Titolo originale | Toutes nos Envies |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Philippe Lioret |
Attori | Vincent Lindon, Marie Gillain, Amandine Dewasmes, Yannick Renier, Pascale Arbillot Isabelle Renauld, Laure Duthilleul, Emmanuel Courcol, Christophe Dimitri Réveille. |
Uscita | venerdì 11 maggio 2012 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Parthénos |
MYmonetro | 2,93 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 novembre 2017
Un susseguirsi di eventi tutti connessi fra loro, che si opporranno alla logica dei potenti. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Tutti i nostri desideri ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 214 mila euro e 78,3 mila euro nel primo weekend.
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Claire è una giovane magistrato del Tribunale di Lione. Ha due figli piccoli e una vita familiare serena fino a quando l'individuazione di un tumore cerebrale la sconvolge. Decide però di tener nascosta al marito la malattia temendo che lui non riesca a sopportare lo choc. Claire si trova inoltre di fronte a un palese caso di circonvenzione da parte di un istituto di credito nei confronti di una giovane madre con cui è entrata in contatto dato che i figli frequentano la stessa scuola materna. Con la collaborazione di Stéphane, un collega determinato e più in là negli anni decide di procedere affinché la trasparenza nei contratti sia ineludibile. Il tempo però stringe.
Philippe Lioret, dopo quel film notevole che è Welcome torna ad affrontare un'importante tematica sociale passando attraverso delle storie individuali e non avendo timore di entrare nel territorio del mélo. Il tema è quello, sempre più socialmente devastante, dei prestiti concessi dagli istituti di credito. Accade che in Francia (e non solo) molti vengano attratti ingannevolmente ad accendere un prestito per poi ritrovarsi progressivamente indebitati in modo esponenziale. Anche se costoro rappresentano meno del 3% del totale e che la compensazione grazie ai tassi proibitivi sia più che remunerativa per le società esse procedono comunque spietatamente nei confronti dei creditori per evitare l'emulazione.
Cèline, la giovane madre che Claire si trova di fronte a scuola e in tribunale, è ormai sull'orlo della miseria. La giovane giudice la comprende come madre e come donna e trova al suo fianco un giudice capace di guardare nel profondo a quei desideri, a quei bisogni che sono primari. Lioret, grazie a due attori come Marie Gillain e Vincent Lindon, riesce a offrire umanità a due personaggi che avrebbero potuto facilmente trasformarsi in due paladini della giustizia tout court. Quella che Claire prova per Céline è pietas nel senso più nobile del termine: vuole aiutarla senza umiliarla. Perché la donna ha la dignità di tanti poveri che affrontano l'ingiustizia della società senza piegarsi al mendicare.
Lioret però non si accontenta di affrontare il tema sociale. La relazione tra Claire e Stéphane rimane nell'ambito professionale ma è proprio la condivisione di un obiettivo (e anche, da un certo punto in poi, la consapevolezza della gravità dello stato di salute di lei) che sviluppa tra di loro una dinamica che esclude, per sottaciuta comune scelta, la sessualità includendo però un'intimità 'altra' e ugualmente forte.
È da questa che scaturisce un rapporto che si fa esclusivo e commovente perché, sembra volerci continuare a ricordare Lioret, la società progredisce non grazie ai supereroi ma ad uomini e donne capaci di desiderare insieme.
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“Cedete a tutti i vostri desideri !” (slogan pubblicitario dei prestiti al consumo) Cosa desideriamo realmente? Quali sono i nostri più intimi desideri? Nascono dall’anima o rispondono solamente a bisogni materiali? Difficile uscire dalla sala dopo la visione dello splendido e toccante film di Philippe Lioret senza porsi domande di questo tipo, senza interrogarsi [...] Vai alla recensione »
Dopo aver diretto con maestria ed equilibrio un film difficile sull'immigrazione come "Welcome", Lioret ci riprova con un tema forse ancor più difficile che mette insieme il tema della morte, degli affetti familiari e dell'amore. Fin dalla prima proiezione alla "Mostra del cinema di Venezia" è sembrato evidente che il livello di qualità raggiunto in [...] Vai alla recensione »
Può darsi che ci sia una sottile differenza tra il titolo italiano "Tutti i nostri desideri" e quello francese "Toutes nos envies": i desideri devono essere qualcosa di interiore che nessun denaro può comprare, le voglie, invece, spesso si soddisfano col denaro e, come dice la madre della protagonista Claire nel film (Marie Gillain), "Perché dovrei avere una tv minuscola? Ce l'hanno tutti così", ed [...] Vai alla recensione »
Dopo "Welcome" si ricostituisce la coppia Lioret - Lindon e anche questa volta il risultato è una pellicola profonda, sincera, amara e intensa che coniuga l'intimità più cruda con l'analisi sociale più veritiera. Claire, una giovane donna, giudice di professione, si trova in aula la madre di una compagna di scuola della figlia, in difficoltà [...] Vai alla recensione »
Claire, una donna giudice che lotta per difendere una ragazza dallo strozzinaggio delle banche, ma anche una donna che lotta contro la malattia, che decide di rinunciare alle cure invasive contro il cancro rifiutando pochi mesi di vita in più. Una donna che ama profondamente, una donna che vive fino alla fine. Intorno a lei due uomini: il compagno che la ama come ogni uomo dovrebbe fare [...] Vai alla recensione »
Non è facile, davanti a film come questo, sfuggire a condizionamenti pregiudiziali, visto che fa parte del filone del cinema d’impegno civile, quindi nobile per definizione e chi è sensibile a queste tematiche può avere difficoltà a distinguerne la forza di trascinamento ideologico ed emotivo dalla qualità artistica.
Quando ci chiediamo perchè i finanziamenti pubblici al cinema italiano sono pochi e vanno spesso nelle tasche sbagliate, dovremmo chiederci anche perchè quelli francesi sono così abbondanti, come se il governo d'oltralpe sperasse di aumentare progressivamente la qualità dei suoi prodotti. A volte ci riesce: Tutti i nostri desideri fa parte di quest'insieme, seppure [...] Vai alla recensione »
Dopo Sister, eccoci al reincontro con Philippe Lioret, ottimo autore di Welcome e di altre opere semisconosciute da noi. Come spesso accade nella sua produzione, l’autore mescola insieme il tema sociale e la storia individuale, facendolo con una autenticità e una scorrevolezza particolari. Non si può parlare di leggerezza perché la storia è quella di una malata di cancro consapevole di dover morire, [...] Vai alla recensione »
Lione. Una giovane donna svolge con passione e detrminazione il suo ruolo di giudice. Un giorno le capita di esaminare il caso della madre di una amichetta della figlia. La donna è accusata di insolvenza da parte di un istituto di credito. Il giudice solleverà allora un caso che si trascinerà fino alla corte di giustizia europea ma allo stesso tempo scoprirà di avere un [...] Vai alla recensione »
Un concentrato, che non dà respiro, sulle disgrazie umane che non risparmiano nessuno.Se non è la malattia fisica è l'indigenza economica etc..etc..Una catena infinita di cui il regista stila una lista senza una qualche tregua.In questo inferno l'uomo si dibatte o lotta, con gli strumenti, se ci sono, che lui stesso si è costruito. E il diritto;la legge è uno di questi:fondamentale nel film in quanto [...] Vai alla recensione »
Del regista francese Lioret si era già visto "Welcome!" Film magari sopravvalutato, ma efficace nel mettere in evidenza le contraddizioni della burocrazia francese (Francese?) Qui, invece, se abbiamo ben capito, si mettono in (relativa) evidenza due aspetti della lotta e dell'ingiustizia. Quella sul piano sociale, dove ci si continua a battere contro la burocrazia stessa, la grettitudine morale e [...] Vai alla recensione »
Avevo visto Welcome e l'avevo trovatto davvero un BELLISSIMO pugno nello stomaco. In altre parole, un film molto duro ma bello, da ricordare come uno dei migliori film negli ultimi tempi. Speravo qui in una cosa analoga. Il tema dello strozzinaggio da parte delle società di credito al consumo é tra l'altro stimolante e interessante.
Ciò che mi ha spinto a noleggiare questo dvd è stato non tanto il tema attuale della crisi in cui ormai versa l'Occidente, dove si parla di gente che non ha soldi e che si rivolge agli "strozzini moderni", ovvero gli istituti di credito, ma prettamente la voglia di rivedere sullo schermo l'accoppiata vincente di "Welcome", ovvero Philippe Lioret e Vincent Lindon, [...] Vai alla recensione »
Credo che solo il cinema francese riesca a saper unire così dramma, ma anzi al limite della tragedia, passione civile(o sociale, se si vuole), denuncia anche politico-economica al"sistema del credito", con intelligente leggerezza. So di essere un esterofilo perso(anzi più "gallofilo")ma il cinema italiano, affrontando un tema come questo, sarebbe stato"greve", [...] Vai alla recensione »
sicuramente il libro affronterà il tema con più profondità e meno sceneggiatura,ma nel complesso del film trovo eccessiva la trama descritta,improbabile pensare che una storia intrinseca di malagiustizia e malattia possa veicolare tra bagni ghiacciati e sortite ospedaliere,trattandosi di un tema così delicato dovrebbe essere approfondito col coraggio dell'amara verità e sofferenza,mettici pure la bugia [...] Vai alla recensione »
Un film intenso, ben fatto, mai retorico. Cattura l'attenzione per tutta la sua durata. Bravi gli interpreti in particolare Vincent Lindon. Seppur il tema della malattia che qui si unisce a quello della lotta per un'ingiustizia sociale non sia certo originale, viene però svolto con profondità e intelligenza.
Dopo Welcome Philippe Lioret fa ancora centro. Tenero e sincero il film non scade mai nel melodramma. Vincent Lindon si dimostra un grande attore ,in questo momento ,forse, il migliore in Francia anche se nei premi gli vengono spesso preferiti attori più di cassetta ma lui sembra non farci molto caso. Marie Gillain è molto brava e molto credibile ed anche i comprimari sono all'al [...] Vai alla recensione »
Film tratto da un romanzo di Emmanuel Carrére in cui viene raccontata la battaglia sociale portata avanti da due giudici francesi attraverso la narrazione delle loro vite e e dei loro problemi individuali. Sotto certi aspetti il film rasenta il mélo e la soluzione finale personalmente mi sembra un pochino inverosimile, in ogni caso il film risulta gradevole soprattutto per la descrizione [...] Vai alla recensione »
Un film di guerra fatto solo d’amore. È il paradosso di Tutti i nostri desideri, nuova prova del regista di Welcome, che reinventa il cinema «sociale» fondendo a meraviglia il generale con il particolare, ovvero la sofferenza del corpo sociale, come si dice, con quella individuale, in cui è molto più facile (e perfino giusto) identificarsi. Tecnicamente Tutti i nostri desideri è un melodramma.
Philippe Loiret è specializzato in storie contemporanee raccontate da un punto di vista molto intimo, attraverso le emozioni dei protagonisti. Nel suo bellissimo Welcome aveva saputo fotografare il dramma dell’emigrazione e l’incapacità della Francia di gestirla, raffigurando il coinvolgimento di un uomo francese nelle sorti di un ragazzo africano. Anche qui i protagonisti, due giudici (Gillain e Lindon) [...] Vai alla recensione »
È tornato Philippe Lioret, specialista transalpino di drammi umani, civili e socili. Dopo la tragica utopia del giovane migrsnte nuotatore raccontata in Welcome, qui c’è la vicenda vera, poi romanzata da Emmanuel Carrère (Storie che non sono la mia, Elnaudi) della magistrato Claire e del giudice Stéphan, nel disperato tentativo di salvare una famiglia dallo strozzinaggio.
Claire, magistrato di Lione, scopre di avere un tumore. La malattia non le impedisce di aiutare una giovane madre, sull’orlo della miseria, coinvolta in un caso di circonvenzione nei suoi confronti da parte di un istituto di credito. Al loro fianco si schiererà anche un maturo giudice in quella che appare come una corsa contro il tempo. Un cast in stato di grazia viene assecondato da una regia fine [...] Vai alla recensione »
Philippe Lioret ama gli incontri magici, quelli che lasciano il segno. Dopo Welcome, ecco un altro dramma dove intimo e sociale s’intrecciano. La storia è tratta molto liberamente dal libro Vite che non sono la mia di Emmanuel Carrère. Clarie (Marie Gillain), una giovane magistrata di Lione, prende a cuore il caso di una donna strozzata dai debiti e chiede aiuto a Stéphan (Vincent Lindon), giudice [...] Vai alla recensione »