È stato il figlio |
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Un film di Daniele Ciprì.
Con Toni Servillo, Giselda Volodi, Alfredo Castro, Fabrizio Falco, Aurora Quattrocchi.
continua»
Drammatico,
durata 90 min.
- Italia 2012.
- Fandango
uscita venerdì 14 settembre 2012.
MYMONETRO
È stato il figlio
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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In Mercedes verso il baratro.di ultimoboyscoutFeedback: 89743 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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sabato 25 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Primo filn di Caprì senza Franco Maresco che narra di una famiglia palermitana rimasta segnata da un delitto di stampo mafioso. La storia è rievocata in flshback dall'anziano Busu, il quale spiega le ingenuità del capofamiglia Nicola nel gestire i rapporti con le istituzioni e la mafia, spendendo anzi sperperando i soldi (tanti) promessi dallo Stato come risarcimento per l'omicidio della figlioletta. Servillo è strepitoso nell'impersonare il personaggio del palermitano Nicola, ruolo per lui inedito, ma la protagonista indiscussa del film è la Mercedes che diventa il simbolo illusorio della ricchezza e l'unico elemento che rimanda all'epoca in cui si sono svolti realmente i fatti, ovvero l'inizio degli anni '80. In un clima di vaghezza, in un non-luogo dal tempo immobile, Ciprì gira una favola nerissima, per molti versi indefinita, aleatoria come il racconto di Busu e l'ufficio postale in cui si trova. La figura del narratore è uno dei punti in cui si differenzia dal romanzo omonimo di Roberto Alajmo da cui è tratto, mentre Ciprì ha fatto più di un passo indietro, attenuando la sua aura snob tipica dei suoi lavori e gli eccessi di moralismo che risultavano presenti e particolarmente fastidiosi nelle sue precedenti opere. Si esalta in diversi cambi di tono e ritmo, che spezzano la storia e spiazzano chi guarda, il suo indubbio talento visivo si mette al servizio di un racconto forte e tragico ma malignamente comico che esprime tanta rabbia civile. Il regista trasforma un delitto di mafia in tragicommedia, aiutato da un Servillo deformato al limite della macchietta, in un film pop, colorato, buffo e miserabile al limite del non reale.
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