mcridge
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mercoledì 24 ottobre 2012
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rock o ages o rock of glee?
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Mi sono accomodato sul mio divano preferito pronto a gustarmi un film di cui avevo sentito parlare discretamente bene. Inoltre in uno dei trailer avevo sentito in sottofondo "No one like you" degli Scorpions, e cosi mi ero illuso che il film potesse essere di buon livello.
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Mi sono accomodato sul mio divano preferito pronto a gustarmi un film di cui avevo sentito parlare discretamente bene. Inoltre in uno dei trailer avevo sentito in sottofondo "No one like you" degli Scorpions, e cosi mi ero illuso che il film potesse essere di buon livello.
Mi sono trovato, invece, davanti a "Glee" versione anni '80. Ma senza il mordente e la simpatia e il pathos che la serie riesce a trasmettere (un paradosso).
Concordo con chi afferma che di rock c'è poco o nulla. Inoltre all'interno del film c'è un errore madornale: i protagonisti cantano in duetto "More than words" degli Extreme, canzone uscita nel 1991, mentre come appare chiaramente all'inizio del film, questi è ambientato nel 1987.
Unica nota positiva: la recitazione di Tom Cruise. Al di là del personaggio che interpreta e di tutte le voci su Scientology, lo ritengo sempre un ottimo attore.
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rdn75
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mercoledì 10 ottobre 2012
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il rock non muore mai!
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Bellissimo film su uno spaccato di vita nel mondo del rock anni 80.
Decisamente bella la colonna sonora e la caratterizzazione dei personaggi a partire da un grande Tom Cruise, adattissimo nella parte del Rocker bello e dannato e della Zeta-Jones, nella belllgerante ex groupy delusa...
Un nuovo musical e grande successo come per Grease
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narew
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domenica 12 agosto 2012
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l'immortalità di un'era
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Anni '80: due ragazzi si incontrano a Los Angeles, città meta di molti giovani che vi si recano per dare sfogo alle proprie passioni e coronare i sogni personali. Gli Anni '80 sono emblema di qualcosa, la Guerra Fredda sta finendo, ma non ancora e le paure dei quarant'anni precedenti confluiscono in molte valvole di sfogo e pensieri in controtendenza che, forse, sono i resideui del '68, ma tutto questo è solo lo sfondo: Rock of Ages è un musical che vuole essere non solo un inno al rock, ma anche alla vita. Se John Carpenter in "Fuga da L.A." aveva visto nei boulevards di Hollywood il simbolo della decadenza di una civiltà -quella occidentale- costruita solo sull'estetica e il vuoto spettacolo, qui Adam Shankman (regista già di Hairspray) colora Hollywood Boulevard di insegne e luci sparate negli occhi dei protagonisti, ognuno con una propria storia, ma, alla fine, confluente nello stesso sogno che non può che realizzarsi in un posto: sul palcoscenico, nella patria di Hollywood, dove "la realtà finisce" (come dice l'insegna entrando negli studios).
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Anni '80: due ragazzi si incontrano a Los Angeles, città meta di molti giovani che vi si recano per dare sfogo alle proprie passioni e coronare i sogni personali. Gli Anni '80 sono emblema di qualcosa, la Guerra Fredda sta finendo, ma non ancora e le paure dei quarant'anni precedenti confluiscono in molte valvole di sfogo e pensieri in controtendenza che, forse, sono i resideui del '68, ma tutto questo è solo lo sfondo: Rock of Ages è un musical che vuole essere non solo un inno al rock, ma anche alla vita. Se John Carpenter in "Fuga da L.A." aveva visto nei boulevards di Hollywood il simbolo della decadenza di una civiltà -quella occidentale- costruita solo sull'estetica e il vuoto spettacolo, qui Adam Shankman (regista già di Hairspray) colora Hollywood Boulevard di insegne e luci sparate negli occhi dei protagonisti, ognuno con una propria storia, ma, alla fine, confluente nello stesso sogno che non può che realizzarsi in un posto: sul palcoscenico, nella patria di Hollywood, dove "la realtà finisce" (come dice l'insegna entrando negli studios). L'atmosfera che si sente nel film è trascinante e non si può non viverla al cento per cento, chiunque avrebbe voluto essere nel bar dove la rockstar (fittizia) Stacee Jaxx ha fatto il suo debutto e ora, sembra, il suo ultimo concerto. è l'inno di una generazione del passato, forse perduta, che conserva il suo fascino ancora oggi. è un inno a quegli "ages" migliori della nostra vita, non solo gli anni '80, ma in generale, la nostra giovinezza: l'età in cui ognuno di noi sente una carica vitale che sembra inestinguibile, ma che, poi, è destinata a essere sopraffatta dalla vita reale. Ma questi sono gli anni in cui non si pensa, in cui si accetta il più squallido lavoro da cameriere pur di stare a contatto coi propri sogni e attendere che la stella fortunata ci tocchi, come a Drew e Sherrie, emblemi di una giovinezza frizzante e piena di vita che non aspetta altro che un'occasione per esprimersi.
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paolorol
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lunedì 23 luglio 2012
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patetico insulso offensivo per le orecchie
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Chiederei i soldi indietro a chi lo ha commentato, dalla critica al pubblico di questo forum. Ho buttato via i soldi e oltre due ore di vita (sembrava non finire mai) appresso a questo patetico prodotto holliwoodiano che più che un inno è un insulto alla musica e che col rock non ha proprio nulla da spartire. Plastica. Poi PLASTICA. Poi ancora Plastica e plastica. Si sa che ad Hollywood sono in gamba a valorizzare tutto quel niente che hanno. Prendiamo la famosa scritta che, in teoria, sovrasta la città, e che nel film è testimone dei romantici incontri dei due insulsi piccioncini. La città non esiste, Sunset Strip è un luogo di squallore e cattivo gusto che non hanno pari al mondo.
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Chiederei i soldi indietro a chi lo ha commentato, dalla critica al pubblico di questo forum. Ho buttato via i soldi e oltre due ore di vita (sembrava non finire mai) appresso a questo patetico prodotto holliwoodiano che più che un inno è un insulto alla musica e che col rock non ha proprio nulla da spartire. Plastica. Poi PLASTICA. Poi ancora Plastica e plastica. Si sa che ad Hollywood sono in gamba a valorizzare tutto quel niente che hanno. Prendiamo la famosa scritta che, in teoria, sovrasta la città, e che nel film è testimone dei romantici incontri dei due insulsi piccioncini. La città non esiste, Sunset Strip è un luogo di squallore e cattivo gusto che non hanno pari al mondo. E la scritta è una carcassa cadente e per giunta di modeste dimensioni, che non sovrasta un bel niente perchè per vederla ci vuole il cannocchiale.. Fatevi un giro dal vivo e poi ditemi. Non andate invece a vedere questa schifezza di film, costruito attorno ad una melliflua e scontata storia d'amore da fotoromanzucolo, con l'amore che trionfa dopo i soliti equivoci e con lei che per un pelo non si ritrova a fare la zoccola (nella vita si sa che o fai la cantante, o l'attrice..o la zoccola). La musica è classico metal anni 80 e, se già i Def Leppard non erano un granchè, qui rischiano al confronto di apparire dei geni. Tom Cruise interpreta una specie di Iggy Pop in versione più debosciata, senza convinzione. Gli altri attori senza infamia e senza lode, in parti da fumettaccio da quattro soldi. Mi chiedo sempre inoltre se la Zeta-Jones sia un'attrice.
Basta. Potrei andare avanti a lungo, ma do un solo consiglio a chi ama e soprattutto conosce davvero la musica: lasciate perdere. La musica non abita dentro a questa americanata da strapazzo, fatta di effetti speciali, di sceneggiatura inesistente e di recitazione routinaria.
Hollywood si può taroccare, la musica no.
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shanks
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giovedì 5 luglio 2012
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kitsch, strabordante, chiassoso, divertente. rock
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Un esplosione di colori, lustrini e paiette, il tutto in salsa ultra kitsch. Ecco la ricetta del film diretto da Adam Shankman, gia avvezzo ad operazioni simili. Una trama classica, infarcita di clichè narrativi (riscatto personale, ricerca dell'amore, credere in se stessi) che comunque non appiattisce il risultato finale, grazie alla miscelazione di un contorno musicale di grande impatto. La giovane Sherry, arriva a Los Angeles carica di grandi ambizioni e di sogni adolescenziali, ma l'avventura non comincia sotto il miglior auspicio; derubata risale la china grazie soprattutto all'amicizia di Drew, anch'esso speranzoso di "arrivare", con cui condividerà passioni professionali e non, raggiungendo il sospirato happy ending.
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Un esplosione di colori, lustrini e paiette, il tutto in salsa ultra kitsch. Ecco la ricetta del film diretto da Adam Shankman, gia avvezzo ad operazioni simili. Una trama classica, infarcita di clichè narrativi (riscatto personale, ricerca dell'amore, credere in se stessi) che comunque non appiattisce il risultato finale, grazie alla miscelazione di un contorno musicale di grande impatto. La giovane Sherry, arriva a Los Angeles carica di grandi ambizioni e di sogni adolescenziali, ma l'avventura non comincia sotto il miglior auspicio; derubata risale la china grazie soprattutto all'amicizia di Drew, anch'esso speranzoso di "arrivare", con cui condividerà passioni professionali e non, raggiungendo il sospirato happy ending. E' un opera che piace, che trascina lo spettatore in un mondo fatto di estremi marcati, che muove gli arti dello stesso; è difficile infatti restare indifferenti sulla poltrona senza tenere il tempo, come è difficile uscire dalla sala senza quella sensazione di benessere tipica del post concerto. Potere della musica diranno in molti, certo, ma in questo caso siamo al cospetto di un gruppo di attori in vena, alcuni dei quali sosprendenti: Paul Giamatti per citarne uno. Ma il vero valore aggiunto di tutta la storia ha il nome di Stacee Jaxx, un grande, grandissimo Tom cruise in palla ed ironico come ai tempi di Tropic Thunder, che aggiunge questa perla alla sua carriera. Benvenuti "to the paradise city", benvenuti al cinema che diverte.
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lorenz91
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martedì 3 luglio 2012
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hey man!
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johntambu
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lunedì 2 luglio 2012
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ottima musica e stacce jaxx
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Questo non è un musical come gli altri...è qualcosa di completamente diverso che riesce grazie alla caratterizazione dei personaggi e musiche leggendarie,a far entrare lo spettatore nel rock anni 80 sin dall'inizio con paradise city.La storia presenta un tono più adulto e diretto per certi contenuti tra cui il sesso,dove l'amore è AMORE,non in stile high school musical.
I protagonisti veri e propri sono julianne hough,che incanta per bellezza e bravura ma sopratutto TOM CRUISE che riesce a creare una perfetta rockstar con un'ottima preparazione canora e atteggiamento,insomma una performance da OSCAR 2013!!
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donni romani
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domenica 1 luglio 2012
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grandioso cast per un omaggio al rock anni 80
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Adam Shankam torna al musical dopo Hairspray e conferma le sue doti con un film di grande effetto, con magnifica musica e ottimi interpreti. Tratto dallo spettacolo teatrale omonimo Rock of Ages è un potente omaggio al rock Anni Ottanta - la colonna sonora infatti è un susseguirsi di Hits di quegli anni - con protagonista assoluto l'American Dream, incarnato da due giovani provinciali che sognano di sfondare nel mondo della musica a Los Angeles. Il palcoscenico del loro sogno, e del loro amore - perchè come da tradizione i due protagonisti, giovani, ingenui e pieni di fiducia, si innamorano se non al primo al secondo sguardo - è il Bourbon, storico locale dove si sono esibiti i più grandi artisti del rock Anni Settanta, gestito da un Alec Baldwin impareggiabile nel tratteggiare un ex hippy in bilico fra rassegnazione e voglia di mantenere vivo lo spirito più puro del rock.
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Adam Shankam torna al musical dopo Hairspray e conferma le sue doti con un film di grande effetto, con magnifica musica e ottimi interpreti. Tratto dallo spettacolo teatrale omonimo Rock of Ages è un potente omaggio al rock Anni Ottanta - la colonna sonora infatti è un susseguirsi di Hits di quegli anni - con protagonista assoluto l'American Dream, incarnato da due giovani provinciali che sognano di sfondare nel mondo della musica a Los Angeles. Il palcoscenico del loro sogno, e del loro amore - perchè come da tradizione i due protagonisti, giovani, ingenui e pieni di fiducia, si innamorano se non al primo al secondo sguardo - è il Bourbon, storico locale dove si sono esibiti i più grandi artisti del rock Anni Settanta, gestito da un Alec Baldwin impareggiabile nel tratteggiare un ex hippy in bilico fra rassegnazione e voglia di mantenere vivo lo spirito più puro del rock. Intorno ai due giovani ruotano i veri protagonisti del musical, infatti oltre a Baldwin troviamo una perfetta Catherine Zeta-Jones moglie del sindaco che capeggia un gruppo di moraliste signore convinte che il rock sia la maggior piaga della società, un Paul Giamatti cinico manager dallo sguardo piovresco e soprattutto un immenso Tom Cruise, idolo rock in caduta libera fra alcool e donne facili, capace di mangiare la scena ad ogni apparizione, riuscendo a creare un personaggio ambiguo, sopra le righe, ironico e malinconico, e tornando finalmente a recitare dopo tanti film sicuramente divertenti dove però la vera mission impossible era dare spessore al personaggio. Le scene sono scintillanti, il montaggio da videoclip è elettrico e le scenografie perfettamente eseguite, dando al film non solo un tocco vintage, ma un gran ritmo visivo e musicale. Riuscitissimo l'equilibrio fra le note brillanti e quelle più amare del film, lasciate in secondo piano come è giusto che sia in una pellicola decisamente brillante, ma che non nascondono i pericoli del fanatismo, della fama rincorsa a tutti i costi e dell'arrivismo più sfrenato. Due ore di grande spettacolo quindi in cui è impossibile non ritrovarsi a cantare una delle tante icone degli Anni Ottanta, qui perfettamente inserite nel contesto della trama, ma anche, e ancora, dei grandissimi pezzi di rock.
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richy6678
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sabato 30 giugno 2012
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l'autoironia è un'altra cosa, qui c'è il nulla
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Volgare, viscido e sceneggiato male. Non sta in piedi neanche con le stampelle. Gli unici che possono apprezzarlo sono i 40enni pronti ad ogni tuffo possibile nel passato.
La povera piccola che finisce a fare la spogliarellista è ridicola, per fortuna che Giamatti tiene su tutta la baracca.
Le musiche sono buone ma estremamente plastificate, spero che i Def Leppard e i Journey non guardino mai sto schifo.
Il rock è un'altra cosa, per fortuna.
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astromelia
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sabato 30 giugno 2012
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autoironica autoironia
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prendi alcune tra le migliori canzoni degli anni 80.....prendi tom cruise al posto magari di un'attore semi-sconosciuto. per fare da cassa di risonanza...prendi i costumi dell'epoca senza inventare nulla la trama è scontata dejà vu e confeziona un film dove l'autoironia dilagante finisce per essere autoironica! a parte russell brand che qui calza a pennello anche se più in ombra dei suoi antecedenti film,tom cruise assomiglia alla caricatura di se stesso come baldwin deprecabile negli ultimi film,insomma se il musical a volte restasse tale sarebbe meglio,la trasposizione in pellicola diventa un caravanserraglio senza senso.
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