alex2044
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sabato 15 febbraio 2014
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august , osage county ,per chi cerca l'atmosfera .
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Un bel film . Un cast di attori notevoli .Un'atmosfera che mantiene l'interesse fino alla fine . Il film migliora con il passare dei minuti e questo è un pregio raro .Troppo spesso partenze buone se non ottime si spengono poco per volta . Forse un difetto consiste nel fatto che l'atmosfera è più comprensibile per un americano che non per un europeo . Il titolo originale August , osage countyspiega meglio l'essenza del film . Un film che merita di essere visto e non solo per la bravura degli attori .
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luciacinefila
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martedì 11 febbraio 2014
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un eccellente virtuosismo recitativo ...........
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Possiamo elogiare la bravura delle attrici, possiamo senza dubbio ammirare la fotografia con i suoi immensi e solitari spazi, possiamo senza timore di smentita alcuna apprezzare il cast ed il suo affiatamento e potremmo quasi certamente scommettere sull'ottenimento di una statutetta alla prossima notte degli Oscar....ma ciò che non posso assolutamente affermare è che questo film mi abbia trasmesso qualcosa...NO..in effetti non mi ha emozionato si tratta di una sorta di palcoscenico ove gli attori sono impegnati a dare il massimo di sè per ottenere la palma del più bravo del più virtuoso del più "maturo" una gara che però lascia lo spettatore ...semplice "spettatore" senz 'altro aggiungere, se non il tentativo, da parte di chi così è relegato ad una mera e passiva visione, di decretare appunto LA MIGLIORE ATTRICE fra i due "mostri Sacri"(la Streep e la Roberts)che non perdono occasione per fronteggiarsi artisticamente lungo tutto il lentissimo scorrere del film.
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Possiamo elogiare la bravura delle attrici, possiamo senza dubbio ammirare la fotografia con i suoi immensi e solitari spazi, possiamo senza timore di smentita alcuna apprezzare il cast ed il suo affiatamento e potremmo quasi certamente scommettere sull'ottenimento di una statutetta alla prossima notte degli Oscar....ma ciò che non posso assolutamente affermare è che questo film mi abbia trasmesso qualcosa...NO..in effetti non mi ha emozionato si tratta di una sorta di palcoscenico ove gli attori sono impegnati a dare il massimo di sè per ottenere la palma del più bravo del più virtuoso del più "maturo" una gara che però lascia lo spettatore ...semplice "spettatore" senz 'altro aggiungere, se non il tentativo, da parte di chi così è relegato ad una mera e passiva visione, di decretare appunto LA MIGLIORE ATTRICE fra i due "mostri Sacri"(la Streep e la Roberts)che non perdono occasione per fronteggiarsi artisticamente lungo tutto il lentissimo scorrere del film. Non un sussulto non una emozione...lo potrei definire un film ASETTICO..come una sala operatoria...tutto così perfetto eppure così vuoto di contenuti.
Sicuramente da non perdere per chi non vuole "perdere" l'occasione di commentare un film che stà già incantando le platee italiane( e mi chiedo come mai....), in ogni caso da tenere in debita considerazione a mò di finalità istruttive per chi intenda abbracciare la dura professione dell'attore....... direi il classico esempio di scuola!!!!
In ogni caso anche questo è CINEMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Buona visione
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[+] ottima critica
(di light one)
[ - ] ottima critica
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claudia porrello
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lunedì 10 febbraio 2014
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sguardi allo specchio
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Un incontro / scontro genrazionale notevole tra due attrici impeccabili sullo schermo, circondate da un "coro" di personaggi che le aiutano a sostenere magistralmente la piece teatrale da cui è tratto il film. Julia/Barbara e Meryl/Violet si guardano allo specchio, accorgendosi di non essere poi così diverse.
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chris_leo
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lunedì 10 febbraio 2014
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genitori che scaricano la propria merda sui figli
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Il trailer è ingannevole: avrebbe dovuto contenere almeno qualche secondo delle orribili liti e perfidie che i personaggi si lanciano l'uno addosso all'altro.
Questa storia è un concentrato di schifo, ma con una strutturazione psicologica coerente e una performance attoriale notevole delle protagoniste, abbastanza per far urlare ai critici "Al capolavoro!", ma pare incompiuta e con la pretesa di un messaggio morale finale che non sta in piedi.
La trama si può riassumere come: questa orribile donna e la sua omertosa sorella hanno avuto un'infanza orrenda e ritengono giusto e doveroso rendere penosa la vita dei propri figli. Ovviamente i figli hanno internalizzato il meccanismo e quindi senza nemmeno rendersene conto fanno di tutto per rimanere infelici, loro e chi sta loro attorno.
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Il trailer è ingannevole: avrebbe dovuto contenere almeno qualche secondo delle orribili liti e perfidie che i personaggi si lanciano l'uno addosso all'altro.
Questa storia è un concentrato di schifo, ma con una strutturazione psicologica coerente e una performance attoriale notevole delle protagoniste, abbastanza per far urlare ai critici "Al capolavoro!", ma pare incompiuta e con la pretesa di un messaggio morale finale che non sta in piedi.
La trama si può riassumere come: questa orribile donna e la sua omertosa sorella hanno avuto un'infanza orrenda e ritengono giusto e doveroso rendere penosa la vita dei propri figli. Ovviamente i figli hanno internalizzato il meccanismo e quindi senza nemmeno rendersene conto fanno di tutto per rimanere infelici, loro e chi sta loro attorno.
Non c'è disvelazione di questo circolo perverso, i personaggi vanno avanti a insultarsi, a sentirsi vittimi, a mortificare figli e compagni. Non uno si salva. Verso il finale la regia vorrebbe farci credere che ci sia una liberazione, che è l'abbandono a sè stessa di quell'insopportabile stronza della madre da parte delle figlie, una madre ormai invalida e drogata. Ma qualsiasi psicologo, uomo di fede, o persona minimamente saggia sa che non è così che ci si libera dalle catene dei genitori.
Pesante il film, morale dubbia. Non posso consigliarlo solo perché ha bravi attori.
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gerardo monizza
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lunedì 10 febbraio 2014
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grande cast per un film mancato
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I segreti di Osage County di John Wells – Urlare - [6/10]
Basta poco nelle famiglie cosiddette perbene a scatenare un putiferio, ma nei film “I segreti di Osage County” 2013 di John Wells, l’occasione è davvero grossa. Il capofamiglia, scrittore è poeta, muore. Forse suicida. La famiglia si riunisce per il funerale e la tradizionale cena, dopo la cerimonia, si trasforma in una tragedia di parole. Tutte urlate.
Urlare è una forma di difesa che le tre figlie del defunto attivano contro la madre: malata, drogata e donna impossibile. Urlano le tre figlie: Barbara (un’intensa e tesissima figlia maggiore cui dà forma e voce Julia Roberts), gridano Juliette Lewis (Caren) e Julianne Nicholson (Ivy); strepitano (soprattutto Barbara) per contrastare la cattiveria (e le verità) che la madre Violet vomita loro addosso.
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I segreti di Osage County di John Wells – Urlare - [6/10]
Basta poco nelle famiglie cosiddette perbene a scatenare un putiferio, ma nei film “I segreti di Osage County” 2013 di John Wells, l’occasione è davvero grossa. Il capofamiglia, scrittore è poeta, muore. Forse suicida. La famiglia si riunisce per il funerale e la tradizionale cena, dopo la cerimonia, si trasforma in una tragedia di parole. Tutte urlate.
Urlare è una forma di difesa che le tre figlie del defunto attivano contro la madre: malata, drogata e donna impossibile. Urlano le tre figlie: Barbara (un’intensa e tesissima figlia maggiore cui dà forma e voce Julia Roberts), gridano Juliette Lewis (Caren) e Julianne Nicholson (Ivy); strepitano (soprattutto Barbara) per contrastare la cattiveria (e le verità) che la madre Violet vomita loro addosso. Tuttavia, se la madre è una “stronza” (testuale, come Barbara ripete spesso) le figlie non lo sono meno, ma in modo differente: più sottile e altrettanto malvagio.
Il film narra una storia di cattiverie incrociate, di sentimenti deboli, di rapporti finiti. Le figlie non amano la madre e sono – ovviamente – ricambiate; non amano i propri uomini che – disincantati e a sentir loro persino giustificati – si consolano altrove; le donne del gruppo non sanno amare (come Jean) o come Ivy finiscono col rifugiarsi in una relazione impossibile, “geneticamente” impraticabile.
Il disastro familiare era nell’aria da anni e solamente la lontananza sembrava averne diminuito la portata.
L’esplosione nasce dalla scintilla scatenata da una madre astiosa e vendicativa; una donna senza amore e disillusa; una madre senza speranza; una moglie non amata; una femmina persino avida. Ciò non poteva che condurre alla chiusura di un rapporto tra i vari elementi. Tutti negativi. Tuttavia, nel film, tutti bravissimi.
Meryl Streep prende la scena ad ogni inquadratura e riesce a non farsi odiare dallo spettatore anche se il suo personaggio è sempre sopra le righe e mette a disagio: si può essere tanto crudele? si può essere così tanto “stronza”?
L’ambientazione è limitata alla casa di famiglia e volutamente il regista John Wells (produttore e regista di “E.R. - Medici in prima linea - serie TV, 1998-2009; “The F.B.I. Files - TV, 1 episodio, 2003; “The Company Men”, 2010; “Shameless” - TV, 1 episodio, 2011) mostra poco o niente del caldo, afoso, affaticante paesaggio dell’Oklahoma. Ne “I segreti di Osage County” non si sforza per inventare nulla di veramente cinematografico.
Il regista, avendo a disposizione un cast eccellente lascia che i personaggi si creino (e si distruggano) solo con le loro parole urlate. La macchina da presa è statica, come l’azione (del resto deriva dal dramma teatrale “August: Osage County” di Tracy Letts, qui anche sceneggiatore). Peccato: perché la vicenda di tre figlie (più uno) aveva tutte le caratteristiche per offrire una narrazione drammatica, tesa, violenta, ritmata da un gioco d’immagini tra i personaggi e l’ambiente nel quale erano cresciuti.
Resta tutto – invece – in quell’ambito teatrale che stacca la vicenda dalle vere passioni, dalle emozioni forti, dal senso profondo che una storia di contrapposizioni, di rancori, di odii poteva facilmente costruire. Anche il caldo del paesaggio è finto, lontano, assente e basta un ventilatore per cacciarlo. Ma l’aria fresca non si sente.
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melania
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sabato 8 febbraio 2014
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interessante
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E' un film interessante,ognuno di noi ,nel tema della conflittualità familiare,può ritrovare qualcosa di sè.Film,quindi.fortemente empatico,Meryl Streep è davvero eccezionale,altrettanto dicasi di Julia Roberts..E' un film che turba le coscienze e che si segue con grande interesse ed attenzione.
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giovanna
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venerdì 7 febbraio 2014
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la disfatta degli usa
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Il film non mi e' particolarmente piaciuto dal punto di vista recitativo,troppi versi.Ho cercato di leggere qualcosa che andava oltre la storia. Io ho percepito, forse sbagliandomi, una forte accusa alla società americana,schiava degli psicofarmaci dell'alcool del fumo, schiava delle multinazionali che impostano anzi devastano le vite. L'unica persona ancorata a sani principi e' la cuoca indiana d'America. Ma cosa hanno da insegnare agli altri gli americani con tutti i problemi che si portano addosso e che non sanno minimamente affrontare,se non con superficialità ed arroganza. Questa famiglia veramente al limite raccoglie tutti gli errori orrori della società americana partita nell'estrema indigenza che si fa tronfia del benessere acquisito e vuole imporre le proprie regole.
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Il film non mi e' particolarmente piaciuto dal punto di vista recitativo,troppi versi.Ho cercato di leggere qualcosa che andava oltre la storia. Io ho percepito, forse sbagliandomi, una forte accusa alla società americana,schiava degli psicofarmaci dell'alcool del fumo, schiava delle multinazionali che impostano anzi devastano le vite. L'unica persona ancorata a sani principi e' la cuoca indiana d'America. Ma cosa hanno da insegnare agli altri gli americani con tutti i problemi che si portano addosso e che non sanno minimamente affrontare,se non con superficialità ed arroganza. Questa famiglia veramente al limite raccoglie tutti gli errori orrori della società americana partita nell'estrema indigenza che si fa tronfia del benessere acquisito e vuole imporre le proprie regole. Trovo che la storia della famiglia con tutte le sue ipocrisie, meschinità e soprattutto stupidita voglia rappresentare la società americana traballante ancorata a qualcosa di obsoleto al quale e' difficile rinunciare, ma non si conosce l'alternativa.
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gianchi
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venerdì 7 febbraio 2014
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i segreti di tutti noi
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Una casa bianca, immersa nelle praterie dell'Oklahoma, la moglie è una psicolabile drogata di psicofarmaci ed il marito alcolizzato. Lui muore, così tutte le figlie si rifanno vive con i propri consorti attorno alla madre distrutta. Ma il funerale sarà tutt'altro che mesto. Meryl Streep (la madre) riesce ad incarnare una donna che da fragile e schizofrenica può trasformarsi nella peggiore delle iene, appartiene infatti a quella generazione di persone che hanno sofferto da piccole e sono cattive da grandi (mi ha personalmente ricordato mia madre quindi la razza è universale) Nel film non mancano colpi di scena, vecchi rancori escono fuori, litigi, persino botte. L'avversario numero uno della madre è Barbara, sua figlia maggiore (la quale le assomiglia per la sua durezza) interpretata magistralmente da una tagliente Julia Roberts.
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Una casa bianca, immersa nelle praterie dell'Oklahoma, la moglie è una psicolabile drogata di psicofarmaci ed il marito alcolizzato. Lui muore, così tutte le figlie si rifanno vive con i propri consorti attorno alla madre distrutta. Ma il funerale sarà tutt'altro che mesto. Meryl Streep (la madre) riesce ad incarnare una donna che da fragile e schizofrenica può trasformarsi nella peggiore delle iene, appartiene infatti a quella generazione di persone che hanno sofferto da piccole e sono cattive da grandi (mi ha personalmente ricordato mia madre quindi la razza è universale) Nel film non mancano colpi di scena, vecchi rancori escono fuori, litigi, persino botte. L'avversario numero uno della madre è Barbara, sua figlia maggiore (la quale le assomiglia per la sua durezza) interpretata magistralmente da una tagliente Julia Roberts. Il film è un drammone ma ogni tanto delle battute stratosferiche ti fanno morir dal ridere. Solitudine, dipendenza, ricatti morali, relazioni incasinate, mariti che tradiscono le mogli con ragazzine etc etc. Certo il film non è una bella rappresentanza della razza umana ma ci ricorda che sotto le patinate fotografie di tutte le famiglie (le nostre incluse), in fondo, c'è sempre un pò di marcio.
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hollyver07
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giovedì 6 febbraio 2014
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teatrali nodi femminili al pettine
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Ciao. Giunto al limite di una profonda agonìa esistenziale, uno scrittore alcoolizzato scompare dalla sua casa in Oklahoma abbandonando la moglie. Questa è la base di partenza del film il quale, nonostante il tentativo operato di renderlo cinematografico da parte di regìa e sceneggiatura, non differisce in alcuna maniera dalla piece teatrale dalla quale è tratto. La vicenda non prende "respiro" dalle riprese esterne dai campi lunghi delle scene di raccordo, dal richiamo ad un'estate afosa ed insopportabile (inadeguatamente resa...) ma resta avviluppata nelle situazioni che principalmente scorrono all'interno della casa citata inizialmente.
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Ciao. Giunto al limite di una profonda agonìa esistenziale, uno scrittore alcoolizzato scompare dalla sua casa in Oklahoma abbandonando la moglie. Questa è la base di partenza del film il quale, nonostante il tentativo operato di renderlo cinematografico da parte di regìa e sceneggiatura, non differisce in alcuna maniera dalla piece teatrale dalla quale è tratto. La vicenda non prende "respiro" dalle riprese esterne dai campi lunghi delle scene di raccordo, dal richiamo ad un'estate afosa ed insopportabile (inadeguatamente resa...) ma resta avviluppata nelle situazioni che principalmente scorrono all'interno della casa citata inizialmente. Inoltre, la struttura narrativa appare didascalica nei ruoli dei personaggi e questo mi ha dato davvero l'impressione d'essere al cospetto di una rappresentazione teatrale. La storia è virata prepotentemente al femminile e rappresenta il durissimo rapporto tra una madre (Violet - una Meryl Strip sempre capace di caratterizzare i ruoli più difficili) e le sue tre figlie (Barbara, Karen, Ivy, rispettivamente J.Roberts, J.Lewis, J.Nicholson - con eccellenti caratterizzazioni di Roberts e Nicholson). Ottime anche Margo Martindale (Mattie, la sorella di Violet) e Misty Upham (Johnna, la Nativa americana assunta come badante nella casa). I ruoli maschili del film appaiono lmitati a schemi predefiniti, senza speranza e quasi passivi e la notevole qualità delle loro interpretazioni corali è ad esclusivo merito degli attori (da S. Shepard a D. Mulroney tutti compresi). La narrazione descrive gli avvenimenti e sopratutto l'oblìo affettivo della famiglia che si scatenerà dopo il ritrovamento del cadavere di Beverly Weston (suicida) e la sua successiva sepoltura. Durezza, rancori, cose mai dette e nascoste, emergeranno nell'ambiente claustrofobico della casa e dei sentimenti esarcerbati dei protagonisti. Invero, per quanto plausibili possano essere simili situazioni, la riduzione cinematografica della storia rende il tutto una corsa affanosa di situazioni, rivelazioni ed azioni al limite del parossismo. La parte migliore del film mi è parsa essere legata essenzialmente ai dialoghi ed alla recitazione corale; uno splendido esempio è il confronto a tavola tra Violet e le due figlie (Barbara ed Ivy) dove l'aggressività (per diverse motivazioni) di Barbara ed Ivy viene ammutolita da un distruttivo e cinico intervento materno. Ottimo l'impianto scenicio del film ed affascinanti le location utilizzate, fotografia... teatrale. Alla fine della storia... senza voler incorrere negli spoiler, i sentimenti lasciano il posto all'incompiuto, al rancore, al risentimento ed alla dolorosa solitudine. Un film che considero buono ma non esaltante in termini di realizzazione complessiva, la sua maggior dote è la recitazione degli attori e per questo più che apprezzabile. Lo consiglierei a coloro che amino le pellicole dense, recitate e verbose, costellate da plumbei sentimenti e storie di repressa e manifesta sofferenza. Molto teatrale (forse troppo...) quasi un inno al pessimismo ma non male, non un capolavoro ad onta di attori al top. Saluti e buona visione
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ilmarchetto
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giovedì 6 febbraio 2014
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streep in gran forma...per il resto...
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Streep davvero fantastica! Peccato che il tempo sembrava non passare, tra battutine ed ovvietà. Si sentiva gente russare in sala.
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