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Cannes affonda i pirati

Johnny Depp e Penelope Cruz presentano a Cannes il quarto capitolo della saga.
di Ilaria Ravarino

Penelope Cruz e Johnny Depp, i protagonisti di Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare di Rob Marshall.

domenica 15 maggio 2011 - Incontri

«L'ultima nave è salpata da un pezzo»: con un ferale articolo, diffuso nel Palais poche ore prima dell'arrivo di Johnny Depp e Penelope Cruz a Cannes, la rivista Screen ha platealmente stroncato il quarto capitolo dei Pirati dei Caraibi, pellicola fuori concorso al cinema dal 18 maggio e primo sequel del franchise interamente in 3D. Un'opinione confermata dalla tiepida risposta ricevuta dal film in sala e persino dai suoi interpreti, attesi come star sul tappeto rosso della Croisette ma accolti con freddezza dalla stampa: scarsa la chimica tra i protagonisti Depp e Cruz, distanti sullo schermo come nella vita, ben poco carismatici (anche) dal vivo i nuovi acquisti della saga, Sam Claflin e la francese Astrid Berges-Frisbey, nell'ingrato ruolo di rimpiazzo dei transfughi Orlando Bloom e Keira Knightley. A guidare la pattuglia il produttore Jerry Bruckheimer e il regista Rob Marshall, subentrato al veterano Gore Verbinski, assenti ingiustificati gli sceneggiatori Terry Rossio e Ted Elliott, che avrebbero lavorato allo script del film insieme allo stesso Johnny Depp: «Questo film è il film di Depp», sottolinea Bruckheimer aprendo l'incontro con i giornalisti. Una frase che più che un complimento, suona come un sinistro avvertimento.

Capitan Jack Sparrow: Johnny Depp

Dopo 8 anni nei panni di Jack Sparrow, come si è preparato al ruolo?
Sparrow è un personaggio talmente complesso che si può sviluppare praticamente all'infinito. Mi sono preparato come faccio sempre, cioè guardando moltissimi cartoni animati. Mi piace pensare il Capitano come una specie di Bugs Bunny.
Da dove arriva la maggiore ispirazione per il suo personaggio?
C'è in lui qualcosa di Marlon Brando, un attore che è la mia ispirazione in tutto, in ogni cosa che faccio. E poi direi che Sparrow è un buffo mix tra una rockstar alla Keith Richards e una puzzola romantica.
A proposito. Keith Richards ha un cameo nel film: com'è stato recitare con lui?
Bellissimo. Per lui è stata un'occasione per esplorare il mondo del cinema, per noi un'esperienza di vita. Mi piacerebbe scriverci un libro.
In che modo è intervenuto sulla sceneggiatura?
Mi ritengo molto fortunato, perché mi è stato chiesto di partecipare al processo creativo e io l'ho fatto. Ma in una storia ci sono tanti ingredienti, non saprei dire quali idee siano mie e quali degli sceneggiatori.
L'ha mai tentata l'idea di produrre un capitolo de I Pirati?
No, non ce la farei mai, è un impegno che mi annienterebbe. L'unico in grado di fare una cosa del genere è Jerry Bruckheimer, un vero mago.
Ha improvvisato sul set?
L'ho fatto con Geoffrey Rush... ma più in generale un personaggio come Sparrow si presta all'improvvisazione, non lo puoi controllare in nessun modo.
Fa vedere i suoi film in famiglia?
La mia famiglia vede sempre i miei film: ne hanno visti più loro di me. Ho testato segretamente i personaggi su mia figlia, ci giocavo insieme con le Barbie e facevo le vocine finché non mi diceva basta. Mi ha aiutato a capire cosa funzionava di più.
Come ha lavorato con la sua partner, Penelope Cruz?
Spendidamente. Penelope è un regalo della natura, un'attrice talentuosa, sveglia e capace, una gran donna, un'amica fidata.
Quali sono per lei le qualità di un buon pirata?
Essere pronto a farsi sparare addosso. Avere una buona ciurma. Essere ignorante e ostinato.
Gli Oscar possono cambiare una carriera?
Non sono la persona più adatta a rispondere, io che gli Oscar sono più abituato a perderli che a vincerli. È bello quando il tuo lavoro viene riconosciuto, ma non è per questo, cioè per i premi, che si lavora. La professione dell'attore la si sceglie per creare, per esplorare nuovi mari e divertirsi con i compagni di set.
Meglio un piccolo film indipendente o un blockbuster sui pirati?
In vita mia ho fatto piccoli e grandi film. Sono felice per il successo de I Pirati, ma sono anche contento di aver costruito una carriera su molti flop. Uno dei miglior film, Liberty, praticamente non l'ha visto nessuno.
Ha paura dei critici?
Sì. Molta.
La emoziona essere al Festival di Cannes?
Sono onorato e felice. E credo che i Pirati piacerà anche al pubblico di Cannes, perché è un film fatto proprio per l'audience, per la gente. È divertente, nuovo.
Ci sarà un quinto capitolo de I Pirati dei Caraibi?
Se non ci si stanca dei personaggi, e il processo creativo mantiene la sua forza senza sottostare alle ragioni del movie business, le possibilità ci sono. Io sono disposto a tornare.

Angelica la piratessa: Penelope Cruz

Si è trovata a suo agio in un film colossale come I Pirati dei Caraibi?
Certamente. Mi sono sentita perfettamente inserita, a mio agio anche nei panni di una donna bugiarda e manipolatrice come Angelica. Sono onorata di aver diviso tempo e scene con un attore come Johnny Depp, con cui avevo lavorato già 12 anni fa. Il suo livello di creatività è cresciuto. È una creatura unica.
Girare un action movie in gravidanza è stato impegnativo?
Ho fatto due mesi di training con il team del film e poi ho lavorato in sicurezza, non ho fatto niente di pericoloso, mi hanno sempre protetta. In alcune inquadrature mi ha sostituita mia sorella Monica.
Da spagnola, trova difficile recitare in inglese?
Mi piace recitare in lingue diverse e ho avuto un bravo coach che mi ha aiutata sul set. Credo di essere migliorata, la prima volta che ho recitato con Depp mi perdevo la metà di quello che diceva...
L'Oscar per Vicky Cristina Barcelona, nel 2009, le ha cambiato la vita?
Non ha cambiato i motivi per cui scelgo o scarto un film. L'Oscar lo conservo in casa e ogni volta che lo guardo penso a tutte le persone che mi hanno aiutata a realizzare il sogno di diventare attrice.
Jack Sparrow cerca la fonte della giovinezza. E lei, l'ha trovata?
Ogni giorno penso al mio futuro e no, io non cerco la fonte. L'invecchiamento lo voglio celebrare, sono curiosa di esplorare nuove età, non ho paura di cambiare, non ho questo tipo di ossessione.
Che effetto le fa trovarsi a Cannes?
Sono molto contenta di essere qui. Ho letto la sceneggiatura del film in concorso di Almodovar e credo sia una delle migliori cose che abbia mai fatto: spero tanto che vinca almeno un premio...

Al timone: Rob Marshall, Jerry Bruckheimer e la ciurma

Qual è la maggiore sfida affrontata dal film?
Bruckheimer: Trovare la storia giusta. Ci sono voluti anni, ma con un capitano come Marshall al timone e con Depp alla sceneggiatura, il progetto è riuscito al meglio.

Un film come I Pirati richiede un impegno particolare al regista?
Marshall: Io venivo dall'esperienza di Nine, dove ho avuto un grande cast tra cui la stessa Cruz, quindi ero in parte allenato. Ho avuto la fortuna di lavorare qui con grandi attori che sono anche persone fantastiche: Johnny Depp, per esempio, è un vero genio della commedia.

E gli attori? Come si sono calati nei loro personaggi?
Geoffrey Rush: Io, per Barbossa, confesso di essermi ispirato a Barbara Streisand. Non ho problemi a passare da film come Il discorso del re, con un budget da 12 milioni, a film dal budget incalcolabile come I Pirati dei Caraibi: anche se hai 800 persone a pranzo, e 18 camion nel parcheggio, il tuo lavoro resta sempre lo stesso.
Ian McShane: per Barbanera mi sono preparato ascoltando Bob Dylan... il mio è un personaggio iconico, ma più che cattivo lo chiamerei complicato. Barbanera è un pirata standard: ti guarda negli occhi mentre impugna la spada, solo che la sua è lunga il triplo di quelle degli altri.
Astrid Berges-Frisbey: Sono molto emozionata di aver trovato il mio posto in questo kolossal. Non parlavo inglese, ma per fortuna sono stata aiutata da tutta la troupe sia con la lingua, sia con il mio personaggio: è difficile calarsi nei panni di una sirena...
Sam Claflin: Questo è il mio primo film in assoluto e ho un personaggio difficile, uno che non perde mai la fede in Dio nonostante le mille tentazioni. Posso dire che come lui anche io faccio fatica a resistere alle belle ragazze...

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