|
|
stefano bruzzone
|
lunedì 25 maggio 2015
|
capolavoro sottile
|
|
|
|
A mio parere il miglior film di Moretti il quale ci svela i retroscena dell'elezione del nuovo Papa con spunti di sottile ironia, quasi grottesca, ma senza mai scadere nella commediola demenziale e senza perdere di vista il filo conduttore della storia, ovvero la crisi di identità del Papa appena eletto il quale non si sente all'altezza del ruolo. Moretti interpreta uno psicologo che dovrebbe occuparsi di riportare il neo Papa sulla retta via e trovo geniale che il regista si sia ritagliato un ruolo di secondo piano lasciando spazio ad uno strepitoso M.Piccoli nella parte del santo padre. Nel film troviamo alcune scene a mio avviso straordinarie come all'inizio quando i cardinali appena entrati per il conclave restano al buio per un black out.
[+]
A mio parere il miglior film di Moretti il quale ci svela i retroscena dell'elezione del nuovo Papa con spunti di sottile ironia, quasi grottesca, ma senza mai scadere nella commediola demenziale e senza perdere di vista il filo conduttore della storia, ovvero la crisi di identità del Papa appena eletto il quale non si sente all'altezza del ruolo. Moretti interpreta uno psicologo che dovrebbe occuparsi di riportare il neo Papa sulla retta via e trovo geniale che il regista si sia ritagliato un ruolo di secondo piano lasciando spazio ad uno strepitoso M.Piccoli nella parte del santo padre. Nel film troviamo alcune scene a mio avviso straordinarie come all'inizio quando i cardinali appena entrati per il conclave restano al buio per un black out. Una scena che è un cult di comicità come di rado si vede nei films italiani. Non amo Moretti, ma qui giù il cappello signori!
Voto: 8,5
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »
[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
pepito1948
|
giovedì 21 aprile 2011
|
la solitudine dell'imperatore
|
|
|
|
Un anziano porporato, incurvato dagli anni, se ne sta seduto in ultima fila, invisibile e forse indifferente alla competizione in atto, sotto l’incombere della grandiosità degli affreschi michelangioleschi. Galleggia sereno nel mare dell’improbabilità, mentre davanti a lui, tra speranze e preghiere contrapposte (Dio, fa che non sia io!), gli altri contendenti assistono agli esiti monotoni dell’urna, da cui escono alternandosi i tre o quattro nomi dei candidati più forti. Poi improvvisamente cambia tutto: un solo nome rimbomba nella cappella blindata e, scheda dopo scheda, lievita l’eccitazione dei presenti, fino al definitivo responso: è l’apoteosi dell’outsider.
[+]
Un anziano porporato, incurvato dagli anni, se ne sta seduto in ultima fila, invisibile e forse indifferente alla competizione in atto, sotto l’incombere della grandiosità degli affreschi michelangioleschi. Galleggia sereno nel mare dell’improbabilità, mentre davanti a lui, tra speranze e preghiere contrapposte (Dio, fa che non sia io!), gli altri contendenti assistono agli esiti monotoni dell’urna, da cui escono alternandosi i tre o quattro nomi dei candidati più forti. Poi improvvisamente cambia tutto: un solo nome rimbomba nella cappella blindata e, scheda dopo scheda, lievita l’eccitazione dei presenti, fino al definitivo responso: è l’apoteosi dell’outsider. Stavolta è fumata bianca, le campane impazziscono, la folla esplode dopo lunga attesa. La finestra si popola di figure osannanti che preannunciano l’epifania, l’altoparlante diffonde le formule di rito, ma l’evento tarda a manifestarsi. L’ultraottantenne porporato, udita la proclamazione che accetta distrattamente, deflagra. L’improbabilità è divenuta certezza, il co-artefice degli altrui destini è divenuto il destinato, il disagio si trasforma in panico. No, davanti all’immenso potere senza confini che gli viene offerto, carico di responsabilità, di impegni, di fatica, si sente troppo piccolo per esserne all’altezza, e la sua mente vacilla mentre guarda la finestra che dovrebbe mostrarlo al mondo consacrando davanti ad una sterminata moltitudine il suo volto e la sua investitura. La finestra lentamente si svuota, e tra le tende rosse appare un buco nero pieno di mistero e di incertezza. La piazza ammutolisce.
Comincia così un viaggio introspettivo che il nuovo Vicario di Cristo intraprende per risolvere i suoi dilemmi; lui non si sente il più bravo, come è sicuro di essere (“me lo dicono tutti”) lo psicanalista chiamato in fretta e furia dai cardinali attoniti e che ben poco può fare davanti ad un caso così anomalo. Ha bisogno di tempo e soprattutto di astrarsi dalla gabbia dorata nella quale si è sviluppata la sua identità di uomo di vertice di chiesa; ora ha bisogno di ricercare la sua identità di uomo, scrostata dai ruoli, dagli obblighi della fede, dai riti, da ogni tipo di schiacciante condizionamento. In fuga anonima nel mondo pulsante della città, che conosceva solo indirettamente attraverso i filtri della curia, si sperde tra la gente comune, vi si mescola e si confronta, sapendo che solo attraverso una full immersion tra i suoi simili può trovare l’essenza della propria dimensione umana e scoprire i propri limiti senza intermediazioni convenzionali, senza maschere; solo così è in grado di considerare il potere, l’immenso potere di un impero transnazionale e senza confini non più come inderogabile dovere ma come una libera scelta. La decisione da assumere sarà quindi consequenziale, anche se ai limiti della blasfemia (la trasgressione dell’imprimatur divino). Terminato il sofferto percorso di autoanalisi, potrà serenamente affrontare la finestra e sbandierare la ritrovata umanità.
Il Moretti autore ci regala un film sull’umanesimo, sul diritto di ciascuno di sentirsi inadeguato ad assumere missioni che travalichino i propri limiti, sull’umiltà di riconoscere le debolezze, la fallacia, la capacità di sbagliare quali tratti comuni imprescindibili dell’essere umano, qualunque sia il ruolo che si è chiamati a ricoprire, sulla grandezza ed il coraggio di riconoscere di non essere all’altezza di compiti ai limiti del sovrumano, per il bene non tanto di sé ma di chi dello svolgimento di quei compiti sarà beneficiario. Un film sulla solitudine, poiché davanti a certe decisioni vitali non ci sono psicoanalisti, colleghi di fede o sodali di percorso che possano aiutarci, siamo soli con le componenti della nostra dimensione interna fatta di pensiero, sensazioni, emozioni, esperienze, la cui risultante è il frutto della nostra libera identità personale. Dopo il Caimano, incentrato sulla perversione del potere e la degenerazione umana, Habemus Papam sottolinea il rapporto variabile tra valori e potere e riabilita la forza dell’umiltà e del riconoscimento della limitatezza della natura umana.
Il Moretti regista ci offre un’opera perfettamente equilibrata dove non c’è una sola immagine di troppo né un solo passaggio lacunoso, dove l’alternarsi della commedia e del dramma non impedisce lo scorrere fluido di una vicenda, peraltro articolata in due piani: quello del coro orfano del nuovo Padre ed in attesa degli eventi, e quello del protagonista in cerca di se stesso, che confluiranno nella grande performance finale (teatro nel teatro).
Il Moretti attore porta la verve e l’ironia tipica del suo cinema; il terapeuta che, per non smentire la sua convinzione di essere il più bravo durante una forzata pausa professionale, organizza passatempi ludici per i vegliardi, risvegliandone reminiscenze giovanili.
Come era prevedibile, l’uscita del film ha generato un ginepraio di giudizi e posizioni, soprattutto in ambito cattolico, spesso negative fino ad arrivare all’invito al boicottaggio nelle sale cinematografiche. Ma a torto, perché non una sola immagine o frase o semplice parola, per quanto laica, contiene alcunché di irrispettoso nei confronti delle gerarchie vaticane o della chiesa in generale, ma al contrario il film dimostra che in natura non esistono supereroi e, quanto a connotati fondamentali, tutti gli uomini sono uguali, non esclusi coloro che sono chiamati ad alte missioni. Quanto al grande Michael Piccoli, ogni parola è superflua: non credo che un altro attore avrebbe reso meglio il personaggio così come è stato concepito dagli autori. Splendido.
[-]
[+] splendida recensione!
(di riccardo76)
[ - ] splendida recensione!
[+] complimenti pepito 1948
(di weach)
[ - ] complimenti pepito 1948
|
|
|
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
eugen
|
sabato 23 dicembre 2023
|
moretti surreale
|
|
|
|
La vena"surreale"(non "surrrealista")ha sempre attraversato il cinema morettinao, dagli esordi in poi(ricordiamo "Ecce Bombo"?)qui, in questo"Habemus Papam"che forse avrebbe mritato un punto di domanda dopo il titolo, essa emerge pienamente. Vediamo, in questo fillm scritto da Moretti nel 2011(comunque questo e'stato l'anno della sua realizxzazione) con Francesco Piccolo e Federica Pontremoli, un papa eletto che non si sente all'altezza, tanto che, con tuttti i dubbi del caso("L'anima non e'l'inconscio"afferma il cardinale protodiacono)viene convocato uno psicoanalista, dove poi il compito, "clandestinamente"passa alla moglie di questi, dove il papa letto si fa passare per un attore.
[+]
La vena"surreale"(non "surrrealista")ha sempre attraversato il cinema morettinao, dagli esordi in poi(ricordiamo "Ecce Bombo"?)qui, in questo"Habemus Papam"che forse avrebbe mritato un punto di domanda dopo il titolo, essa emerge pienamente. Vediamo, in questo fillm scritto da Moretti nel 2011(comunque questo e'stato l'anno della sua realizxzazione) con Francesco Piccolo e Federica Pontremoli, un papa eletto che non si sente all'altezza, tanto che, con tuttti i dubbi del caso("L'anima non e'l'inconscio"afferma il cardinale protodiacono)viene convocato uno psicoanalista, dove poi il compito, "clandestinamente"passa alla moglie di questi, dove il papa letto si fa passare per un attore. Trascorre vario tempo, lo psicanlista incaricato organizza tornei di calcetto(non so se si dica cosi', non cpaendo nulla di sport, tantomeno di footbll)tra i vari continenti e i cardinali che vi operano, ma , dopo l'unica apparizione pubblica del papa, nulla.. Egli si ritira e l'"Habemus papam"rimane una formula vuota. Non interessq qui ragionare in merito a come Moretti e i suoi colleghi di scrittura del film si piongano rispetto al catrolicesimo e alla figura del papa, certoi li registq e i suoi colleghi di scrittua dello screenplay(anche attore, nel ruolo dello psicanalista, dunque di deuteragonista rispetto a Michel Piccoli, che fa il cardianle Melveille eletto papa), ma certo Moretti indaga il rapporto sociologicmante importane tra ruolo e status sociale con molta intelligenza e con intuizioni felici, anche se certe parti dle film sono un po'"trascinate"e non"trascinanti"(cortei, ripetizuzioni di forule liturgiche) Bene Piccoli e Koretti, bene Margherita Buy, Jerzy Stuhr, Renato Scaarpa e Franco Graziosi, nei ruoli"clou"del film. Eugen
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a eugen »
[ - ] lascia un commento a eugen »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
reservoir dogs
|
mercoledì 20 aprile 2011
|
un gregge senza pastore
|
|
|
|
Dopo la morte del compianto papa Wojtyla si procede dunque all'elezione del suo successore; il Conclave ha inizio, tutti i cardinali accedono alla Cappella Sistina ma una buona parte di loro sentendosi "inadeguata" al ruolo, prega perché non venga selezionata.
Qualche iniziale titubanza poi "Habemus Papam" ma un grido irrompe in piazza San Pietro e il papa non si presenta al balcone; il cardinale Melville (Piccoli), il nuovo alto prelato, sente sempre più forte l'incapacità a sostenere il peso che la nomina appena ricevuta comporta; non è il pastore per il gregge.
Persino lo psicanalista Brezzi (il più bravo, Moretti) non riesce ad aiutare il Santo Padre in quanto risulta impossibile trattare argomenti come sogni, infanzia, figura materna, lutti e tutto ciò che concerne la psicoanalisi; l'uomo e il Papa sono ormai un tutt'uno ed è dunque impossibile per la Chiesa (istituzione) toccare certi tasti.
[+]
Dopo la morte del compianto papa Wojtyla si procede dunque all'elezione del suo successore; il Conclave ha inizio, tutti i cardinali accedono alla Cappella Sistina ma una buona parte di loro sentendosi "inadeguata" al ruolo, prega perché non venga selezionata.
Qualche iniziale titubanza poi "Habemus Papam" ma un grido irrompe in piazza San Pietro e il papa non si presenta al balcone; il cardinale Melville (Piccoli), il nuovo alto prelato, sente sempre più forte l'incapacità a sostenere il peso che la nomina appena ricevuta comporta; non è il pastore per il gregge.
Persino lo psicanalista Brezzi (il più bravo, Moretti) non riesce ad aiutare il Santo Padre in quanto risulta impossibile trattare argomenti come sogni, infanzia, figura materna, lutti e tutto ciò che concerne la psicoanalisi; l'uomo e il Papa sono ormai un tutt'uno ed è dunque impossibile per la Chiesa (istituzione) toccare certi tasti.
Lo psicoanalista (ateo), si trova quindi costretto a girare alla ex moglie (Buy), anch'essa psicoanalista, il paziente sotto mentite spoglie ma durante l'uscita per la prima visita la scorta perde di vista il Papa e l'uomo si disperde nelle vie romane.
E' l'inizio di un viaggio introspettivo, delineato da un volto le cui molteplici sfaccettature segnano lo sviluppo del percorso interno, così come Antonio e il figlio Bruno in "Ladri di biciclette" anche Melville percorre le vie romane alla ricerca di se stesso; si risveglia così il piacere nel passeggiare come un uomo comune, il gustarsi un dolce in un forno aperto la notte, l'amore assopito ma sempre presente per la recitazione.
Si giunge alla presa di coscienza; difficile da esporre ma necessaria alla tranquillità interiore, applaudita dalla folla perché sincera.
Il Papa di Moretti non è in crisi di Fede ma in crisi "ruolo", si sente inappropriato all'onere ricevuto, spaesato, ha la necessità di azzerare tutto e riniziare perché affetto da "deficit di accudimento", un uomo qualunque che ad ogni primo piano colpisce per la sua tenerezza e fragilità.
L'anti-Caimano non perde però l'occasione per essere satirico (campionato di pallavolo, scopone scientifico e quant'altro); si passa così dal drammatico alla commedia.
Quella di Moretti è una metafora sulla crisi dell'uomo moderno vista attraverso la lente dell' Istituzione Chiesa; particolarmente suggestiva la scena del balcone di San Pietro privato del suo nuovo Papa.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a reservoir dogs »
[ - ] lascia un commento a reservoir dogs »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
laulilla
|
giovedì 28 aprile 2011
|
tra il palazzo e la piazza
|
|
|
|
Durante il Conclave per l'elezione del nuovo papa, i più anziani e devoti cardinali pregano il buon Dio, perché venga esaudito l'individuale loro desiderio di non diventare papa. Con questo esordio, Nanni Moretti ci introduce nella vicenda che ha Michel Piccoli per protagonista: è proprio lui, il cardinale Melville, il venerabile sant'uomo ritenuto degno di succedere al defunto pontefice. Melville, però, non se la sente: è vecchio e si ritiene inadeguato al compito gravoso; preferisce di no, come Bartleby, lo scrivano, ideato dal romanziere che si chiama come lui (e non credo che sia un caso).
Il rifiuto di Meville, che pure ha avuto in Celestino V un precedente storico di grande rilievo, getta nello scompiglio il collegio cardinalizio, mentre il potente cardinale Gregori si adopera con molto tatto per riportare alla ragione il neoeletto.
[+]
Durante il Conclave per l'elezione del nuovo papa, i più anziani e devoti cardinali pregano il buon Dio, perché venga esaudito l'individuale loro desiderio di non diventare papa. Con questo esordio, Nanni Moretti ci introduce nella vicenda che ha Michel Piccoli per protagonista: è proprio lui, il cardinale Melville, il venerabile sant'uomo ritenuto degno di succedere al defunto pontefice. Melville, però, non se la sente: è vecchio e si ritiene inadeguato al compito gravoso; preferisce di no, come Bartleby, lo scrivano, ideato dal romanziere che si chiama come lui (e non credo che sia un caso).
Il rifiuto di Meville, che pure ha avuto in Celestino V un precedente storico di grande rilievo, getta nello scompiglio il collegio cardinalizio, mentre il potente cardinale Gregori si adopera con molto tatto per riportare alla ragione il neoeletto. In realtà, ciò che maggiormente preoccupa il gruppo più attivo del sacro collegio è lo scandalo per un fatto inaudito, poco spiegabile e tutto sommato imbarazzante. Meglio sopire il chiacchiericcio e i pettegolezzi dei cronisti, far finta che il papa abbia un momentaneo problema di salute, affidarsi alle cure di uno psicologo, che lo faccia presto rientrare nei ranghi. Viene trovato il più bravo di tutti gli psicoanalisti di Roma (Nanni Moretti), miscredente e scettico, ma professionalmente il migliore: è uno scienziato però e non farà miracoli in fretta, soprattutto perché le condizioni in cui dovrebbe lavorare sono davvero proibitive: incontri davanti a tutti i cardinali, mai parlare di sesso, o di altri argomenti delicati e scabrosi. Meglio, forse, che di lui si occupi la moglie separata dello psicanalista (Margherita Buy), brava anche lei, convinta che ogni suo paziente soffra di "deficit di accudimento". Il film, da questo momento, si svolge affiancando due diverse vicende: quella del cardinale Melville, che, recandosi dalla psicanalista, si immerge nelle strade di Roma e conosce, finalmente, aspetti della realtà che gli erano ignoti, e quella del collegio cardinalizio, che lo psicanalista, per far passare il tempo necessario alla decisione del nuovo papa, organizza in squadre per un torneo di pallavolo. Questo è, forse, l'aspetto più interessante della vicenda, e anche quello che può fornire la chiave di lettura probabilmente più utile per comprendere l'intera pellicola. In questa parte del film, Melville, vivendo finalmente in libertà, ha modo di comprendere almeno due cose: la prima è l'atteggiamento rispettoso e umanamente solidale delle persone che lo incontrano, che, senza sapere nulla di lui, si adoperano per capire le sue necessità e aiutarlo; la seconda é che fra questa realtà e il "palazzo" esiste poca o nessuna comunicazione. Melville prende coscienza che il problema che la Chiesa (non solo la Chiesa, però) deve affrontare, non è di accudimento, da sempre creduto suo compito, ma di stabilire un rapporto nuovo con i fedeli: un rapporto tra adulti.
La conoscenza del mondo, con la sua complessità, che la la scienza, con i suoi nuovi strumenti di analisi, aiuta a comprendere, devono diventare patrimonio comune di governanti e governati; se ciò non avverrà il potere sarà sempre più autoreferenziale e alla lunga non troverà più ascolto né fra i credenti, né fra i cittadini. "Tra il palazzo e la piazza", deve finalmente eliminarsi quella " nebbia sì folta", quel "muro sì grosso" di cui parlò Guicciardini in uno dei suoi Ricordi più celebri.
Resta il dubbio se la Chiesa, o il potere laico, così come ci si presenta nel nostro paese, siano in grado di fare ciò. La risposta di Moretti - Melville è che non lo sono: la finestra è vuota; le attese novità non si vedono. Un bel film davvero, con un Michel Piccoli di una bravura inarrivabile.
[-]
[+] dentro la cappella sistina
(di matthi)
[ - ] dentro la cappella sistina
[+] laulilla piacere
(di weach)
[ - ] laulilla piacere
|
|
|
[+] lascia un commento a laulilla »
[ - ] lascia un commento a laulilla »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
luca scial�
|
giovedì 11 ottobre 2012
|
il lato umano del papa
|
|
|
|
I Cardinali riuniti in Conclave devono eleggere il nuovo Papa. Ognuno spera di non essere chiamato alla grande responsabilità e dopo tre fumate nere arriva quella bianca: la votazione ricade sul Cardinale francese Melville. Quest'ultimo viene colto da un forte attacco di panico e non riesce a salutare i fedeli. Viene anche chiamato il miglior Psicologo di Roma per aiutarlo, ma si da' alla fuga. Ad essere in ansia non è così solo lui, ma tutto il Mondo cattolico, che si sente senza una guida.
A cinque anni esatti di distanza da Il Caimano, Nanni Moretti si occupa di un altro potente. Dal Capo del Governo italiano a quello dello Stato Pontificio. Ovviamente lo fa a modo suo.
[+]
I Cardinali riuniti in Conclave devono eleggere il nuovo Papa. Ognuno spera di non essere chiamato alla grande responsabilità e dopo tre fumate nere arriva quella bianca: la votazione ricade sul Cardinale francese Melville. Quest'ultimo viene colto da un forte attacco di panico e non riesce a salutare i fedeli. Viene anche chiamato il miglior Psicologo di Roma per aiutarlo, ma si da' alla fuga. Ad essere in ansia non è così solo lui, ma tutto il Mondo cattolico, che si sente senza una guida.
A cinque anni esatti di distanza da Il Caimano, Nanni Moretti si occupa di un altro potente. Dal Capo del Governo italiano a quello dello Stato Pontificio. Ovviamente lo fa a modo suo. Non in modo grottesco come nel primo caso, ma esaltando il lato umano e fragile di un Papa, sotto la cui veste e oggetti d'oro si cela comunque un essere umano. Con le sue paure e la sua fragilità. Dopo La Messa è finita, il regista romano torna a parlare di religione, non di crisi della fede ma di crisi delle Istituzioni. L'obiettivo è audace, ma il film forse non è totalmente all'altezza delle ambizioni che si prefissa il film.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a luca scial� »
[ - ] lascia un commento a luca scial� »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
dqitos
|
giovedì 13 agosto 2015
|
pc comunismo lo bandivano in america...
|
|
|
|
abbiamo osservato allontanare un papa, dedito ai
poveri doloranti e in difficoltà varie per
vederne poi uno che ha fatto utilizzo del nome di un santo,
e di una generazione forse di più o meno ricchi con quel nome,
con posizioni sociali e capostipiti le cui attività sembrerebbe in modo
avventato... non le abbiano valutate in modo corretto, quando volesse
veramente fare qualcosa per i poveri e far valere le sue doti, non
nell'anonimato e a piacimento di comodato passare alla storia
per aver fatto qualcosa, sarà forse quando
non si farà chiamare... più così per cose atte al
fracasso di e dei quanti partecipanti alle omelie, in altre nazioni, ma
quando illuminato dal nome del signore, che non s'è nascosto dalle
pene e sofferenze, evitandole per inlfiggerle a un
popolo, crediamo che il comandare alla
cesare.
[+]
abbiamo osservato allontanare un papa, dedito ai
poveri doloranti e in difficoltà varie per
vederne poi uno che ha fatto utilizzo del nome di un santo,
e di una generazione forse di più o meno ricchi con quel nome,
con posizioni sociali e capostipiti le cui attività sembrerebbe in modo
avventato... non le abbiano valutate in modo corretto, quando volesse
veramente fare qualcosa per i poveri e far valere le sue doti, non
nell'anonimato e a piacimento di comodato passare alla storia
per aver fatto qualcosa, sarà forse quando
non si farà chiamare... più così per cose atte al
fracasso di e dei quanti partecipanti alle omelie, in altre nazioni, ma
quando illuminato dal nome del signore, che non s'è nascosto dalle
pene e sofferenze, evitandole per inlfiggerle a un
popolo, crediamo che il comandare alla
cesare... e dare le pene a un cristo, metta in
evidenza, se i giovani sono d'accordo, quel qualcosa mi pare di
falso che talune persone e altra gente forse crede, yeha, per un film
guardabile sotto alcuni aspetti, anche se non offre il meglio che il cinema.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a dqitos »
[ - ] lascia un commento a dqitos »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
lisa casotti
|
martedì 19 febbraio 2013
|
speriamo non accada mai
|
|
|
|
In genere i film di Moretti non mi divertono e ancor meno le sue battute, ma me li faccio andare giù, perché guai a dire che ti risulta antipatico e che ti ammorba il tono della sua voce sempre strascicata.
Invece Habemus Papam ha un 1° tempo esilarante dove anche la presenza dell’ego-Nanni, che fa capolino tra le porpore, si armonizza al contesto senza cancellare, come succede di solito quando appare sullo schermo, tutto ciò che lo circonda. E dove la sua autoironia va giù bene - tipo un vinello bianco e fresco che accompagna un’orata alla griglia - e non ti si pianta nel gozzo come un boccone traverso.
Ma nel 2° tempo, Moretti infila una sua tipica cazzata, o se preferite, citando Zappoli “una bellissima scena (che potremmo definire ‘morettiana doc’)”: il suo desiderio di onnipotenza e controllo si manifesta nella lunga sequenza della partita a pallavolo, che i critici sapranno e vorranno spiegare in mille modi (forse sta proprio lì la chiave di interpretazione del film, magari nel riferimento oltremodo banale alla teoria di Darwin in risposta al cardinale che afferma che nel disegno di Dio nulla è per caso), ma davanti alla quale viene da dire – per rifare il verso a Fantozzi che commenta La corazzata Potëmkin – “è una cagata pazzesca!”.
[+]
In genere i film di Moretti non mi divertono e ancor meno le sue battute, ma me li faccio andare giù, perché guai a dire che ti risulta antipatico e che ti ammorba il tono della sua voce sempre strascicata.
Invece Habemus Papam ha un 1° tempo esilarante dove anche la presenza dell’ego-Nanni, che fa capolino tra le porpore, si armonizza al contesto senza cancellare, come succede di solito quando appare sullo schermo, tutto ciò che lo circonda. E dove la sua autoironia va giù bene - tipo un vinello bianco e fresco che accompagna un’orata alla griglia - e non ti si pianta nel gozzo come un boccone traverso.
Ma nel 2° tempo, Moretti infila una sua tipica cazzata, o se preferite, citando Zappoli “una bellissima scena (che potremmo definire ‘morettiana doc’)”: il suo desiderio di onnipotenza e controllo si manifesta nella lunga sequenza della partita a pallavolo, che i critici sapranno e vorranno spiegare in mille modi (forse sta proprio lì la chiave di interpretazione del film, magari nel riferimento oltremodo banale alla teoria di Darwin in risposta al cardinale che afferma che nel disegno di Dio nulla è per caso), ma davanti alla quale viene da dire – per rifare il verso a Fantozzi che commenta La corazzata Potëmkin – “è una cagata pazzesca!”. E non da ultimo perché interrompe il ritmo del film.
Ma perché, perché devi sempre calcare la mano? Guarda che sei il migliore lo stesso... Te lo dicono tutti. Sempre! È la tua condanna!
L’idea del film, infatti, è a dir poco geniale. La crisi di un pontefice di fronte all’assunzione di responsabilità. Ma come gli sarà venuta? Stavolta la fonte d’ispirazione non può essere il nostro presidente del Consiglio, visto che il Cavaliere non ci pensa proprio a venire meno alle sue responsabilità.
Più difficile invece è stabilire se l’intento sia di prendere per il naso la Chiesa, come potrebbero sostenere le menti più bigotte, o di riflettere sull’umanità che sta dietro gli uomini di Chiesa. Propendo per la seconda visione. Mi sembra che ci sia rispetto nel “deridere” i vizietti degli alti prelati e dell’entourage papale. E riconosco che, come motteggia il Clero e la fede, mette alla berlina se stesso e la Psicanalisi, con tanto di ultime tendenze sul “deficit di accudimento”!
E non c’è mai – assolutamente mai – nemmeno da parte degli “ex-colleghi” che aspettano che il papa tenga, al cospetto della folla, il discorso di apertura del suo pontificato, biasimo nei confronti del pontefice e del suo “malessere” esistenziale.
È commovente, inoltre, vedere il papa circolare tra la gente, e farsi piccolo in mezzo alla gente, umile (e soprattutto fragile) secondo il più grande insegnamento del Vangelo. Magistrale l’interpretazione di Michel Piccoli, ma ho molto amato anche il super favorito al soglio pontificio, cardinal Gregori (Renato Scarpa).
Troppo al di sopra delle mie possibilità l’utilizzo di Cechov e i riferimenti al suo teatro. Davanti a certi sfoggi intellettuali è d’uopo chinare la testa.
Un chiaro omaggio a Karol Wojtyła, il sogno del pontefice di fare l’attore. Però attenzione, perché qui potrebbe celarsi una trappola! È così insistito che vien da chiedersi se il Primo testimone di Dio sulla terra cerchi rifugio nella finzione (e qui si viaggia sul filo del vilipendio!).
La fine lascia di ghiaccio e porta a dire “speriamo non accada mai”, perché si palesa come il mondo abbia bisogno – ora più che mai – di guide spirituali per quanto discutibili e controverse possano essere. (6 luglio 2011)
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a lisa casotti »
[ - ] lascia un commento a lisa casotti »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
silvianita
|
mercoledì 20 aprile 2011
|
bravo nanni
|
|
|
|
Il, film godibile e umanissimo, cela profonde e dolorose verità che Moretti, spirito libero e dissacrante, ha saputo suggerire più che dichiarare. Nel mostrarci il rito millenario e solenne del Conclave, non ha evidenziato i giochi di potere e i luoghi comuni che solitamente espongono il Vaticano alle critiche dei laici e dei credenti più progressisti, ma ci ha mostrato tutta la fragilità e l’insicurezza in cui versa attualmente la Chiesa cattolica.
Chiusi tra le rassicuranti mura vaticane e protetti da ottuse Guardie svizzere, i Cardinali ci vengono mostrati nella loro infantile vecchiezza, preda di ansie e di piccole debolezze, incapaci di affrontare “la novità” della crisi di un uomo che sente che il Dio a cui ha dedicato la sua esistenza ha bisogno di qualcuno che sia più forte e deciso di lui, per affrontare un possibile e necessario cambiamento.
[+]
Il, film godibile e umanissimo, cela profonde e dolorose verità che Moretti, spirito libero e dissacrante, ha saputo suggerire più che dichiarare. Nel mostrarci il rito millenario e solenne del Conclave, non ha evidenziato i giochi di potere e i luoghi comuni che solitamente espongono il Vaticano alle critiche dei laici e dei credenti più progressisti, ma ci ha mostrato tutta la fragilità e l’insicurezza in cui versa attualmente la Chiesa cattolica.
Chiusi tra le rassicuranti mura vaticane e protetti da ottuse Guardie svizzere, i Cardinali ci vengono mostrati nella loro infantile vecchiezza, preda di ansie e di piccole debolezze, incapaci di affrontare “la novità” della crisi di un uomo che sente che il Dio a cui ha dedicato la sua esistenza ha bisogno di qualcuno che sia più forte e deciso di lui, per affrontare un possibile e necessario cambiamento.
La psicoanalisi, una delle tante chiusure della Chiesa, viene comunque cercata come estremo rimedio, ma i vincoli ciechi, lontani dalla realtà umana in cui i suoi rappresentanti si sono irreversibilmente avvitati, impediscono il suo possibile, anche se improbabile aiuto.
Unica luce in tanta insicurezza, il tenero e rispettoso rapporto tra i Cardinali e tra di loro e il Papa. Ma tale rispetto non riesce a diventare amicizia, condivisione, confronto.
Il buio nella Sistina, all’inizio del Conclave, scatena una sorta di malcelato panico tra i vecchi Cardinali e rivela la loro solitudine, la loro paura, la loro inadeguatezza a fare luce sul mondo. Nessuno vorrebbe essere Papa e chi lo diventa, fugge. Qui non c’è più la lotta per un Potere che ormai fa paura e fa paura perché, e qui c’è forse una sorta di assoluzione per la Chiesa, si avverte che il mondo ha bisogno di cambiamento e nessuno è pronto e coraggioso abbastanza per iniziarlo.
Un film tenero e crudele al tempo stesso in cui sembra che Dio sia fuori, tra la gente fiduciosa e paziente, in attesa che “dentro” Lo si faccia finalmente entrare.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a silvianita »
[ - ] lascia un commento a silvianita »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
luigi spagnolo
|
sabato 16 aprile 2011
|
la sindrome di celestino
|
|
|
|
Un intenso Piccoli, un Nanni competitivo più del solito, uno Scarpa dai silenzi eloquenti, un montaggio ben calibrato, una fotografia perfetta, una sceneggiatura schizofrenica (come nel "Caimano"). Due i film in "Habemus papam": nel registro drammatico, la crisi del prescelto, la sindrome di Celestino, ovvero di Pietro (l'apostolo roso dal dubbio), il paradosso per cui il più degno del soglio pontificio è anche il meno adatto; nel registro comico, il conclave dei bambini-cardinali, chiusi in un mondo irreale, rassicurati dalla Bibbia e dagli psicofarmaci, quotati come cavalli dai bookmaker e, come estrema beffa, catechizzati da uno psicologo miscredente e narcisista.
[+]
Un intenso Piccoli, un Nanni competitivo più del solito, uno Scarpa dai silenzi eloquenti, un montaggio ben calibrato, una fotografia perfetta, una sceneggiatura schizofrenica (come nel "Caimano"). Due i film in "Habemus papam": nel registro drammatico, la crisi del prescelto, la sindrome di Celestino, ovvero di Pietro (l'apostolo roso dal dubbio), il paradosso per cui il più degno del soglio pontificio è anche il meno adatto; nel registro comico, il conclave dei bambini-cardinali, chiusi in un mondo irreale, rassicurati dalla Bibbia e dagli psicofarmaci, quotati come cavalli dai bookmaker e, come estrema beffa, catechizzati da uno psicologo miscredente e narcisista.
Moretti offre una pellicola che può piacere a tutti, nonostante l'ambientazione vaticana: i cattolici vi vedranno un'apologia del conciliarismo e una non troppo velata critica alla pelosa umiltà di Benedetto XVI (e se Martini fosse Melville?); gli atei leggeranno la figura del pontefice angosciato come un'allegoria della crisi di ogni leadership politica e morale nella società contemporanea, o come un apologo sull'inadeguatezza dell'uomo ('ansia da prestazione'); i romani si godranno, per l'ennesima volta, l'apoteosi della loro città ("bombe alla crema e mostre di Caravaggio", nel desiderio degli alti prelati australiani, i veri gaudenti del film).
Il finale, ieratico e inevitabile, vorrebbe preludere alla catastrofe; in realtà il discorso di Melville (come quello di Chaplin nel "Grande dittatore") apre alla speranza in una società non fondata sul carisma dei condottieri ma sulla condivisione e comprensione dei problemi.
[-]
[+] il caro nanni
(di vipera nera)
[ - ] il caro nanni
|
|
|
[+] lascia un commento a luigi spagnolo »
[ - ] lascia un commento a luigi spagnolo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|