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Bob Marley, il canto della terra

Ritratto del più grande profeta del reggae attraverso i suoi successi.
di Tirza Bonifazi

In foto Bob Marley.
Bob Marley (Robert Nesta Marley) 6 febbraio 1945, Nine Mile (Giamaica) - 11 Maggio 1981, Miami (Arizona - USA). Interpreta Se stesso (materiali d'archivio) nel film di Kevin Macdonald Marley.

martedì 26 giugno 2012 - Approfondimenti

È la vita con cui abbiamo a che fare. Non la morte. Colui che vede la luce e la conosce, vivrà". Lo disse Bob Marley predicendo il suo futuro. Solo tre anni dopo la sua scomparsa veniva pubblicata la raccolta "The Legend" che divenne l'album reggae più celebrato della storia, con 25 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Lui la luce l'aveva vista e conosciuta, tant'è che nonostante siano passati più di trent'anni da che se ne andò per un cancro, Marley continua a vivere al di là della morte attraverso la sua eredità musicale. Prima di andarsene aveva dichiarato: "È la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica è il canto della terra". In occasione dell'uscita del documentario Marley abbiamo rintracciato il pensiero del più grande profeta del reggae nelle sue canzoni e citazioni più famose.

"I Shot the Sheriff" (dall'album "Burnin'" del 1973)
Come la maggior parte delle canzoni di Bob Marley & The Wailers, "I Shot the Sheriff" è un brano politico. È narrato dal punto di vista di un uomo che ammette di aver ucciso lo sceriffo locale per legittima difesa, ma sostiene di essere falsamente accusato di aver ucciso il vice-sceriffo. È un inno alla giustizia. In fondo lo stesso Marley aveva detto: "Il reggae diventerà una forma di lotta, se non è già accaduto. È la musica del Terzo Mondo. Non devi cercare di capirla in un solo giorno ma prenderla un po' per volta e lasciare che cresca dentro di te".

"Stir It Up" (singolo, 1973)
Marley la compose nel 1967 dedicandola alla moglie Rita, ma divenne celebre grazie a Johnny Nash che la pubblicò nel 1972, un anno prima del cantante giamaicano. Parla evidentemente di sesso. Nel brano il cantante, mediante frasi a doppio senso, chiede alla compagna di placare la sua sete e raffreddare i suoi bollori. Poi, lungo la sua carriera, disse: "Se Dio non avesse avuto canzoni da farmi cantare, io non avrei cantato nessuna canzone. Le canzoni vengono da Dio, tutte".

"No Woman, No Cry" (dall'album "Natty Dread" del 1974)
Nel 1974 Marley firmava questa canzone intestando i diritti a Vincent Ford – direttore della mensa dei poveri di Trenchtown, il ghetto di Kingston in Jamaica, dove il cantante crebbe – assicurando così la sopravvivenza del refettorio. C'è chi asserisce che la donna del titolo rappresenti il continente nero con i suoi figli sparsi per il mondo. Bob le chiede di non piangere nonostante le ingiustizie, le ricorda di come ha vissuto il suo popolo e come ha condiviso il cibo nel passato, quando i piedi erano l'unico mezzo di trasporto. Marley canta di amore e speranza dicendole che tutto andrà bene. È di nuovo la giustizia il tema trainante di questo pezzo di cui è maggiormente conosciuta la versione dal vivo uscita l'anno successivo nell'album "Live!".

"Jammin'" (dall'album "Exodus" del 1977)
Si può dire che sia la canzone manifesto della discografia di Bob Marley, e una delle più coinvolgenti che siano mai state eseguite dal vivo. Ad oggi si continua a discutere sul significato del termine "jamming"; tra i tanti che gli sono stati imputati c'è quello del "fumare erba", ma più in generale si riferisce allo stare bene. D'altronde lui si era posto le domande: "Coltivare erba non è legale? Se è Dio che ce l'ha data allora vuoi dire che anche Dio non è legale?".

"Could You Be Loved" (dall'album "Uprising" del 1980)
"Potresti essere amato ed essere l'amore?" cantava Bob Marley in una delle sue canzoni più filosofiche. Anche qui il "profeta" incitava i suoi fratelli rasta a difendere i propri diritti. Nel brano Marley si rivolge al governo o alla classe dirigente della Giamaica dicendo che Dio li giudicherà sulla base di come trattano il popolo, chiedendo di cambiare il loro modus operandi. "La gente vuole sentire un messaggio, un messaggio di Dio. Questo messaggio può passare attraverso di me o attraverso qualcun altro. Io non sono un leader, sono solo un messaggero" disse a proposito della sua musica.

"Iron Lion Zion" (dall'album postumo "Songs of Freedom" del 1992)
Tra il 1973 e il 1974 Bob Marley scrisse questo brano lasciandolo incompleto. Dieci anni dopo la sua morte venne terminato e pubblicato all'interno del disco "Songs of Freedom". Il testo della canzone ha a che vedere con le credenze rasta del cantante e lancia un messaggio anti-violenza. Zion è "la terra promessa" che per rastafariani è l'Etiopia. Il leone si riferisce al Leone di Giuda, che appare sulla bandiera etiope e rappresenta Haile Selassie I, l'imperatore che i rasta considerano il loro Messia. "Ricorda, c'è solo il bene e il male, non ci sono terze vie. Solo il bene e il male. Se sei il bene sei rasta, se sei il male sei babilonia". Parola di Bob Marley.

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