samia
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giovedì 10 novembre 2011
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visione e umanità
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Una artista che ha reinventato la danza.
I suoi danzatori animano coreografie visionarie.
La potenza del corpo esprime i sentimenti umani, lasciando lo spettatore estatico.
Un Corpo che riesce a mantenere tutta la sua componente umana, esaltatandola al sommo grado.
Un film assolutamente imperdibile.
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writer58
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martedì 8 novembre 2011
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magnifico
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Wenders è uno dei registi viventi che apprezzo di più in assoluto. La sua carriera è costellata di capolavori imperfetti, di intuizioni illuminanti, di opere che hanno contaminato i generi con un linguaggio poetico e immagini pregnanti, che hanno anticipato spesso lo “spirito del tempo”. Da “Nel corso del tempo” a “Paris, Texas”, da “Il cielo sopra Berlino” a “Fino alla fine del mondo”, da “Lisbon story” a “Buenavista Social Club”, il regista tedesco ci ha proposto un insieme di opere che spaziano dal “road movie” alla favola metafisica, al documentario musicale, al noir americano rivisitato, al documentario su un grande del cinema, il regista giapponese Yasujiro Ozu. Negli ultimi anni –da “The million dollar hotel in poi- la vena dell’autore mi era parsa un po’ isterilita, era diventata meno visionaria e potente.
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Wenders è uno dei registi viventi che apprezzo di più in assoluto. La sua carriera è costellata di capolavori imperfetti, di intuizioni illuminanti, di opere che hanno contaminato i generi con un linguaggio poetico e immagini pregnanti, che hanno anticipato spesso lo “spirito del tempo”. Da “Nel corso del tempo” a “Paris, Texas”, da “Il cielo sopra Berlino” a “Fino alla fine del mondo”, da “Lisbon story” a “Buenavista Social Club”, il regista tedesco ci ha proposto un insieme di opere che spaziano dal “road movie” alla favola metafisica, al documentario musicale, al noir americano rivisitato, al documentario su un grande del cinema, il regista giapponese Yasujiro Ozu. Negli ultimi anni –da “The million dollar hotel in poi- la vena dell’autore mi era parsa un po’ isterilita, era diventata meno visionaria e potente.
Per questo ho visto con grande soddisfazione ed emozione la sua ultima opera, dedicata alla grande coreografa e ballerina Pina Bausch e alla sua eccezionale compagnia di danza, una sorta di poema visivo in cui i corpi, i volumi e gli spazi, sia quelli del palcoscenico, sia gli scorci metropolitani della città di Wuppertal, disegnano una grande sinfonia di immagini. Mi ha colpito l’uso della profondità che Wenders ha saputo ricavare dalla tecnologia 3 D. A volte, i ballerini assomigliavano a figurine animate quasi risucchiate dall’ampiezza dello stage; in altri casi il primissimo piano di una danzatrice pareva occupare il vertice di un triangolo virtuale, la cui base era rappresentata dal corpo di ballo sullo sfondo. I gesti, i passi, la mimica dei danzatori mi sono apparsi quasi sempre in contrasto con la musica di accompagnamento. Il linguaggio del corpo non era dipendente dalle note, possedeva un suo autonomo significato, dialogando, a volte in modo stridente, con il linguaggio musicale.
"Pina" è un esercizio che va molto al di là del documentario, è un film che rappresenta una performance teatrale che, a sua volta, porta in scena la danza e la danza, come in circolo virtuoso di rimandi, si salda alle tensioni desideranti, ai corpi che si attraggono e si respingono, che vengono a contatto, che si sostengono, alle coreografie che paiono rifuggire qualunque schematizzazione geometrica, al complesso delle immagini che Wenders ha catturato con le sue due cineprese.
Nel film c’è un collante invisibile che lega la metropolitana sospesa di Wuppertal, le sequenze esterne sul crinale di una collina, il corpo della danzatrice che si tuffa tra le braccia ad arco del suo partner, gli schizzi d’acqua che dalla scena del film sembrano arrivare in platea, i volti dei membri del Tanztheater mentre rievocano l’ insegnamento e la figura di Pina.
Un collante conosciuto col nome di bellezza.
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melandri
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martedì 8 novembre 2011
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non x tutti ma x molti
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Più che chiamarlo film chiamiamolo docufilm.Premetto che non conoscevo Pina Bausch.Mi sono lasciato portare dalle immagini di Wenders in un mondo a me perlopiù sconosciuto.Temevo la noia mortale prima di entrare in sala(sia chiaro,non è un film da popcorn,pero' nemmeno da flebo!)invece i 105 minuti di pellicola sono passati senza troppe crisi.In Pina respiriamo l'amore artistico ed umano di un regista per un'amica e per una coreografa ed anche le testimonianze dei suoi ballerini,che intermezzano le scene di danza,trasudano questi sentimenti(molto riuscita infatti l'idea dei primi piani degli stessi in silenzio mentre una voce fuori campo ci racconta i loro pensieri).
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Più che chiamarlo film chiamiamolo docufilm.Premetto che non conoscevo Pina Bausch.Mi sono lasciato portare dalle immagini di Wenders in un mondo a me perlopiù sconosciuto.Temevo la noia mortale prima di entrare in sala(sia chiaro,non è un film da popcorn,pero' nemmeno da flebo!)invece i 105 minuti di pellicola sono passati senza troppe crisi.In Pina respiriamo l'amore artistico ed umano di un regista per un'amica e per una coreografa ed anche le testimonianze dei suoi ballerini,che intermezzano le scene di danza,trasudano questi sentimenti(molto riuscita infatti l'idea dei primi piani degli stessi in silenzio mentre una voce fuori campo ci racconta i loro pensieri).
Le sequenze di ballo e le location sono molto curate.Forse a voler essere pignoli manca una certa idea di crescendo rossiniano al documentario e ,per i neofiti della Bausch, vengono a mancare alcune coordinate sulla vita di questa artista.Consiglio quindi di farvi accompagnare da qualche ballerina/o che potrà illuminarvi un po' di più visto che Wenders ha pensato alla rappresentazione scenica più che a quella biografica!
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windpaolo
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lunedì 7 novembre 2011
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finalmente un 3d con un senso
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Devo ammettere che il fatto che il film fosse in 3D, mi ha lasciato molto perplesso. Oltre al solito problema di affaticamento agli occhi, temevo di trovarmi ad assistere ad un film carico di effetti speciali e poco di più.
Invece il film mi davvero entusiasmato e l'uso del 3D p stato fantastico! Mi dava la sensazione di essere in mezzo alla scena con i danzatori ed insieme agli elementi primordiali che caratterizzano gli spettacoli di Pina Baush. Il 3D utilizzato per portare lo spettatore davvero in prima fila, mi ha convinto e mi fa ben sperare per il futuro di questa tecnologia che trovo spessissimo male utilizzata.
Tornando il film, mi è sembrato tutto molto armonioso e, nonostante sia un profano di danza moderna, l'immergemi in quel mondo mi ha molto emozionato.
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Devo ammettere che il fatto che il film fosse in 3D, mi ha lasciato molto perplesso. Oltre al solito problema di affaticamento agli occhi, temevo di trovarmi ad assistere ad un film carico di effetti speciali e poco di più.
Invece il film mi davvero entusiasmato e l'uso del 3D p stato fantastico! Mi dava la sensazione di essere in mezzo alla scena con i danzatori ed insieme agli elementi primordiali che caratterizzano gli spettacoli di Pina Baush. Il 3D utilizzato per portare lo spettatore davvero in prima fila, mi ha convinto e mi fa ben sperare per il futuro di questa tecnologia che trovo spessissimo male utilizzata.
Tornando il film, mi è sembrato tutto molto armonioso e, nonostante sia un profano di danza moderna, l'immergemi in quel mondo mi ha molto emozionato. Penso che Pina Baush sia una persona che ha dato davvero tantissimo alla cultura.
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goldy
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domenica 6 novembre 2011
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mah!
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L'impressione è che i movimenti di danza, meravigliose ma non attraversate da da un filo narrativo identificabile diano godimento e gioia più a chi le fa che a chi le guarda.
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toro sgualcito
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domenica 6 novembre 2011
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orfani virtuosi
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Wenders inizia questo progetto con Pina Bausch, ma purtroppo lei morirà prima del termine della lavorazione del film. Forse sarà per questa ragione che Wenders ha scelto di raccontare ciò che di lei è ancora vivo nel Tanztheater Wuppertal. La grande coreografa resta dunque una figura sullo sfondo. Brevi testimonianze di ogni componente attuale di questo straordinario corpo di ballo sono alternate a momenti di danza. Il film, sottotitolato in italiano, non mostra solo frammenti di spettacoli già avvenuti ma anche coreografie danzate in interni ed esterni appositamente create per il film. Ed è in queste scene che Wenders ci mostra momenti di una bellezza non ostentata ma sicuramente intensa. La definizione di documentario va stretta a questo film perché Wenders evita il registro strettamente biografico e porta il Tanztheater ad esprimersi in varie locations, nelle quali appare spesso la metropolitana sospesa di Wuppertal.
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Wenders inizia questo progetto con Pina Bausch, ma purtroppo lei morirà prima del termine della lavorazione del film. Forse sarà per questa ragione che Wenders ha scelto di raccontare ciò che di lei è ancora vivo nel Tanztheater Wuppertal. La grande coreografa resta dunque una figura sullo sfondo. Brevi testimonianze di ogni componente attuale di questo straordinario corpo di ballo sono alternate a momenti di danza. Il film, sottotitolato in italiano, non mostra solo frammenti di spettacoli già avvenuti ma anche coreografie danzate in interni ed esterni appositamente create per il film. Ed è in queste scene che Wenders ci mostra momenti di una bellezza non ostentata ma sicuramente intensa. La definizione di documentario va stretta a questo film perché Wenders evita il registro strettamente biografico e porta il Tanztheater ad esprimersi in varie locations, nelle quali appare spesso la metropolitana sospesa di Wuppertal. Bello questo accostamento di un elemento forte e pesante ma anche sospeso come i vagoni sopraelevati con la forte fisicità dei danzatori sempre sospesi verso una rottura di equilibrio, ma sempre controllata con rigore. La sospensione pare essere comunque un fantasma che attraversa tutto il film. Forse è proprio l’assenza di Pina Bausch a togliere un appoggio più solido alla narrazione. Inoltre la comprensibile condizione di “orfani” di questi danzatori sembra troppo evidenziata. La frase di Pina che appare nel finale è una esortazione a danzare non a trattenersi nella nostalgia.
Se a chi pratica la danza il film può parlare con maggiore intensità agli altri restano comunque vari momenti di evidente bellezza.
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vergine
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domenica 6 novembre 2011
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mi serve una informazione
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non desidero commentare. il film è bellissimo e non ci sono parole. vorrei sapere come si chiama il brano eseguito da un ballerino solo con abito gessato su musica credo di caetano veloso. potrebbe essere anche una parte di un balletto. chi ne sa di più?
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stefimovie
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domenica 6 novembre 2011
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narcolessia durante la visione di pina 3d
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a parte il fatto che la teconologia 3D è ridondante ed imbarazzante (se volete constatarlo, togliete gli occhiali 3d durante il fim e guardate le facce allampanate delle altre persone in sala), il connubio tra wim wenders e le scene di danza è a dir poco soporifero. ho visto centinaia di film nella mia vita e oggi, per la prima volta, durante pina 3d, ho deciso di lasciare la sala cinematografica anzi tempo.
spero di non essere più ingannata dai voti degli altri utenti.
grazie.
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john vincent stanley
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domenica 6 novembre 2011
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pina 3d non è "solo" cinema!
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Pina 3D non è "solo" cinema! E' arte pura,totale! Corpo e mente, gioia e dolore, sudore e respiro, natura ed architettura, gesti e pittura! E' solitudine ed incontro. E' rivoluzionario perchè racconta l' amore e l'armonia e la bellezza di corpi come i nostri
non divi ma vivi. Grazie Wim
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luciano46
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venerdì 4 novembre 2011
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sarà un bel film per chi lo potrà vedere
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Voglio solo segnalare che a Roma lo fanno in solo tre dico tre sale. In nessuna multisala. È una vergogna.
[+] difatti non è da multisala.
(di marezia)
[ - ] difatti non è da multisala.
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