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ultimoboyscout
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giovedì 6 ottobre 2011
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dolore e segreti.
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Un lutto, una perdita importante, altre due vite interrotte e due modi diversi di reagire al dramma, chi aggrappandosi con forza ai ricordi, chi invece cerca di cancellarli grazie alla quotidianità. Eckhart e la Kidman si guardano, si scrutano e si confrontano ma solo all'esterno, fornendo due buonissime prove d'attore (lei in particolar modo) riuscendo a trasmettere allo spettatore il proprio struggente dolore. Il passato è una pietra che sta in una tasca, pesa tantissimo ma non ti porta a fondo, come a voler dire che nulla potrà essere bello ma qualcosa ci sarà ancora, è la debolissima luce di una speranza che non va mai smarrita. Chi veramente sorprende è Mitchell, in netta controtendenza rispetto ai suoi precedenti film, sceglie la forma classica per riflettere sulla sofferenza che tende a renderci alieni rispetto al mondo, utilizzando dialoghi crudi ed emotivamente forti, por portarci in un mondo parallelo, nella taqna del coniglio che richiama l'Alice di Carroll.
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Un lutto, una perdita importante, altre due vite interrotte e due modi diversi di reagire al dramma, chi aggrappandosi con forza ai ricordi, chi invece cerca di cancellarli grazie alla quotidianità. Eckhart e la Kidman si guardano, si scrutano e si confrontano ma solo all'esterno, fornendo due buonissime prove d'attore (lei in particolar modo) riuscendo a trasmettere allo spettatore il proprio struggente dolore. Il passato è una pietra che sta in una tasca, pesa tantissimo ma non ti porta a fondo, come a voler dire che nulla potrà essere bello ma qualcosa ci sarà ancora, è la debolissima luce di una speranza che non va mai smarrita. Chi veramente sorprende è Mitchell, in netta controtendenza rispetto ai suoi precedenti film, sceglie la forma classica per riflettere sulla sofferenza che tende a renderci alieni rispetto al mondo, utilizzando dialoghi crudi ed emotivamente forti, por portarci in un mondo parallelo, nella taqna del coniglio che richiama l'Alice di Carroll. Geniale, per rendere credibile questo viaggio, contrapporre la luminosità degli esterni all'oscurità degli interni. Il film segna il ritorno tra gli umani della Kidman (nel senso migliore che sia possibile), probabilmente alla miglior interpretazione della carriera e dimostra che Eckhart è attore valido e dalle mille risorse, da prendere in considerazione anche per le occasioni buone. questo magico incontro tra un regista provocatorio e una candidata all'Oscar non poteva passare inosservato e anzi diventa un lucido manifesto contro l'ipocrisia e percorso di rinascita. Un melò, spesso pesante, senza scossoni, apparentemente piatto e noioso ma di alta scuola registica che rispolvera antichi splendori appannati (i due attori). Tratto da una piece teatrale, la Kidman c'ha creduto fermamente nel recuperarla e poi nel co-produrre il film. Complimenti.
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paride86
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mercoledì 28 settembre 2011
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buono, ma non brilla
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Il dolore e la perdita sono i temi di "Rabbit Hole", che li affronta con minuziosa perizia, avvalendosi di ottimi attori e di una sceneggiatura ben scritta.
Il difetto del film - e non è poco - sta nel coinvolgimento dello spettatore: il meccanismo di "Rabbit Hole" è talmente realistico e perfetto nella sua analisi psicologica da risultare "freddo", se proporzionato all'intensità emotiva del soggetto. Se da un lato è lodevole che la storia non scada nello stucchevole o nel lacrimoso, d'altra parte la componente emozionale non può certo essere sottovalutata in una storia del genere.
Senza infamia e senza lode.
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fabio regulare
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martedì 13 settembre 2011
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film capolavoro
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Un film molto intenso in cui si deve assolutamente sottolineare la bravura degli attori.
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mimik
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domenica 28 agosto 2011
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immensa kidman
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Una immensa Nicole Kidman, peccato per l'oscar.
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teo '93
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martedì 26 aprile 2011
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la sofferenza raccontata con pudore e amarezza
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Dopo la morte del loro bambino, vittima di un incidente d’auto, Becca e Howie Corbett si ritrovano ad affrontare un lutto per entrambi insanabile, ma attraverso il quale sapranno col tempo ritrovarsi e capirsi più a fondo. Il dolore raccontato in ogni sfaccettatura, dall’incomprensione all’ascolto, dalla diffidenza al sostegno reciproco.
La regia di J. C. Mitchell fa emergere le colpe, le angosce dei personaggi con discrezione e attraverso modulazioni della sofferenza ora delicate ora emotivamente crude. Il volto straziato della madre (Nicole Kidman è sublime) e l’inconsolabile disagio del padre (Aaron Eckhart) suggeriscono un’amarezza mai urlata, pur pervadendo ogni gesto, ogni espressione della loro quotidianità.
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Dopo la morte del loro bambino, vittima di un incidente d’auto, Becca e Howie Corbett si ritrovano ad affrontare un lutto per entrambi insanabile, ma attraverso il quale sapranno col tempo ritrovarsi e capirsi più a fondo. Il dolore raccontato in ogni sfaccettatura, dall’incomprensione all’ascolto, dalla diffidenza al sostegno reciproco.
La regia di J. C. Mitchell fa emergere le colpe, le angosce dei personaggi con discrezione e attraverso modulazioni della sofferenza ora delicate ora emotivamente crude. Il volto straziato della madre (Nicole Kidman è sublime) e l’inconsolabile disagio del padre (Aaron Eckhart) suggeriscono un’amarezza mai urlata, pur pervadendo ogni gesto, ogni espressione della loro quotidianità. Il fiore che viene sbadatamente calpestato all’inizio del film è una sofferenza tacita, l’equilibrio infranto dei protagonisti, due destini che si rincorrono nel buio mentre il tempo alimenta implacabile il conflitto con loro stessi e con il mondo. Sostenuto da una fotografia eccellente, il regista descrive una galleria di comprimari commoventi: la sofferta madre di Dianne Weist, la sorella Izzy, Jason, il ragazzo alla guida di quella macchina che uccise il bambino e che diverrà sorprendentemente la chiave di svolta della storia. Un piccolo gioiello. Imperdibile.
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(di consigli per gli aquisti)
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giusepon
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martedì 22 marzo 2011
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provaci ancora nicole!
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Bisogna solo far spazio alla Kidman, perchè qualsiasi film faccia, qualsiasi ruolo che deve interpretare non delude mai anzi sorprende. Rabbit Hole è un esempio di come bastano pochi attori (buoni) e un dramma familiare per girarci su una pellicola che superi le sue aspettative: mamma e papà dopo la morte del loro primo e unico figlio. niente è in più e nulla viene meno, pellicola da una fotografia stupenda e non esagerata, le immagini del fumetto (poi messo all'asta su internet) incorniciano bene un evolversi interno ai protagonisti che agonizzati dal dolor vanno avanti e riusciranno non a stare bene, ma a stare meno peggio dall'inizio del film. Tutto sta nel posto giusto, la Kidman sa essere elegante anche quando scoppia di rabbia o piange, Eckhart è un ottima spalla, anche lui distinto da un dolore che gli è comune alla moglie e non cade ne ltradimento con la Sandra Oh (sarebbe un pazzo).
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Bisogna solo far spazio alla Kidman, perchè qualsiasi film faccia, qualsiasi ruolo che deve interpretare non delude mai anzi sorprende. Rabbit Hole è un esempio di come bastano pochi attori (buoni) e un dramma familiare per girarci su una pellicola che superi le sue aspettative: mamma e papà dopo la morte del loro primo e unico figlio. niente è in più e nulla viene meno, pellicola da una fotografia stupenda e non esagerata, le immagini del fumetto (poi messo all'asta su internet) incorniciano bene un evolversi interno ai protagonisti che agonizzati dal dolor vanno avanti e riusciranno non a stare bene, ma a stare meno peggio dall'inizio del film. Tutto sta nel posto giusto, la Kidman sa essere elegante anche quando scoppia di rabbia o piange, Eckhart è un ottima spalla, anche lui distinto da un dolore che gli è comune alla moglie e non cade ne ltradimento con la Sandra Oh (sarebbe un pazzo). Rabbit Hole è un film indipendente che vale molto più di tanti altri film multicandidati agli oscar,è un toccasana al buon gusto del cinema, è l'ennessima prova di talento della Kidman: è un film da vedere.
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astromelia
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giovedì 17 marzo 2011
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intenso,mai banale
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...solitamente il film tratti da racconti/libri risultano essere i migliori,come dimostra questa eccellente sceneggiatura , interpretata con maestria e scorrevolezza,forse eckart un pò troppo esagerato nei movimenti che accompagnano la sua recitazione,kidman come sempre ineccepibile, si può affermare di "aver visto un film...."
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elischiavo
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giovedì 10 marzo 2011
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rivisitazione di un lutto
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Film che fa riflettere sull'immenso dolore che provano i genitori per la perdita di un figlio. Dolore che divide ma che,se condiviso,accettato come un "mattone in tasca", e rivisitato ogni tanto, può addirittura riunire una coppia andata in frantumi. Per non parlare dello spauracchio di quell'assassino che ti ha distrutto la vita perchè l'ha troncata a tuo figlio investendolo per strada. Guardare la vita da più punti di vista o meglio pensare che si stia vivendo una delle tante vite parallele fa sentire meglio. Questo è il segreto.
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alexpark
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martedì 8 marzo 2011
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l'essenza del dolore
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Nicole Kidman si cala nella non facile parte di una madre che perde suo figlio proprio davanti casa sua,investito da un ragzzo qualunque.Sono passati circa otto mesi ed il dolore e la mancanza del piccolo angelo si fa sentire ogni giorno di più per i due coniugi Becca e Howie che nonostante tutto cercano di procedere nella loro vita.Lui,Howie non rimane mai in casa perchè il lavoro lo tiene sempre occupato mentre Becca al contrario deve restare ogni giorno in casa costretta a soffrire guardando ciò che apparteneva alla sua vita passata:i disegni di suo figlio,le sue impronte sulle maniglie e altri particolari.Le loro vite giungono al limite fragile della monotonia dove il dolore appare più chiaro e più profondo,dove a volte non c'è più niente per cui vivere se non la persona che si ama,persa anche lei nell'ombra della solitudine.
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Nicole Kidman si cala nella non facile parte di una madre che perde suo figlio proprio davanti casa sua,investito da un ragzzo qualunque.Sono passati circa otto mesi ed il dolore e la mancanza del piccolo angelo si fa sentire ogni giorno di più per i due coniugi Becca e Howie che nonostante tutto cercano di procedere nella loro vita.Lui,Howie non rimane mai in casa perchè il lavoro lo tiene sempre occupato mentre Becca al contrario deve restare ogni giorno in casa costretta a soffrire guardando ciò che apparteneva alla sua vita passata:i disegni di suo figlio,le sue impronte sulle maniglie e altri particolari.Le loro vite giungono al limite fragile della monotonia dove il dolore appare più chiaro e più profondo,dove a volte non c'è più niente per cui vivere se non la persona che si ama,persa anche lei nell'ombra della solitudine.Senza dubbio questa pellicola non è leggera e va presa con molta serietà soprattutto perchè l'argomento di cui parla è molto toccante.Tutto ciò è reso più realistico dalla fantastica interpretazione della Kidman affiancata da un bravo Eckhart e si può considerare una scelta giusta la decisione di affidare la regia al regista teatrale John Cameron Mitchell.La scenggiatura è povera ma allo stesso tempo essenziale per un film del genere,come se i silenzi valessero più delle poche parole.
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david ross
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martedì 1 marzo 2011
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il solito drammatico all'aqua di rose...
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un film che scorre bene, la kidman è brava come al solito anche se mi pare che scimmiotti la zellwegger in questo film, sicuramente kidman è + a suo agio con plot + grandiosi, dove deve impersonare femme fatale o snob.
il protagonista maschile come recitazione va poco + della sufficienza e gli altri ancora meno.
mi è piaciuto come film ma resta il fatto che nulla toglie e nulla aggiunge al classico film drammatico americano, esageratamente politically correct.
ps: insopportabili le note di pianoforte malinconiche che imperversano per tutto il film... verrebbe voglia di sparare al pianista....
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(di schnurrbart)
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