Shame

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Un film di Steve McQueen (II). Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware.
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Drammatico, durata 99 min. - Gran Bretagna 2011. - Bim Distribuzione uscita venerdì 13 gennaio 2012. - VM 14 - MYMONETRO Shame * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
ashtray_bliss martedì 19 giugno 2012
la schiavitu' della materialita' Valutazione 4 stelle su cinque
87%
No
13%

Piu incisivo per le tematiche che per le interpretazioni o la trama come e' stata sviluppata, Shame resta un parabola estremamente realistica sul vuoto personale che le persone di oggi provano. Un vuoto che alcune persone come Brandon cercano di opprimere tramite il sesso senza impegno sentimentale, un sesso materialistico basato sui soldi (con le prostitute o i siti online). Si e' incapaci e involonterosi di cimentarsi in relazioni piu profonde e cosi si trova sfogo nel sesso e dopo quello resta la solitudine, amara e sempre piu assordante nel silenzio che porta con se. Altre persone invece, come Sissy trovano conforto al dolore e alla solitudine con la bottiglia e l'autolesionismo. [+]

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monicac. giovedì 10 maggio 2012
storia di un dolore Valutazione 4 stelle su cinque
82%
No
18%

Un film profondo che ambisce a narrare una storia senza eventi e che, dipingendo la quotidianità di un uomo, è stato in grado di tracciarne il dramma facendo addentrare lo spettatore nell’antro di una mente danneggiata. Il protagonista viene raffigurato come un uomo che conduce una vita apparentemente perfetta ma che, già dalle prime sequenze, appare avulsa da ogni significato. Il senso sembra essere, infatti, un elemento assente che spoglia ogni azione dalle emozioni e, così, il sesso assume le sembianze di una compulsione e per Brandon appare interdetto ogni legame affettivo. Il corpo diviene dunque il teatro sul quale si inscena un dramma interiore, diviene mero strumento al servizio di una mente che, troppo impegnata a sopravvivere, non è più in grado di vivere. [+]

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kronos lunedì 18 giugno 2012
scandalo programmatico Valutazione 2 stelle su cinque
71%
No
29%

Ecco un esempio di cinema "alla moda" che manca alla produzione italiana odierna: modesto ma *scandaloso* quanto basta per scatenare i pennivendoli imbucati nei festival.
Non c'è molto da dire su questo "Shame": la trama si riassume su un pacchetto di sigarette (e infatti non regge la durata del lungometraggio), la realizzazione è professionale ma blanda, la sensazione di programmaticità e didascalismo aleggia dall'inizo alla fine.
Rimane la bella, intensa interpretazione di Fassbender ... un pò pochetto a dire il vero.

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franzrosebud martedì 2 ottobre 2012
desiderio ossessivo di carne e di morte Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 Brandon, trentacinque anni, uomo d’affari, New York. Dipendente dal sesso. Riviste, internet, prostitute, incontri occasionali. Un uomo malato e conscio di esserlo. Si disprezza Brandon, detesta la sua natura incontrollata e incontrollabile, che lo spinge all’emarginazione sentimentale, impossibilitato ad avere dei rapporti normali ed emozionali. L’arrivo della sorella Sissy potrebbe salvarlo, e invece crea ancora più attrito («Sei un peso per me»), guidandolo in una metaforica discesa negli inferi (la scena del club sotterraneo omosessuale) mentre la sorella si taglia i polsi. [+]

[+] grazie (di irene)
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filippo catani sabato 21 gennaio 2012
fratello e sorella disperatamente soli Valutazione 4 stelle su cinque
58%
No
42%

Brandon è un uomo affascinante e con una bella casa. Il suo problema è quello di avere una vera e propria dipendenza dal sesso per cui non solo non riesce a intrattenere relazioni con nessuna donna ma cerca di portarsi a letto chi gli capita, frequenta prostitute e siti pornografici. La sua routine verrà interrotta dall'arrivo della fragile sorella con il suo notevole carico di problemi.
Pellicola arrivata nelle sale carica di attese che bisogna dire soddisfa in pieno. Intanto per l'interpretazione magistrale del protagonista Michael Fassdember capace di prodursi in scene a dir poco difficili e dure tra rapporti prulimi, un nudo integrale e un paio di masturbazioni. [+]

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germano f. domenica 10 marzo 2013
veniamo da un brutto posto Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

E' un film profondo "Shame". Un film che alla fine lascia in uno stato di profonda frustazione morale. Steve McQueen colpisce nel segno descrivendo una società e una comunità contrassegnata da ipocrisie e subdole inclinazioni alle perversioni (di cui il sesso è solo una delle tante metafore). E non parliamo ovviamente solo del protagonista. Lui è solo l'apice, l'elemento più manifesto, il personaggio che metaforizza un'intera società. Sono gli altri personaggi che più fanno riflettere. A cominciare dal suo capo (James Badge Dale) nella duplice veste di seduttore da quattro soldi la notte e in quella di efficente padre di famiglia la mattina seguente. [+]

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ultimoboyscout giovedì 10 maggio 2012
il coraggio di steve mcqueen. Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Razionalità contro instabilità. Quella di un uomo, Fassbender, che trascorre la sua piatta esistenza tra routine e sesso (di cui ne è dipendente), contrapposta a quella di una donna, Carey Mulligan, sua sorella, emotivamente fragilissima. L'opera di McQueen parte minimalista, per crescere col trascorrere dei minuti, finendo in maniera convulsa e mostrando la freddezza di passioni mai risolte, cercando di scardinare le grandi certezze quotidiane del suo protagonista (senza riuscirci del tutto) che viene messo a nudo solo fisicamente. E' un film molto complesso, a tratti durissimo e spietato, che giunge al cuore a intermittenza e che non a tutti piacerà. Film realisticamente hot, una storia di eccessi, stavolta erotici, come fu storia d'eccessi il primo film del videoartista britannico, "Hunger" (al cinema da noi in questi giorni, finalmente!!!), così carico di sangue e violenza. [+]

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lisadp mercoledì 20 marzo 2013
come la prigione non ha per forza le sbarre Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Una colonna sonora mozzafiato accompagna una storia di degradazione e schiavitù provocati dalle proprie dipendenze.
Da un lato troviamo il protagonista, dipendente dal sesso e nauseato da se stesso, ma rassegnato alla sua vita; dall'altra c'è la sorella insicura ed imprigionata nelle proprie paure e difficoltà. con fatica e lavoro possono essere l'uno la salvezza dell'altro, ma prima di poterlo capire dovranno toccare il fondo entrambi, arrivare al punto di rottura che possa permettere loro di detestarsi a tal punto di non poter più convivere con se stessi e cercare un modo nuovo di guardare le cose.
Gli sguardi sono infatti un punto focale del film, intrisi di rancore, disperazione, nausea. [+]

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fabiana dantinelli martedì 11 giugno 2013
l’uomo che non sapeva amare Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Uno come Brandon Sullivan non si dimentica. Fa parte di quel privilegiato stuolo di personaggi che riescono a far scuola, nonostante le premesse solo in apparenza scontate. Eh già, perché lui è bello, ricco, affascinante e vive al centro del mondo, in una New York notturna e misteriosa che può soddisfare ogni desiderio. Come non immaginare allora il facilissimo dark side di un rampante trentenne della grande mela? E lato oscuro sia, ma stavolta con stile, perché il problema di Brandon è cupo e inconfessabile, ma con quel quid in più che ce lo fa amare, lui che di amore non riesce a nutrirsi, famelico fruitore di perversioni sessuali d’ogni sorta e genere. Affamato sì, come il Bobby Sands di “Hunger”, di cui peraltro confessa le medesime origini irlandesi nell’unico fallimentare incontro galante del film, ma di una fame più squallida, tipicamente post-moderna. [+]

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dario sabato 2 gennaio 2016
inconcludente Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

La sceneggiatura non funziona, fa mancare lo sviluppo alla storia. Così c'è la costrizione di un continuo ripetersi di scene concatenate a forza senza una vera ragione, se non una morale sotterranea e convenzionale. Meglio la prima parte dove, per lo meno, tutto è sospeso, in attesa di qualcosa, mentre la seconda è una banale discesa all'inferno con tanto di disperazione programmata. Il fatto è che la dipendenza del protagonista vuole avere valenze esistenzialistiche, ma delle stesse si ha un sentito dire e si mostra una presunzione, magari innocente, da new age, ovviamente inadatta. Bravi gli interpreti. Fassbendere è una garanzia. [+]

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