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La fortuna aiuta gli smemorati

Vincenzo Salemme, Baciato dalla fortuna assieme ad Alessandro Gassman e Asia Argento.
di Edoardo Becattini

In foto Vincenzo Salemme e Paola Minaccioni, protagonisti del film Baciato dalla fortuna di Paolo Costella.
Vincenzo Salemme (66 anni) 24 luglio 1957, Napoli (Italia) - Leone. Interpreta Gaetano nel film di Paolo Costella Baciato dalla fortuna.

martedì 27 settembre 2011 - Incontri

L'Italia, si sa, è un paese di santi, poeti, navigatori e grandi giocatori. Fra speranza e scaramanzia, ambizioni da primo premio o da ultima spiaggia, le piccole sfere del gioco del lotto, assieme a quelle grandi delle partite di calcio, sono fra le poche passioni che tengono uniti Nord e Sud. Non a caso, il protagonista di Baciato dalla fortuna è sì un vigile che onora la tradizione dei grandi giocatori partenopei dei racconti di Giuseppe Marotta e delle commedie di Eduardo Scarpetta ed Eduardo De Filippo, ma trapiantato a Parma, fra le provincie più produttive della Bassa padana. A interpretare questo fortunato smemorato delle forze dell'ordine non poteva che essere quindi l'ultimo erede della commedia napoletana quale Vincenzo Salemme. In questo nuovo film, da venerdì in sala in circa 400 copie, l'attore e regista partenopeo lascia la macchina da presa per mettere tutto e anche più di se stesso nell'interpretazione e nei duelli comici con gli altri protagonisti. Che sono tanti e vanno da un'ex-moglie frigida ma sensibile alla sensualità dei soldi (Paola Minaccioni) a un'amante ardente ma fedifraga (Asia Argento); da un comandante ligio al dovere ma con un debole per le carne delle donne sposate (Alessandro Gassman) a un'amica psicanalista petulante ma generosa (Nicole Grimaudo), passando per un amico con cui condividere le pause sul lavoro e un bel paio di corna (Dario Bandiera). Da queste premesse e da questi nomi, si capisce come la nuova commedia diretta da Paolo Costella (all'attivo Tutti gli uomini del deficiente con la Gialappa's Band e l'anti-cinepanettone A Natale mi sposo) giochi sui grandi numeri della sceneggiatura (ben sei gli scrittori coinvolti, fra cui lo stesso Salemme e Massimiliano Bruno) e su quelli dei vivaci sostenitori degli attori. E anche se il “sistema” non sfonda il jackpot, bisogna ammettere che la combinazione segna una più che discreta vittoria nel fortunato panorama delle ultime commedie italiane.
Ne abbiamo parlato con regista e attori.

Come nasce questa nuova commedia sul gioco e la fortuna?
Paolo Costella: La storia si è sviluppata a partire da un atto unico di Vincenzo, intitolato “Fiori di ictus”, che abbiamo poi rivisto in fase di sceneggiatura lavorando sul tema del gioco d'azzardo. Attraverso un denaro e una ricchezza virtuale volevamo raccontare la storia di un paese che si affida alla sorte.
Vincenzo Salemme: È una cosa successa veramente a una persona che conosco, un ristoratore che giocava quei numeri tutte le settimane. L'unica volta che non li ha giocati sono usciti ed è quasi svenuto. Quando ha ripreso i sensi ha detto alla moglie: “Ti sei salvata la vita, se vincevo mi facevo la Ferrari e mi trovavo una bionda di vent'anni”. Volevamo raccontare proprio questo: il modo in cui la gente impazzisce quando vince.

Come mai ambientare il film a Parma? C'è qualcosa a che vedere con le ultime vicende della città, dal razzismo alla corruzione?
Rita Rusic: Parma era la città ideale per raccontare una storia in cui è molto presente il contrasto fra un uomo del Sud, abitudinario e scaramantico, e i ritmi operativi del Nord, perché è una città fisicamente molto bella e molto attiva, molto produttiva. Quel che posso dire è che facciamo cinema e non ci sentiamo giudici di nessuno. Abbiamo scelto questa città perché era adeguata alla nostra storia. Non possiamo punire una città come Parma e i suoi cittadini solo perché ci sono dei corrotti all'interno della sua politica comunale. Purtroppo la gente corrotta è dappertutto, ma noi non siamo qua per giudicare o processare nessuno. Noi scriviamo storie e vogliamo far divertire la gente. Parma non deve e non può pagare per la maleducazione della sua giunta.
Alessandro Gassman: Inoltre, io penso che a ben guardare il mio personaggio, gli abbiamo fatto un pessimo servizio alle forze dell'ordine della città.
V. Salemme: Sì, infatti. Ci potrebbero accusare di avergli portato sfortuna!

Come hai deciso di fare una commedia?
Asia Argento: Al primo incontro con Paolo Costella e Rita Rusic, il mio personaggio mi è stato raccontato attraverso questo ingresso in scena molto divertente e molto sensuale. Mi sono innamorata subito di questa scena e di questo personaggio, immaginandomi una specie di cuoco giapponese di teppanyaki che inventa il suo show fra fiamme e sensualità. Inoltre, avevo voglia di tornare a fare film in Italia e soprattutto di fare una commedia a tanti anni di distanza da Viola bacia tutti.
P. Costella: Per quella entrata in scena, ci siamo divertiti a giocare col ralenti per dare più enfasi al personaggio e accentuare l'effetto comico, come nei film di Ben Stiller. Volevamo che il ritorno di Asia al cinema italiano fosse in grande stile.

E le altre attrici invece, come sono state coinvolte?
Nicole Grimaudo: Per me invece è la prima commedia in assoluto e mi auguro sia solo la prima di una lunga serie. Recitare in una commedia come questa e lavorare fianco a fianco con Vincenzo è stato un'esperienza esilarante, ogni giorno venivano fuori improvvisazioni e siparietti molto divertenti. E poi il mio personaggio, Grazia, è così diversa dagli altri personaggi che ho fatto. È una sorta di Alice nel paese delle meraviglie dei giorni nostri: una donnina appiccicosa che nasconde un'ingenuità ma anche una certa e buona furbizia. È colei che è meno legata al denaro e che cerca di insegnare a Vincenzo che la vita può essere altro rispetto ai soldi e alle vincite all'enalotto, ma poi rivela un carattere inaspettato. È davvero appagante scoprire di non dover solo far piangere le persone ma anche di poterle far ridere.
Elena Santarelli: Le attrici vere sono loro, io recito solo una piccola parte. Però sono molto grata a Rita Rusic per avermi scelto e avermi dato l'opportunità di divertirmi in questo modo. Nella maggior parte delle mie scene, ero assieme a Dario Bandiera, che o mi diceva cose che mi facevano ridere oppure continuava a ripetermi quanto fossi “bona”.
Dario Bandiera: Smentisco totalmente. Anche perché Elena è una ragazza “carina”, ma niente di ché... No, la verità è che ero talmente preso da lei sul set che mi sono ricordato solo adesso che ero nel cast di questo film e che interpretavo un vigile!

Come hai scelto i vari attori del cast?
P. Costella: Devo dire che una cosa di cui vado particolarmente orgoglioso è proprio il cast di questo film. Sono partito ovviamente da Vincenzo, con cui ho scritto la sceneggiatura, e attorno a lui ho cercato di pensare tutti quegli attori con cui non aveva mai lavorato ma che erano adatti alla sua comicità. Alla fine, sono venute fuori una serie di coppie straordinarie che ho sono fiero di aver tenuto a battesimo e di aver accompagnato nel loro percorso di reciproca scoperta. Di solito nelle commedie, dopo il primo o il secondo ciak, si perde la verve comica degli attori, ma con Vincenzo questo non succede mai perché cambia continuamente registro e riesce a mantenere sempre alto il ritmo.

Alessandro, come mai tanti film così diversi fra loro?
A. Gassman: Se salto di palo in frasca nelle interpretazioni è perché l'unico metro che ho è la lettura della sceneggiatura. Mi importa poco il resto, come il genere o il compenso. In questo caso mi veniva data la possibilità di fare un personaggio divertente: un comandante bieco, falso, traditore e verme. Ho avuto poca difficoltà a trovare attinenze con la vita di tutti i giorni e ad accettare la parte.

Siete mai stati baciati dalla fortuna?
V. Salemme: No, baciato dalla fortuna no. Mi sento un uomo fortunato ma non ho avuto mai vincite grosse. Beh, se poi si parla di grandi occasioni, ovviamente sì. Quando ho conosciuto Eduardo ho fatto il massimo delle vincite, l'incontro più importante della mia carriera.
A. Argento: Ricordo che quando avevo ventidue anni sono entrata per la prima volta in un casinò, ho deciso di puntare dritta sul 22 nero e il numero è uscito al primo colpo! Ho vinto poco, perché non avevo puntato un granché, ma ho preso i soldi e sono subito uscita.
D. Bandiera: Stavo per essere baciato dalla fortuna quando Elena una sera si è ubriacata e mi ha chiesto di dormire con lei, ma purtroppo non è successo niente.
E. Santarelli: Sarebbe stata la mia sfortuna più grande...
A. Gassman: Io devo dire che mi sento baciato dalla fortuna da ormai quarantasei anni. Nascere in una grande famiglia, avere piena libertà d'espressione, fare il mestiere che amo. Questo per me è il massimo della fortuna.

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