Quella casa nel bosco |
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Un film di Drew Goddard.
Con Kristen Connolly, Chris Hemsworth, Anna Hutchison, Fran Kranz, Jesse Williams.
continua»
Titolo originale The Cabin in the Woods.
Horror,
durata 95 min.
- USA 2011.
- M2 Pictures
uscita venerdì 18 maggio 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Quella casa nel bosco ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Horror surreale e faceto
di dario cartaFeedback: 4414 | altri commenti e recensioni di dario carta |
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sabato 12 maggio 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Quella casa nel bosco" è una curiosa danza macabra attorno al totem di un cinema sornione che,per una volta,sa sottrarsi alla configurazione stantia di un genere che negli ultimi tempi tende a declinare ogni invito a proporre spettacolo serio.
Il regista Drew Goddard,autore di "Cloverfield" e qui cosceneggiatore con Joss Whedon,tesse una furba ossessione,dribblando i canoni dell'horror di sola immagine e veicola,con uno scaltro occhiolino,una faceta ironia nelle ossa di un lavoro fitto di guizzi e finte paure.
"Cabin" svicola dalle declinazioni dell'horror da festival e si accomiata dalle lusinghe imbastite dai rovesci gore,qui accennati solo per sostenere un titolo che fra un sorriso diabolico e un'inpennata di sospetto sociale,fa vela verso lidi più importanti.
Forse è difficile dare una definizione al gergo cinematografico del lavoro di Goddard,ma non sfugge il senso ilare di fantasie satiriche che sembrano ballare al ritmo dark del peggiore incubo di questo lato di Elm Street.
Cinque amici,studenti nello stesso college,saltano in macchina e si dirigono verso i boschi per passare il fine settimana in una capanna presa in affitto nella foresta.
La lista è completa di ogni archetipo.
Curt (Chris Hemsworth) è il fusto,Dana (Kristen Connolly) è la brava ragazza,Jules (Anna Hutchison) è la spregiudicata,Marty (Fran Kranz) il fumato di turno,e Holden (Jesse Williams) il ragazzo a posto.
Quando il gruppo sosta per fare benzina,l'uomo della stazione di servizio lo mette in guardia sul destino che li attende,ma gli amici non se ne curano e arrivano a destinazione.
Nulla rivela che sotto le cantine della capanna si apre un enorme laboratorio con a capo due tecnici (Richard Jenkins e Bradley Whitford),impiantato per portare a termine un diabolico esperimento scientifico.
Ovunque,ai piani superiori nell'interno della capanna e fuori nel bosco circostante,sono fissate delle telecamere in grado di riprendere ogni istante della giornata dei ragazzi.
Il progetto è quello di offrire agli amici le opportunità per sfuggire - o portare a compimento - il proprio destino.
Va dato a Goddard il merito di privilegiare dell'ossessivo gusto per un sarcasmo raffinato e tagliente,termine costante in tutto il film,che sorride gongolante a ogni clichè di genere che qui si trasfigura in uno sfuggente senso di meraviglia,fissata nella perplessità per uno spettacolo irriverente e canzonatorio.
Più "Armata delle tenebre" che "La casa",il film sfoglia ogni pagina del catalogo degli horror della reverenza,da "Halloween" ai "Venerdì",da "Hellraiser" a "Hostel",da "Saw" al "Texas Massacre",senza dimenticare di salutare gente come Argento,Tarantino o i registi della paura asiatica.
Ma lo fa con lo sfrontato garbo della parodia o,meglio,della berlina del brivido.
Il titolo non dia consiglio,è bene architettato anche questo.
Non si resti coinvolti dall'apparenza di una banalità che va ben oltre.
Fin dall'incipit,la natura del film sgancia un sorrisetto malizioso a chi assiste ad un'apertura omaggiante il cinema low budget dei '70,con tanto di palette,caratteri dei titoli di testa e montaggio.
Più in là segue il doveroso ingresso alla stazione di servizio sporca e deserta,Colonne d'Ercole fra la certezza e l'ignoto,persa nel nulla,rigorosamente chiusa ed abitata dall'onnipresente redneck rozzo provinciale sbavante,che mette in guardia i ragazzi da quello che da sempre è il pericolo fuori dalle mura metropolitane d'America ("Un tranquillo week end di paura"),al di fuori di ogni giurisdizione sociale.
Poi arrivano gli indizi sparsi come leggeri suggerimenti che spostano il punto di osservazione,come il falco (digitale) che entra nel campo visivo,ripreso in quota e porta l'attenzione dai ragazzi in strada al suo volo,che finirà in un disintegrarsi contro una invisibile barriera elettrica.
Quando il film offre la sua prima svolta,la prospettiva cambia direzione.
E' il momento in cui "gli agnelli varcano il cancello ed entrano nel mattatoio",diventando "gli zimbelli degli dei",per cui andranno purificati dai peccati e dall'ignoranza.
Il senso del mistero si riversa in una surreale commedia dark,cui nulla si fa negare grazie ad un umorismo affilato e a un taglio narrativo sconcertante e insolente.
Prende forma un'identità sfuggente ma innegabilmente concreta,brillante dello smalto di una narrazione fitta e timbrata da un ritmo sempre in crescendo.
Tutto entra in scena in ordine sparso e nel rigore più assoluto di un 'anarchia satirica e irriverente:diari antichi,rivelazioni arcane,segreti esoterici,deviazioni fideistiche e spiriti risvegliati,su un palcoscenico di farneticanti scommesse,destini giocati,tecnologie,previsioni e improbabili statuti.
Allora "Quella casa" assume le grottesche fattezze di un affascinante incubo surreale,una curva nello spettacolo d'ordinanza,uno scherzo semiserio sul viaggio oscuro nel peccato d'onnipotenza e nel residuo umano,che si dibatte fra magia,divinità pagane,adoratori del dolore e non morti.
E' discutibile ipotizzare una sottotraccia polemica e il sospetto di un'accusa sociale da parte del regista.
Quando "Quella casa nel bosco" si chiude,resta il tangibile senso di sconcerto per un film che diverte spiazzando e che,senza fare la voce grossa,sa cosa dire e in quale modo,facendosi capire con un linguaggio di cinema ficcante e ironico,dove idee,sangue,paure,zombie,uomini e burattinai scrivono una faceta formula per la paura che diverte.
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