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Terra ribelle: Vento di passioni in Maremma

Da domenica, la nuova saga popolare di RaiUno.
di Edoardo Becattini

Cavalcando in Maremma
Cinzia Th. Torrini Altri nomi: (Cinzia TH Torrini / Cinzia Th Torrini / Cinzia Torrini ) (69 anni) 5 settembre 1954, Firenze (Italia) - Vergine. Regista del film Terra ribelle.

venerdì 15 ottobre 2010 - Televisione

Cavalcando in Maremma
Due amici divisi da una donna. Un padre padrone gretto e spietato. Una famiglia di nobili in disgrazia. Un territorio selvaggio di immense distese dove la popolazione che non coltiva la terra o gestisce il bestiame si dedica al brigantaggio. Bastano questi elementi per comprendere come Terra ribelle, il ritorno alla fiction in costume di Cinzia Th Torrini, rappresenti un tentativo di contenere dentro il piccolo schermo il grande respiro del melodramma che da Via col vento soffia un turbinio di storia e leggenda che arriva fino a film come Cuori ribelli, Vento di passioni e Australia. Dalle sconfinate pianure del Nord-America si passa alle vallate, alle colline e ai monti della Maremma toscana di metà Ottocento, dove il paesaggio più aspro e differenziato diviene teatro di una saga romantica che, fra risvolti e ribaltamenti drammaturgici, rimanda ai vecchi romanzi popolari.
Protagonisti sono Andrea e Iacopo, amici fin dall'infanzia, anche se il primo è il figlio di una serva e il secondo di un padrone latifondista. Le loro avventure a cavallo e le gare di destrezza nel radunare il bestiame sono destinate a trasformarsi in una sanguinosa rivalità quando nelle loro vite compaiono le due figlie del Conte Giardini, nobile decaduto in seguito al fallimento della Banca Romana.
Prodotto e realizzato a tempo di record durante l'ultima estate fra le pampas argentine, Terra ribelle andrà in onda a partire da domenica in sette prime serate su RaiUno. Nelle parole del direttore di RaiFiction Fabrizio Del Noce, il nuovo lavoro di Cinzia Torrini rappresenta "un ritorno in grande stile dell'azienda al seriale in costume: un genere molto ricco, con molta azione e tante situazioni diverse fra amore e violenza, che ripercorre un periodo importante della storia della nostra nazione come quello che ha portato all'Unità d'Italia". Per il produttore Alessandro Jacchia, rappresenta invece un nuovo genere: "Un'avventura epica con venature sentimentali in cui vince la forza delle immagini e dello spettacolo". Ne abbiamo parlato con la regista e con gli attori.
Da dove nasce la storia di Terra ribelle?
Cinzia Th Torrini: Nasce dentro di me, da quelle passioni personali a cui volevo dedicarmi da tanto tempo. Nasce dalla mia passione per andare a cavallo e dai racconti che ho sempre ascoltato fin dall'infanzia sulla Maremma. Terra ribelle è la realizzazione di un sogno che ho coltivato nel tempo attraverso ricerche di leggende e fotografie che cercassero di mostrare lo spirito di quel tempo ormai così lontano. La prima sfida è stata quella di raccontare un film in costume, un romantic western per così dire, attraverso il linguaggio della fiction: coniugare passione, amore e amicizia maschile con un occhio all'epica di Sergio Leone. L'altra sfida è stata scoprire nuovi attori. Così come coltivo una passione per la raccolta di conchiglie in Maremma, così cerco sempre di scegliere con estrema cura tutti gli attori durante i casting, dai protagonisti alle comparse. Il destino ha voluto che abbia trovato due protagonisti in Argentina e due in Italia. Oltre a loro, mi sono affidata con lo stesso spirito d'avventura a due grandi attori come Maurizio Mattioli e Mattia Sbragia ribaltando i ruoli che questi interpretano di solito. Maurizio è famoso per le sue commedie, ma ne ho voluto tirar fuori un'intensità drammatica e una ferocia da antagonista. Allo stesso tempo, Mattia Sbragia, che era stato un ottimo antagonista in Don Gnocchi, qui interpreta un personaggio un po' svagato e apporta dei tocchi di umorismo.
Come avete lavorato sui protagonisti?
Anna Favella: Il mio personaggio è Elena, la figlia ribelle del Conte Giardini, una ragazza che, a dispetto del suo ceto sociale, si comporta tutt'altro che come una contessina. La vediamo innamorarsi di un buttero e vestire degli abiti un po' particolari per cercare di entrare negli ambienti accademici, dove a quel tempo le donne non erano ammesse. Cinzia voleva una donna che sapesse il fatto suo e mi ha aiutato molto a far emergere tutta la sua passione per la vita.
Sabrina Garciarena: Luisa è la sorella maggiore di Elena, l'altra figlia del conte caduto in rovina, e rispetto a lei ha un atteggiamento più responsabile: sogna un matrimonio felice e sostituisce un po' quella madre che è venuta a mancare molto presto in famiglia. Tuttavia, il fatto che sia Iacopo che Andrea si innamorino di Elena la porta a sentirsi rifiutata e a scatenare un conflitto cupo con la sorella.
Rodrigo Guirao Diaz: Come attore, il mio personaggio ha rappresentato un enorme regalo. Andrea è un eroe epico, avventuroso e carismatico. Assieme ad Elena, costituisce il figlio realmente ribelle di questa terra, quello che ama il rischio e che conserva sempre un grande cuore. Nel corso delle puntate lo vediamo lottare per amore, contro l'ingiustizia, in un crescendo di intensità drammatica.
Sono molto grato a Cinzia per avermi scelto. Ho imparato molto da lei, è davvero una regista che sa come lavorare con il genere, con la macchina da presa e con gli occhi degli attori.
Fabrizio Bucci: Iacopo è invece il figlio del perfido padrone del podere, il che lo porta a vivere un grande conflitto interiore. Iacopo porta amore e rispetto sia verso il padre che verso Elena e Andrea, ma spesso i suoi sentimenti si scontrano con i suoi doveri di erede del latifondo e arriva in più occasioni a comportarsi come un antieroe. Lavorare con Cinzia è semplicemente meraviglioso: girare un film con lei significa fare un viaggio, scoprire della cose e dare l'anima fino al punto in cui arrivi a volare.
Da attori più navigati, come avete lavorato con Cinzia?
Maurizio Mattioli: Bisogna davvero premiare il coraggio di una persona come Cinzia, una persona straordinariamente garbata che forse proprio nel mio caso ha rischiato molto. Non so in verità come sia andata questa mia interpretazione drammatica. Sono solo contento che sia piaciuto a lei.
Mattia Sbragia: Il Conte Giardini è stato davvero un personaggio difficile da interpretare. Trovavo quasi impossibile all'inizio, quando ho letto la sceneggiatura, concepire un padre disposto a vendere le figlie per salvare il proprio titolo nobiliare e, al tempo stesso, capace di conservare una grande umanità e un grande affetto per loro. Terra ribelle ha una grande sceneggiatura ed è un lavoro incredibilmente complesso da restituire con un grande respiro. Cinzia è una delle poche che possono farlo.
Quali sono state le sfide più grandi della produzione?
Cinzia Th Torrini: La sfida più grande è stata riuscire a fare questo immenso lavoro in tempi molto stretti. Abbiamo scelto le location e gli attori a giugno, a luglio abbiamo girato e fino adesso abbiamo lavorato a una grande postproduzione che prevede anche un grosso utilizzo di effetti speciali. D'altronde fare televisione è dialogare col pubblico. Il feuilleton, la grande saga, vince in quanto prodotto universale. Adoro raccontare storie, per questo ho fatto cinema e faccio televisione: ogni grande storia deve essere raccontata alla grande.

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