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Una vita tra le gonne

Di Gregorio raddoppia la commedia e con Gianni e le donne vola alla Berlinale.
di Marzia Gandolfi

Gianni Di Gregorio in piacevole compagnia delle gemelle Laura e Silvia Squizzato.
Gianni Di Gregorio (75 anni) 19 febbraio 1949, Roma (Italia) - Acquario. Interpreta Gianni nel film di Gianni Di Gregorio Gianni e le donne.

venerdì 4 febbraio 2011 - Approfondimenti

Dopo il successo di Pranzo di Ferragosto, Gianni di Gregorio raddoppia l’allegria e torna in sala con una nuova commedia che ancora una volta mescola realtà e finzione. Trasteverino, classe 1949, aiuto regista di Matteo Garrone, sceneggiatore di Sembra morto ma è solo svenuto e co-sceneggiatore di Gomorra, Di Gregorio è di nuovo Gianni, un uomo di mezza età alle prese con una mamma anziana, una figlia svagata, una moglie oberata e una messe di donne con le quali vorrebbe rinverdire i suoi anni. Continuando a provvedere con sollecitudine e qualche moto di impazienza ai capricci della sua irresistibile mamma, questa volta Gianni dovrà vedersela con l’altra metà del cielo e venire a patti col proprio cuore e i suoi sbandamenti sentimentali. Riconfermando nome e cognome, Di Gregorio si (ri)presenta in primo piano con la sua orgogliosa e malinconica affermazione di unicità da indulgente sessantenne, dentro Trastevere e le ville in fiore di (com)passate signore. In sala dall’undici febbraio e prossimamente alla Berlinale nella sezione Panorama, Gianni e le donne è una commedia garbata che ripete il talento gentile di Gianni Di Gregorio. A Roma per presentare il suo film, il regista ci confessa la sua vita tra le gonne.

Esorcizzare
Gianni Di Gregorio: Non so se riuscirò mai a fare un film “serio” o affrontare un tema “sul serio”, mi sento più portato per la commedia. Sono cresciuto in una casa cupa, con tende pesanti e poca luce, da bambino poi leggevo Leopardi, mi avevano regalato le sue poesie per la comunione, e probabilmente per questo sento il bisogno di sdrammatizzare sempre, non posso fare a meno di fare battute. L’ironia del mio personaggio allora è anche un po’ la mia. Da bambino rifuggo la sofferenza e riesco a parlarne solo girandole intorno proprio come ho fatto nel mio ultimo film.

Crisi di mezza età
Gianni Di Gregorio: Con Gianni e le donne volevo affrontare col sorriso lo smarrimento dell’uomo di mezza età che si rende conto di essere ormai trasparente agli occhi delle donne. Andando avanti con gli anni credo sia assolutamente naturale suscitare meno interesse nel gentil sesso, è una cosa che verifico ogni giorno prendendo l’autobus. Nessuna signora solleva lo sguardo verso di me, una volta un gioco di sguardi accendeva una piccola storia, un flirt che poi magari si consumava nel tempo di una fermata, ma adesso potresti anche darti fuoco o spogliarti nudo che nessuno se ne accorgerebbe. Amo le donne, ho con loro un rapporto di devozione e direi quasi di sudditanza, volevo raccontarle e avevo urgenza di farlo. Ripensandoci credo che il mio film possa considerarsi un omaggio alla loro bellezza e dal momento che il 13 febbraio, giorno della manifestazione, noi saremo a Berlino, sono felice di partecipare alla causa con la mia commedia.

Coincidenze
Gianni Di Gregorio: Gianni e le donne è stato pensato e girato prima dei fatti scottanti che hanno coinvolto il nostro Presidente del Consiglio, dunque lungi da me l’idea di pensare di fare un film di ‘denuncia’. Girando la mia commedia non pensavo certo all’attualità, pensavo piuttosto a mettere in scena l’uomo comune e le sue mediocrità. Un sessantenne della porta accanto che al massimo può aspirare a comprare la frutta alla sua bella e giovane dirimpettaia.

La mamma è sempre la mamma
Gianni Di Gregorio: Al momento di scrivere la sceneggiatura non era prevista per il mio personaggio una figura materna, avevo già dato sul tema nel film precedente ma evidentemente mi sbagliavo e non solo questa figura è emersa improvvisamente ma si è fatta enorme e così ho richiamato sullo schermo Valeria de Franciscis Bendoni e le ho riproposto di reinterpretare la mia mamma. Proprio come il suo personaggio anche la mia mamma, morta ormai undici anni fa, era una sperperona a cui piaceva condurre una vita agiata. Pensate che ho continuato a pagare i suoi debiti per quindici anni.

Trilogia?
Gianni Di Gregorio: Non so se farò un terzo film su Gianni, insomma mi piacerebbe provare ad uscire da me stesso e tentare nuove vie, ma è pur vero che potrei scoprire che c’è ancora da scavare…

La spalla
Alfonso Santagata: Sono un attore di teatro e prima dell’esperienza sul set con Gianni Di Gregorio non avevo mai fatto cinema. Alla mia seconda prova posso dirmi soddisfatto soprattutto di lavorare con Gianni in un clima di libertà e di responsabilità. Sono rimasto affascinato dal suo percorso, Gianni ha lavorato sempre in teatro e poi all’improvviso ha creato questa maschera urbana per il cinema e ha avuto il coraggio di presentarla al grande pubblico. Io mi sento la sua spalla e sono orgoglioso di aver partecipato a un film che sembra rinnovare i fasti della commedia all’italiana. Un cinema di idee che non è semplice trasposizione di comicità televisiva.

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