Educazione siberiana

Salvatores tiene la tensione alle stelle, e regala minuti di ottimo cinema dalla perfetta regia, montaggio e interpretazioni. Senz'altro un film che sarà poco compreso dai bigotti di sinistra che si attendevano una malinconica storia alla Moretti, pronta a raccontare per l'ennesima volta la favola comunista, ed il triste passaggio al capitalismo, che invece è stato per i nostri siberiani solo lo sfondo di una storia, e non ipocritamente la storia lo sfondo (del messaggio subliminale). Bravo Gabriele, è così che si trasfonde un libro in un film, con pennellate d'arte, tanto cuore e poca politica. L'arte è bella in quanto arte! Purtroppo i soldi per ora li regala solo il leccaculismo, ma ci auguriamo che la prim [+]

Salvatores tiene la tensione alle stelle, e regala minuti di ottimo cinema dalla perfetta regia, montaggio e interpretazioni. Senz'altro un film che sarà poco compreso dai bigotti di sinistra che si attendevano una malinconica storia alla Moretti, pronta a raccontare per l'ennesima volta la favola comunista, ed il triste passaggio al capitalismo, che invece è stato per i nostri siberiani solo lo sfondo di una storia, e non ipocritamente la storia lo sfondo (del messaggio subliminale). Bravo Gabriele, è così che si trasfonde un libro in un film, con pennellate d'arte, tanto cuore e poca politica. L'arte è bella in quanto arte! Purtroppo i soldi per ora li regala solo il leccaculismo, ma ci auguriamo che la primavera intellettuale (e quella meteorologica per la Siberia) sia alle porte! [-]

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Questo è indubbiamente un film senza moralismi. Perciò invito tutti coloro che sentono di avere troppe certezze ad avventurarsi in film come questi, perchè è sicuramente a loro che possono dare molto. Sempre più nei film (di un certo livello) si tende a mostrare senza lasciar trapelare alcun giudizio, tutto si basa sull'osservazione: guarda, rifletti e impara qualcosa che sia solo tuo, perchè ognuno di noi è colpito e percepisce cose differenti, come viene detto anche nel film... il giusto non è mai esistito. Capire piuttosto che additare, vivremmo tutti meglio se si applicasse anche nella vita. Parliamo di criminali, ma chi sono i veri criminali? I siberiani o le forze armate? Siete così sicuri di avere la risposta? Una storia "vera" fatta di personaggi quasi eroici ai miei occhi. [+]

Questo è indubbiamente un film senza moralismi. Perciò invito tutti coloro che sentono di avere troppe certezze ad avventurarsi in film come questi, perchè è sicuramente a loro che possono dare molto. Sempre più nei film (di un certo livello) si tende a mostrare senza lasciar trapelare alcun giudizio, tutto si basa sull'osservazione: guarda, rifletti e impara qualcosa che sia solo tuo, perchè ognuno di noi è colpito e percepisce cose differenti, come viene detto anche nel film... il giusto non è mai esistito. Capire piuttosto che additare, vivremmo tutti meglio se si applicasse anche nella vita. Parliamo di criminali, ma chi sono i veri criminali? I siberiani o le forze armate? Siete così sicuri di avere la risposta? Una storia "vera" fatta di personaggi quasi eroici ai miei occhi. Il nonno come detentore di valori come le regole, il coraggio, il rispetto ( per che lo merita nelle regole ), la comunità, il disprezzo per il denaro. Pochi incoraggiano ancora tutto questo, le regole ormai sono paradossalmente considerate limitanti della libertà, il coraggio ha perso a favore della convenienza, il rispetto non sappiamo più come ottenerlo,e ormai siamo talmente individualisti da non sentirci appartenere più a nessun posto. Se non sai più chi sei non basteranno nemmeno i tatuaggi che hai addosso a dirtelo... e come dimenticare il Dio denaro che attanaglia la nostra società consumista/capitalista.  Gagarin invece è colui che ha voluto più di quanto il suo cuore potesse contenere, la sua bramosia lo ha eroso piano piano. Un bel ritratto di una gran parte della società odierna. Kolima è invece il buon osservatore, della vita come per i tatuaggi, è la vittoria della tradizione sull' ondata cinica e nichilista della modernità, un ragazzo così umano da innamorarsi della genuinità di una demente e così coraggioso da saper uccidere un amico. Non voglio incoraggiare la violenza ma nella retorica del film non si è tirato indietro dal suo destino. Chi alla fine non ha capito la bellezza di Xenja non ama nemmeno se stesso. é l'immagine dell'emozione pura di un bambino, della gioia e a volte della disperazione di combattere una guera dentro se stessi. Questo film ci fa accettare il dolore, ci fa tornare a credere in qualcosa e ci fa ascoltare qualcosa di diverso. Se ascoltiamo sempre le stesse cose saremo sempre uguali, la crescita è nella ricerca. Dunque secondo me questi criminali ci hanno insegnato molto di più di tanta bella gente. lasciando la violenza al contesto.
Auguro a tutti una buona visione. [-]

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Nonostante le belle immagine, e i bravi attori, e la bella fotografia, e la bravura del regista, la pellicola scontata. non ho letto il libro, quindi non posso fare paragoni, ma non mi è rimasto tanto.

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E' strano! Avevo riversato tanta enfatica attesa in questo film. Tanto anticipato entusiasmo! E ora la delusione è pari solo ai due sentimenti precedenti. Forse il libro di Lilin è troppo articolato, complesso, episodico per poter avere una giusta trasposizione cinematografica, ma comunque mi aspettavo di più. Molto di più. Ovviamente la prima delusione nasce dalla storia completamente stravolta. Un inizio saltellante su tre piani temporali (di cui uno, quello del protagonista nell'esercito russo, come nel secondo libro di Lilin "Caduta Libera", completamente fuori luogo), il tutto per cercare di condensare in pochi minuti gli assiomi del perfetto criminale siberiano. I protagonisti racchiusi in un dualismo scontato e da Far West anni Settanta, nel libro del tutto assente e che conduce ben lontani dall'intento narrativo dell'autore russo. [+]

E' strano! Avevo riversato tanta enfatica attesa in questo film. Tanto anticipato entusiasmo! E ora la delusione è pari solo ai due sentimenti precedenti. Forse il libro di Lilin è troppo articolato, complesso, episodico per poter avere una giusta trasposizione cinematografica, ma comunque mi aspettavo di più. Molto di più. Ovviamente la prima delusione nasce dalla storia completamente stravolta. Un inizio saltellante su tre piani temporali (di cui uno, quello del protagonista nell'esercito russo, come nel secondo libro di Lilin "Caduta Libera", completamente fuori luogo), il tutto per cercare di condensare in pochi minuti gli assiomi del perfetto criminale siberiano. I protagonisti racchiusi in un dualismo scontato e da Far West anni Settanta, nel libro del tutto assente e che conduce ben lontani dall'intento narrativo dell'autore russo. L'episodio del protagonista in prigione era nel libro una delle parti sì più dure, ma anche più intense e ammirevoli per forza, coraggio e lucidità, di una violenza lancinante. Nel film tutto questo è stravolto da immagini liriche di bambini disciplinati che raccolgono la neve da un abbaino posto in alto e che creano una comunità pacifica e solidale, lasciando fuori la violenza che lì li ha condotti. La delusione più grossa nasce comunque dallo stravolgimento del finale del libro : il regista e i suoi sceneggiatori sembrano a tutti i costi voler dare una loro morale, un loro senso etico ad una storia che, è inutile sottolinearlo, non gli appartiene. I protagonisti del libro di Lilin non sono i bambini di Ammaniti e come tali non devono essere trattati, troppo diverse sono le identità socio-culturali che li contraddistinguono. Era abbastanza scontato sin dalle prime pagine del libro. Bisogna però sottolineare come in ogni film di Salvatores qualcosa di buono si riesca sempre a trovare : la fotografia di Petriccione, asciutta ed esplicativa; l'interpretazione di Malkovich, convincente e misurata; quella di Eleanor Tomlinson, solare e sorprendente; la scena della giostra, tipica, se vogliamo, di un certo cinema caro a Salvatores, ma sempre emozionante e malinconica, sentimenti che al di là di tutto fanno bene al cinema. [-]

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 Film tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore russo Nicolai Lilin in cui viene raccontata la "filosofia di vita" a cui il ragazzo sin dall'infanzia è stato educato seguendo le regole ed i principi impartitigli dal nonno. Dedicandosi a furtarelli prima, azioni punitive dopo sino ad azioni criminali più serie ed all'omicidio vero e proprio il ragazzo trascorrerà in carcere anche un periodo della sua giovinezza sino al suo volontario esilio verso i paesi occidentali. Un destino che lo accomuna a molti  altri suoi compagni d'infanzia appartenenti alla stessa comunità, etnia e religione, sebbene a lui sembra essere riservato, tutto sommato, un destino migliore. [+]

 Film tratto dal romanzo autobiografico dello scrittore russo Nicolai Lilin in cui viene raccontata la "filosofia di vita" a cui il ragazzo sin dall'infanzia è stato educato seguendo le regole ed i principi impartitigli dal nonno. Dedicandosi a furtarelli prima, azioni punitive dopo sino ad azioni criminali più serie ed all'omicidio vero e proprio il ragazzo trascorrerà in carcere anche un periodo della sua giovinezza sino al suo volontario esilio verso i paesi occidentali. Un destino che lo accomuna a molti  altri suoi compagni d'infanzia appartenenti alla stessa comunità, etnia e religione, sebbene a lui sembra essere riservato, tutto sommato, un destino migliore. Molto semplificata rispetto alla trama originale del romanzo, questa pellicola comunque rende abbastanza chiaramente l'idea dei principi e degli ideali in base ai quali la gioventù siberiana prima del crollo del Muro e dell' influenza del mondo occidentale è cresciuta e maturata, seguendo ovviamente una morale del tutto particolare. Il protagonista riuscirà a salvarsi meno violenta e non più legata a delle tradizioni che ormai fanno parte di un passato ormai desueto ed anacronistico. Il personaggio principale di Kolima è tutto sommato un personaggio positivo per il quale non si può non avere una sorta di simpatia, ma messo a confronto con gli altri suoi compagni molto più immorali o, addirittura, amorali, si capisce anche il perchè ne esce in maniera più positiva. Azzeccata, direi, la scelta più o meno di tutti gli attori tra i quali spicca enormemente ed in maniera altamente carismatica John Malkovich nella parte del nonno. Insomma, un film, se non riuscito pienamente, comunque a grandi linee abbastanza interessante nella sua tematica. [-]

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Non son un critico esperto. Pero al mio avviso, il senso principale del film e molto buono e profondo. A parte la traduzione di doppiaggio a volte fa un po' ridere, perché evidentemente chi traduce non conosce il russo, che c'è un uso della terza persona un po' particolare. Per quanto riguarda sceneggiatura e buona ma un po' dispersiva, non so se è una scelta di regista, o di montaggio. Fino ad un certo punto, per una questione della durata degli episodi(soprattutto quando il protagonista si arruola nell'esercito per trovare il colpevole...), si perde un po' l'intensità del dramma.

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Attendevo con ansia l'uscita nelle sale di questo film, essendomi appassionata profondamente all'omonimo llbro di Nicolai Lilin; purtroppo, la delusione è stata profonda. Nel libro infatti vi è materiale straordinario, seppur effettivamente sovrabbondante per poter essere agevolmente trasposto sul grande schermo: la storia autobiografica di un ragazzo siberiano che viene cresciuto secondo lo straniante concetto di "giustizia" del proprio clan, secondo il quale è lecito aggredire, uccidere e derubare chiunque rappresenti il potere, mentre è doveroso mostrarsi rispettosi e generosi nei confronti degli altri membri della comunità trasmette un fascino antico assolutamente irresistibile. La ricchezza, nel libro, di situazioni intrecciate le une con le altre, personaggi, aneddoti anche minimi ma fondamentali per esemplificare ed approfondire le regole di vita della società siberiana fa sì che indubbiamente realizzare un film fedele a quanto narrato sia impresa titanica. [+]

Attendevo con ansia l'uscita nelle sale di questo film, essendomi appassionata profondamente all'omonimo llbro di Nicolai Lilin; purtroppo, la delusione è stata profonda. Nel libro infatti vi è materiale straordinario, seppur effettivamente sovrabbondante per poter essere agevolmente trasposto sul grande schermo: la storia autobiografica di un ragazzo siberiano che viene cresciuto secondo lo straniante concetto di "giustizia" del proprio clan, secondo il quale è lecito aggredire, uccidere e derubare chiunque rappresenti il potere, mentre è doveroso mostrarsi rispettosi e generosi nei confronti degli altri membri della comunità trasmette un fascino antico assolutamente irresistibile. La ricchezza, nel libro, di situazioni intrecciate le une con le altre, personaggi, aneddoti anche minimi ma fondamentali per esemplificare ed approfondire le regole di vita della società siberiana fa sì che indubbiamente realizzare un film fedele a quanto narrato sia impresa titanica. Salvatores dribbla il problema semplificando all'osso tanto i precetti della comunità siberiana, per lo più ridotti a semplici aforismi, quanto la psicologia dei personaggi, quanto (e questo a mio parere è il peccato più grave) le vicende che determinano l'arruolamento del protagonista Kolima, evento di importanza capitale poiché determina l'ingresso del ragazzo nelle fila di queli che, secondo l'alterata nozione di "buono" dei siberiani, sono i "cattivi" per eccellenza, indegni di ogni forma di rispetto. Nel film un evento tanto epocale viene giustificato con una banale storia di vendetta e giustizia, tra l'altro evidenziando un salto logico di dimensioni imbarazzanti: non risulta minimamente credibile che chi nei confronti di Xenia, adorabile ragazza labile di mente e quindi "voluta da Dio", ha mostrato affetto e istinto di protezione, tutt'a un tratto l'abbia aggedita brutalmente per puro spregio nei confronti delle regole della comunità (non posso entrare in ulteriori dettagli per evitare uno spoiler clamoroso). Anche gli attori a mio parere lasciano alquanto a desiderare, ma pare che, almeno nel caso dei ragazzi protagonisti, non si tratti di professionisti, quindi possono essere promossi per la loro prestazione; grandioso come sempre John Malkovich (da solo vale il biglietto!) nella parte dello ieratico portavoce delle regole di vita della comunità siberiana. Rimane soprattutto di positivo, così da giustificare le tre stelle di giudizio, lo stile registico di Salvatores, che indugia su immagini fortemente simboliche così da trasmettere un senso di staticità, di cristallizzazione di un'intera società destinata a scomparire; splendida a mio parere la fotografia, che con alternanza di luci calde e di biancori abbacinanti introduce lo spettatore nel gelo del paesaggio sovietico e nel calore della comunità che lo abita. [-]

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Un anziano criminale siberiano insegna al nipote le regole basilari di comportamento del vero criminale cioè o diare la polizia e non tenere denaro contante in casa. Il giovane nipote entra a far parte di una banda di ragazzi del luogo e farà la conoscenza con la figlia del dottore della cittadina che ha qualche problema mentale. La violenza subita da questa ragazza sconvolgerà definitivamente la vita dei ragazzi.
Non so se avessi letto il libro l'effetto sarebbe stato diverso; resta il fatto che alla fine del film si ha la netta sensazione di aver preso parte ad un'incompiuta. La parte dell'educazione criminale è ben fatta e Malkovich è perfetto per il ruolo del nonno criminale. [+]

Un anziano criminale siberiano insegna al nipote le regole basilari di comportamento del vero criminale cioè o diare la polizia e non tenere denaro contante in casa. Il giovane nipote entra a far parte di una banda di ragazzi del luogo e farà la conoscenza con la figlia del dottore della cittadina che ha qualche problema mentale. La violenza subita da questa ragazza sconvolgerà definitivamente la vita dei ragazzi.
Non so se avessi letto il libro l'effetto sarebbe stato diverso; resta il fatto che alla fine del film si ha la netta sensazione di aver preso parte ad un'incompiuta. La parte dell'educazione criminale è ben fatta e Malkovich è perfetto per il ruolo del nonno criminale. Poi la vita in strada dei ragazzini con le gioie e i dolori legati alla loro crescita e a singoli episodi della vita pare già vista e rivista. L'entrata in scena della figlia del dottore con tutto il carico di sentimenti ed emozioni che si porta dietro pare dare una nuova spinta propulsiva al film che si perde invece nel (piatto) finale. Infatti la caccia tra i due amici/nemici per vendicare la violenza subita dalla giovane ragazza appare quasi artificiosa e viene sviluppata sbrigativamente e senza troppo pathos. Insomma si può parlare di un film che vive di fiammate ma che nel bilancio finale si rivela sotto le aspettative. Certo Salvatores ha il merito di gettarsi in un genere a lui non familiare e con tutte le insidie della trasposizione cinematografica di un libro (fra l'altro in questa stagione stiamo assistendo ad un aumento esponenziale del fenomeno) e dovendo dirigere un cast straniero (come era successo a Tornatore nel suo splendido film). Da segnalare una bella colonna sonora fatta di musica tipica locale.
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Film molto bello, ottima fotografia, bravi TUTTI gli attori. Storia affascinante e interessante di un gruppo etnico in mondo a noi lontano ripreso in un momento di profondo cambiamento ovvero il passaggio da una vita tracciata da regole arcaiche all'impatto con il mondo occidentale dove gli aspetti negativi sono i primi ad attaccare la fragile dita di un gruppo di amici. Le emozioni sono pienamente trasmesse nelle scene e nelle musiche. Il film probabilmente meriterebbe 4 stelle ma vista la sconcertante superficialità con la quale qualche ragazzino ha (appioppato 1 stella(!) mi sento in dovere di, in qualche modo, bilanciare)

[+] non sono un ragazzino. ho 41 anni (di opidum) [ - ] non sono un ragazzino. ho 41 anni

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noiso lento mal diretto e con troppi buchi narrativi.
un occasione sprecata.

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