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Il ritorno di Montalbano

Da lunedì i nuovi episodi del commissario di Luca Zingaretti.
di Edoardo Becattini

Luca Zingaretti (62 anni) 11 novembre 1961, Roma (Italia) - Scorpione. Interpreta Salvo Montalbano nel film di Alberto Sironi Il Commissario Montalbano - Il campo del vasaio.

martedì 8 marzo 2011 - Televisione

Mentre nei vicoli soleggiati della provincia di Ragusa sono da poco cominciate le riprese delle avventure del giovane Montalbano interpretato da Michele Riondino, il Montalbano "maturo" dal volto più familiare di Luca Zingaretti torna in prima serata con altri nuovi racconti. Quattro per l'esattezza, che vanno a sommarsi ai diciotto precedenti episodi che in circa dodici anni hanno creato una grande cerchia di appassionati e allargato ulteriormente i lettori degli altrettanti racconti che Andrea Camilleri ha dedicato al suo personaggio più noto e più amato. I quattro episodi in questione si confrontano per la prima volta con un Montalbano più inquieto, più tormentato. Il primo, in onda lunedì 14 marzo su RaiUno, è Il campo del vasaio, storia che vede direttamente implicato il fidato vice Mimì Augello (Cesare Bocci) all'interno di un complicato intrigo in cui muove le fila nientemeno che Belen Rodriguez. A dirigere i protagonisti più rodati e i comprimari eccellenti (oltre alla showgirl argentina, compaiono in questa serie anche Ana Caterina Morariu e Isabella Ragonese), è ancora Alberto Sironi, da dodici anni immancabile traghettatore delle pagine di Camilleri verso il mondo delle immagini.
Sironi si dichiara infatti grande appassionato delle storie di Camilleri: "Ogni volta che mi affaccio nel mondo di Camilleri, mi perdo e mi lascio abbandonare al piacere delle storie. La passione per i racconti e per il personaggio Montalbano è la forza principale che mi porta ogni volta a buttarmi con lo stesso entusiasmo di sempre in ogni nuovo episodio". La novità rispetto ai precedenti racconti, il regista la spiega in termini "onirici": "Dei nuovi episodi, l'ultimo (L'età del dubbio) è il più significativo, perché rappresenta il Montalbano più maturo, quello più inquieto. Questa inquietudine la mostra soprattutto durante la fase dei sogni, che ho deciso per la prima volta di inserire all'interno delle storie, visto che ne sono parte integrante".

Montalbano e la showgirl
Per Luca Zingaretti parlare di Montalbano è come parlare di un parente, o meglio di un fratello gemello: "Faccio questo personaggio da più di dieci anni e ormai mi identifico moltissimo con lui. Certo, non sono solo Montalbano. Lo interpreto per soli due o tre mesi ogni circa due anni e per il resto del tempo mi piace fare altro, ma ogni volta che posso tornare ad essere Salvo lo faccio sempre volentieri perché lo adoro e perché mi diverte moltissimo". Tutti gli attori, dal protagonista ai comprimari maschili Cesare Bocci e Peppino Mazzotta, sono concordi nel definire la bravura e l'eterogeneità del cast come la molla principale della creatività e della qualità della serie, ma come sottolinea lo stesso Zingaretti: "La vera ricchezza di queste storie è sentire un'esigenza sempre rinnovata nel volerle raccontare. Ogni tanto ci ritroviamo, discutiamo dei nuovi scritti di Camilleri, condividiamo nuove idee e decidiamo se portare avanti nuovi progetti. Tutto in maniera assolutamente genuina, dettata solo dal puro desiderio".
La guest star Belen Rodriguez si dichiara molto emozionata all'idea di aver preso parte alla squadra di Montalbano: "È una delle serie più importanti e più storiche della Rai e avvicinarmi a questa macchina così rodata, capace di raccontare un giallo facendo anche ammazzare dalle risate, mi intimoriva molto. E devo dire che mi intimorisce tuttora. Infatti, come tutti i nati sotto il segno della Vergine, ho sempre il terrore di rivedermi: sono molto insicura e non sono mai soddisfatta dal mio lavoro". La paura nasce anche da un lavoro di attrice sostanzialmente nuovo per lei, come spiega più avanti: "Nel film di Natale facevo una parte molto simile a me, in cui dovevo sorridere molto, quindi il tutto mi veniva piuttosto naturale. Qui faccio un ruolo molto più complesso: una donna conturbante e pericolosa e per fare certe scene non ho dormito per tre notti!". Sulla qualità del lavoro, la tranquillizza comunque il regista Sironi: "Belen è stata bravissima ed è stato molto facile per me dirigerla. L'unica cosa difficile è stata spiegarle che non doveva camminare come fosse in una passerella!".

Lo spirito del tempo
A tirare un fugace bilancio di un'esperienza straordinaria che va avanti da più di un decennio, ci pensa Luca Zingaretti, che confessa: "Due anni fa avevamo deciso di smettere con la serie e di far uscire il nostro Montalbano fra gli applausi, ma poco tempo dopo abbiamo sentito di dover riempire nuovamente questa profonda nostalgia che la serie ci aveva lasciato. Inoltre, ci appassionava l'idea di portare avanti l'evoluzione malinconica di Montalbano narrata da Camilleri. Anche se il Salvo Montalbano letterario è più vecchio di me di circa vent'anni, non bisogna dimenticare che si evolve con i pensieri e i dubbi che lo stesso Camilleri vive nei riguardi della contemporaneità. Che sono poi le stesse inquietudini che vivo anch'io, così come tutta l'Italia per questo periodo così poco sereno. Tra qualche mese sarò padre per la prima volta e vivo questo momento con grande gioia, ma anche con qualche timore legato a un'involuzione generale delle cose".
Di macchine del tempo e di passaggi di testimone con il giovane Montalbano attualmente in produzione negli stessi luoghi del Montalbano originale (la provincia di Ragusa), non si parla volentieri. Probabilmente perché l'idea è quella di portare avanti i due progetti in maniera parallela, se anche il giovane Montalbano diretto da Gianluca Maria Tavarelli dovesse avere successo come quello di Sironi e Zingaretti. A chiudere pacificamente ogni possibile risposta ci pensa l'uomo che fa finanziariamente da vero tramite fra le due serie, il produttore Carlo degli Esposti della Palomar: "Considerate per un attimo la Sicilia come la vera protagonista. Non la Sicilia delle coppole e dei fichi d'India, ma un'altra Sicilia. Le meraviglie di Marina di Ragusa sono lo sfondo che rende così magiche, realistiche e suggestive tutte queste storie. E la penna di Andrea Camilleri è ciò che ha saputo dargli nuova vita".

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