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ankel
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domenica 27 maggio 2012
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unico film divertente del 2012!!!
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Premetto: Non sono un appassionato di Horror... quindi diverse citazioni me le sono perse... pero' è un film che mi ha divertito tantissimo e mi ha fatto stare incollato allo schermo per tutta la seconda parte per vedere dove andava a finire!
Nella prima parte si intuisce qualcosa ma sembra quasi solo un pretesto per presentare la seconda meta' del film che è un vero e proprio delirio di divertimento/mostri/sangue e metaforone sul cinema e sul mondo moderno in generale!.
Inoltre per gli amanti e appassionati del cinema Horror da' anche una spiegazione a tutta la produzione del cinema di questo genere!!!
Per me è si.
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Premetto: Non sono un appassionato di Horror... quindi diverse citazioni me le sono perse... pero' è un film che mi ha divertito tantissimo e mi ha fatto stare incollato allo schermo per tutta la seconda parte per vedere dove andava a finire!
Nella prima parte si intuisce qualcosa ma sembra quasi solo un pretesto per presentare la seconda meta' del film che è un vero e proprio delirio di divertimento/mostri/sangue e metaforone sul cinema e sul mondo moderno in generale!.
Inoltre per gli amanti e appassionati del cinema Horror da' anche una spiegazione a tutta la produzione del cinema di questo genere!!!
Per me è si.
L'unico film dell'anno che merita il prezzo del biglietto.
Chi non l'ha apprezzato,semplicemente non l'ha capito ;)
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hidalgo
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domenica 27 maggio 2012
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delirio nel bosco
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Drew Goddard conferma che al peggio non c'è mai fine. Quella casa nel bosco tocca livelli di scempiaggine paragonabili solo all'ultimo Dario Argento. Un film che va ben oltre il concetto stesso di "cazzata", un delirio molesto e incredibilmente ridicolo, un'accozzaglia di idee prese in prestito e di mostri buttati nella mischia a casaccio. Goddard cita (male) Lovecraft e i Miti di Chtulhu, chiamando in causa Gli Antichi, creature che avrebbero dominato il mondo prima ancora della venuta degli esseri umani. A loro volta, queste creature esigono cervellotici e ben precisi sacrifici umani, pena la fine del mondo. La sceneggiatura (definiamola tale per comodità) ricalca copioni già visti; c'è il solito gruppetto di ragazzi ignari e dai caratteri diversi.
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Drew Goddard conferma che al peggio non c'è mai fine. Quella casa nel bosco tocca livelli di scempiaggine paragonabili solo all'ultimo Dario Argento. Un film che va ben oltre il concetto stesso di "cazzata", un delirio molesto e incredibilmente ridicolo, un'accozzaglia di idee prese in prestito e di mostri buttati nella mischia a casaccio. Goddard cita (male) Lovecraft e i Miti di Chtulhu, chiamando in causa Gli Antichi, creature che avrebbero dominato il mondo prima ancora della venuta degli esseri umani. A loro volta, queste creature esigono cervellotici e ben precisi sacrifici umani, pena la fine del mondo. La sceneggiatura (definiamola tale per comodità) ricalca copioni già visti; c'è il solito gruppetto di ragazzi ignari e dai caratteri diversi. C'è la bellona in short che al momento giusto mostra inevitabilmente le tette, il fico del gruppo e il belloccio intellettuale, la vergine con la testa sulle spalle e il fattone-giullare che però è il più sveglio di tutti. C'è la solita "stazione di servizio" abbandonata da Dio con l'immancabile tizio inquietante dall'occhio rosso e dallo sputazzo facile. Ci sono i soliti, raccapriccianti dialoghi insulsi e poi arrivano i mostri: i primi sono gli zombie, con un make up anni 70. Poi si scatenano gli altri, tutti insieme appassionatamente. Un "coso" che sembra la brutta copia di Hellraiser. Un fantasma stile The Grudge e roba simile orientale che terrorizza scolaretti; finirà trasformato in un ranocchio (!). Abbiamo anche il lupo mannaro, un pagliaccio parente stretto di Pennywise (IT), un tritone obeso e... un unicorno. Eh già...anche gli unicorni diventano bestie feroci e assassine, con tanti saluti al mito dell'animale fiabesco e puro. Purtroppo, alla fine avremo anche Sigourney Weaver. Che cosa ci faccia un'attrice del suo calibro in un film come questo, è un mistero. Delirante e assurdo, un film inconcepibile e inaccettabile anche mettendoci tutta la buona volontà. Splatter di bassissima categoria. Da perdere.
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hitchcock_91
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sabato 26 maggio 2012
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una riflessione sul genere horror
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Cosa succede quando si pone Drew Goddard, sceneggiatore di Cloverfield e Lost, alla guida di un film horror?Nasce "Quella casa nel bosco". Un film, detto in breve, che si ama o si odia. Sicuramente un film da amare. Questo perché Quella casa nel Bosco è un film che ci permette di riflettere sul genere Horror nel suo complesso ridicolizzando e parodizzando addiritutra i tipici cliché del Genere (SPOILER: la ragazza bionda e il palestrato che da intellettuali vengono resi due idioti attraverso alcune sostanze prodotte in laboratori segreti, la solita scenetta di sesso nel momento di pericolo che viene diretta magistralmente da due tecnici e, come in ogni film horror, la solita vergine, in questo caso ci si accontenta, destinata, in teoria, a morire per ultima.
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Cosa succede quando si pone Drew Goddard, sceneggiatore di Cloverfield e Lost, alla guida di un film horror?Nasce "Quella casa nel bosco". Un film, detto in breve, che si ama o si odia. Sicuramente un film da amare. Questo perché Quella casa nel Bosco è un film che ci permette di riflettere sul genere Horror nel suo complesso ridicolizzando e parodizzando addiritutra i tipici cliché del Genere (SPOILER: la ragazza bionda e il palestrato che da intellettuali vengono resi due idioti attraverso alcune sostanze prodotte in laboratori segreti, la solita scenetta di sesso nel momento di pericolo che viene diretta magistralmente da due tecnici e, come in ogni film horror, la solita vergine, in questo caso ci si accontenta, destinata, in teoria, a morire per ultima. Ci si tuffa anche in una sorta di meta-cinema per cui i nostri due tecnici, che non poche volte ci strappano qualche risata, sono i due registi di quanto accade sui loro schermi ed è interessante immaginare come magari anche in altri film horror dietro a tutto quello che accade ci siano sempre loro le cui azioni sono dirette unicamente al nostro intrattenimento. In questo senso è emblematica una battuta di uno dei due tecnici che alla domanda di un collaboratore se sia necessario portare la bionda a "spogliarsi" questo risponde "Sì, è quello che LORO vogliono". Il loro apparentemente è riferito ai superiori ma sotto un certo aspetto può essere interpretato come "gli spettatori" ormai affezionati ai soliti cari cliché. Il film perde un po' di tono negli ultimi venti minuti dove viene meno la riflessione sul genere e si approda al puro splatter e citazionismo che per i grandi appassionati del genere non può che far piacere. Finale un po' buttato soprattuto alla luce del lavoro di sceneggiatura presente nella prima parte. 5 Stelle perché in conclusione risulta sicuramente un film da vedere (e forse da rivedere per comprendere fino in fondo) e perché risulta sicuramente uno dei miglior film horror degli ultimi anni.
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mattheking
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venerdì 25 maggio 2012
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il rigor mortis dell'horror visto differentemente
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Dopo l’incredibile (e meritato) successo per “The avengers”, non ancora definito in termini di profitto in quanto ancora presente nelle sale cinematografiche, torna a farci compagnia l’americano Joss Whedon.
Stavolta non è solo, e sceglie (in quanto anche produttore) come co-autore e regista Drew Goddard, lo stesso che nel 2008 scrisse la storia del monster movie “Cloverfield”.
Passiamo a noi. Whedon rimane ancorato all’ humor ( a volte quasi infantile ed irritante) che aveva caratterizzato il suo “The avengers”.
Più che legittimo in quel caso mixare a combattimenti sopranaturali ed esplosioni, battute e dialoghi memorabili, già quasi cult, tali da rendere il suo film un vero e proprio capolavoro del genere, per gli amanti e non.
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Dopo l’incredibile (e meritato) successo per “The avengers”, non ancora definito in termini di profitto in quanto ancora presente nelle sale cinematografiche, torna a farci compagnia l’americano Joss Whedon.
Stavolta non è solo, e sceglie (in quanto anche produttore) come co-autore e regista Drew Goddard, lo stesso che nel 2008 scrisse la storia del monster movie “Cloverfield”.
Passiamo a noi. Whedon rimane ancorato all’ humor ( a volte quasi infantile ed irritante) che aveva caratterizzato il suo “The avengers”.
Più che legittimo in quel caso mixare a combattimenti sopranaturali ed esplosioni, battute e dialoghi memorabili, già quasi cult, tali da rendere il suo film un vero e proprio capolavoro del genere, per gli amanti e non.
Ma in “Quella casa nel bosco” è tutto diverso, c’è in ballo la vita, la morte, il destino dell’umanità derivante dal sacrificio o meno di cinque comuni essere umani. Sembra che ogni scena sia buona per ridere, per scherzare e per sdrammatizzare una situazione a dir poco preoccupante ed irrimediabile.
Nella sala dei tecnici scommesse, festeggiamenti e chi più ne ha più ne metta, il tutto come se in quella casa non ci fosse in ballo la vita di comuni essere umani, come lo sono gli scienziati.
E’ vero, gli scienziati c’erano abituati all’annuale sacrificio umano e magari ci avevano fatto il “callo”, ma il cinismo attraverso il quale il macabro meccanismo viene azionato e portato avanti è qualcosa di troppo sproporzionato rispetto a qualsiasi valore etico e morale.
Desidero andare avanti nella recensione citando il seguente celebre aforisma “Colpirne uno per educarne cento”. Se me lo permettete, per renderlo quasi perfettamente calzante col tema di fondo del film, lo modificherei con qualcosa del tipo: “sacrificarne 5 per salvarne 6 miliardi”.
Ma con quale diritto l’uomo può decretare la morte di 5 giovani, pur di salvarne 6 miliardi? Che cosa hanno in più quelli destinati a sopravvivere, rispetto ai cinque che invece si dovrebbero sacrificare per loro?
Whedon e Goddard rispondono a tali cruciali domande, divertendosi come pazzi, scrivendo una tale sceneggiatura e proponendola sullo schermo, tra impassibilità e indifferenza, volti quasi esclusivamente alla reale soddisfazione degli specifici bisogni del caso (sarcasmo, sofferenza, dolore…).
Il finale inoltre va solo a declassare ulteriormente il giudizio: la più classica delle “trashate” americane con una mano rossa, seppur simbolica, che distrugge il mondo, quasi da volta stomaco.
Ma veniamo agli aspetti da considerare positivi. Non è mica tutto da cestinare, anzi.
Goddard dimostra di avere buona tecnica e di avere buone capacità di rendere alcune riprese un più che apprezzabile spettacolo ai nostri occhi. Per testimoniare ciò basti vedere, ad esempio, la scena in cui Jules va verso il lupo per compiere il suo “obbligo”, con la camera da presa che partendo dai piedi della ragazza si sposta verso l’alto.
Anche il titolo del film che compare all’inizio,in versione extralarge e a tinte rosse, non può far altro che impreziosire il tutto.
Buona tutto sommato anche l’interpretazione del cast, impreziosito dalla presenza di Sigourney Weaver, forse da sfruttare meglio. Ottimo Frank Kranz.
La trama rappresenta un esercizio di astuzia non da poco, un tentativo di totale innovazione del genere e di rivisitazione degli standard, un esperimento caratterizzato dal viaggio dello spettatore verso realtà sconosciute ed indesiderabili.
Già, un tentativo…
Peccato che questo non basti per compensare i difetti e le pecche sopra citate.
Seppur le intenzioni e le buone idee non mancano, quello che manca sta nella loro esecuzione. Il film appare come una casa con solide fondamenta ma con troppi aspetti mancanti (finestre, porte, corridoi), senza gli opportuni collegamenti tali da rendere l’intreccio narrativo stupefacente, memorabile, da otto o più in pagella.
Ma un “bravini” ai due co-autori è d’obbligo, almeno ci hanno provato, solo il tentativo è da elogiare.
Resta il fatto, per concludere, che secondo me questo film non può far altro che rappresentare ulteriormente, seppur in modo anomalo e originale,la quasi definitiva sepoltura del genere horror. Comunque tutto fuorché una nuova rinascita, come ho sentito da alcuni.
Una piccola gemma che prova a sbocciare su un albero troppo invecchiato e tortuoso, che tempestivamente viene soppressa dalla neve.
Voto: 5/10
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woll111
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venerdì 25 maggio 2012
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non so se di horror si possa parlare...
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"Quella casa nel bosco" è uno di quei film che ti lasciano un pò meravigliato, che non spaventano nè tanto meno emozionano ma che colpiscono per l'originalità. E proprio nell' essere un qualcosa di nuovo si trova il suo , forse unico, punto di forza. Non ci sono scene spettacolari, non c'è tensione nè personaggi memorabili. C'è solo una trama ben costruita, che spinge lo spettatore a chiedersi che cosa ci sia dietro alla scontata mattanza che si protrae per la prima metà del film. E la risposta non è affatto scontata.
Numerosi i siparietti comici che si alternano lungo tutta la visione e che, se da un lato contribuiscono a smorzare notevolmente la tensione, dall'altro rendono questo pesudo horror sicuramente più godibile.
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"Quella casa nel bosco" è uno di quei film che ti lasciano un pò meravigliato, che non spaventano nè tanto meno emozionano ma che colpiscono per l'originalità. E proprio nell' essere un qualcosa di nuovo si trova il suo , forse unico, punto di forza. Non ci sono scene spettacolari, non c'è tensione nè personaggi memorabili. C'è solo una trama ben costruita, che spinge lo spettatore a chiedersi che cosa ci sia dietro alla scontata mattanza che si protrae per la prima metà del film. E la risposta non è affatto scontata.
Numerosi i siparietti comici che si alternano lungo tutta la visione e che, se da un lato contribuiscono a smorzare notevolmente la tensione, dall'altro rendono questo pesudo horror sicuramente più godibile.
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ombri
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venerdì 25 maggio 2012
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sangue, ironia e citazioni
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Un film indiscutibilmente appassionante non solo per i veri amanti dell'horror, che si perderanno nelle infinite citazioni di capolavori del genere, ma anche per tutti quelli che amano i colpi di scena e l'imprevedibilità della narrazione. Senza dubbio i difetti non mancano, ed alcuni "buchi" nella sceneggiatura sono piuttosto imponenti, ma vengono agilmente superati dal dinamismo e dall'originalità di molte, moltissime scene. In conclusione, un prodotto innovativo, con la giusta dose di sangue e costellato di momenti profondamente divertenti, che più di una volta mi hanno strappato una sonora risata! Assolutamente consigliato.
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annamartina
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giovedì 24 maggio 2012
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sconsigliato, pessimo!
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Detto sinceramente, sono uscita dal cinema con l'amaro in bocca mentre pensavo che avevo sprecato una serata. Avrei fatto meglio a stare a casa a vedere un film alla tivù. Questo film non è un horror, c'è solo gente che muore e la conclusione del film non ha senso..e poi la qualità dell'immagine lascia a desiderare. Ragazzi, ve lo sconsiglio vivamente!
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annamartina
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giovedì 24 maggio 2012
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sconsigliato per gli amanti del horror. pessimo!
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detto sinceramente, sono uscita dal cinema con l'amaro in bocca e con il pensiero di aver sprecato una serata.. era meglio se mi guardavo un film alla televisione. il film non è un horror, c'è solo gente che muore e soprattutto la scena finale non ha senso..e poi la qualità dell'immagine non è buona.. io lo sconsiglio a tutti!
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mr.duff
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mercoledì 23 maggio 2012
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la fabbrica degli orrori su richiesta
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Gia dalla prima sequenza di immagini si può capire l'astuzia e la genialità di questa pellicola. La trama è inizialmente scontata, cinque ragazzi in viaggio per un week-end su una casa in montagna tra i boschi che scopriranno presto di non essere soli... L'idea di partenza è stata pensata giustamente così proprio per rifarsi a tanti classici dell'horror degli anni 80, in particolar modo al "La casa" di Sam Raimi (o forse è una scopiazzatura) poi gli eventi si succedono in maniera prevedibile anche se il regista cerca sempre di sorprendere in maniera diversa in quelli che sono i momenti prevedibili di spavento. Sceneggiatura e cast tipicamente senza lodi proprio per rifarsi ancora una volta allo stereotipo di teen-horror del cinema.
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Gia dalla prima sequenza di immagini si può capire l'astuzia e la genialità di questa pellicola. La trama è inizialmente scontata, cinque ragazzi in viaggio per un week-end su una casa in montagna tra i boschi che scopriranno presto di non essere soli... L'idea di partenza è stata pensata giustamente così proprio per rifarsi a tanti classici dell'horror degli anni 80, in particolar modo al "La casa" di Sam Raimi (o forse è una scopiazzatura) poi gli eventi si succedono in maniera prevedibile anche se il regista cerca sempre di sorprendere in maniera diversa in quelli che sono i momenti prevedibili di spavento. Sceneggiatura e cast tipicamente senza lodi proprio per rifarsi ancora una volta allo stereotipo di teen-horror del cinema. La storia prende una piega completamente diversa e imprevedibile nella seconda parte del film, ed è qui che si distingue l'opera per il dato innovativo e sperimentale di volersi quasi porre come il capostipite del genere horror, creatore di tutto il male e le sue forme (molti personaggi omaggiati come il lupomannaro,gli zombi, le bambine gemelle di "Shining" o Pennywise di "IT" o ancora una versione giustamente rivisitata di Pinhead di "Hellraiser", che solo l'occhio più esperto può associare) Spiega in qualche modo (secondo la sua visione) perchè esistono tanti mostri e perchè hanno ucciso e uccideranno tante vittime innocenti. Lo spettatore diventa quasi il protagonista della storia come il "cliente" che deve assistere al reality del massacro e rimanere soddisfatto. Sicuramente agli esperti e critici del genere il film piacerà se visto in quest'ottica, e apprezzeranno la volontà di creare qualcosa di nuovo, di ambizioso e tremendamente geniale!
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sempregay
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mercoledì 23 maggio 2012
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sangue a gogo !!!
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Non è Il Solito Film Ammazza Teeneger Anzi Sorprende Very Splatter...Sconsigliato alle Persone Deboli Di Stomaco
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