto finale in seguito), proprio grazie alla superficialità del pubblico, il quale non avverte l'ultima nota errata nell'esecuzione.
In conclusione, un film che non centra pienamente il bersaglio, ma che anzi lascia molto il tempo che trova.
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flyanto
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venerdì 28 marzo 2014
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un concerto suonato tutto sotto tiro
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Film in cui si narra di un giovane e talentuoso pianista che dopo cinque anni di silenzio dovuto ad un blocco psicologico ritorna sul palco a suonare in un importante concerto. In realtà, più che per volontà propria il pianista è stato per lo più convinto, per non dire quasi "costretto", dalla moglie, una giovane attrice di successo, a calcare nuovamente il palcoscenico dopo anni di tormento. Nel corso del concerto, egli però si trova ad essere il bersaglio, insieme alla moglie, di uno psicopatico che li minaccia di uccidere se non riesce a portare a termine senza errori l'esecuzione di un famoso compositore, maestro e mentore del protagonista stesso.
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Film in cui si narra di un giovane e talentuoso pianista che dopo cinque anni di silenzio dovuto ad un blocco psicologico ritorna sul palco a suonare in un importante concerto. In realtà, più che per volontà propria il pianista è stato per lo più convinto, per non dire quasi "costretto", dalla moglie, una giovane attrice di successo, a calcare nuovamente il palcoscenico dopo anni di tormento. Nel corso del concerto, egli però si trova ad essere il bersaglio, insieme alla moglie, di uno psicopatico che li minaccia di uccidere se non riesce a portare a termine senza errori l'esecuzione di un famoso compositore, maestro e mentore del protagonista stesso. E così, tra la paura e la finta disinvoltura che il pianista deve dimostrare al pubblico affinchè questi non scopra la minaccia ed il pericolo incombente, egli conclude magnificamente la sonata, riuscendo anche alla fine a scoprire l'uomo della minaccia ed il motivo reale.
Eugenio Mira filma un thriller che esordisce bene ma che nel corso della vicenda si perde in una maniera abbastanza consistente. Infatti, non solo tutta la vicenda in sè risulta altamente improbabile e già per questo motivo di difficile accettazione, ma poi, con la scoperta anche del colpevole e della sua motivazione il racconto in sè risulta artificioso e poco credibile. Considerando poi che nel corso di tuta il film non vi è nulla di eclatante o di nuovo da rimarcare, direi, che in quest' occasione il regista ha sprecato una notevole opportunità.
Anche gli attori impiegati (Elijah Wood e John Cusak, per citarne solo due e tra i più conosciuti), solitamente egregi nei propri ruoli, qui risultano del tutto sprecati ed caratterizzati addirittura da una forma di recitazione quasi forzata.
L'unico elemento positivo e dunque altamente apprezzabile, a mio parere, è costituito dall'esecuzione di un consistente brano di musica per pianoforte che già di per sè vale come rappresentazione di un concerto e come motivazione di interesse.
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flyanto
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martedì 25 marzo 2014
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un concerto suonato tutto sotto tiro
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Film in cui si narra di un giovane e talentuoso pianista che dopo cinque anni di silenzio dovuto ad un blocco psicologico ritorna sul palco a suonare in un importante concerto. In realtà, più che per volontà propria il pianista è stato per lo più convinto, per non dire quasi "costretto", dalla moglie, una giovane attrice di successo, a calcare nuovamente il palcoscenico dopo anni di tormento. Nel corso del concerto, egli però si trova ad essere il bersaglio, insieme alla moglie, di uno psicopatico che li minaccia di uccidere se non riesce a portare a termine senza errori l'esecuzione di un famoso compositore, maestro e mentore del protagonista stesso.
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Film in cui si narra di un giovane e talentuoso pianista che dopo cinque anni di silenzio dovuto ad un blocco psicologico ritorna sul palco a suonare in un importante concerto. In realtà, più che per volontà propria il pianista è stato per lo più convinto, per non dire quasi "costretto", dalla moglie, una giovane attrice di successo, a calcare nuovamente il palcoscenico dopo anni di tormento. Nel corso del concerto, egli però si trova ad essere il bersaglio, insieme alla moglie, di uno psicopatico che li minaccia di uccidere se non riesce a portare a termine senza errori l'esecuzione di un famoso compositore, maestro e mentore del protagonista stesso. E così, tra la paura e la finta disinvoltura che il pianista deve dimostrare al pubblico affinchè questi non scopra la minaccia ed il pericolo incombente, egli conclude magnificamente la sonata, riuscendo anche alla fine a scoprire l'uomo della minaccia ed il motivo reale.
Eugenio Mira filma un thriller che esordisce bene ma che nel corso della vicenda si perde in una maniera abbastanza consistente. Infatti, non solo tutta la vicenda in sè risulta altamente improbabile e già per questo motivo di difficile accettazione, ma poi, con la scoperta anche del colpevole e della sua motivazione il racconto in sè risulta artificioso e poco credibile. Considerando poi che nel corso di tuta il film non vi è nulla di eclatante o di nuovo da rimarcare, direi, che in quest' occasione il regista ha sprecato una notevole opportunità.
Anche gli attori impiegati (Elijah Wood e John Cusak, per citarne solo due e tra i più conosciuti), solitamente egregi nei propri ruoli, qui risultano del tutto sprecati ed caratterizzati addirittura da una forma di recitazione quasi forzata.
L'unico elemento positivo e dunque altamente apprezzabile, a mio parere, è costituito dall'esecuzione di un consistente brano di musica per pianoforte che già di per sè vale come rappresentazione di un concerto e come motivazione di interesse.
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alex2044
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lunedì 24 marzo 2014
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un'occasione persa
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Ritmo e tensione ci sono ma il film ?
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marcomatta
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venerdì 21 marzo 2014
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tutto per una chiave
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Sinceramente non si capisce molto, fino alla fine si attende di capire il senso del film, salvo poi dopo un paio di morti e qualche ferito, che il motivo di tanta attesa è il ritrovamento di una misteriosa chiave.
Fortunatamente il film dura solo 90 minuti, e tra pop corn, una controllatina a whatsapp, qualche bacio alla morosa tra le note (non male) del pianista si arriva fino alla fine del film domandandosi perche non abbiamo scelto un altro film.
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brian77
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venerdì 21 marzo 2014
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noioso
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Regista mediocre, protagonista mediocre, voce fuori campo noiosissima. Questo film è un pasticcio soporifero. Con tanti bei thriller e polizieschi stranieri che restano inediti da noi perché avranno fatto uscire proprio questo mezzo fallimento? Misteri della distribuzione.
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spike
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giovedì 20 marzo 2014
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per piacere
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Brutto. Trama senza un filo logico, il pubblico ha un cervello... Lasciate perdere
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