riccardo76
|
giovedì 29 settembre 2011
|
tecnologia e contenuto di altissimo livello
|
|
|
|
Acclamato dalla critica di tutto il mondo come uno dei migliori prequel di sempre, L’Alba del Pianeta delle Scimmie s’insinua violentemente nella mente e nel cuore dello spettatore, conquistandosi un posto di tutto rispetto tra i film più belli.
Altissima è la qualità di questa pellicola, sia dal punto di vista tecnico che del contenuto. La performance capture della Weta ha fatto ulteriori passi in avanti, riuscendo a creare delle scimmie credibilissime, sia nei movimenti, che, soprattutto, nelle espressioni. Il miracolo della casa neozelandese, infatti, valendosi anche dell’esperienza dell’attore Andy Serkis – oramai un veterano in campo di recitazione con la suddetta tecnica (si pensi al Gollum de Il Signore degli Anelli) – è quello di essere riusciti a rendere incredibilmente umano il personaggio di Cesare.
[+]
Acclamato dalla critica di tutto il mondo come uno dei migliori prequel di sempre, L’Alba del Pianeta delle Scimmie s’insinua violentemente nella mente e nel cuore dello spettatore, conquistandosi un posto di tutto rispetto tra i film più belli.
Altissima è la qualità di questa pellicola, sia dal punto di vista tecnico che del contenuto. La performance capture della Weta ha fatto ulteriori passi in avanti, riuscendo a creare delle scimmie credibilissime, sia nei movimenti, che, soprattutto, nelle espressioni. Il miracolo della casa neozelandese, infatti, valendosi anche dell’esperienza dell’attore Andy Serkis – oramai un veterano in campo di recitazione con la suddetta tecnica (si pensi al Gollum de Il Signore degli Anelli) – è quello di essere riusciti a rendere incredibilmente umano il personaggio di Cesare. C’è più umanità negli occhi di questa scimmia che in quelli degli attori, seppur di alto livello. Il cast infatti è di tutto rispetto: oltre al validissimo James Franco, oramai una garanzia, troviamo una grandissima interpretazione di John Lithgow, nel difficile ruolo di persona affetta da Alzheimer. Tuttavia la bravura dei due attori viene offuscata dall’eccezionale performance della scimmia, che si impone come il protagonista assoluto del film, conquistando subito la simpatia e la compassione del pubblico. Lo spettatore, infatti, rimane subito colpito dalla dolcezza del piccolo scimpanzé, e ne segue con partecipazione la crescita e i progressi intellettivi, condividendo con lui le emozioni che la scoperta del mondo e della vita gli provoca, fino alla rabbia e alla completa compassione per i soprusi che è costretto a subire.
Il protagonista si ritrova a scontrarsi contro problemi insormontabili che la vita offre, come l’abbandono, l’isolamento da parte dei suoi simili, la consapevolezza della propria diversità, il peso di un passato tragico e, soprattutto, la malvagità dell’uomo; problemi che lo uccidono lentamente all’interno della sua anima, portandolo a maturare una nuova personalità, più forte, basata sulla rabbia disillusa nei confronti del genere umano, ma anche sulla consapevolezza del proprio posto che deve occupare nel mondo. Sarà tale consapevolezza, insieme alla rabbia accumulata da giorni di soprusi inauditi, a spingerlo a ribellarsi contro l’uomo usurpatore e a rivendicare la propria libertà, in un assordante grido di rifiuto che squarcia il silenzio, colpisce e ammutolisce tutti, spettatore compreso. Una scena intensa, bellissima, inaspettata, che si carica di significati impliciti. Il primate acquisisce la parola, e il primo uso che ne fa è per ribellarsi: un atto linguistico, dove parola e azione si fondono, un “Nooo!” primordiale, che racchiude in sé tutti gli atti di rivolta dovuti a soprusi della storia dell’uomo. Il movimento dei diritti civili dei neri, quello delle donne, come tantissimi altri, trovano la loro origine in questo atto di parola primitivo, fatto da una scimmia, che invita a dire basta alle ingiustizie e a combattere per i propri diritti e per affermare la propria dignità. Cesare, dal Giulio Cesare di Shakespeare, diverrà il capo di un esercito di scimmie, e le guiderà verso la libertà; il novello Mosè, scampato al massacro, diverrà il profeta di un popolo di primati, e li guiderà verso la terra promessa, al di là del mare, dove finalmente potrà affermare: “Cesare è a casa!”. Ogni essere ha il suo posto nel mondo e Cesare ha trovato il suo, ma nel raggiungerlo, lascia una grande lezione all’uomo: il rispetto per la vita di ogni essere. La rivolta è infatti un grande esempio di civiltà, dove la violenza viene bandita.
Il fatto che il regista Rupert Wyatt ci mostri degli animali che rispettano la vita degli uomini quando viceversa questo non avviene la dice lunga sulla visione che esso ha della nostra società, che, giunta oramai ad un punto di non ritorno, è destinata a crollare. Molto eloquenti a tal proposito sono i titoli di coda, che lasciano lo spettatore sconvolto, il quale tuttavia, abbandona la sala carico di forti emozioni, di riflessioni e, soprattutto, con la consapevolezza di aver vissuto due ore di grande cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo76 »
[ - ] lascia un commento a riccardo76 »
|
|
d'accordo? |
|
eveline..
|
giovedì 15 marzo 2012
|
qualche dettaglio hegeliano
|
|
|
|
Quando si legge in primo piano una recensione come questa , non credo che si possa aggiungere qualcosa. se poi citi anche la dialettica servo-padrone direi che hai dato un'immagine perfetta.
Il padrone che non è in grado di riconoscere l'altro è però solo il ragazzo del "carcere". In quel caso la morte può essere considerata quasi accidentale confermando quanto detto sul fatto che Cesare è così "evoluto", ma mi viene da dire così "umano" , che si ferma prima di uccidere. Al servo che diventa padrone c'avevo creduto fino alla fine, se non che Cesare ricorda Will. Cesare, nonostante il nome, non diventa padrone, per fortuna.
[+]
Quando si legge in primo piano una recensione come questa , non credo che si possa aggiungere qualcosa. se poi citi anche la dialettica servo-padrone direi che hai dato un'immagine perfetta.
Il padrone che non è in grado di riconoscere l'altro è però solo il ragazzo del "carcere". In quel caso la morte può essere considerata quasi accidentale confermando quanto detto sul fatto che Cesare è così "evoluto", ma mi viene da dire così "umano" , che si ferma prima di uccidere. Al servo che diventa padrone c'avevo creduto fino alla fine, se non che Cesare ricorda Will. Cesare, nonostante il nome, non diventa padrone, per fortuna. Ha soltanto riconosciuto la sua identità, dopo che da "adolescente" si era chiesto "chi è Cesare". E così ha ricondotto alla libertà coloro nei quali si riconosceva. In comunque con gli altri film ha lo spessore filosofico. Non è esagerato filosofico se consideriamo il confronto indentità uomo-identità scimmia. Direi che è un film sostanzioso, ancora più utile alla riflessione in questo periodo in cui si parla di sperimentazione sulle scimmie. Sicuramente al di là dell'acquisita funzione cognitiva del tutto fittizia, è vero che gli scimpanzè hanno il 99% delle loro sequenze esoniche in comune con noi e forse hanno anche una sensibilità vicina alla nostra.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eveline.. »
[ - ] lascia un commento a eveline.. »
|
|
d'accordo? |
|
cenox
|
mercoledì 28 marzo 2012
|
un prequel più che interessante
|
|
|
|
Come ha fatto il pianeta governato dagli esseri umani, superiori nell'intelletto (non sempre purtroppo...) a cadere in balia delle scimmie?? E' con questo prequel che il regista cerca di spiegarcelo, e ci riesce egregiamente! Franco è l'attore protagonista, ed interpreta uno scienziato che è coinvolto nella ricerca e sperimentazione sulle scimmie da laboratorio per cercare una cura all'Alzheimer, malattia in cui è coinvolto pure suo padre. Scoprirà che il farmaco da lui progettato ha l'effetto incredibile di incrementare le qualità intellettive dei primati, soprattutto quelle di Cesare, uno scimpanzè che lui stesso cresce nella propria abitazione come animale domestico.
[+]
Come ha fatto il pianeta governato dagli esseri umani, superiori nell'intelletto (non sempre purtroppo...) a cadere in balia delle scimmie?? E' con questo prequel che il regista cerca di spiegarcelo, e ci riesce egregiamente! Franco è l'attore protagonista, ed interpreta uno scienziato che è coinvolto nella ricerca e sperimentazione sulle scimmie da laboratorio per cercare una cura all'Alzheimer, malattia in cui è coinvolto pure suo padre. Scoprirà che il farmaco da lui progettato ha l'effetto incredibile di incrementare le qualità intellettive dei primati, soprattutto quelle di Cesare, uno scimpanzè che lui stesso cresce nella propria abitazione come animale domestico. Ma, quando l'animale sarà cresciuto e ritenuto pericoloso, verrà rinchiuso insieme ad altri suoi simili. Serkins, l'attore che grazie alla tecnologia della computer grafica interpreta Cesare è veramente bravissimo, e senza l'ausilio della parola riesce a trasmettere tutti gli stati d'animo dell'animale e la sua grande voglia di libertà, ed è per questo che preparerà la fuga dalla sua gabbia, issandosi a capo della rivolta dei primati sugli umani.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cenox »
[ - ] lascia un commento a cenox »
|
|
d'accordo? |
|
gustibus
|
sabato 29 luglio 2017
|
intelligenza che inquieta!
|
|
|
|
Dopo il pianeta delle scimmie(1968)e il film che piu'rappresenta meglio l'evoluzione della razza non umana ai vertici di un intelligenza pari all'uomo è che inquieta non poco.Grande merito va al regista britannico Rupert Wyatt che con una sceneggiatura abilissima che non annoia mai e ti fa amare di piu'la storia di come la scimmia è varie specie hanno preso il predominio sull'uomo.Tutto parte da esperimenti scientifici sugli scimpanze' e gorilla per combattere l'alzahimer e oltre a guarire la malattia a rendere il genere umano superiore.Be' si otterra'l'effetto contrario perche'fatto su una scimmia gia'evoluta "CESARE"arriva l'intelligenza che si ritorcera'contro l'umanita',perche'poi diventera' " virus letale"e da qui la razza delle scimmie con gli anni e i secoli prendere il sopravvento.
[+]
Dopo il pianeta delle scimmie(1968)e il film che piu'rappresenta meglio l'evoluzione della razza non umana ai vertici di un intelligenza pari all'uomo è che inquieta non poco.Grande merito va al regista britannico Rupert Wyatt che con una sceneggiatura abilissima che non annoia mai e ti fa amare di piu'la storia di come la scimmia è varie specie hanno preso il predominio sull'uomo.Tutto parte da esperimenti scientifici sugli scimpanze' e gorilla per combattere l'alzahimer e oltre a guarire la malattia a rendere il genere umano superiore.Be' si otterra'l'effetto contrario perche'fatto su una scimmia gia'evoluta "CESARE"arriva l'intelligenza che si ritorcera'contro l'umanita',perche'poi diventera' " virus letale"e da qui la razza delle scimmie con gli anni e i secoli prendere il sopravvento.Da qui potrebbe davvero partire il film del '68 di SCHAFFNER che ha veramente senso.Gli altri 4della saga appaiono un po' datati..ma dopo 45anni..ci sta questa differenza.Un plauso a A.Serkys(Cesare)..James Franco..padre adottivo..e J.Litghow il papa' ammalato di una malattia"l'alzahimer"che si cura di piu'ma ancora ora non ce'un rimedio totale di guarigione.Questo film ha altri due seguiti di cui uno uscito 15giorni fa..questo risulta per racconto sicuramente il migliore!Da vedere e per me anche con i bimbi accanto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gustibus »
[ - ] lascia un commento a gustibus »
|
|
d'accordo? |
|
shagrath
|
venerdì 23 maggio 2014
|
una fiaba e nulla di più
|
|
|
|
Film spettacolare sul piano tecnico e per l'impatto visivo, ottima anche la regia e il montaggio. Nell'insieme si tratta di un prodotto ben orchestrato (tre stelle, ci stanno), ma mi spiace, sul piano della sceneggiatura non ha lo stesso spessore e neppure la stessa concretezza fantascientifica del film 1999 - Conquista della Terra (il film originale del '72 da cui riprende parte della trama e il nome Cesare). A fronte di una prima parte credibile, la trama scivola in una serie infinita di sviluppi prevedibili e di clishé, quando finalmente nella seconda parte ci viene rivelata la verità: gli antagonisti (ovvero gli umani) sono scemi. Parafrasando Sergio Leone si potrebbe dire "quando una scimmia disarmata incontra un uomo col fucile mitragliatore, la scimmia disarmata è una scimmia morta".
[+]
Film spettacolare sul piano tecnico e per l'impatto visivo, ottima anche la regia e il montaggio. Nell'insieme si tratta di un prodotto ben orchestrato (tre stelle, ci stanno), ma mi spiace, sul piano della sceneggiatura non ha lo stesso spessore e neppure la stessa concretezza fantascientifica del film 1999 - Conquista della Terra (il film originale del '72 da cui riprende parte della trama e il nome Cesare). A fronte di una prima parte credibile, la trama scivola in una serie infinita di sviluppi prevedibili e di clishé, quando finalmente nella seconda parte ci viene rivelata la verità: gli antagonisti (ovvero gli umani) sono scemi. Parafrasando Sergio Leone si potrebbe dire "quando una scimmia disarmata incontra un uomo col fucile mitragliatore, la scimmia disarmata è una scimmia morta". Ecco, contro ogni logica in questo film non accade nulla di ciò, perchè gli umani sono scemi. L'apice si ha nella scena del ponte, in cui le "intelligenti" scimmie si infilano in una trappola totalmente disarmate e senza via di uscita. Ci sono dozzine di poliziotti armati fino ai denti, a cavallo, persino su un eliccotero. Eppure nessuno (a parte lo spettatore che non è fesso) prevede l'ovvia manovra di aggiramento delle scimmie... manovra resa possibile dagli sceneggiatori, che in una giornata terza e cristallina, fanno calare un conviententissimo nebbione talmente fitto che non si era visto neppure nelle tragiche partite a tennis di Fantozzi. Ma questo non basta. Ecco allora che i poliziotti si dispongono in maniera assurda, concentrandosi in un unico punto, senza guardare in alto o ai fianchi (certo, sono scimmie, perché mai aspettarsi che si arrampichino e ti attacchino dall'alto). Intanto dalle retrovie i poliziotti a cavallo caricano diordinatamente in mezzo alle automobili facendosi atterrare uno a uno (e perchè mai procedere in formazione come qualunque altro corpo armato del pianeta, giusto). Forse contagiato da tanta demenza pure l'elicottero con il mitragliere, virtualmente invulnerabile e in una posizione di supremazia, decide brillantemente (e senza motivo alcuno) di avvicinarsi al ponte fino ad arrivare a portata di salto di un gorilla inferocito, con ovvie conseguenze. Insomma, eventi dozzinali e troppo comodi per una sceneggiatura che non è verosimile. In occasioni come queste mi piace ribadire che "fantascienza" non è sinonimo di fantasia, e neppure di fiaba... ed in fondo questo film è proprio questo, una fiaba un po' pacchiana in perfetto stile di hollywoodiano.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a shagrath »
[ - ] lascia un commento a shagrath »
|
|
d'accordo? |
|
renato c.
|
domenica 31 gennaio 2016
|
tra il pianeta delle scimmie e king kong
|
|
|
|
Vedo che molti danno 4 o 5 stelle, è un bel film ma non ritengo un capolavoro specialmente se lo si vuole considerare un prequel de "Il pianeta delle scimmie" (mi riferisco a quello con Charlton Heston del 1968). Quel film non spiegava che cosa aveva reso intelligenti le scimmie, fa solo vedere alla fine del film che il pianeta su cui Charlton Heston si trovava era la Terra nel futuro distrutta da una guerra mondiale nucleare e non un pianeta simile alla Terra. Questo film vorrebbe far vedere come sono iniziate ad esistere le scimmie intelligenti, non a causa di radiazioni nucleari ma tramite la somministrazione di un farmaco. E poi la solita paura dell'uomo; lo scienziato dalla mente aperta che si porta in casa ed alleva il piccolo scimpanzè, la paura degli altri che invece lo vorrebbereo abbattere (come King Kong).
[+]
Vedo che molti danno 4 o 5 stelle, è un bel film ma non ritengo un capolavoro specialmente se lo si vuole considerare un prequel de "Il pianeta delle scimmie" (mi riferisco a quello con Charlton Heston del 1968). Quel film non spiegava che cosa aveva reso intelligenti le scimmie, fa solo vedere alla fine del film che il pianeta su cui Charlton Heston si trovava era la Terra nel futuro distrutta da una guerra mondiale nucleare e non un pianeta simile alla Terra. Questo film vorrebbe far vedere come sono iniziate ad esistere le scimmie intelligenti, non a causa di radiazioni nucleari ma tramite la somministrazione di un farmaco. E poi la solita paura dell'uomo; lo scienziato dalla mente aperta che si porta in casa ed alleva il piccolo scimpanzè, la paura degli altri che invece lo vorrebbereo abbattere (come King Kong). Notevole comunque la sequenza in cui il protagonista va a riprendere "Cesare" per riportarlo a casa ma questo si rifiuta perche ritiene più utile rimanere tra i suoi simili per dar loro un evoluzione come l'ha avuta lui e per il bene della sua razza! La ribellione finale e la guerra degli uomini contro le scimmie ricorda molto la parte finale di King Kong, con la differenza che qui le scimmie vincono! Non è chiaro poi il finale in cui Cesare dice al protagonista "Cesare a casa" e poi lo si vede invece assieme alle altre scimmie in cima ad altissimi alberi! Certo che se l'idea dei produttori era quella di narrare come la Terra sia diventata "il pianeta delle scimmie" con le scimmie tutte intelligenti, ingigantite e vestite e gli uomini invece muti ed in gabbia, trattati come animali ci vorrà forse più di seguito prequel! Bellissima comunque l'espressione di Cesare rispetto alle altre scimmie!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a renato c. »
[ - ] lascia un commento a renato c. »
|
|
d'accordo? |
|
fivedownyouforthetruthboe
|
domenica 11 aprile 2021
|
non volevano poi verificare, ne credere all''umano.
|
|
|
|
il seguito di planet of the apes sembra
non centrare gran chè col primo, ove il capitano
partendo con veivolo nota una o forse più
scimmia salutando sembrava dirgli cose
del tipo avergli dato un pezzo di cuore, e l'essere umano
nel notare sorpreso la bestia, sembrava rispondergli, e la
parte di soldi che ha messo in
saccoccia? però il villaggio sembrano potrebbe credergli
quindi fuggendo la bestia sembrava dire ma basta allamarsi allo
zoo, scorgendo nel prosecuo che quegli animali volevano prendersi
anche il sopravvento su qualsiasi cosa
trovando le statue di marmo raffiguranti anzichè l'essere umano
le loro sembianze, si rendeva conto che non era il solito
gorilla bensì bestiacce che prenderebbe tutto
quello che le persone hanno, che gli scoppi allora qualcosa sembra dire
lasciando la bestia e fuggendo con la bella, l'essere umano,
nel sequel con l'alba del planet of the apes la
bestia con quella forza sproporzionata sono diventati
alcuni di quegli animali intrusivi e pericolosi e che non
s'accontentano più dei soldi datigli per guardarli crescere
allo zoo, oltre a non voler pagare nulla vogliono fare le cose al
contrario, e cesare col linguaggio dell'animale consono a
loro cerca di riportare un pò di ordine ma non sarà semplice,
nonostante il loro cambiamento l'action fantasy e storia
sembrano farne comunque se non magari migliore un bel film divertimento.
[+]
il seguito di planet of the apes sembra
non centrare gran chè col primo, ove il capitano
partendo con veivolo nota una o forse più
scimmia salutando sembrava dirgli cose
del tipo avergli dato un pezzo di cuore, e l'essere umano
nel notare sorpreso la bestia, sembrava rispondergli, e la
parte di soldi che ha messo in
saccoccia? però il villaggio sembrano potrebbe credergli
quindi fuggendo la bestia sembrava dire ma basta allamarsi allo
zoo, scorgendo nel prosecuo che quegli animali volevano prendersi
anche il sopravvento su qualsiasi cosa
trovando le statue di marmo raffiguranti anzichè l'essere umano
le loro sembianze, si rendeva conto che non era il solito
gorilla bensì bestiacce che prenderebbe tutto
quello che le persone hanno, che gli scoppi allora qualcosa sembra dire
lasciando la bestia e fuggendo con la bella, l'essere umano,
nel sequel con l'alba del planet of the apes la
bestia con quella forza sproporzionata sono diventati
alcuni di quegli animali intrusivi e pericolosi e che non
s'accontentano più dei soldi datigli per guardarli crescere
allo zoo, oltre a non voler pagare nulla vogliono fare le cose al
contrario, e cesare col linguaggio dell'animale consono a
loro cerca di riportare un pò di ordine ma non sarà semplice,
nonostante il loro cambiamento l'action fantasy e storia
sembrano farne comunque se non magari migliore un bel film divertimento.
[-]
[+] non è il seguito di planet of the apes
(di valerio solari )
[ - ] non è il seguito di planet of the apes
|
|
[+] lascia un commento a fivedownyouforthetruthboe »
[ - ] lascia un commento a fivedownyouforthetruthboe »
|
|
d'accordo? |
|
maxam
|
sabato 24 settembre 2011
|
la fine ha inizio.
|
|
|
|
Ha scritto Francesco Alberoni: “La storia procede per catastrofi. Saggezza è saperle gestire.” Rupert Wyatt affronta un genere inflazionato, la narrazione di un evento capace di sconvolgere le sorti dell’umanità, partendo da una fortunata sceneggiatura dove non vi sono zombie o messaggeri dal futuro e l’immaginario risulta perciò plausibile e producendo un discreto blockbuster in grado di richiamare al cinema sia i teenagers sia chi, con più primavere alle spalle, segue la trama rammentando dell’astronauta George Taylor, del dottor Zaius, del grido finale di Charlton Heston nel film del ’68 “Oh my God… I’m back.
[+]
Ha scritto Francesco Alberoni: “La storia procede per catastrofi. Saggezza è saperle gestire.” Rupert Wyatt affronta un genere inflazionato, la narrazione di un evento capace di sconvolgere le sorti dell’umanità, partendo da una fortunata sceneggiatura dove non vi sono zombie o messaggeri dal futuro e l’immaginario risulta perciò plausibile e producendo un discreto blockbuster in grado di richiamare al cinema sia i teenagers sia chi, con più primavere alle spalle, segue la trama rammentando dell’astronauta George Taylor, del dottor Zaius, del grido finale di Charlton Heston nel film del ’68 “Oh my God… I’m back. I’m home.” Guardiamoci in faccia, fondiamo un club, teniamoci in contatto noi che siamo stati catturati dall’offerta del regista britannico. Siamo quelli che hanno un animale domestico e che mille volte guardando nei suoi due occhi e stupendoci della sua capacità di comprendere le nostre abitudini, di anticipare le nostre azioni, di percepire le nostre sensazioni, lo abbiamo ritenuto più “umano” dei nostri compagni di classe o colleghi di lavoro tra cui si annida quello sempre pronto a pugnalarti alle spalle. Non a caso, tra Cesare e gli altri, noi tifiamo per Cesare. Ma questa è una recensione per Mymovies ed è giunto il momento di pensare ad un voto. Io tendo per principio ad essere più buono con le opere prime, sfortuna vuole che questo sia il secondo, non il primo, lungometraggio di Wyatt. Sfortuna vuole che io abbia previsto il bacio tra “lui” e “lei” (James Franco e Freida Pinto) prima che “lui” corra verso il pericolo. Sfortuna vuole che i personaggi di Steven Jacobs e Robert Franklin (David Oyelowo e Tyler Labine) mi siano risultati troppo convenzionali: il manager che persegue il profitto (e che da prudente diventa inspiegabilmente imprudente non appena la trama lo richiede), lo scienziato che ama troppo gli animali e che fin dall’inizio sappiamo che non ci accompagnerà fino al “the end”. Una parentesi per Tom Felton, il Draco Malfoy di Harry Potter, la saga letteraria suicidatasi dall’esser stata scritta parallelamente alla sua trasposizione cinematografica: piccoli cattivi crescono, dimostrano talento, Tom Felton futuro Remo Girone inglese? Mi sembra un bell’augurio, vedremo. Il voto finale è 3/5 perché dopo “The Escapist” e questo prequel di un titolo importante, fortunato quale “Il pianeta delle scimmie”, sarebbe ora che Wyatt ci spiegasse che tipo di storie vuole raccontare. Il regista di questo film potrebbe infatti girare pellicole su asteroidi, epidemie, terremoti, uragani, vulcani. Rispettando egregiamente (complimento) i canoni del genere (non-complimento). Dovrebbe infine Wyatt ricordarsi di essere suddito di Sua Maestà, insomma: Londra Europa Mondo. Tra “L’alba” e “Il pianeta delle scimmie” del ’68 il film più british è “Il pianeta delle scimmie”. Perché, Rupert, vuoi fare lo yankee?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maxam »
[ - ] lascia un commento a maxam »
|
|
d'accordo? |
|
tremendamente
|
venerdì 23 agosto 2013
|
tra scienza e coerenza
|
|
|
|
Non avrei puntato molto su un film come “L'alba del pianeta delle scimmie”. E devo ricredermi. Un genere che oscilla tra la fantascienza, l'azione e il tema drammatico, che, a primo impatto, non attira tutti.
L'alba del pianeta delle scimmie è il riavvio della serie cinematografica Il pianeta delle scimmie, tratta dall'omonimo romanzo di Pierre Boulle del 1963, uscito nelle sale nel 2011.
Willis è un giovane sperimentatore di un importante casa farmaceutica di Los Angeles e sta cercando, sperimentando sugli scimpanzè, un farmaco che guarisca il morbo di Alzaimer.
È un farmaco genico che potrebbe guarire centinaia di persone anziane, che vivono in condizioni deprimenti. Anche il padre di Willis ne è affetto.
[+]
Non avrei puntato molto su un film come “L'alba del pianeta delle scimmie”. E devo ricredermi. Un genere che oscilla tra la fantascienza, l'azione e il tema drammatico, che, a primo impatto, non attira tutti.
L'alba del pianeta delle scimmie è il riavvio della serie cinematografica Il pianeta delle scimmie, tratta dall'omonimo romanzo di Pierre Boulle del 1963, uscito nelle sale nel 2011.
Willis è un giovane sperimentatore di un importante casa farmaceutica di Los Angeles e sta cercando, sperimentando sugli scimpanzè, un farmaco che guarisca il morbo di Alzaimer.
È un farmaco genico che potrebbe guarire centinaia di persone anziane, che vivono in condizioni deprimenti. Anche il padre di Willis ne è affetto.
Ma è proprio quando le sue condizioni psicofisiche si aggravano che una scimmia del laboratorio, durante un trattamento, scappa dal reparto e invade il centro sperimentale creando danni e caos.
La sua reazione era dovuta alla nascita di un piccolo scimpanzè che proteggeva nella sua angusta cella, ma chi se ne accorge, sa che è troppo tardi: la mamma è già morta e Willis trova riparo al cucciolo portandolo nella sua villa.
Willis si accorge che le cure geniche somministrate alla madre sono passate geneticamente al cucciolo, soprannominato Cesare.
Vengono affinate le ricerche e i progressi intellettivi di Cesare sono visibili, tangibili: il suo quoziente aumenta giorno dopo giorno, anno dopo anno, impara la lingua dei segni e cammina su due gambe. È proprio quando i test verificano e superano tutte le competenze acquisibili dai primati che il papà di Willis si aggrava e, non del tutto consapevole, somministra al vecchio padre una dose dell' ALZ-112, virus in grado di potenziare i ricettori neuronali.
Dopo un breve periodo di lucidità in cui lo stato mentale del padre, controllato e studiato dal figlio, appare lucido e controllato, Willis scopre che la cura ha prodotto degli anticorpi. E che la malattia è
E l'ormai adulto, primate viene allontanato dalla sua prima casa.
Sarà l'affetto verso l'umano che l'ha salvato a ricondurlo sulle tracce della libertà?
Di grandissimo effetto scenico e grafico , L'alba del pianeta delle scimmie è un film a cavallo tra moralismo e anticonformismo. Una storia che alimenta lo spirito tecnologico, l'avanzata rombante della scienza e delle sperimentazioni. Ma a rompere questo idillio del progresso c'è la crudeltà del genere umano, che in questa pellicola appare ancora più brutale. Gabbie, reti e trappole per animali e specie più deboli di noi.
Citando un vecchio film di Hal Ashby (Harold & Maude): “Gli zoo sono pieni di animali, le prigioni traboccano di poveri diavoli. Oh mio Dio, come è possibile che al mondo ci sia ancora posto per una sola gabbia (….) La coerenza non è decisamente una caratteristica umana”.
Un film che tocca le corde dell'animo umano passando tra sentimenti di solidarietà, spirito di sopravvivenza, giustizia e coraggio. Un film visto con gli occhi degli animali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tremendamente »
[ - ] lascia un commento a tremendamente »
|
|
d'accordo? |
|
ultimoboyscout
|
mercoledì 30 novembre 2011
|
la rivolta degli evoluti.
|
|
|
|
Un esperimento finito scimmiescamente male altera il DNA di un cucciolo di scimpanzè che finisce tra le braccia del ricercatore James Franco. Lo alleva, adattandogli una stanza della propria casa ma l'animale sogna l'esterno e la libertà. La storia prosegue arrampicandosi su un padre malato, un medicinale sperimentato privatamente, una veterinaria sedotta e lo scimpanzè che si fa splendidamente adulto in motion capture. Fino a quando il primate non si farà capo della ribellione dei suoi simili contro gli umani, che avrà culmine sul Golden Gate. Un'avventura ribelle si può definire questo film, un prequel rispetto a quello del 1968 con Charlton Heston, particolarmente efficace a livello visivo, eticamente gustoso ed in campo di catastrofi animali uno dei migliori in assoluto di sempre.
[+]
Un esperimento finito scimmiescamente male altera il DNA di un cucciolo di scimpanzè che finisce tra le braccia del ricercatore James Franco. Lo alleva, adattandogli una stanza della propria casa ma l'animale sogna l'esterno e la libertà. La storia prosegue arrampicandosi su un padre malato, un medicinale sperimentato privatamente, una veterinaria sedotta e lo scimpanzè che si fa splendidamente adulto in motion capture. Fino a quando il primate non si farà capo della ribellione dei suoi simili contro gli umani, che avrà culmine sul Golden Gate. Un'avventura ribelle si può definire questo film, un prequel rispetto a quello del 1968 con Charlton Heston, particolarmente efficace a livello visivo, eticamente gustoso ed in campo di catastrofi animali uno dei migliori in assoluto di sempre. Come fu "Batman begins" è una storia delle origini, in cui si mescolano aspetti e interrogativi umanistici, filosofici, etici, ecologici e scientifici, con il tema della fine della nostra civilizzazione che è assolutamente attuale ed inesauribile. Franco è il nome di punta, ma ancora una volta è Andy Serkis a rubare la scena, digitalmente impellicciato, un ibrido digital/umano di difficilissima interpretazione che esprime tantissimo senza l'utilizzo della parola e dei dialoghi. La sceneggiatura è un altro punto di forza, interessante e soprattutto originale, legata alla saga ma totalmente libera e indipendente. Il motion capture rende poi le scimmie così umane, vere e dalle espressioni profonde tanto da riuscire a mettere a disagio lo spettatore quasi commovendolo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
|