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Un film d'azione intimo che omaggia Hitchcock

Diane Kruger e Jaume Collet-Serra raccontano le riprese di Unknown.
di Giovanni Bogani

Diane Kruger in una scena del film Unknown - Senza identità.
Diane Kruger (Diane Heidkrueger) (47 anni) 15 luglio 1976, Hildesheim (Germania) - Cancro. Interpreta Gina nel film di Jaume Collet-Serra Unknown - Senza identità.

venerdì 18 febbraio 2011 - Incontri

BERLINO. Nel gelo sopra Berlino, Diane Kruger ha un vestito color primavera. Buon segno. Una nuvoletta color pesca sotto un cielo color acciaio Krupp. Il film che il pubblico della Berlinale ha appena visto – e di cui lei è protagonista, insieme a Liam Neeson – è Unknown di Jaume Collet-Serra. Provate a mescolare Intrigo internazionale di Hitchcock con The Bourne Identity, e due spruzzi di Memento, shakerate bene, e più o meno avrete avuto un'idea del film. Taxi color sbadiglio alla crema che affogano nella Sprea, spie della Stasi che vivono in vecchie casette con le foto dei bei tempi andati sul comò, hotel internazionali su Unter den Linden, e inseguimenti di auto all'americana in Friedrichstrasse, che è come dire in via Condotti a Roma...

La tassista che finisce nell'acqua gelida della Sprea è lei, Diane Kruger. E poi si deve anche mettere all'opera con un cric per spaccare il vetro e tentare di estrarre il corpaccione di Liam Neeson. Trentacinque anni, bellezza luminosa e un tantino fredda, una carriera da ballerina stroncata da un infortunio, una da modella abbandonata per l'amore del cinema. Amore ricambiato: tanti film, tra cui Inglorious Basterds con Tarantino, e la sua voglia, continua, di esplorare nuovi confini. Recita in francese, in inglese, e anche – come in questo caso – in inglese con accento bosniaco. È una immigrata clandestina a Berlino. Un tocco "sociale", in qualche modo un tocco di verità in un film che di realistico non è che abbia molto.

"L'accento? Sì, è sempre difficile recitare con un accento; spero di esserci riuscita non troppo male", dice Diane. "È un personaggio che porta qualcosa di realistico nel film. E mi piace anche il fatto che la relazione tra lei e il personaggio di Liam Neeson non sia romantica. Crea uno spazio diverso, permette ai sentimenti di essere più onesti. Non è la solita cosa: 'lui è carino', 'lei è carina', e per questo si aiutano. No, non si aiutano perchè vogliono finire a letto...".

Per Diane Kruger, questa è anche una prima volta. La prima volta di un film d'azione. "Praticamente non avevo mai fatto un action movie", dice Diane. "Quando abbiamo girato la scena nel fiume gelato, tutti mi consigliavano di prendere una controfigura. Invece ho pensato che fosse importante che fosse visibile che c'ero io, in quella scena. Non è stato per niente facile, però. Non avevo mai capito quanto l'acqua rallenti e renda difficili certi movimenti: è stato come imparare a danzare di nuovo".

Ma c'è un'altra scena che Diane si ricorda con un brivido: "Quando abbiamo girato l'inseguimento in Friedrichstrasse, e il testacoda finale dell'auto, ovviamente non guidavamo nè io nè Liam. Guidava uno stuntman che stava sopra l'auto: un francese pazzo. Però, al di là di questo, era tutto assolutamente vero. Non c'erano green screen o blue screen: eravamo noi, a fare un testacoda infinito. Quando alla fine la macchina si è fermata, il regista ha voluto tenere anche le facce che abbiamo fatto, immediatamente dopo. Sembravamo increduli di essere ancora vivi".

Niente stuntman, e niente blue screen. Su questo hanno risparmiato. Il film, però, è costato ugualmente qualche soldino: 40 milioni di dollari, dice il regista. Intendendo che, tutto sommato, siano anche un po' pochini.

"Non potevamo avere tante comparse", dice. Eh, si sa, quando c'è la miseria... "Non potevamo avere tante comparse, quindi abbiamo tenuto lo sguardo molto addosso ai protagonisti. Ne è venuto fuori quasi un film d'azione intimo, e credo che sia un valore aggiunto al film". Un po' dei soldini degli incassi, però, dovrebbe devolverli agli eredi di Hitchcock. Liam Neeson – e ovviamente non vi diciamo perchè – ricorda molto il Cary Grant di Intrigo internazionale. "Beh, sono un grande fan di Hitchcock – confessa il regista – E mi piace moltissimo la sua capacità di raccontare di uomini qualunque in circostanze straordinarie. Alcune scene di Unknown sono proprio un omaggio ai suoi film".

Uno dei protagonisti del film è anche l'hotel Adlon, lussuoso rifugio dei divi a due passi dalla porta di Brandeburgo. "Abbiamo girato con i clienti veri certe scene: la direzione non poteva chieder loro di farsi da parte, solo perché giravano un film. Quindi abbiamo cercato di girare in punta di piedi...". Nonostante la punta di piedi, succede molto, in quell'hotel. Tanto che una giornalista dice "la prossima volta che devo andare a fare un'intervista lì, non ci vado"…

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