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Cortellesi, escort per fiction

Con Nessuno mi può giudicare, l'attrice affronta con leggerezza un argomento scottante.
di Ilaria Ravarino

In Nessuno mi può giudicare, Paola Cortellesi (in foto) interpreta Alice, una escort viziata e snob della Roma bene.
Paola Cortellesi (50 anni) 24 novembre 1973, Roma (Italia) - Sagittario. Interpreta Alice nel film di Massimiliano Bruno Nessuno mi può giudicare.

venerdì 11 marzo 2011 - Incontri

Il film l’abbiamo scritto un anno prima che scoppiasse lo scandalo dell’Olgettina»: alla conferenza stampa di Nessuno mi può giudicare, la commedia di Massimiliano Bruno sul mondo del sesso a pagamento al cinema dal 16, il regista mette le mani avanti di fronte a qualsiasi riferimento all’attualità politica. Resta il fatto che il titolo originale della pellicola, "Escort in love", è diverso da quello che oggi campeggia sul cartellone: «Per preparare il film ho parlato con molte escort, che mi hanno raccontato cose che sono emerse dopo – dice Bruno – È inevitabile che al cinema si parli anche di attualità: se in questo momento la nostra classe politica non ci rende orgogliosi, non si può tacere. Ma la verità è che io volevo girare una commedia sui sentimenti e sull’umanità delle persone, soprattutto quelle che amo, e cioè chi si fa il mazzo onestamente». Nel cast vecchi compagni di palcoscenico del regista-attore come Anna Foglietta, Caterina Guzzanti e Rocco PapaleoMax Bruno è il più grande sostenitore del teatro romano»), oltre a un inaspettato, sorprendentemente “coatto” Raoul Bova in coppia con la reginetta del film Paola Cortellesi. Che nei panni di Alice, escort viziata e snob della Roma bene, dice di essersi sentita perfettamente a suo agio: «Con Massimiliano è facile lavorare, abbiamo cominciato insieme in quelle cantine romane che oggi si chiamano teatri off. Lui è in grado di affrontare temi anche sgradevoli con una leggerezza mai superficiale. Quando mi ha proposto il ruolo, ho accettato subito».

Cortellesi, le è pesato recitare una donna così antipatica?
No, l’ho amata dal primo momento. I personaggi non bisogna giudicarli, anche se sono antipatici e snob. Di questo film sono completamente soddisfatta: mi piace il fatto che Bruno abbia scelto di affrontare l’argomento escort attraverso la commedia, evitando scene pesanti.

I personaggi non li giudica, ma le persone? Cosa pensa delle ragazze dell’Olgettina?
Penso che il mestiere della escort sia vecchio quanto il mondo, anche se sembra uscito allo scoperto solo oggi. Non mi permetto di giudicare le professioniste del mestiere: su questo ho le mie opinioni ma non dispenso giudizi. Non parliamo di schiave sessuali, ma di donne adulte e consapevoli.

Non le dà fastidio chi cerca di fare il suo mestiere usando il sesso come scorciatoia?
Quello che mi dà fastidio è associare questo tipo di ragazze a qualsiasi donna che lavora nel mondo dello spettacolo. È avvilente che si voglia far credere a tutti che quello del sesso, più o meno a pagamento, sia un passaggio obbligato del percorso.

A lei o alle sue colleghe non è mai stata fatta una proposta di quel tipo?
Io e il 99% delle mie colleghe abbiamo fatto scuole, gavetta, provini, abbiamo seguito un percorso regolare. Purtroppo fa più notizia il vizio che la virtù. Ma è un peccato che si pensi che tutte le giovani promesse di oggi siano passate per quella strada.

L’attualità politica è entrata nel film?
Come ha detto Bruno, no: non è un film sulla classe politica o sui processi, di attuale c’è solo il tema delle escort. Nessuno mi può giudicare parla di scelte estreme, di compromessi, di solidarietà e anche di amore. Il mio personaggio, in fondo, è solo una mamma che per amore di suo figlio fa qualcosa che non si sarebbe mai sognata di fare prima.

L’ha imbarazzata girare in questo ruolo?
No, fortunatamente non ho nessuna scena senza vestiti. Al massimo ne ho una in cui indosso un bustino, scandaloso quanto un bikini sulla spiaggia.

E della tv, lei che la frequenta volentieri, che ne pensa?
Penso che per dimostrare di essere una brava attrice devi scegliere, o ti devono capitare, i progetti giusti. La tv mi piace farla e farla bene, non è la nemica pubblica numero uno. Ha una grande diffusione e perciò una grande responsabilità nella formazione culturale del paese.

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