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Piazza Giochi: Marco Costa gioca coi ragazzi di roma nord

Un nuovo film sull'adolescenza di Costa.
di Marianna Cappi

Un circo umano ricco e colorato
Cecilia Albertini . Interpreta Cassandra Coscarello nel film di Marco Costa Piazza Giochi.

mercoledì 7 aprile 2010 - Incontri

Un circo umano ricco e colorato
Prendi un microcosmo con le sue regole di condotta e le sue divise e porta in esso un elemento alieno ma dalle fattezze dolci e belle di Cassandra (Cecilia Albertini), 16enne figlia di madre hippy, momentaneamente in coma, che si ritrova in casa col padre naturale e con la sorellastra Aurora (Laura Adriani), coetanea viziata e votata al culto del divertimento a tutti costi. È Piazza Giochi, del trentenne Marco Costa, e non è certo il primo film sull’adolescenza né sarà l’ultimo, nemmeno dell’anno, però è un film scritto da un giovane di Roma Nord sui giovani di Roma Nord, che individua uno spazio –piazza Giochi Delfici- per raccontare un circo umano, colorato, ricco e, in fondo, molto poco invidiabile.

Quali sono i pregi del tuo film, i motivi per cui ti pare distinguersi tra i suoi simili?
Costa: L’intenzione era di un film che raccontasse non una generazione ma una fascia, quella degli adolescenti, che non si finisce mai di raccontare. All’inizio, infatti, il film si doveva chiamare “Avere sedici anni”. I genitori escono maluccio, sono quasi più allo sbando dei figli, ma cercano di rimediare con il cuore e per me è questo l’importante.
È un film low budget che ha dato la possibilità non solo a me ma anche ad altri ragazzi, degli attori e della troupe, di avere una vetrina al cinema. Abbiamo girato con la Red Camera –è in assoluto uno dei primi film girati in Italia con la Red che esce in sala- per cui anche come modello produttivo, costato così poco ma a livello professionale, può essere utile. Ho cercato di essere attinente alla realtà, spero di esserci riuscito.

Quali sono stati i tuoi modelli di riferimento nel pensare questo film?
Costa: Non tanto Moccia e Brizzi, come parrebbe. Preferisco il Cuccino di Come te nessuno mai o gli americani Juno e Thirteen, ma a mio avviso i ragazzi sono stati descritti ancora meglio nelle serie tv, da Skins a The O.C..

Lo sguardo sulla corruzione, sul furbetto del quartierino, è però un po’ accomodante. Perché scegliere di salvarlo?
Costa: Siamo all’interno della commedia, e questo è un motivo. Poi il personaggio in realtà paga: lui e la moglie dovranno probabilmente vendere tutto per risarcire il mal fatto e questo non è scontato. Ma non volevo calcare la mano, volevo rimanere nei toni pastello della commedia.

Ward: Dovremmo fare il sequel, così vedremmo se alla fine lo mettono dentro oppure no.

La parola al “papà”, Luca Ward…
Ward: Di film di questo genere ne sono stati fatti tanti ma i giovani sono e saranno il motore del nostro paese domani e noi non gli prepariamo le autostrade adatte per farli viaggiare al meglio verso il futuro. Per questo continuare a parlarne è una cosa buona. Io sono a contatto con i giovani, ho una figlia di 28 anni e due figli piccoli, e posso dire che un film come Albakiara non mi ha trovato d’accordo: non tutti i giovani sono persi nello sballo, qualcuno purtroppo si perde ma non si può generalizzare. Mi sono particolarmente divertito a fare questo palazzinaro un po’ “disordinato” e mi è piaciuto il fatto che il centro di questo universo sia la famiglia: lo è per ognuno di noi, e anche i genitori devono imparare a crescere in quanto genitori, perché non ci si nasce, ma ci si diventa.

…e ai “giovani”, sullo schermo e fuori:
Montovoli: L’atmosfera sul set è stata molto corale e bella, credo che l’abbiamo trasportata nel film e che al pubblico arriverà l’emozione, in diverse forme. È un film generazionale attuale, che giovani e genitori possono guardare insieme e dal quale possono trarre diverse riflessioni.

De Angelis: Ho già fatto tante cose ma mai come questa volta il gruppo è stato davvero unito e credo anch’io che questo sia passato alla fine sullo schermo. Io poi a piazza Giochi ci sono cresciuto davvero, perché vengo da quella zona di Roma, per cui sul set ero di casa.

Albertini: è la mia prima volta da protagonista. Stimo Marco umanamente e professionalmente e lo ringrazio di aver creduto nelle mie capacità: non potevo chiedere niente di più.

Ariani: Io sono l’unica minorenne, ho 16 anni davvero e ne avevo 15 anni quando ho girato il film, dunque posso confermare che racconta sinceramente la mia età. Io sto vivendo queste esperienze (non tutte) nella vita e vedo che le sofferenze d’amore, il bisogno di un’amica, il dolore al cuore che provoca in un ragazzo il divorzio dei genitori sono cose più che mai reali, tutt’altro che fantasie.

Produttivamente, si tratta quasi di un’operazione famigliare: prodotto da Massimo Ferrero, con la figlia Vanessa e Giorgio Ferrero deputati all’organizzazione generale. Quanto è costato e che distribuzione avrà?
Giorgio Ferrero: Il film è costato, compresa la distribuzione, 1 milione e mezzo di euro. Uscirà con 50 copie ma speriamo di poter integrare con quasi altrettante nelle settimane successive.

Vanessa Ferrero: Sto accanto a mio padre da quando ho 18 anni e con lui ho imparato il duro lavoro nel rispetto del budget. Con Piazza Giochi iniziamo inoltre il nostro lancio distributivo e non è certo facile entrare in questo mercato. A brevissimo distribuiremo anche Shadows, il nuovo film di Federico Zampaglione.

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