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Brad Bird, dall'animazione al cinema d'azione

Il nuovo Mission Impossible fonde le caratteristiche dei due generi.
di Gabriele Niola

In foto Ethan Hunt (Tom Cruise) alle prese con una tempesta di sabbia nel film Mission Impossible - Protocollo fantasma di Brad Bird.
Tom Cruise (Thomas Cruise Mapother IV) (61 anni) 3 luglio 1962, Syracuse (New York - USA) - Cancro. Interpreta Ethan Hunt nel film di Brad Bird Mission Impossible - Protocollo Fantasma.

martedì 24 gennaio 2012 - Making Of

L'animazione degli ultimi 20 anni è stata così importante e rivoluzionaria che ora comincia anche a dare lezioni al cinema dal vero.
C'è un indizio che svela come l'ultimo film della serie Mission Impossible non sia diretto da un regista con la stessa formazione degli altri. Per la prima volta in un film d'azione/spionaggio che non è una parodia, non c'è una tecnologia affidabile al 100%. Malfunzionamenti, difficoltà d'esecuzione o imprecisioni tempestano il film con un misto di ironia e aumento della tensione. Imprevisti che sono una boccata d'aria fresca in un genere spesso ripetitivo.
Per arrivare a questa semplice eppur geniale piccola intuizione ci voleva qualcuno che la tecnologia la amasse e la conoscesse a fondo (solo chi ama si sente in diritto di criticare). Qualcuno che venisse dalla più autorevole fabbrica tecnologica dei sogni: la Pixar.

Brad Bird è l'uomo che ha dato forma all'animazione come l'abbiamo conosciuta negli ultimi 20 anni. Grande innovatore nel flusso produttivo di una serie determinante come I Simpson (suo è il merito di tante innovazioni formali del cartone Fox) e in virtù di quello chiamato a rivoluzionare l'approccio Pixar, Bird ha diretto due film (Gli Incredibili e Ratatouille) tra i migliori dello studio insegnando al pianeta come si fanno, oggi, i cartoni animati.
Che la sua carriera abbia previsto il passaggio al cinema d'azione dal vero è soltanto un nuovo capitolo coerente con il suo curriculum. Il parente più prossimo del cinema animato è infatti quello d'azione, che con il primo ha in comune l'importanza dei corpi, delle figure in gioco, della velocità dei dialoghi e della stesura della trama, nonchè il ritmo impresso all'azione. Il trionfo di asciuttezza e dinamismo che è questo quarto film della serie Mission Impossible, è tutto merito di quella scuola.

Eppure il cinema d'azione all'americana (a differenza della sua controparte asiatica) si è sempre distinto per una certa "pesantezza", cioè per l'uso di corpi e fisicità ingombranti e potenti (almeno dagli anni ‘80 in poi) che facessero sentire tutta la loro presenza in scontri iperbolici in cui i decibel danno tutta la misura della portata dell'evento. Al contrario i cartoni sono leggeri per definizione, perchè nessun impatto, nessuno scontro e nessun momento deve suonare "materiale", tutto avviene in un regno dove le cose hanno diversa consistenza.
Mission Impossible - Protocollo fantasma riassume queste due componenti in una straordinaria fusione. La pesantezza degli stunt fatti dal vero di Tom Cruise, che ha scalato realmente e senza controfigure (più o meno) il grattacielo Burj Khalifa di Dubai o dell'inseguimento della tempesta di sabbia, in cui pare di percepire la profondità dell'aria, e dall'altra parte la leggerezza di tante trovate come il tuffo all'indietro di Josh Holloway con cui inizia il film o la fuga dal carcere coordinata con le videocamere di sicurezza.
Idee, segreti e trucchi utilizzati nei cartoni per rendere l'azione ritmata, originale e mai impressionante, sono mescolati con gli espedienti attraverso i quali al cinema si cerca di restituire a pieno la densità dei materiali e dei corpi a contatto.
La prova del nove è tutta nel finale, identico nella struttura al folle inseguimento che chiude Monsters & Co. eppure molto più materiale e duro. Il cinema d'animazione che insegna al cinema dal vero.

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