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'I più grandi di tutti' stanno arrivando

Visita sul set del prossimo film di Carlo Virzì.
di Robert Bernocchi

Una foto del film I più grandi di tutti di Carlo Virzì.

venerdì 1 luglio 2011 - Approfondimenti

Inizia in maniera particolare la visita al set di I più grandi di tutti: una partita di calcio tra la squadra della Indiana Productions (che ha lavorato al film di Carlo Virzì) e la Fandango di Domenico Procacci, impegnata sul set del film d’esordio alla regia di Gipi lì vicino. Considerando che Virzì girava ovviamente a Livorno e Gipi a Pisa, c’era da temere uno scontro degno del Vernacoliere, leggendaria rivista satirica che da anni sfotte i poveri abitanti della città con la torre pendente. Alla fine, un 5 a 5 che, tra rigori concessi e negati, mostra che la troupe di I più grandi di tutti è pronta a dare l’anima.

Ma cos’è questa pellicola? La protagonista Claudia Pandolfi lo definisce un “film cazzone”, concetto confermato da Corrado Fortuna, che ritiene indispensabile per chi fa rock essere tale. Il regista parla del gruppo al centro della vicenda utilizzando l’espressione “AC/DC cafoni” (e già gli originali proprio forbiti non erano), sostenendo anche che “la musica non sarà solo lo sfondo della storia, ma avrà un ruolo fondamentale nel percorso umano dei protagonisti”. Insomma, non è una pellicola di Ermanno Olmi. Piuttosto, è la vicenda di quattro sfigati che, quindici anni prima, erano stati membri di un gruppo di successo, i Pluto, che poi si era sciolto in maniera traumatica. Da lì, la vita li ha portati su binari più convenzionali, fino a quando un giornalista musicale non li contatta, interessato a realizzare un documentario su quello che considera un gruppo fondamentale della scena rock italiana.

Lo faranno? Per soldi, per sentirsi importanti e per una ragione che si scoprirà nel corso del film, i quattro decidono di riprovarci. Ma saranno in grado di far rivivere la magia di un tempo?

Incontrando gli attori, è meglio dimenticarsi che Alessandro Roja è stato un dandy, a meno che il vostro concetto di eleganza non sia Kurt Cobain con la barba e il gilet della nonna addosso. D’altronde, se bisognava puntare a certi risultati, il glamour non era un’opzione praticabile. “Noi, più che AC/DC sfigati, siamo degli AC/DC di provincia. I personaggi sono sgangherati, quindi è lo spirito giusto per descrivere questo tipo di gruppo e di ambiente”.

Il suo personaggio, come lo descrive Roja, è “un buono, soffre per non aver ottenuto qualcosa di più. È un po’ tonto, ma non offende nessuno, a differenza di quanto avviene spesso nella nostra società. Lui è il vero buono di turno, senza tornaconti. Forse non è neanche un idealista, semplicemente vede il mondo col suo ritmo”.

Convintissima anche Claudia Pandolfi, personaggio “quintessenza della sregolatezza” (copyright Carlo Virzì), con tanto di stella disegnata sul gomito. “Desideriamo molto fare dei concerti per promuovere il film. Io vorrei fare un video e poi andare al Festival di Sanremo. D’altronde, ho un rapporto splendido con la musica e suono parecchi strumenti, anche se non avevo mai affrontato il basso”. Inoltre, "Carlo ha iniziato a comporre dei fotomontaggi per costruire i personaggi e ha studiato ogni minimo dettaglio, tanto da arrivare a scrivere un Wiki Pluto”. Speriamo finisca meglio di Julian Assange, allora…

Marco Cocci, quello vestito in maniera più surreale di tutti, è il personaggio folle del gruppo, quello che dallo scioglimento della band non ha perso un briciolo dello spirito. Come dice il suo interprete, “è un tipo un po’ particolare, che ha un armadio con molta scelta, da una a due magliette. Prende quello che gli capita, anche nella vita. Cerca di rimanere il più possibile nelle case in cui lo ospitano, ma quasi sempre lo buttano fuori a calci”.

Ma quali sono le sue motivazioni? “All’inizio non gliene frega niente e la prende come una perdita di tempo. Poi pensa che non sarebbe male provarci”. La ragione è nobile: l’interesse economico. Ma c’è anche un’altra ragione. “Lui incontra la sua ex fidanzata, la bassista Sabrina, che ha cercato di ritrovare, ma lei, ormai diventata furba, ha capito che deve starne lontana”.

Corrado Fortuna è l’enigmatico giornalista che dà il via a tutta l’azione. “Ludovico è un ricco giovane viziato che nasconde un mistero. Da dieci anni, ha una fissa: rimettere insieme il suo gruppo rock preferito, i Pluto. I componenti della band si troveranno sottoposti a un ricatto morale a cui non riusciranno a sottrarsi e così li riporterà sul palco”.

Ma come nasce la pellicola? “Questo film non sarebbe nato se Carlo non fosse stato il leader degli Snaporaz, band di cui ero un fan sfegatato. Carlo è un’enciclopedia della musica, sa veramente tutto. E molti degli attori sono veri musicisti”.

Anche Fortuna nota l’anomalia di questo prodotto nel panorama italiano. “Si tratta della prima commedia rock in assoluto. Io non ho trovato grandi ispirazioni musicali in Italia, mentre ce ne sono molte a livello cinematografico all’estero. Di sicuro, abbiamo visto film come Control, Quasi famosi, Velvet Goldmine, 24 Hours Party People e Hedwig – La diva con qualcosa in più”. Aggiungiamoci anche che in studio di registrazione si possono trovare dei poster degli AC/DC, Metallica, Sid Vicious e tanti altri, tanto per capire quanto i riferimenti siano variegati.

A produrre e distribuire la pellicola, nella primavera del 2012, la Eagle Pictures, con l’obiettivo di ripetere il successo di Basilicata Coast to Coast. A proposito di film un po’ cazzoni…

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