Noi credevamo

Acquista su Ibs.it   Dvd Noi credevamo   Blu-Ray Noi credevamo  
   
   
   

noi credevamo: ieri, oggi, domani Valutazione 4 stelle su cinque

di pepito1948


Feedback: 13952 | altri commenti e recensioni di pepito1948
martedì 30 novembre 2010

Recentemente mi è capitato di vedere il primo film kolossal (sì, proprio così) italiano “La presa di Roma – 20 settembre 1870” di F. Alberini, girato nel 1905, quindi agli albori del cinema. L’opera, divisa in 7 quadri, di cui ne rimangono solo 4, durava circa 15 minuti e fu più volte proiettata lo stesso giorno della ricorrenza in Piazza Porta Pia alla presenza di ben 70.000 persone; intento dichiarato dell’autore era quello di cementare l’identità della nazione nata appena 35 anni prima ed ancora tutt’altro che consolidata. Il regista lo realizzò illustrando con dovizia di mezzi (visti i tempi) la battaglia conclusiva dell’epopea risorgimentale, la conquista dell’ultimo baluardo mancante al grande puzzle dell’unificazione, cioè Roma, roccaforte del Papato.
A distanza di un secolo, e ad un anno dal compimento del centocinquantenario della proclamata unità (in realtà nel 1861 mancavano ancora significativi pezzi di territorio al costituendo Regno d’Italia), Martone, con il sostegno della RAI, ha celebrato in anticipo l’evento a modo suo con un film lontano da ogni facile approccio convenzionale, che riporta alla luce un percorso storico sotterraneo, sepolto sotto le pagine altisonanti della Storia raccontata dai vincitori, cioè l’elite aristocratico-borghese che diresse le principali strategie e le operazioni militari tutte eroismo, martirio, ideali puri, abnegazione e ampia partecipazione popolare che abbiamo studiato sui testi scolastici . L’obiettivo finale non è dissimile da quello di Alberini, ovvero rimarcare che l’Italia, è, dovrebbe essere, vorremmo che fosse un unico ed armonico Stato dalle Alpi alla Sicilia e, attraverso la rappresentazione non solo del sangue versato ma anche delle difficoltà, i conflitti, i tradimenti, gli opportunismi, le incomprensioni e gli impedimenti di ogni sorta, ricordare che, al di là dell’unità istituzionale, esiste ancora una realtà fatta di steccati e di divisioni che rendono ancora incompiuto il progetto originario dei nostri padri dell’ottocento.
In realtà, ci dice Martone, non ci fu un solo progetto di unificazione, almeno negli specifici contenuti; durante il percorso si confrontarono repubblicani e monarchici, nordisti e meridionalisti, liberali e socialisti, aristocratici e popolari, i cui conflitti e reciproche incomprensioni ebbero altissimi costi in termini di sangue e ritardi nel conseguimento di un risultato che comunque era fortemente sentito come irrinunciabile. Ma furono soprattutto i fallimenti, che connotarono molte vicende dell’onda risorgimentale, a generare decelerazioni e quindi dubbi e scoramenti, che però non fermarono la spinta rivoluzionaria ormai inarrestabile: i primi moti repressi nel Piemonte, la sciagurata spedizione al Sud di Pisacane, l’effimera repubblica romana, l’attentato non riuscito a Parigi a Napoleone III furono tutti colpi di maglio al processo insurrezionale dovuti a scarso coordinamento, incomprensioni, visioni utopistiche, improvvisazioni autonomistiche che pesarono come macigni e rallentarono il faticoso passo della conquista. Tutto ciò è sintetizzato nella figura di Mazzini, che, pur essendo il motore propulsivo dei moti di indipendenza e di unificazione dell’Italia, è raffigurato nel tormentato travaglio di chi porta la responsabilità diretta o indiretta delle molte sconfitte subite, spesso per errori umani, e delle molte vite spezzate, fino ad arrivare a propugnare ogni soluzione, anche di tipo terroristico, pur di raggiungere lo scopo finale della lotta.
Sul piano narrativo Martone fa ricorso all’espediente, peraltro ampiamente collaudato, di descrivere la sua Storia in più capitoli attraverso le storie pluriennali di tre giovani di diversa estrazione, partendo dal Sud –quindi in senso inverso al flusso del movimento rivoluzionario- e debordando in un contesto internazionale, dove pure non mancavano fermenti innovativi e libertari, come la Francia e l’Inghilterra, terre di esuli. Nel corso delle vicende la spinta e la speranza dei protagonisti si affievoliscono, fiaccate dagli eventi sfavorevoli, diventano illusione fino ad essere stroncate dalla morte per mano amica o nemica, mentre il solo superstite, ad unificazione avvenuta, guarda al futuro, ormai vecchio e demotivato, con il suo disarmante “noi credevamo…” pieno di rimpianti. La visione di un Crispi ormai potente ministro che preannuncia una svolta conservatrice ed autoritaria ne è la disperante conferma.
L’impianto è corale, i tre giovani/adulti si mischiano tra le altre componenti sociali e seguono sorti diverse come tanti altri patrioti più o meno noti. A parte Mazzini, non compaiono i grandi eroi della tradizionale iconografia risorgimentale, non il monarchico Cavour, non il Re Vittorio Emanuele II, neanche Garibaldi se non in un’apparizione fugace ed appena delineata nei contorni. Ma abbonda il popolo di intellettuali, borghesi, picciotti, giovani ed anziani che discutono, soffrono all’arrivo di notizie sconfortanti, si confrontano sul da farsi, solidarizzano o si allontanano per sospetto o diffidenza, come nella sequenza centrale e quasi teatrale della prigionia nella fortezza borbonica. E soprattutto non capiscono: non capiscono perché l’Italia debba farsi per annessione al piccolo Piemonte , quando “al Sud ci sono territori molto più estesi” dice qualcuno; perché sia affidato al Nord, al Regno di Savoia la regia dell’intera operazione, riservandosi ai rivoluzionari meridionali il ruolo di sudditi obbedienti, ma soprattutto non capiscono perché l’esercito regolare del Nord spari sui garibaldini dopo la proclamazione del Regno unito d’Italia, come avviene nella battaglia dell’Aspromonte combattuta da cittadini dello stesso neonato Stato. Lo squilibrio Nord-Sud è quindi il tema dei temi del film, che fa da collegamento con la realtà odiena afflitta da questo come da altri problemi da allora mai risolti.
E’ singolare che nel film di Martone siano poco presenti le grandi masse popolari. Questo forse è riferibile a un dato di realtà, in quanto, almeno secondo alcuni storici, non tanto gli operai, ancora pochi, quanto le moltitudini dei contadini non parteciparono attivamente ai moti unitari. Ciò sarebbe dovuto all’altissimo tasso di analfabetismo, che rendeva tale componente sociale insensibile agli appelli patriottici (libri e libelli, Manifesti, ecc.) ed alla presunta politica classista dei Savoia verso i contadini soprattutto meridionali, esclusi dai principali processi decisionali. Il c.d. brigantaggio, in cui furono accomunati lavoratori della terra ed emarginati rivoltatisi contro il potere centrale per fame e contro i latifondisti locali, complicò le cose ed accrebbe il divario tra Nord e Sud. Il passaggio da briganti a terroni fu lungo ma, a quanto sembra, ineluttabile.
In conclusione un film potente, drammatico, dai toni forti ed anticonvenzionale, che corregge molti luoghi comuni della storia canonica di quel periodo e ne illustra aspetti poco noti; in parte didascalico, ma nel senso di fare luce su episodi importanti generalmente trascurati, come la vicenda del sanguinoso attentato all’Imperatore francese organizzato dall’ex mazziniano Felice Orsini, che ebbe enorme eco in quel Paese, con conseguenze rilevanti sia in termini di coinvolgimento popolare sia in termini di repressione antirivoluzionaria. Così pure veniamo a conoscenza  della partecipazione ai moti unitari di Cristina Belgioioso, in rappresentanza delle donne patriote sul cui ruolo la storia ufficiale, a quanto ne so, tace.
Qualche difficoltà nel seguire lo snodarsi delle vicende e nella comprensione dei dialoghi in dialetto, non sempre tradotti, ed alcune forzature di raccordo con l’attualità (vedi i pilastri di case incompiuti in riva al mare) non sminuiscono comunque il valore di un’operazione celebrativa complessivamente eccellente.
Martone non ha sentito la necessità di comprendere nel racconto la presa di Roma, generalmente considerata l’atto finale del ciclo epico risorgimentale: forse per motivi di durata del film o forse perché l’avvenimento –anche se rilevante in quanto consacra la fondazione di un nuovo Stato e nel contempo ne distrugge un altro, lo Stato pontificio- non aggiunge nulla alle tesi illustrate nel corso della intera narrazione.

[+] lascia un commento a pepito1948 »
Sei d'accordo con la recensione di pepito1948?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
69%
No
31%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di pepito1948:

Vedi tutti i commenti di pepito1948 »
Noi credevamo | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
Pubblico (per gradimento)
  1° | desgi
  2° | goldy
  3° | paola di giuseppe
  4° | domenico a
  5° | duesicilie
  6° | toro sgualcito
  7° | immanuel
  8° | gianmarco.diroma
  9° | pepito1948
10° | pipay
11° | quieromirar
12° | emmegiesse
13° | club dei cuori solitari
14° | ablueboy
15° | giuliog02
16° | gianga
17° | giu/da(g)
18° | francesco di benedetto
19° | teo '93
20° | great steven
21° | lorenzo1287
22° | gianleo67
23° | enzo70
24° | francesco giuliano
25° | danila benedetto
26° | dario
27° | domenico maria
28° | enrico capo
Rassegna stampa
Lietta Tornabuoni
Nastri d'Argento (2)
David di Donatello (24)


Articoli & News
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 | 39 | 40 | 41 | 42 | 43 | 44 | 45 | 46 | 47 | 48 | 49 | 50 | 51 | 52 | 53 | 54 | 55 | 56 | 57 | 58 | 59 | 60 | 61 | 62 | 63 |
Link esterni
Shop
DVD
Uscita nelle sale
venerdì 12 novembre 2010
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità