michela31
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mercoledì 5 ottobre 2011
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bellissimo
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Driver è uno stutman che lavora come controfigura nel cinema e si occupa di guidare le macchine e di compiere evoluzioni pirotecniche; di notte fa l'autista per bande di criminali aiutandoli a seminare la polizia. Ma quando si innamora della sua vicina di casa sposata con un ex carcerato che lui decide di aiutare a svaligiare un banco dei pegni per permettergli si saldare un debito, resta coinvolto in una storia più grande di lui. Ryan Gosling si rivela essere un interprete superlativo in un film in cui recita pochissime battute ma in cui rivela una espressività fuori dal comune, supportato da un'ottima Carey Muligan che conferma una volta di più il suo talento già espresso in An education.
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Driver è uno stutman che lavora come controfigura nel cinema e si occupa di guidare le macchine e di compiere evoluzioni pirotecniche; di notte fa l'autista per bande di criminali aiutandoli a seminare la polizia. Ma quando si innamora della sua vicina di casa sposata con un ex carcerato che lui decide di aiutare a svaligiare un banco dei pegni per permettergli si saldare un debito, resta coinvolto in una storia più grande di lui. Ryan Gosling si rivela essere un interprete superlativo in un film in cui recita pochissime battute ma in cui rivela una espressività fuori dal comune, supportato da un'ottima Carey Muligan che conferma una volta di più il suo talento già espresso in An education. Il Driver, il quale non ha un nome suo ma solo una qualifica, si rivela essere in fondo un eroe romantico che rischia la vita per la donna che ama e che reprime per troppo tempo una rabbia che esplode nella seconda parte del film con conseguenze devastanti. La battuta recitata dal suo capo ( conosco molti uomini che se la fanno con donne sposate ma tu sei l'unico che compie una rapina per aiutare il marito) è in questo senso eloquente della personalità del protagonista. Una menzione speciale merita la colonna sonora davvero azzecata che contribuisce ottimamente a far crescera il pathos del film e a dare in certi casi una dose di romanticismo al film.
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sblob
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giovedì 6 ottobre 2011
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self control
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Avete presente la figura del cavaliere solitario? L'uomo che arriva, risolve un problema, ha una specie di storia d'amore con la donna di turno e parte? Un uomo misterioso di cui non si sa quasi niente, niente del suo passato, niente della sua famiglia, da dove venga né quale sia il suo nome? Il genere d'uomo che compare nei serial tv d'azione tipo Walker Texas Ranger o cupo e imperscrutabile tipo Batman? Ecco, questo è il protagonista del film Drive.
L'opera, che ha fatto ottenere a Nicolas Winding Refn il premio alla migliore regia a Cannes 2011, sembra la trasposizione cinematografica di un fumetto d'autore: c'è l'eroe senza passato, la metropoli che possiamo ammirare in spettacolari vedute dall' alto, le mille luci della città di notte, strade che disegnano una fitta rete tra i palazzi che ricordano quelli delle arrampicate di Spiderman, il protagonista al limite della legalità, in questo caso ben oltre quel limite, cosa che può procurare un certo disagio nel provare empatia nei confronti del giovane e spericolato driver e una storia che, già difficile in partenza, si complica enormemente e mette l'eroe in un concatenarsi di situazioni in cui scegliere la cosa giusta da fare nel minor tempo possibile.
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Avete presente la figura del cavaliere solitario? L'uomo che arriva, risolve un problema, ha una specie di storia d'amore con la donna di turno e parte? Un uomo misterioso di cui non si sa quasi niente, niente del suo passato, niente della sua famiglia, da dove venga né quale sia il suo nome? Il genere d'uomo che compare nei serial tv d'azione tipo Walker Texas Ranger o cupo e imperscrutabile tipo Batman? Ecco, questo è il protagonista del film Drive.
L'opera, che ha fatto ottenere a Nicolas Winding Refn il premio alla migliore regia a Cannes 2011, sembra la trasposizione cinematografica di un fumetto d'autore: c'è l'eroe senza passato, la metropoli che possiamo ammirare in spettacolari vedute dall' alto, le mille luci della città di notte, strade che disegnano una fitta rete tra i palazzi che ricordano quelli delle arrampicate di Spiderman, il protagonista al limite della legalità, in questo caso ben oltre quel limite, cosa che può procurare un certo disagio nel provare empatia nei confronti del giovane e spericolato driver e una storia che, già difficile in partenza, si complica enormemente e mette l'eroe in un concatenarsi di situazioni in cui scegliere la cosa giusta da fare nel minor tempo possibile.
Perché tutto il film è una gara contro il tempo: i cinque minuti (non uno di più né uno di meno) che sono sotto sua completa responsabilità durante le rapine; i secondi, le frazioni di secondo in cui decidere e attuare la sterzata sul set nel suo (primo, secondo, terzo?) lavoro di stuntman; le ore, poche, pochissime, a disposizione per sfuggire al massacro in un' intricata vicenda dove c'entra la malavita e salvare una giovane donna e il suo bambino.
Ciò che colpisce è la faccia del protagonista, Ryan Gosling (da "giovane cow-boy texano), su cui le emozioni, se compaiono, sono solo di passaggio, brevi attimi in cui accenna un sorriso, solleva un sopraciglio, increspa la fronte e uno sguardo che sembra perso nel vuoto.
Il film ha una bella colonna sonora che rimanda un po' a quelle anni ottanta, soprattutto nelle inquadrature aeree sul paesaggio urbano e ai titoli di testa.
La macchina da presa è quasi sempre incollata al protagonista, lui è presente in tutti i momenti del film, è lui che seguiamo ed è lui che ci guida nel complicarsi della vicenda e nell' accelerare degli eventi, perciò l'unica stonatura si ha a metà storia, nel dialogo tra i malavitosi in cui si spezza la fluidità narrativa.
Ultima nota: dopo la prima mezz'ora di film si verifica un escalation di scene con truci spargimenti di sangue, sono avvertiti i deboli di cuore e di stomaco.
P.S.
Da sottolineare la presenza, nel ruolo di un malavitoso, di Ron Perlman che era il monaco deforme Salvatore ne Il nome della rosa del 1986.
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andrea levorato
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venerdì 28 ottobre 2011
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un film d'altri tempi capace di farci sognare
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Drive ****
Produzione: USA 2011
Genere: Azione, Drammatico
Attori principali: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Ron Perlman
Regia: Nicolas Winding Refn
Trama:
Driver (Gosling) ha una doppia vita. Di giorno meccanico e occasionalmente stuntman e di sera autista per rapine. L’equilibrio anestetico della sua vita è rotto dalla conoscenza di Irene (Mulligan) e suo figlio, Benicio.
Mini recensione:
Quello che dirige Refn è un bellissimo film fuori dal tempo. Una sorta di Western metropolitano che deve molto ai B-Movie anni ’70, con una splendida e soffice colonna sonora pop. Gosling e Mulligan sono bravi, e tanto, ma il migliore è senza dubbio Refn.
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Drive ****
Produzione: USA 2011
Genere: Azione, Drammatico
Attori principali: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Ron Perlman
Regia: Nicolas Winding Refn
Trama:
Driver (Gosling) ha una doppia vita. Di giorno meccanico e occasionalmente stuntman e di sera autista per rapine. L’equilibrio anestetico della sua vita è rotto dalla conoscenza di Irene (Mulligan) e suo figlio, Benicio.
Mini recensione:
Quello che dirige Refn è un bellissimo film fuori dal tempo. Una sorta di Western metropolitano che deve molto ai B-Movie anni ’70, con una splendida e soffice colonna sonora pop. Gosling e Mulligan sono bravi, e tanto, ma il migliore è senza dubbio Refn. No lui non recita. È il regista e ha fatto un lavoro straordinario, ma di maniera. Per lui “Drive” è stato un esercizio di virtuosismo registico, come lo fu nel 2000 “Memento” (per citare un altro finto-noir d’altri tempi) per Nolan. Splendidi i titoli di testa (dritti da “Vivere e morire a Los Angeles”). In una stagione cinematografica dove con “Super 8” abbiamo rimembrato il miglior Spelberg e la fantascienza anni ’70 e ’80, con “Drive” possiamo riassaporare il miglior Scorsese, Friedkin e B-Movie d’altri tempi e tanta (ma tanta(ma proprio tanta)) violenza. Grazie Nicolas.
Interpretazioni:
Ryan Gosling ****
Carey Mulligan ****
Bryan Cranston ***
Ron Perlman ***
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sebust89
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martedì 7 aprile 2015
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la quiete prima della tempesta.
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Drive è un film che riesce a mettere insieme azione e quattro ruote, in un modo per i nostri tempi inedito.
L'intero film si snoda intorno all'innominato personaggio principale interpretato da un ottimo Ryan Gosling,
meccanico che a tempo perso garantisce a qualsiasi rapinatore 5 minuti di immunità dalla legge grazie alla sua bravura nella fuga.
Le cose però si complicano quando l'amore per la moglie di un ex galeotto e suo figlio portano la storia su un binario Splatter,
dando un senso non solo al film ma sopratutto a un Gosling più che mai piatto fino a quel momento.
Il tutto è condito da un'ottima regia, una buona fotografia e una colonna sonora indubbiamente azzeccata.
Si tratta di un film con tempi e stile propri, che vive di roboanti accelerate brusche frenate,
dove in un miscuglio di emozioni contrastanti riesce a fornire un affresco noir/automobilistico di altissima qualità.
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Drive è un film che riesce a mettere insieme azione e quattro ruote, in un modo per i nostri tempi inedito.
L'intero film si snoda intorno all'innominato personaggio principale interpretato da un ottimo Ryan Gosling,
meccanico che a tempo perso garantisce a qualsiasi rapinatore 5 minuti di immunità dalla legge grazie alla sua bravura nella fuga.
Le cose però si complicano quando l'amore per la moglie di un ex galeotto e suo figlio portano la storia su un binario Splatter,
dando un senso non solo al film ma sopratutto a un Gosling più che mai piatto fino a quel momento.
Il tutto è condito da un'ottima regia, una buona fotografia e una colonna sonora indubbiamente azzeccata.
Si tratta di un film con tempi e stile propri, che vive di roboanti accelerate brusche frenate,
dove in un miscuglio di emozioni contrastanti riesce a fornire un affresco noir/automobilistico di altissima qualità.
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greyhound
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sabato 4 febbraio 2017
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la ricerca di una quiete nell'anima
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Definire con precisione che sia e cosa incarni “Drive” non è un compito facile. E’ un film con diversi elementi tipici del noir (un mistero, incarnato in questo caso dalla provenienza del denaro, o una donna, che funge da musa ispiratrice dell’intera vicenda), ma vi sono anche scenari tipici delle pellicole d’azione, in particolar modo durante i bellissimi inseguimenti automobilistici. E poi vi è la storia del protagonista, quel Ryan Gosling incarnante un personaggio senza nome, senza passato, comparso misteriosamente e pronto a sconvolgere vite altrui, ma soprattutto alla ricerca di una redenzione.
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Definire con precisione che sia e cosa incarni “Drive” non è un compito facile. E’ un film con diversi elementi tipici del noir (un mistero, incarnato in questo caso dalla provenienza del denaro, o una donna, che funge da musa ispiratrice dell’intera vicenda), ma vi sono anche scenari tipici delle pellicole d’azione, in particolar modo durante i bellissimi inseguimenti automobilistici. E poi vi è la storia del protagonista, quel Ryan Gosling incarnante un personaggio senza nome, senza passato, comparso misteriosamente e pronto a sconvolgere vite altrui, ma soprattutto alla ricerca di una redenzione.
Il lato forse meno evidente tuttavia soggiacente lungo tutta la pellicola, in special maniera all’inizio e alla fine, è incarnato proprio dal desiderio del nostro Driver di abbandonare la sua vita apparentemente precisa, ma in realtà assai precaria. La pianificazione, quasi militare, delle sue peripezie stradali, l’assoluta fiducia nei propri mezzi e la tranquillità incarnata dallo sguardo duro, l’inconfondibile stuzzicadenti tra le labbra e la rilassatezza raggiunta ascoltando una partita di basket anche nel momento dell’azione, lasciano il posto agli sguardi e sorrisi che scambia con la protagonista Carey Mulligan.
Perché al di là della pregevole fattura della parte centrale del film, la cui violenza si scontra fortemente con un inizio palesemente intimista, sono proprio i primi 25 minuti a incarnare il cuore della trama. Quelle scene in grado di dimostrare visivamente, più che attraverso le parole (pochissime quelle pronunciate dal protagonista medesimo), le emozioni e i sentimenti che sconvolgono l’apparentemente algido Gosling. Anzi, proprio quel turbamento risulta così incisivo da rendere quasi impossibile pronunciare qualsivoglia parola, sostituendole però con gli unici sorrisi ed espressioni distese che Driver avrà durante tutta la pellicola.
E’ innegabile che la stessa sia piuttosto cupa dato anche il finale, tuttavia nelle ultime scene si possono trovare elementi di speranza. Driver riconosce nella telefonata finale a Irene che la sua vita è stata cambiata dall’incontro con lei (“tu e Benicio siete stati la cosa più bella che mi sia capitata nella vita”), e al contempo si allontana nella notte (così come nella notte era comparso) consapevole di aver compiuto la sua missione. Salvare la donna di cui si era innamorato ed essere riuscito a vivere un momento luminoso, nonostante l’impossibilità di rimanerle accanto.
Probabilmente Drive non entrerà nel novero dei capolavori, ma sicuramente nella categoria dei film che lasciano il segno, soprattutto grazie alle belle interpretazioni dei due protagonisti, delle stupende immagini di una Los Angeles notturna e tentacolare e di una colonna sonora piuttosto retrò (simil anni ’80), in grado d’intrepretare perfettamente le emozioni dei personaggi. Di conseguenza, una visione altamente consigliata.
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fedson
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martedì 19 febbraio 2013
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pura regia a cannes 2011!
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Un misterioso pilota d'auto, per arrivare a fine mese, lavora come pilota per rapinatori di banche, oltre che sgobbare in un'officina capeggiata da un principale gambizzato e un poì sbadato. Il ragazzo conosce una ragazza e se ne invaghisce. Quando il marito di quest'ultima esce di prigione, ecco che la situazione e i rapporti tra il pilota, la ragazza e il figlio prendono una piega inaspettata. Che dire, il film si fa strada tramite una sceneggiatura già vista in effetti ma abbellita completamente da una regia da capogiro, dotata di un profilo tecnico molto studiato e di grande spessore, difficile da notare in questi film che non rientrano nella categoria "kolossal / blockbuster".
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Un misterioso pilota d'auto, per arrivare a fine mese, lavora come pilota per rapinatori di banche, oltre che sgobbare in un'officina capeggiata da un principale gambizzato e un poì sbadato. Il ragazzo conosce una ragazza e se ne invaghisce. Quando il marito di quest'ultima esce di prigione, ecco che la situazione e i rapporti tra il pilota, la ragazza e il figlio prendono una piega inaspettata. Che dire, il film si fa strada tramite una sceneggiatura già vista in effetti ma abbellita completamente da una regia da capogiro, dotata di un profilo tecnico molto studiato e di grande spessore, difficile da notare in questi film che non rientrano nella categoria "kolossal / blockbuster". E' anche scontata la prima ora piena di sentimento e sottile conoscenza del personaggio, nonostante quest'ultimo rimane per il resto del film un completo mistero; anche se un barlume di scoperta del protagonista lo si può intravedere già nell'ultima mezz'ora, dove il giudatore (Ryan Gosling) si metterà in gioco pur di difendere l'unica cosa che ama (e l'unica cosa che l'abbia mai amato). Piccolo film realizzato con un cast un po' "pungente" ma che, nonostante tutto, riesce a trovare un certo equilibrio. C'è da dire che Ryan Gosling (per quanto io lo neghi) si sia cimentato (con la sua inespressività totale) egregiamente nel ruolo del silenzioso e freddo pilota d'auto-protagonista, quasi privo di sentimenti e passioni che verranno poi risvegliati dall'incontro con la ragazza (Carey Mulligan). Per quanto sia stato privo di espressioni, è da notare come l'attore è riuscito, in pochissime (e giuste) scene, a mostrare il lato "tenero e sentimentale" del personaggio con giochi di sguardi e gesta quasi impercettibili. Mettendo da parte il cast, è la regia che però riesce veramente a raccontare questa "riciclata" storia secondo uno stile e un andamento che a volte coglie di sorpresa anche grazie al sostegno di una buona fotografia, che riprende una Los Angeles in tutta la sua bellezza notturna, e di un montaggio sublime e capace di alternare ed incastonare momenti silenziosi e pacifici a momenti di estrema crudeltà (girate benissimo e con grande realismo le scene violente), senza perder di vista i dettagli e le musiche, elementi significativi che rappresentano "lo scheletro" di questo film. Presentato al Festival di Cannes, uscito vincitore con il premio per la miglior regia (ad opera di Nicolas Winding Refn, regista molto promettente, a mio dire). Curioso di vedere il prossimo lavoro del regista, "Only God Forgives" (sempre con Gosling protagonista).
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albertopezzi
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lunedì 30 aprile 2018
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opera meravigliosa
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CAPOLAVORO ASSOLUTO DI REFN!! UN FILM CHE DEVE ESSERE VISTO. PENSO CHE QUESTA SIA UN’ OPERA GENIALE. UNA REGIA MAGISTRALE ACCOMPAGNA UN FILM RICCO DI CONTENUTI, SPIETATO E CRUDO, MA ANCHE DOLCE E ROMANTICO. RYAN GOSLING CONFERMA IL SUO GRANDE TALENTO, ACCOMPAGNATO DA UNA SPLENDIDA CAREY MULLIGAN. UN RITMO INCALZANTE SOSTIENE UNA TRAMA ORIGINALE ED AVVINCENTE. NICOLAS WINDING REFN INVECE CONFERMA DI ESSERE UNO DEI PIU’ GRANDI REGISTI IN CIRCOLAZIONE. PENSO CHE QUESTA PELLICOLA, ABBIA VINTO MOLTO MENO DEL DOVUTO. MONTAGGIO PERFETTO, FOTOGRAFIA PERFETTA ED UNA COLONNA SONORA SPLENDIDA IN TUTTE LE SUE SFUMATURE, COMPLETANO UN PUZZLE PERFETTO. CREDO CHE OGNI AMANTE DEL CINEMA SIA RIMASTO AFFASCINATO DA QUESTO FILM.
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CAPOLAVORO ASSOLUTO DI REFN!! UN FILM CHE DEVE ESSERE VISTO. PENSO CHE QUESTA SIA UN’ OPERA GENIALE. UNA REGIA MAGISTRALE ACCOMPAGNA UN FILM RICCO DI CONTENUTI, SPIETATO E CRUDO, MA ANCHE DOLCE E ROMANTICO. RYAN GOSLING CONFERMA IL SUO GRANDE TALENTO, ACCOMPAGNATO DA UNA SPLENDIDA CAREY MULLIGAN. UN RITMO INCALZANTE SOSTIENE UNA TRAMA ORIGINALE ED AVVINCENTE. NICOLAS WINDING REFN INVECE CONFERMA DI ESSERE UNO DEI PIU’ GRANDI REGISTI IN CIRCOLAZIONE. PENSO CHE QUESTA PELLICOLA, ABBIA VINTO MOLTO MENO DEL DOVUTO. MONTAGGIO PERFETTO, FOTOGRAFIA PERFETTA ED UNA COLONNA SONORA SPLENDIDA IN TUTTE LE SUE SFUMATURE, COMPLETANO UN PUZZLE PERFETTO. CREDO CHE OGNI AMANTE DEL CINEMA SIA RIMASTO AFFASCINATO DA QUESTO FILM. COMPLIMENTI.
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diego vitali
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giovedì 20 ottobre 2011
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gosling pilota romantico e decadente
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Meccanico in un’officina e stuntman nei film polizieschi, di giorno; autista nelle rapine, di notte. Il protagonista del film (Ryan Gosling) non ha un nome, non ha legami sentimentali, ha solo le sue regole, con le quali conduce un’esistenza solitaria e meticolosa ma sempre al limite. Finché non si imbatte nella vicina di casa, interpretata da Carey Mulligan (Wall street: il denaro non dorme mai, An education), e comincia a provare qualcosa di nuovo. Quando il marito della giovane uscirà di prigione e si troverà nei guai con dei malavitosi, il nostro deciderà di aiutarlo guidando in un’ultima rapina, dagli esiti imprevisti.
La trama non è certo originale.
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Meccanico in un’officina e stuntman nei film polizieschi, di giorno; autista nelle rapine, di notte. Il protagonista del film (Ryan Gosling) non ha un nome, non ha legami sentimentali, ha solo le sue regole, con le quali conduce un’esistenza solitaria e meticolosa ma sempre al limite. Finché non si imbatte nella vicina di casa, interpretata da Carey Mulligan (Wall street: il denaro non dorme mai, An education), e comincia a provare qualcosa di nuovo. Quando il marito della giovane uscirà di prigione e si troverà nei guai con dei malavitosi, il nostro deciderà di aiutarlo guidando in un’ultima rapina, dagli esiti imprevisti.
La trama non è certo originale. Il tema del guerriero solitario, dell’uomo che conduce una vita al confine tra bene e male, si è visto già in numerosi film, noir e non. Heat – La sfida di Michael Mann, l’immancabile Taxi driver, Ghost dog di Jim Jarmusch, nonché il cinema di Jodorowski – esplicitamente citato dal regista - sono i riferimenti più evidenti di un film ambientato in una metropoli notturna e acida, un deserto morale ed esistenziale, in cui i personaggi vivono chiusi in se stessi, disperatamente soli, pronti ad aggrapparsi alla minima speranza ma paurosi di perdere, sempre alla ricerca della grande occasione che inevitabilmente falliranno.
È l’imprevista irruzione del sentimento che spariglia le carte. Come accadeva anche ne Le conseguenze dell’amore di Sorrentino, il pilota senza nome e senza identità si scopre a sorridere, a compiere gesti e scelte azzardate, che lo condurranno verso un destino che intuisce ma di cui non sembra avere paura, che accetta con coraggio e generosità. Gosling, che quest’anno è apparso anche ne Le Idi di marzo di Clooney, è fenomenale nella parte del cavaliere solitario, taciturno, impassibile e gelido, eppure anche eroico e romantico. La sua recitazione è tutta giocata sottopelle, negli sguardi, nei minimi movimenti del volto. Finché nella corazza apparentemente impermeabile del pilota non si aprono delle crepe e per un attimo scorgiamo il magma fatto di bisogno di amore e disperazione, ma anche violenza, che gli scorre nelle vene.
Il regista, il danese Nicolas Winding Refn, acclamato al festival di Cannes e dalla critica, ha lavorato per sottrazione sui dialoghi, nei quali i silenzi pesano più delle parole, ma ha premuto forte sull’acceleratore nelle sequenze d’azione. Ricordiamo un paio di inseguimenti adrenalinici, tutti girati in soggettiva dal punto di vista del protagonista, e diverse crude scene di violenza.
Refn tuttavia ha costruito il film intorno al fascino del suo personaggio: sfaccettato, complesso, sottotraccia, chiuso nella calma sotterranea dei gesti e nell’imperturbabilità del volto. È un angelo caduto, bello e perduto, carico di venature tragiche; non possiamo non subirne il fascino mentre se ne va in giro a passo lento con il suo giacchino bianco sempre più sporco di sangue e uno scorpione disegnato sulla schiena, con i capelli biondi e il viso pulito, metafora della sua natura doppia e ambivalente.
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cenox
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martedì 1 maggio 2012
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osannato dalla critica...solo da quella però!
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Questo film è il tipico esempio di pellicola osannata dalla critica, dall'interpretazione del protagonista ai premi e alle nominations che ha guadagnato...ma sarà sul serio un così grande film?? Ovviamente no!! E lo dico perchè succede spessissimo così: un film osannato dalla critica sembra non poter incontrare il gusto del pubblico! E' possibile tutto ciò? Non dovrebbe esserlo, visto che è il pubblico che dovrebbe leggere le critiche per farsi un'idea su ciò che va a vedere al cinema! Ryan Gosling interpreta un meccanico/stuntman/guida per le rapine di notte, che parla pochissimo perchè preferisce i fatti alle chiacchiere.
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Questo film è il tipico esempio di pellicola osannata dalla critica, dall'interpretazione del protagonista ai premi e alle nominations che ha guadagnato...ma sarà sul serio un così grande film?? Ovviamente no!! E lo dico perchè succede spessissimo così: un film osannato dalla critica sembra non poter incontrare il gusto del pubblico! E' possibile tutto ciò? Non dovrebbe esserlo, visto che è il pubblico che dovrebbe leggere le critiche per farsi un'idea su ciò che va a vedere al cinema! Ryan Gosling interpreta un meccanico/stuntman/guida per le rapine di notte, che parla pochissimo perchè preferisce i fatti alle chiacchiere. Conoscerà e approfondirà il rapporto con la sua vicina di casa, che da sola in casa con un figlio piccolo gli muove un senso naturale di protezione, visto che il padre è in prigione. Ma la malavita è un mondo da cui non puoi uscirne pulito, se non da morto... . Lui cercherà di aiutare a saldare il debito del marito della vicina (una volta scontata la pena) con la malavita, ma ciò che si nasconde dietro ad una semplice rapina spariglierà le carte in tavola, muovendo in lui un terribile moto di violenza. Film violento che raffigura la durezza della vita criminale con un Gosling fin troppo muto (troppe le scene senza dialogo del film che danno un senso di vuoto da riempire) che si conclude in maniera poco credibile (i "capetti" malavitosi non girano disarmati e non si fanno incontrare da soli...).
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shiningeyes
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martedì 19 marzo 2013
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non si torna indietro!
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Storia di un automobilista freddo con una grande abilità di guida, superata solo dalla sua prudenza nello star fuori dal giro della malavita, accontentandosi di accompagnare rapinatori nelle loro fughe dopo la rapina.
L'incontro con una dolce ragazza con figlio a carico risveglierà i suoi sentimenti, ma lo metteranno anche nei guai.
Film molto intenso ed emozionante, con una regia da manuale, buonissima sul lato delle riprese della soggettiva del pilota e "rallystica" nei adrenalinici momenti di corsa con la macchina.
Ma oltre la regia c'è di più: il film ti trasmette il messaggio dell'importanza degli propri sbagli irrimediabili e i seguenti inutili sbagli che servono solo ad arginare a malapena la falla di guai che ti capitano.
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Storia di un automobilista freddo con una grande abilità di guida, superata solo dalla sua prudenza nello star fuori dal giro della malavita, accontentandosi di accompagnare rapinatori nelle loro fughe dopo la rapina.
L'incontro con una dolce ragazza con figlio a carico risveglierà i suoi sentimenti, ma lo metteranno anche nei guai.
Film molto intenso ed emozionante, con una regia da manuale, buonissima sul lato delle riprese della soggettiva del pilota e "rallystica" nei adrenalinici momenti di corsa con la macchina.
Ma oltre la regia c'è di più: il film ti trasmette il messaggio dell'importanza degli propri sbagli irrimediabili e i seguenti inutili sbagli che servono solo ad arginare a malapena la falla di guai che ti capitano.
Il pilota senza nome non può tornare indietro nel vortice di omicidi e violenza in cui è entrato; può solamente fare in modo che le persone a cui vuole bene non seguano il suo destino, ed è una cosa che può far riflettere chi combina azioni inevitabili; visibile anche nella triste sorte del marito di Irene.
Andando sul lato interpretativo non c'è molto da dire, qui contano più le azione e gli sguardi, più che le parole; ed in generale non si vedono belle interpretazioni: Gosling va bene nel ruolo del pilota dotato di riflessi da fulmine e da mano pesante, anche se un'ora e mezza con la stessa faccia che non cambia, urta; anche la Mulligan è convincente nella parte della fragile Irene, anche se (giustamente) ha un ruolo scarno; i mafiosi Brooks e Perlmhan un poco annoiano.
Meritano ben più elogi una scenografia suadente e luccicante di una LA sempre più invasa dalla criminalità organizzata, una fotografia ai limiti della perfezione e una sceneggiatura ben strutturata che purtroppo si perde un po' nel finale.
Insomma, un'opera fatta tutta di regia, che eclissa le altre componenti del film; quindi una regia pure troppo buona.
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