claudio4455
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domenica 24 novembre 2013
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un premio poco meritato... come sempre!
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Adele è una persona semplice, stupenda perchè ingenua e curiosa
Un grande contenitore di umanità e valori veri: l'amicizia, la sincerità, la trasparenza....
Un attrice di grande dote con una interpretazione vera e intensa che fatichi a distinguere tra recitazione e realtà
Il film è bello solo perchè c'è lei!!!!
Il resto un inutile spreco di scene che non danno grande risalto a una storia d'amore adolescenziale che sicuramente buona parte di noi ha vissuto esattamente uguale che siano state etero e omosessuali
L' innamoramento, l'amore e il lasciarsi sono momenti dello stesso percorso che hanno visto tutti noi coinvolti almeno una volta nella vita e sono sensazioni fortissime che riempiono e svuotano allo stesso
Ecco, tutto questo nel film non è stato reso, secondo me, con l'intensità e l'emozione ricevuta da tanti altri titoli magari meno premiati Uno per tutti che mi viene in mente ora "l'ultimo bacio"
Poi il sesso: una lunghissima sequenza di sesso che non credo abbia dato piu di un qualunque film porno dove anche li gli attori fingono ma solo per il fatto che si chiama porno ci scandalizzano e lo condanniamo
Queste scene giudicate intense e ricche di emozione in realtà hanno dato piacere prevalentemente al gusto di voierismo insito in ognuno di noi e abbiamo potute guardarle senza vergogna o maralismi perchè giustificati dal fatto che erano inserite in un film premiato
Anche kubrik ha fatto scene di sesso nel suo film con Tom Cruie e quelle, come molte altre in altri film, erano provocatorie ma mille volte più sensuali e provocanti di quelle di adele ed emma
Si dice che il regista ha provato e riprovato queste scene di sesso per oltre 10 giorni inquietando le protagoniste si trova ad avere un sacco di materiale con corpi avvinghiati lfemminili che fanno sesso.
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Adele è una persona semplice, stupenda perchè ingenua e curiosa
Un grande contenitore di umanità e valori veri: l'amicizia, la sincerità, la trasparenza....
Un attrice di grande dote con una interpretazione vera e intensa che fatichi a distinguere tra recitazione e realtà
Il film è bello solo perchè c'è lei!!!!
Il resto un inutile spreco di scene che non danno grande risalto a una storia d'amore adolescenziale che sicuramente buona parte di noi ha vissuto esattamente uguale che siano state etero e omosessuali
L' innamoramento, l'amore e il lasciarsi sono momenti dello stesso percorso che hanno visto tutti noi coinvolti almeno una volta nella vita e sono sensazioni fortissime che riempiono e svuotano allo stesso
Ecco, tutto questo nel film non è stato reso, secondo me, con l'intensità e l'emozione ricevuta da tanti altri titoli magari meno premiati Uno per tutti che mi viene in mente ora "l'ultimo bacio"
Poi il sesso: una lunghissima sequenza di sesso che non credo abbia dato piu di un qualunque film porno dove anche li gli attori fingono ma solo per il fatto che si chiama porno ci scandalizzano e lo condanniamo
Queste scene giudicate intense e ricche di emozione in realtà hanno dato piacere prevalentemente al gusto di voierismo insito in ognuno di noi e abbiamo potute guardarle senza vergogna o maralismi perchè giustificati dal fatto che erano inserite in un film premiato
Anche kubrik ha fatto scene di sesso nel suo film con Tom Cruie e quelle, come molte altre in altri film, erano provocatorie ma mille volte più sensuali e provocanti di quelle di adele ed emma
Si dice che il regista ha provato e riprovato queste scene di sesso per oltre 10 giorni inquietando le protagoniste si trova ad avere un sacco di materiale con corpi avvinghiati lfemminili che fanno sesso.... siamo sicuri che non servissero a lui per serate riservate o per aumentare il materiale per il mercato filmografico porno?
Adele comunque è fantastica sia per bellezza acqua e sapone che per capacità recitativa
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ermix54
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domenica 10 novembre 2013
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il blu è un colore caldo ?
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Cominciamo dal titolo del libro (strisce-fumetto) da cui è ispirata la storia. Effettivamente in molte scene importanti del film è presente tale colore quindi qualche significato lo si dovrebbe scoprire, ma l'impresa fra tantissime interpretazioni possibili è ardua.Quella che mi piace di più è che il blu esprime il bisogno di assoluto come l'amore della protagonista saprà esprimere in tante scene veramente coinvolgenti del film. Sono invece meravigliato dall'ingenuità dell'autrice del libro che leggo non è affatto soddisfatta della traslazione della sua storia. Ma come è possibile che dopo migliaia di "tradimenti" nel passaggio da libro a film ci sia ancora chi non riesce a capacitarsene.
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Cominciamo dal titolo del libro (strisce-fumetto) da cui è ispirata la storia. Effettivamente in molte scene importanti del film è presente tale colore quindi qualche significato lo si dovrebbe scoprire, ma l'impresa fra tantissime interpretazioni possibili è ardua.Quella che mi piace di più è che il blu esprime il bisogno di assoluto come l'amore della protagonista saprà esprimere in tante scene veramente coinvolgenti del film. Sono invece meravigliato dall'ingenuità dell'autrice del libro che leggo non è affatto soddisfatta della traslazione della sua storia. Ma come è possibile che dopo migliaia di "tradimenti" nel passaggio da libro a film ci sia ancora chi non riesce a capacitarsene. Nella maggior parte delle volte il film immiserisce-semplifica il contenuto, qualche volta da libri modesti escono film ottimi, il pareggio è un miracolo. Insomma per farla breve i due mezzi sono così differenti che una volta venduti i diritti cinematografici inizia tutta un'altra storia...
Il cibo: Adele dichiara di non essere mai sazia, ma preparandolo in generosissime dosi per gli amici dell'amante mostra che sa anche donare. Ci vogliamo vedere anche qui un simulacro di affetto di cui ha bisogno, ma che sa donare anche agli sconosciuti.
Citazioni o meglio ispirazioni da cui il film può aver attinto: a me viene immediatamente in mente Adele H per il bisogno disperato di affetto anche dalla persona che non ti vuole più, poi il rohmeriano "Il raggio verde" per il volersi accontentare di storie affettive mediocri e quindi di preferire la solitudine in attesa dello sguardo che ti fulmina. Per il finale grande la similitudine con Mulholland Drive, il dolore lancinante e perfino l'umiliazione cui si sottopone l'amante abbandonato.
Da maschio dico la mia anche sulle scene di sesso. Il regista ci conduce dentro l'intimità della loro storia e quindi ci costringe ad entrare nella loro camera, ognuno vive queste situazioni con la propria sensibilità ed imbarazzo, qualche momento ho chiuso gli occhi, scene necessarie, eccessive, non giudico, decisivo che il film regali veri ed intensissimi momenti di partecipazione emotiva. Siamo senz'altro difronte ad una storia forte e vera in tempi mediocri pieni di gente che si rappresenta. Averne film come questo, sopporto difetti ed eccessi.
Scuola: nel film vengono pronunciate significative e belle frasi sulla scuola per il suo ruolo decisivo nella formazione e della letteratura in particolare sull'educazione sentimentale degli adolescenti. E' singolare che Adele-maestrina insegni con un metodo decisamente antiquato, ma forse questo avrà avuto un significato che non ho colto da un regista che ha mostrato sempre interesse per il mondo della scuola.
Lille: la sento sempre descrivere come una delle città più tristi di Francia, ma ha un gran bell'albero, un enorme platano sotto il quale avvengono alcune scene più significative del film, se un giorno passo per Lille vado a salutarlo (l'albero:-).
Premi:Palme d'oro alle protagoniste, io le avrei date tutte e due ad Adele, anzi un palmeto intero, una palmetta di plastica ad Emma. Non all'attrice ovviamente che si è sbattuta quanto la protagonista principale, ma al personaggio. L'artista narcisa che succhia la vita alla sua amante-modella-musa ispiratrice e che scarica quando se ne stanca, anche perchè inadeguata culturalmente a reggere la sua corte di artisti(oidi) vanesi quanto lei.
Mi accomiato azzardando una spiegazione del perchè Emma tramuti in brevissimo tempo la passione in disprezzo per Adele. Adele rappresenta l'amore assoluto, senza compromessi, e ripensando alla scena del museo, capisco la rabbia di Emma per la sua incapacità di artista mediocre di rappresentarlo.
E&C
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flyanto
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venerdì 1 novembre 2013
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quant'è difficile e doloroso crescere
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Film largamente ispirato all'opera classica "La vie de Marianne" di Marivaux ed al fumetto "Le bleu est une couleur chaude" in cui viene rappresentata una "tranche" di vita di una giovane ragazza, di nome Adèle, poco più che adolescente dall'età di 15 anni a circa 6/8 anni dopo. Nel corso di quest'arco di tempo ella ricerca ed alla fine trova la propria collocazione individuale e la propria inclinazione sessuale, scoprendo di preferire le donne agli uomini. In questo suo percorso di conoscenza ed identificazione sarà determinante l'incontro con una ragazza poco più grande di lei di nome Emma con cui intreccerà una storia d'amore all'insegna della passione più bruciante sino alla definitiva rottura in seguito a percorsi differenti di crescita individuale che porteranno Adèle alla solitudine, almeno per il momento, ed Emma ad una nuova relazione sentimentale, meno passionale e quindi più equilibrata, con un'altra ragazza.
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Film largamente ispirato all'opera classica "La vie de Marianne" di Marivaux ed al fumetto "Le bleu est une couleur chaude" in cui viene rappresentata una "tranche" di vita di una giovane ragazza, di nome Adèle, poco più che adolescente dall'età di 15 anni a circa 6/8 anni dopo. Nel corso di quest'arco di tempo ella ricerca ed alla fine trova la propria collocazione individuale e la propria inclinazione sessuale, scoprendo di preferire le donne agli uomini. In questo suo percorso di conoscenza ed identificazione sarà determinante l'incontro con una ragazza poco più grande di lei di nome Emma con cui intreccerà una storia d'amore all'insegna della passione più bruciante sino alla definitiva rottura in seguito a percorsi differenti di crescita individuale che porteranno Adèle alla solitudine, almeno per il momento, ed Emma ad una nuova relazione sentimentale, meno passionale e quindi più equilibrata, con un'altra ragazza. Il film ha vinto la Palma d'Oro all'ultimo Festival del Cinema di Cannes l'anno scorso per la regia e per le due interpretazioni femminili e sono state due consacrazioni quanto mai meritate. Il regista tunisino Abdellatif Kechiche ancora una volta, come nel precedente "La schivata", rifacendosi alle pagine del suo autore classico preferito Marivaux, presenta il tema dell'amore in generale nelle sue più svariate sfaccettature: l'attrazione fisica, i primi turbamenti nonchè esitazioni, la nascita del sentimento amoroso, la passione travolgente e pure, ahimè, la triste fine di tutto ciò. Nell'opera precedente pende in esame una coppia etero sessuale, qui una omosessuale di donne, ma questo poco importa alla tematica che Kechiche affronta ed espone, perchè l'amore per lui è sempre uguale e dirompente in tutte le sue manifestazioni e pronto a spegnersi se per diverse motivazioni, come ad esempio la differenza di classe sociale o culturale, porta ad un' evoluzione e ad una crescita dell'individuo verso direzioni differenti. Il modo in cui Kechiche gira e riprende le scene è sempre secondo il suo modo di concepire il cinema, e cioè dilatando i dialoghi e le situazioni, indugiando con la macchina da presa su qualsiasi particolare e conducendo così lo spettatore ad assistere ai lunghi discorsi o ragionamenti pronunciati dai protagonisti od a guardare le scene estremamente dettagliate e precise riguardanti sia le azioni quotidiane più banali che quelle anche concernenti il sesso o comunque qualcosa che, come testimoniato dalla danza del ventre del suo precedente film "Cous Cous" od in altri frangenti della "Venere Nera", rappresenti l' irrompere di una grandissima fisicità. In quest'ottica, pertanto, nulla risulta eccessivo bensì perfettamente contingente e conforme al tutto. Le due belle protagoniste, fresche e sensuali allo stesso tempo, sono infine la testimonianza dell'ottima scelta di Kechiche per il ruolo da loro interpretato e la loro vincita a Cannes la meritata consacrazione della propria bravura artistica che le ha condotte ad impersonare in maniera quanto mai realistica e spontanea ed all'unisono due personaggi femminili così complessi e di difficile realizzazione. Insomma, una pellicola molto valida e pertanto altamente da consigliare, ma per nulla adatta a quella parte di pubblico, purtroppo, composto da persone benpensanti.
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jacopo b98
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domenica 3 novembre 2013
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una gigantesca storia d'amore e solitudine!
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Adele (Exarchopoulos) è una sedicenne normalissima, frequenta il liceo, ama terribilmente leggere, è bella, un po’ timida e sta passando la tipica tempesta ormonale. Fino a quando, per caso, non conosce Emma (Seydoux), studentessa dell’Accademia di Belle Arti ben conscia della propria omosessualità. Le due iniziano una relazione amorosa fatta di amore profondo e sincero e passione. Adèle termina gli studi e diventa insegnante d’asilo, Emma diventa pittrice e sceglie spesso la compagna come soggetto per le proprie opere. Tutto sembra andare bene. Finché le paure di tradimenti, ecc. ecc. non fanno naufragare la convivenza. Le due si separano e mentre Emma non fatica a trovare una nuova compagna, Adèle diventa sola e sconsolata, incapace di dimenticare il loro grande amore.
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Adele (Exarchopoulos) è una sedicenne normalissima, frequenta il liceo, ama terribilmente leggere, è bella, un po’ timida e sta passando la tipica tempesta ormonale. Fino a quando, per caso, non conosce Emma (Seydoux), studentessa dell’Accademia di Belle Arti ben conscia della propria omosessualità. Le due iniziano una relazione amorosa fatta di amore profondo e sincero e passione. Adèle termina gli studi e diventa insegnante d’asilo, Emma diventa pittrice e sceglie spesso la compagna come soggetto per le proprie opere. Tutto sembra andare bene. Finché le paure di tradimenti, ecc. ecc. non fanno naufragare la convivenza. Le due si separano e mentre Emma non fatica a trovare una nuova compagna, Adèle diventa sola e sconsolata, incapace di dimenticare il loro grande amore. Tratto dalla graphic novel di Julie Maroh Il Blu è un Colore Caldo, l’ultimo film di Kechiche ha vinto meritatamente e senza contestazioni la Palma d’Oro al Festival di Cannes, che è stata attribuita non solo al regista ma anche alle due protagoniste che quindi fondamentalmente si sono portate a casa anche il premio alle loro interpretazioni. È un romanzo di formazione fiume: centosettantanove minuti di film, che includono un arco di tempo di vari anni (e che passano in un batter d’occhio). È un film che fa girare la testa, che provoca un vero e proprio colpo di fulmine nello spettatore: come si può non innamorarsi di questo film bellissimo, dolce, triste e malinconico allo stesso tempo. È una celebrazione dell’amore. Non è un film sul lesbismo, preso come esempio, e comunque la sessualità di Adèle rimane un mistero, bensì un melò sotto il segno della solitudine. L’amore è visto come rimedio alla cosa peggiore che possa capitare: essere soli. E se Emma prima sta con Adèle e poi si consola con la sua nuova compagna; la protagonista non riesce a trovare rimedio alla sua eterna solitudine. Come dice nella tristissima scena del litigio che porterà alla separazione delle due: Ti ho tradito perché mi sentivo sola. Film lungo, non troppo prolisso, ma insistente e spinto, specie nelle lunghe sequenze erotiche tra le due interpreti, ma gli atti sessuali, di cui Kechiche non ci risparmia nulla sono visti come una celebrazione dell’amore e un antidoto alla solitudine; proprio per questo non c’è volgarità nella rappresentazione della passione femminile, ma solo una sincerità disarmante che non può non commuovere. Non è un film per ragazzi, proprio per le lunghe e ripetute scene di sesso spintissime ed estreme, ma è un’opera che forse proprio gli adolescenti dovrebbero vedere, per capire la vera essenza dell’amore e la violenza del distacco che porta alla solitudine, la malattia peggiore. Infine non si può non parlare delle due interpreti, Adèle Exarchopoulos, esordiente ventenne assolutamente STRA-OR-DI-NA-RIA, che ci regala la più grande performance femminile dell’anno e non solo; e Lea Seydoux, già apprezzata in altre pellicole francesi come Sister, molto brava, anche se non al livello della partner. Da vedere, rivedere, apprezzare e adorare. Andate a vedere La vita di Adele: vi resterà nel cuore.
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emylio spataro
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martedì 27 maggio 2014
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capolavoro saffico parnasiano
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Capolavoro saffico parnasiano, lungo (179 minuti), intenso, profondo, come l'orgasmo femminile. Mai come in questo coinvolgente film ho desiderato essere una donna lesbica, per quanto le donne sappiano amarsi in tutti e con tutti i sensi, con la testa, con il cuore, con il corpo. E qui c'e' un vero tripudio di splendidi corpi femminili in amore. Ma anche e sopratutto[+]
Capolavoro saffico parnasiano, lungo (179 minuti), intenso, profondo, come l'orgasmo femminile. Mai come in questo coinvolgente film ho desiderato essere una donna lesbica, per quanto le donne sappiano amarsi in tutti e con tutti i sensi, con la testa, con il cuore, con il corpo. E qui c'e' un vero tripudio di splendidi corpi femminili in amore. Ma anche e sopratutto primissimi piani di volti e dialoghi che scavano a fondo nell'anima. Tra due donne tutto e' amplificato fino all'ennesima potenza, gioia, piacere, dolore, molto più' che negli altri possibili abbinamenti uomo-donna, uomo-uomo, e altro...
Solo Almodovar ne "La ley del deseo" aveva osato tanto, e forse anche di più' ma con altro stile meno elegante, nell'indugiare con la macchina da presa sui corpi degli amanti , qui in lunghe e dettagliate scene di sesso lesbico ( ma nel prologo anche etero). Pare che i francesi piu' di altri sappiano fare cinema erotico-filosofico, restando nel territorio d'autore a milioni di anni luce dalla pornografia, seppur con sequenze di sessualità esplicita, subliminale e patinate. Per chi si chiede come facciano due donne a darsi piacere, questo gioiello può' rispondere in modo esaustivo. Nel secondo capitolo del film, con la stessa dovizia di particolari, si fotograferà' l'anima della bella protagonista adolescente, nella sofferenza amorosa dell'abbandono. E chiunque abbia amato davvero, e quindi necessariamente patito le pene dell'amor che a nullo amato amar perdona, si riconoscerà' nelle lacrime amare di Adele.
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tomdoniphon
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domenica 18 maggio 2014
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una meritata palma d'oro a cannes
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Adele è adolescente e non ha alcun dubbio sulla propria sessualità, fino a quando incontra Emma, una ragazza dai capelli blu: tra le due nascerà un amore travolgente che, però, non durerà. Palma d'oro a Cannes 2013, il film non è stato da tutti apprezzato. Parte del pubblico e della critica (soprattutto italiana) hanno trovato il film eccessivamente lungo (dura quasi tre ore) ed eccessive (sempre con riguardo alla durata) alcune scene (come quella del primo rapporto sessuale tra le due ragazze). A parere di chi scrive, queste critiche danno mostra di non considerare che il film costituisce la massima espressione del cinema di Kechiche (si veda "Cous Cous"), inimitabile nella sua capacità di mostrare (meglio, di "entrare" nei) pensieri dei personaggi, nei loro sentimenti ed emozioni, tramite una macchina da presa "incollata" agli attori: in quest'ottica, la durata del film (e di determinate scene) è assolutamente necessaria, anche, e soprattutto, per spiegare e raccontare la differenza di emozioni e di ambizioni delle due protagoniste (che di fatto porterà alla rottura del loro rapporto).
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Adele è adolescente e non ha alcun dubbio sulla propria sessualità, fino a quando incontra Emma, una ragazza dai capelli blu: tra le due nascerà un amore travolgente che, però, non durerà. Palma d'oro a Cannes 2013, il film non è stato da tutti apprezzato. Parte del pubblico e della critica (soprattutto italiana) hanno trovato il film eccessivamente lungo (dura quasi tre ore) ed eccessive (sempre con riguardo alla durata) alcune scene (come quella del primo rapporto sessuale tra le due ragazze). A parere di chi scrive, queste critiche danno mostra di non considerare che il film costituisce la massima espressione del cinema di Kechiche (si veda "Cous Cous"), inimitabile nella sua capacità di mostrare (meglio, di "entrare" nei) pensieri dei personaggi, nei loro sentimenti ed emozioni, tramite una macchina da presa "incollata" agli attori: in quest'ottica, la durata del film (e di determinate scene) è assolutamente necessaria, anche, e soprattutto, per spiegare e raccontare la differenza di emozioni e di ambizioni delle due protagoniste (che di fatto porterà alla rottura del loro rapporto).Un'opera davvero imperdibile, emozionante e toccante come il cinema da tempo non sapeva regalarci. Meritata, quindi, la Palma d'oro a Cannes, in un anno (il 2013), tra l'altro, in cui i capolavori non sono certo mancati (basti citare "Venere in pelliccia" di Polanski e "il passato" di Farhadi).
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aloisa clerici
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martedì 12 novembre 2013
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un nuovo modo di raccontare una storia al cimena.
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Abdelatif Kechiche è un regista di origini tunisine che già accese l’attenzione di pubblico e critica per La schivata e Cous Cous( Grand Premio della Giuria a Venezia 2007). Poi, l’atteso Venere nera, deluse le aspettative. Oggi, Kechiche torna a volare alto con La Vie d’Adele (Capitoli 1 et 2), dove si conquista saldamente la Palma d’Oro 2013 di Cannes. Un capolavoro del cinema destinato a cambiarne la storia. Nella trama nessuna novità, è una storia d'amore quasi banale, come se ne sono viste tante nel nostro mestiere di spettatori troppo spesso annoiati. Un amore tra donne, d’accordo, ma il tema sessuale finalmente non si sofferma sulla questione omo/etero, non diventa oggetto politico, né è giudicante; è più un binario narrativo dove si svelano raffinatissimi dettagli.
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Abdelatif Kechiche è un regista di origini tunisine che già accese l’attenzione di pubblico e critica per La schivata e Cous Cous( Grand Premio della Giuria a Venezia 2007). Poi, l’atteso Venere nera, deluse le aspettative. Oggi, Kechiche torna a volare alto con La Vie d’Adele (Capitoli 1 et 2), dove si conquista saldamente la Palma d’Oro 2013 di Cannes. Un capolavoro del cinema destinato a cambiarne la storia. Nella trama nessuna novità, è una storia d'amore quasi banale, come se ne sono viste tante nel nostro mestiere di spettatori troppo spesso annoiati. Un amore tra donne, d’accordo, ma il tema sessuale finalmente non si sofferma sulla questione omo/etero, non diventa oggetto politico, né è giudicante; è più un binario narrativo dove si svelano raffinatissimi dettagli.Adele, (Adele Exarchopulos) è un’adolescente che vive le sue prime esperienze con i ragazzi, ma nonostante il rapporto con Thomas, sente mancare qualcosa. Vive con tormento e confusione la scoperta della sua identità sessuale tipica dell’età fiorente e non afferra ancora con esattezza cosa sia il desiderio, finché non rimane letteralmente folgorata dal fascino di Emma (straordinaria interpretazione di Lea Seydoux), una ragazza dai capelli blu. Sullo schermo scorre il pulsare viscerale della vita, dove il vero protagonista è il corpo di Adele, le sue labbra, i suoi occhi, e lo spettatore cammina sulla sua pelle, è portato a ricercare un contatto nei primi piani, a scostare con un gesto il ciuffo di capelli che le cade insistentemente davanti agli occhi, ad asciugarle le lacrime e perfino le mucose che si espandono sul viso dopo il pianto, a pulirle la bocca imbrattata di sugo al pomodoro… Una continua sfida alla partecipazione di un realismo sincero e diretto e a tratti davvero struggente. La sensorialità amplificata pone l’accento su rumori, sussurri, e le scene di sesso, (mai gratuite), sono le più lunghe ed esplicite che la storia del cinema abbia mai proposto. Anche qui massimo realismo, nessuna finzione. La grande opportunità sta anche nel sensibilizzare un pubblico benpensante e pudico all'uso di un linguaggio filmico diverso, più ardito ma autentico, più esplicito e mai volgare, che non manca di profondità e sentimento.L’eleganza del film sta soprattutto nella minuzia, nella delicatezza con cui sono trattati alcuni particolari, come per esempio, le citazioni pittoriche, chiari riferimenti a celebri icone della storia dell’arte che gli spettatori più virtuosi sapranno identificare. Il colore blu (il colore della sessualità sacra), che dall’incontro con Emma, scorre lento lungo la pellicola, denso come un liquido che si espande in ogni angolo della superficie. Il gioco degli opposti: la divisione in due parti del film, (passato e presente), due tipologie caratteriali differenti (introvensione/estroversione); due culture (modestia/ambizione), Adele è di famiglia semplice e vuole fare la maestra, Emma proviene dal mondo intellettuale, è una emancipata e promettente artista. La vita di Adele è un tributo all’arte, come coraggiosa portatrice di bellezza e verità. Un inno alla vita, attraverso la perpetua trasformazione dei sentimenti umani, dove la tenerezza riesce ancora a commuovere.
Aloisa Clerici
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cinemania
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martedì 17 marzo 2015
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noia mortale
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Mi domando come fa la gente a dire che questo sia un film bellissimo, in alcuni casi ho sentito anche il termine ''capolavoro''. Non giudico i gusti degli altri, però una volta che avete detto che è bellissimo basta e avanza, i capolavori sono altri e andateveli a vedere. Analizziamo questa palla assurda: il film dura tre ore (?!) grosso modo e di queste tre ore 90 min. sono dialoghi interminabili e 90 min. sono caratterizzati dal niente. Vediamo Adele nei primi 45 min. che cammina per la città con questa faccia da caciotta, gli occhi a pesce lesso e la bocca perennemente aperta. Il regista ha scelto la protagonista Adele Excharchopoulos (spero di averlo scritto bene) per come mangiava.
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Mi domando come fa la gente a dire che questo sia un film bellissimo, in alcuni casi ho sentito anche il termine ''capolavoro''. Non giudico i gusti degli altri, però una volta che avete detto che è bellissimo basta e avanza, i capolavori sono altri e andateveli a vedere. Analizziamo questa palla assurda: il film dura tre ore (?!) grosso modo e di queste tre ore 90 min. sono dialoghi interminabili e 90 min. sono caratterizzati dal niente. Vediamo Adele nei primi 45 min. che cammina per la città con questa faccia da caciotta, gli occhi a pesce lesso e la bocca perennemente aperta. Il regista ha scelto la protagonista Adele Excharchopoulos (spero di averlo scritto bene) per come mangiava. Ci sono scene in cui lei mangia panini, spaghetti, beve ecc. Per mezz'ora di film mangia, poi c'è una scena di sesso col suo ragazzo (col quale è legata sentimentalmente anche nella vita) e poi l'incontro con Emma arriva dopo TRE QUARTI D'ORA. Nei primi 45 min. il vuoto, poi si conoscono, s'innamorano, fanno l'amore o sesso (decidete voi), poi entrano in rotta di collisione, Adele va a letto con un collega conosciuto a scuola dove lavora, Emma e Adele si lasciano, si rivedono tempo dopo ed è tutto finito, lei nel finale cammina sul marciapiede e partono i titoli di coda. La camminata di Adele è stata girata 100 volte (occhio agli zeri). Il regista si dice che sia stato un po' pignolo (all'anima) e che alla fine delle riprese si era ritrovato con 800 ore di film girato (rendiamoci conto), praticamente un film lungo un mese. Penso solo a quei poveretti dei montatori che si sono dovuti visionare tutto quel materiale e hanno dovuto iniziare la scrematura di tutto il girato (forse i montatori avevano picchiato da piccolo il regista ed ecco la vendetta). Il regista, Abdellatif Kechiche, Cardneade tunisino, ha fatto Bingo vincendo la Palma d'oro a Cannes 2 anni fa per questa rottura interminabile di cocotes. Mi domando dove stia andando a finire il cinema (quello vero), considerando il fatto che quell'anno in lizza per la Palma d'oro c'era anche ''La grande bellezza'' di Sorrentino e hanno fatto vincere due lesbiche che fanno sesso per 10 min. di seguito, ma per favore. Le scene di sesso sono l'altra nota ridicola di questo film: se avete visto la pellicola, fate caso alla prima scena di sesso tra Emma e Adele che dura 6-7 min. (?!), poi verso un'ora e trenta c'è un'altra scena (2 min. più o meno) che ha la stessa identica location della prima. Il montaggio di queste scene è stato fatto coi piedi, i piani sequenza di tali scene sono un insulto a come si tiene in mano una macchina da presa. Poco fa ho detto che il regista ha scelto Adele per come mangia, meno male che non l'ha scelta per come recita (imbarazzante) e o per come apocs (rovesciatelo e avrete la soluzione). Insomma se volete buttare tre ore della vostra vita vedetelo, altrimenti impiegate quelle tre ore per fare qualcosa di meglio. La protagonista ha 15 anni e questa, con l'età che si ritrova, ha bruciato tutte le tappe, è già una donna vissuta. Sta col ragazzo, poi ci si lascia, conosce Emma, ci si mette e ci si lascia, frequenta l'università, trova lavoro, anche questa altra incongruenza galattica, comunque contento il regista. Una delusione colossale. Voto 3
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5imona
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giovedì 6 marzo 2014
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dubbi...
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Sono andata a vedere questo film spinta dai riconoscimenti cinematografici e senza alcuna cognizione di quella che fosse la storia narrata nel fumetto, se non quanto riportato dalle trame su internet e visibile dai trailer.... e non so quanto questo sia stato un bene o un male.
Sinceramente non sono sicura di aver compreso quale fosse l'intento del regista nel narrare questa storia, ma io ho visto la storia di una ragazza e della sua vita, vissuta con un costante e profondo senso di disagio alla continua (e introvabile) ricerca del suo posto nel mondo!
E fin qui bella trama.
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Sono andata a vedere questo film spinta dai riconoscimenti cinematografici e senza alcuna cognizione di quella che fosse la storia narrata nel fumetto, se non quanto riportato dalle trame su internet e visibile dai trailer.... e non so quanto questo sia stato un bene o un male.
Sinceramente non sono sicura di aver compreso quale fosse l'intento del regista nel narrare questa storia, ma io ho visto la storia di una ragazza e della sua vita, vissuta con un costante e profondo senso di disagio alla continua (e introvabile) ricerca del suo posto nel mondo!
E fin qui bella trama... ma lo sviluppo di questa storia onestamente non l'ho proprio compreso!
Cominciamo con aspetti che secondo me sono rimasti incompiuti, non approfonditi, come per esempio il rapporto con l'amico omosessuale (che all'inizio sembra fargli da guida e poi durante il corso della storia sparisce), il rapporto con la sua famiglia, come hanno reagito, come si sono lasciati.... non capisco perchè toccare dei personaggi che iniziano con delle interelazioni importati con lei per poi farli sparire così nel nulla, durante il corso del film... credo che se una cosa la inzia poi la devi anche finire!
Parliamo poi degli interminabili istanti di ripresa in cui Adele dorme, Adele mangia, Adele piange e Adele fa l'amore, che si ripresentano ciclicamente in sequenza durante tutto il film.... sinceramente, posso capire che un regista voglia essere iperrealista a tutti i costi, fino in fondo, ma tutti questi passaggi erano noiosamente interminabili e oltretutto, sempre a mio parere, non hanno dato nulla di più a quello che il film stava già esprimendo.... se non farmi quasi addormentare insieme ad Adele mentre dorme nel suo letto e farmi sentire (credo insieme al resto della sala) profondamente a disagio mentre mi ritrovo a guardarla durante i suoi interminabili amplessi che sembravano propri più di un film a luci rosse... ci credo che il film è durato tre ore!!
Riguardo le scene di sesso tengo a sottolieare che non mi esprimo per senso del pudore, ma credo che, indipendentemente che si tratti di omo o eterosessuali, abbiano tolto quello che di più amo del cinema... farmi sognare e volare con la fantasia perchè oggettivamente hanno tolto ogni spazio all'immaginazione... più esplicito di così non poteva essere!
Forse il regista voleva esprimere la stessa materialità e voracità che Adele aveva nel mangiare e nel dormire scomposta nel letto anche nella sfera sessuale, ma credo che abbia decisamente calcato la mano perchè dopo il primo minuto il messaggio penso fosse stato già recepito da chiunque!
Per concludere, un altro aspetto totalmente incomprensibile è l'arco temporale degli accadimenti.
Passavano anni tra una scena e l'altra senza che ce ne rendissimo conto, se non poi cogliere dei dettagli, come per esempio l'amica intellettuale di Emma che prima è incinta a poi a un certo punto ha una figlia che zampetta qua e là, che ti fanno capire l'andamento temporale della storia.
Secondo me capire se le vicende si sviluppano nel giro di un anno piuttosto che dieci è molto significativo per la comprensione dell'importanza della storia di Adele e Emma.
Il film quindi non mi ha convinta affatto e non credo che mi cimenterò nuovamente nel rivederlo per cercare di capirlo meglio... una volta è stata più che sufficiente!
Comunque resta una mia personale opinione che spero non leda la sensibilità di tutti i grandi critici che ne hanno tessuto le migliori lodi.
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claudiofedele93
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giovedì 2 gennaio 2014
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la straordinaria vita di adèle!
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Tratto dall’omonimo libro e presentato in concorso al Festival di Cannes 2013, in un primo momento quasi sottovalutato dalla critica, La Vita di Adele – Capitoli 1 & 2 è riuscito, alla fine del concorso, ad aggiudicarsi la Palma d’Orocome miglior film, seguito immediatamente da un numero notevole di curiosi e giornalisti i quali, assaporata la pellicola di Abdellatif Kechiche, non hanno potuto far a meno di spingere l’attenzione del grande pubblico sugli aspetti più “osé” del lungometraggio francese.
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Tratto dall’omonimo libro e presentato in concorso al Festival di Cannes 2013, in un primo momento quasi sottovalutato dalla critica, La Vita di Adele – Capitoli 1 & 2 è riuscito, alla fine del concorso, ad aggiudicarsi la Palma d’Orocome miglior film, seguito immediatamente da un numero notevole di curiosi e giornalisti i quali, assaporata la pellicola di Abdellatif Kechiche, non hanno potuto far a meno di spingere l’attenzione del grande pubblico sugli aspetti più “osé” del lungometraggio francese. Eppure, in tutta onestà, guardare Le Vie d’Adèle come un film che punta solo ed esclusivamente allo scandalo, alla morbosità e al nudo femminile inteso come mezzo di intrattenimento gratuito sarebbe davvero un grave errore, così al tempo stesso etichettarlo come una “normalissima” storia d’amore saffico, appellativi che sono stati dati a quest’ultimo ingiustamente da alcuni membri della stampa europea.
La due attrici (Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos) che vestono i ruoli delle giovani protagoniste, riescono a mettere in scena in modo convincente la tormentata e passionale storia d’amore tra Adele e Emma, l’una studentessa in un liceo di Lille, l’altra artista che studia alle belle arti. Sullo schermo sia la Seydoux che laExarchopoulos danno indubbiamente prova della loro bravura non accusando mai della durata del lungometraggio, che rimane considerevole dato che si parla di quasi tre ore di lunghezza e lasciamo a voi immaginare quante siano state le riprese fatte durante la produzione, né perdendo di credibilità nelle scene di nudo e sesso che sottolineiamo, ancora una volta, non danno mai l’impressione di essere inserite a caso né di disturbare lo spettatore. Certo, calarsi in questa storia non deve essere stato semplice, non tanto per la vicenda in sé, piuttosto per come essa viene raccontata e approfondita. Kechiche parla dell’amore tra due donne come una cosa naturale, una delle tante facce della passione, non premendo assolutamente sulla morbosità né ricercando quel vago senso di proibito e di conseguenza La Vita di Adèle si manifesta come un percorso umano attraverso il quale la protagonista deve capire chi sia davvero, cosa desidera dagli altri e da se stessa e cosa veramente la realizzi nella sua vita. Una pellicola a due voci, con due donne completamente differenti e sempre in mutamento, l’una che troverà il benessere e la serenità attraverso l’arte l’altra attraverso l’amore e l’affetto che prova verso la sua compagna a cui cercherà sempre più di aggrapparsi e da cui ne rimarrà segnata in eterno.
La Vita di Adèle è una pellicola che gode di un fascino proprio, dove ogni particolare ha una sua valenza ed importanza a cominciare dal colore dei capelli di Emma, quel blu così acceso che poi rappresenterà non solo una tinta, ma l’essenza stessa della persona per Adèle, la quale continuerà incessantemente, anche nei momenti più bui, più tristi e soli a cercare la sua amica, la sua donna, il suo amore, nei colori, magari immergendosi nel mare o vestendo un particolare vestito. Un film, se è consentito dire, fisico, fatto di corpi ricchi di bellezza, in continuo movimento e sempre avvinghiati dove sulla scena raggiungono a volte una bellezza quasi pittorica. Kechiche dipinge così il suo film più bello fino ad ora, lo fa girando la più classica delle storie e cercando di scavare affondo tra la mente di due persone, non dimenticandosi di riempire il suo quadro di tutti quei pregiudizi e fobie che le persone hanno nei confronti degli omosessuali, non passando in rassegna tutte quelle piccole cose che compongono la vita di tutti i giorni, da un semplice pranzo ad una manifestazione in piazza colma di persone, ma sopratutto riuscendo, in tutto questo, a mettere in luce in modo assolutamente naturale e sereno una storia, incredibile ed allo stesso tempo non più eccezionale di altre, d’amore che trascina lo spettatore in ogni momento grazie anche alle attrici che danno, senza mezzi termini, il loro meglio sulla scena in ogni inquadratura rivelandosi straordinarie. Tra riferimenti all’arte, alla pittura, alla filosofia, alla storia, alla mitologia e alla continua ricerca di capire chi siamo davvero in fondo e cosa veramente ci renda felici, quale sia il prezzo che dobbiamo pagare per esserlo, La Vita di Adèle è senza ombra di dubbio uno dei più bei film dell’anno 2013 e nella sua normalità risiede la sua sfumatura più sublime.
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