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Vallanzasca: un criminale con una sua etica del male

Placido e Stuart parlano del lavoro fatto sul film.
di Marlen Vazzoler

Il silenzio e la lettera
Michele Placido (77 anni) 19 maggio 1946, Ascoli Satriano (Italia) - Toro. Regista del film Vallanzasca - Gli angeli del male.

lunedì 6 settembre 2010 - Incontri

Il silenzio e la lettera
La sesta giornata della 67. Mostra del Cinema di Venezia è nata nel segno di Vallanzasca con la pubblicazione sulle pagine del Corriere della Sera di una lettera scritta da Emanuela Piantadosi, la presidentessa dell'associazione delle Vittime del Dovere, in cui viene espresso da parte dell'associazione dei familiari il "No" alla presentazione del film di Placido a Venezia perché "Non è ammissibile riscrivere la storia e una memoria collettiva dei fatti che riguardano spietati assassini attraverso le loro logiche". La lettera riprende inoltre un pensiero del prefetto Serra su Vallanzasca che ha dichiarato "I media hanno contribuito a costruire un personaggio già esaltato di suo". Nella lettera è stato inoltre precisato "Non è il sentimento di vendetta ad animare i nostri pensieri, ma solo il desiderio di giustizia... Riteniamo che le trasposizioni cinematografiche o letterarie che narrano le gesta di criminali, protagonisti di fatti di cronaca, edulcorate da dialoghi romanzati, dalla presenza di attori conosciuti e dalle ambientazioni studiate ad arte, costituiscano una pericolosa tentazione all'emulazione per soggetti particolarmente fragili o non ancora maturi".
La pellicola presentata questa mattina alla stampa è stata accolta con un silenzio raggelante, in quanto non ci sono stati né applausi, né fischi da parte dei giornalisti, solo il silenzio. Il film su Renato Vallanzasca, autore negli anni '70 di numerose rapine, omicidi e sequestri, per i quali sta scontando una condanna complessiva a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione, è stato accolto fin dal primo ciak dalle polemiche che sicuramente continueranno nei prossimi giorni.

Sono un vero italiano
Placido, che non aveva ancora letto la lettera pubblicata dal Corriere, ha risposto durante la conferenza stampa alle polemiche riguardanti il film: "Purtroppo non ho letto l'articolo del Corriere però in questi giorni se ne sono dette abbastanza sul fatto che Vallanzasca rappresenti il pericolo numero uno in Italia". Il regista ha confessato di non voler rispondere alla domanda "O non siamo informati di quello che è successo in questi anni o non sappiamo quello che sta succedendo ancora a livello di stragi mafiose, di terrorismo nero e rosso che hanno veramente sconvolto il nostro paese in un modo incredibile. Vallanzasca ha le sue colpe, è un criminale, sta pagando, forse è uno dei pochi che sta ancora in galera. Noi sappiamo bene che ci sono persone che addirittura stanno in Parlamento che hanno fatto cose peggiori di Vallanzasca e questo è un dato di fatto assoluto".
Il regista applaudito dalla stampa ha poi continuato "Qui la questione tocca anche la libertà di pensiero e di espressione. Io rispetto per carità il dolore delle vittime. Ho detto anche di aver avuto delle remore a fare questo film all'inizio perché essendo un ex che ha studiato, cioè un vero italiano, sono stato prima in un collegio di preti e poi un poliziotto".
Placido ha poi spiegato di aver utilizzato l'espressione di 'vero italiano' con ironia e di essersi definito così perché la sua storia ha in comune con la tradizione italiana un passato cattolico e garantista. "Mi sono chiesto sono in grado di raccontare un criminale, sono in grado di raccontare la parte oscura si chiami Vallanzasca o si chiami con un altro nome. Quello mi interessava come artista. Kim mi ha dato il coraggio, perché lui voleva affrontare questo personaggio da attore e lo capisco. Così abbiamo fatto questo viaggio assieme, con tutta l'onestà che ci distingue. Voglio dire in questi anni abbiamo fatto dei film sia come attori che come registi, molto importanti, pensando di mettere all'interno della storia di Vallanzasca, tutta la nostra onestà e la nostra distanza anche dal personaggio".

Il mistero di Vallanzasca
P lacido ha inoltre risposto a coloro che parlando del Vallanzasca interpretato da Stuart, lo hanno definito troppo bello: “Lì è il mistero di Vallanzasca. Renato Vallanzasca negli anni settanta è stato un mito, un mito voluto anche in parte dalla stampa, sbatti il mostro in prima pagina nel bene o nel male. E poi è passato di moda ed è stato abbandonato. Vallanzasca aveva questa simpatia, questa leggerezza comportamentale... Se lei incontra Vallanzasca viene sedotto dalla sua capacità, dalla sua parlantina, dalla sua simpatia, certo poi sotto c'è il criminale, ed è lì il mistero, ed è proprio su questo il film. Bisogna saper cogliere questo passaggio. Perché se altrimenti vogliamo il criminale tipo ombroso, con lo sguardo cattivo, con l'escrescenza sulla fronte, etc. Renato Vallanzasca è un altro tipo di mente criminale, è il suo mistero”.
L'attore protagonista Kim Rossi Stuart ha poi aggiunto “Ieri sera Michele mi ha citato una frase di Brecht che non conoscevo che dice – Mi sono seduto nel posto di chi ha torto perché tutti gli altri posti erano occupati -, l'ho trovata molto bella, molto significativa e calzante per questa situazione e questo personaggio di natura filosofica. Del personaggio posso dire una cosa che mi piace e che mi è piaciuta, che non è un 'furbo'. Tutto si può dire di Vallanzasca ma non che sia un furbo, che è un vizio molto italiano che ci crea dei problemi, secondo me. Ci sono molti altri motivi per i quali mettere questo personaggio sulla graticola. Penso che sia giusto mettere sempre un personaggio sulla graticola, vederlo da tutte le sfaccettature, ce ne sono molte anche per questo personaggio e spero siano presentate bene nel film. In questo senso capisco anche i parenti delle vittime... la sofferenza, il dolore di chi ha vissuto in prima persona queste vicende, non si può discutere, non sono certo io a poterne parlare. Diciamo il cinema in generale, la letteratura si devono occupare necessariamente di queste cose”.

Dal bene al male
Rispondendo ad un giornalista freelance che ha chiesto a Placido se nel 2010 si sentiva proprio il bisogno di raccontare la storia di un criminale che per quanto bello e misterioso ha mandato al cimitero diverse persone, Placido ha risposto ironicamente: ''A me non puoi fare questa domanda perché ho fatto Padre Pio, Falcone, il medico di Papa... siccome di Papi ne hanno fatti tanti non mi ricordo quale fosse... Ho fatto Un eroe borghese che è la storia di un milanese monarchico che viene ucciso dalla mafia ed ho attraversato il bene, poi nell'uomo c'è anche il male. Attraverso questa storia ho voluto conoscere il male che c'è in lei e in me”.
Il regista ha inoltre spiegato il motivo per cui Vallanzasca non gareggia in concorso alla 67. Mostra del Cinema di Venezia: “Noi non abbiamo voluto partecipare al concorso per togliere un'altra possibilità ai benpensanti di essere attaccati, per presentare al Festival di Venezia un prodotto di questo genere. Abbiamo chiesto a Muller gentilmente di essere fuori concorso”.
Kim Rossi Stuart che ha collaborato alla sceneggiatura ha incontrato più volte Vallanzasca: “Anche questo ha fatto parte del mio lavoro. È stato utile per capire le atmosfere incredibili e surreali che ai confini della realtà che questo uomo ha vissuto. Come spesso accade quando alla base di un film o di un progetto, c'è un libro, per un attore ma anche per chi scrive gli stimoli sono tantissimi, a quel punto si tratta di fare una cernita delle cose che si ha intenzione di far passare. Anche questo è stato un aspetto fondamentale”.

L'etica criminale
Infine Placido ha approfondito il discorso sull'etica criminale. “Renato è nato criminale, lo dice lo confessa, non lo nasconde dalle prime battute del film. La sua etica era all'interno di questo meccanismo di non tradire certi aspetti poco comprensibili dalla nostra etica di persone per bene. Primo si è assunto la responsabilità di tutti i delitti, i delitti della banda Vallanzasca li ha compiuti personalmente tutti il signor Vallanzasca, nel senso che questa cosa naturalmente non è vera ma lui si è assunto tutta la responsabilità con coraggio davanti ai giudici, e questo fa capire molte cose. Non ha mai sparato su persone inermi, questa è etica, c'è un'etica all'interno. Non si è arricchito, non ha una lira in banca il signor Vallanzasca. Ha fatto una serie di crimini che va da quel percorso dai 24 ai 28 anni, ma sopratutto la stagione criminale sono quei sei mesi di follia in cui è precipitato in un baratro”.
Placido ha ricordato come nei paesi più evoluti, in particolare i paesi del Nord che sembrano essere i preferiti degli Italiani, “Prendiamo queste leggi di Pietas che quando uno ha fatto quarant'anni di carcere, forse è l'ora che esca dal carcere, come avviene in Svezia, in Olanda, in tutti i paesi del mondo. In Italia dovremmo essere ancora più comprensivi dato che siamo in un paese cattolico. Per questo dico che Vallanzasca non va perdonato, ma va compreso”.
“Renato è uno che resiste perché ha una sua etica” ha aggiunto Placido “Di essersi addossato la responsabilità di quei crimini e di dire 'No, io voglio stare qua a pagare'. Certo mi piacerebbe che la società in qualche modo facesse entrare in gioco anche il suo senso cristiano, ma anche dal punto di vista laico che è stata una stagione in cui 'Ho buttato con la mia gioventù anche la mia vita in un baratro senza ritorno'. Pensate che l'ultimo delitto che lui ha compiuto , lui me l'ha confessato qualche giorno prima che iniziassero le riprese del film, perché nel meccanismo in cui lui si ritrovava uccidere un pentito era un dovere. Ecco l'etica criminale. È sbagliatissimo, lo sappiamo. Lui l'ha fatto, me l'ha confessato, me l'ha confidato, noi l'abbiamo messo nel film. Questo vuol dire essere una persona di un certo tipo, non ha nascosto quella macchia, c'è l'ha rivelata, questo è Vallanzasca, questa è la sua etica. Però stiamo parlando sempre di un criminale, ragazzi, non sto dicendo che è un angelo. Lo abbiamo attraversato, abbiamo attraversato la sua esistenza, non lo vogliamo assolvere però vogliamo vedere in faccia anche il male. Lui fa questo viaggio, si mette a nudo e percorre questa via crucis nel male”.
Placido ha voluto chiudere con una frecciatina contro la Rai e Medusa che si sono rifiutate di produrre la pellicola “Ringrazio la produzione, naturalmente la Cosmo attraverso Elide Melli e la Fox Italia che hanno voluto produrre il film, ricordando che il personaggio Vallanzasca è stato rifiutato come cinema, come film sia dalla Rai che da Medusa, questa volta. Purtroppo in Italia nessuno ha voluto produrre questo film. Naturalmente ha partecipato anche la Babe Film di Conversi, di cui ringrazio i francesi che ci hanno creduto”.

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