paolacurci
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giovedì 7 ottobre 2010
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peccato...
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... che l'affascinante Julia Roberts abbia accettato un ruolo così mediocre. L'unica stella che dò è alla fotografia: fosse stato un documentario senza "storia" (che poi non c'è) sarebbe risultato moooolto più interessante!
I dialoghi a volte sono da adolescenti (non vorrei si trattasse di una traduzione erronea...) e alcune scene sembra che diano qualcosa per scontato (hanno forse tagliato qualche scena?!?).
Riguardo il percorso in Italia... un disastro! Sembra che siamo un popolo di "fancazzisti nullafacenti" che pensano sempre a magnà! Inoltre: mi spiegate perché la padrona di casa di Roma parla siciliano?! E perché il bagno è intasato e tutto potrebbe crollare?? Manco lo stabile in India è messo tanto male!!
Infine: ma che personaggio orrendo è quello interpretato dalla protagonista?! Una persona che passa sui sentimenti degli altri come se niente fosse.
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... che l'affascinante Julia Roberts abbia accettato un ruolo così mediocre. L'unica stella che dò è alla fotografia: fosse stato un documentario senza "storia" (che poi non c'è) sarebbe risultato moooolto più interessante!
I dialoghi a volte sono da adolescenti (non vorrei si trattasse di una traduzione erronea...) e alcune scene sembra che diano qualcosa per scontato (hanno forse tagliato qualche scena?!?).
Riguardo il percorso in Italia... un disastro! Sembra che siamo un popolo di "fancazzisti nullafacenti" che pensano sempre a magnà! Inoltre: mi spiegate perché la padrona di casa di Roma parla siciliano?! E perché il bagno è intasato e tutto potrebbe crollare?? Manco lo stabile in India è messo tanto male!!
Infine: ma che personaggio orrendo è quello interpretato dalla protagonista?! Una persona che passa sui sentimenti degli altri come se niente fosse... non è sano egoismo è cattiveria!!
Davvero pessimo film... anche diseducativo!
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eddie ds
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lunedì 27 settembre 2010
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belle cartoline
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Una commedia che dal titolo promette bene ma poi disattende le aspettative. Una Julia Roberts alle prese con un personaggio senza struttura, che affronta un viaggio per ritrovare sestessa, ma alla fine della visione si ha la sensazione di essersi persi tutti assieme.
Bei paesaggi ma che si ritrovano in qualsiasi documentario turistico. Inoltre la parte del film ambientata in Italia ne dà una visione demodè e surreale con dei dettagli che ricordano molto di più le pubblicità di prodotti alimentari degli anni '80.
Un film da vedere al più in DVD nel salotto di casa.
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marktob
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giovedì 10 febbraio 2011
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il miglior modo per ritrovarsi è perdersi
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A volte il miglior modo per ritrovarsi è perdersi. Partendo da questa affermazione, Mangia Prega Ama ci fa riflettere su cosa vogliamo veramente dalla nostra vita.
Dopo aver letto il libro, ieri l'ho visto in Dvd e non sono d'accordo con quanto scritto dalla critica, che ne tratteggia solo i caratteri negativi.
Liz, interpretata da una bravissima Julia Roberts, è in guerra con se stessa e insicura con il mondo che la circonda, tanto da decidere di abbandonare la sua vita abitudinaria e partire per un lungo viaggio che la porterà a conoscere persone e luoghi indimenticabili, fino all'incontro con Javier Bardem, forse il miglior attore possibile per interpretare il ruolo di Felipe.
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A volte il miglior modo per ritrovarsi è perdersi. Partendo da questa affermazione, Mangia Prega Ama ci fa riflettere su cosa vogliamo veramente dalla nostra vita.
Dopo aver letto il libro, ieri l'ho visto in Dvd e non sono d'accordo con quanto scritto dalla critica, che ne tratteggia solo i caratteri negativi.
Liz, interpretata da una bravissima Julia Roberts, è in guerra con se stessa e insicura con il mondo che la circonda, tanto da decidere di abbandonare la sua vita abitudinaria e partire per un lungo viaggio che la porterà a conoscere persone e luoghi indimenticabili, fino all'incontro con Javier Bardem, forse il miglior attore possibile per interpretare il ruolo di Felipe.
Insomma, il film regge bene il confronto con il super successo raggiunto dal libro omonimo.
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michela papavassiliou
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domenica 29 aprile 2012
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133 minuti per 1 miraggio
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Tratto dal romanzo di Elizabeth Gilbert, questa pellicola racconta la storia di Liz, newyorkese di successo a cui manca qualcosa per raggiungere la felicita'. La donna lascia un matrimonio finito alle spalle e parte cosi alla volta della Citta' Eterna. Attraverso la cucina mediterranea, scopre un modo diverso di assaggiare e godere la vita. Tappa successiva l'India, dove, tra Delhi e i consigli del vecchio saggio Richard combatte per far pace con il suo io. Infine tra atmosfere balesi, sciamani e preghiere, la protagonista si appropriera' finalmente di una spiritualita' nuova. La Roberts trova in questo film tutti i piu' classici stereotipi di se' che piacciono tanto al pubblico.
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Tratto dal romanzo di Elizabeth Gilbert, questa pellicola racconta la storia di Liz, newyorkese di successo a cui manca qualcosa per raggiungere la felicita'. La donna lascia un matrimonio finito alle spalle e parte cosi alla volta della Citta' Eterna. Attraverso la cucina mediterranea, scopre un modo diverso di assaggiare e godere la vita. Tappa successiva l'India, dove, tra Delhi e i consigli del vecchio saggio Richard combatte per far pace con il suo io. Infine tra atmosfere balesi, sciamani e preghiere, la protagonista si appropriera' finalmente di una spiritualita' nuova. La Roberts trova in questo film tutti i piu' classici stereotipi di se' che piacciono tanto al pubblico. Cosi tra lacrime asciugabili in pochi fotogrammi, occhi da cerbiatta che scoprono con stupore infantile le cose abitualmente non in rilievo e sorriso luminoso a tutto schermo, i fans di Julia saranno accontentati. Lieto fine doveroso per questa commedia all'americana, in cui l'appagamento femminile si raggiunge quasi esclusivamente, a parte mangiare e pregare, con il coronamento di un amore da conquistare. Da copione dunque che l'intrigante Javier Bardem, nei panni del bel Felipe, finisca per sostituire l'ex marito nel cuore di Liz, facendole toccare il miraggio di una nuova felicita'. Tra emozioni preconfezionate e risate a timer, ci si distrae per 133 minuti dalle piccole faccende quotidiane. Rispetto agli spunti interessanti del libro un'occasione sprecata. Mediocre. MP
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ultimoboyscout
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domenica 3 febbraio 2013
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una donna e il suo malessere.
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Elizabeth è una giornalista e dovrebbe avere una vita tutto sommato appagante e soddisfacente: ha un marito che la adora, un buon lavoro e una bella casa a New York. Invece non è felice e decide di mettersi in viaggio per il mondo per ritrovare se stessa. La Roberts sgrana a più non posso i suoi grandi occhioni lungo una storia banale che non rende onore al libro da cui è tratta finendo per essere un trionfo di stereotipi e luoghi comuni a non finire. Visto anche il soggetto, (s)cadere nella retorica sembra prevedibile quanto assolutamente inevitabile , soprattutto nei dialoghi e nelle situazioni. Ma la cosa più evidente e anche fastidiosa è che Murphy non fa nulla per evitare tutto ciò e anzi cavalca senza ritegno il luogo comune e la banalità in particolarità nei temi intimi ed esistenziali.
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Elizabeth è una giornalista e dovrebbe avere una vita tutto sommato appagante e soddisfacente: ha un marito che la adora, un buon lavoro e una bella casa a New York. Invece non è felice e decide di mettersi in viaggio per il mondo per ritrovare se stessa. La Roberts sgrana a più non posso i suoi grandi occhioni lungo una storia banale che non rende onore al libro da cui è tratta finendo per essere un trionfo di stereotipi e luoghi comuni a non finire. Visto anche il soggetto, (s)cadere nella retorica sembra prevedibile quanto assolutamente inevitabile , soprattutto nei dialoghi e nelle situazioni. Ma la cosa più evidente e anche fastidiosa è che Murphy non fa nulla per evitare tutto ciò e anzi cavalca senza ritegno il luogo comune e la banalità in particolarità nei temi intimi ed esistenziali. Il tutto complicato da personaggi difficilmente credibili, piatti e monotoni in un film che inizia male, prosegue peggio e finisce in maniera addirittura disastrosa. Il cammino di Liz non porta da nessuna parte, ne per quanto riguarda il film ne per se stessa, gli insegnamenti ricevuti non sembrano aiutarla ne migliorarla e il film complessivamente somiglia a una guida turistica di serie B/C, perdendo di vista il viaggio interiore a favore di quello meramente fisico. Strada facendo si perdono occasioni su occasioni, Jenkins a parte, è tutto da buttare e non recuperare ne riciclare.
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audreyandgeorge
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giovedì 23 settembre 2010
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mangia prega ama...forse meglio una gricia!
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“Imbarcarmi”. Questo dice Liz (Julia Roberts) al suo nuovo uomo nuovo, brasiliano, trovato a Bali. Un anno alla ricerca del senso della vita ridotto all’aver semplicemente capito quale sia “la sua parola”.
In effetti, ripensando a freddo ai vari elementi del film (da persona che non ha letto il libro) si evince che Liz, per tutto il tempo, cerca disperatamente di coprire il ruolo della donna forte, ma alla fine si dimostra fondamentalmente molto debole, così debole da aver bisogno di un uomo forte accanto, un dominante, uno che non ha dubbi su ciò che vuole e, soprattutto, nessuna insicurezza.
“Bisogno”.
Questa è invece la parola chiave che vale davvero, anche per questo film. In un epoca culturalmente deviata, come quella di oggi, tutti siamo spinti a confondere i nostri bisogni con i nostri desideri.
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“Imbarcarmi”. Questo dice Liz (Julia Roberts) al suo nuovo uomo nuovo, brasiliano, trovato a Bali. Un anno alla ricerca del senso della vita ridotto all’aver semplicemente capito quale sia “la sua parola”.
In effetti, ripensando a freddo ai vari elementi del film (da persona che non ha letto il libro) si evince che Liz, per tutto il tempo, cerca disperatamente di coprire il ruolo della donna forte, ma alla fine si dimostra fondamentalmente molto debole, così debole da aver bisogno di un uomo forte accanto, un dominante, uno che non ha dubbi su ciò che vuole e, soprattutto, nessuna insicurezza.
“Bisogno”.
Questa è invece la parola chiave che vale davvero, anche per questo film. In un epoca culturalmente deviata, come quella di oggi, tutti siamo spinti a confondere i nostri bisogni con i nostri desideri. Giorno dopo giorno, un pezzo per volta, la morale si dissolve lasciando spazio alla dissolutezza… e le scuse per giustificarsi con se stessi sono sicuramente molto facili da trovare. Ma quando si cede alla voluttà senza dar peso ai valori, presto la gioia si dimostra effimera e lascia il posto ad un vuoto più grande del precedente, rimanendo più poveri.
Sostengo quindi l’idea della povertà di Liz che viene evidenziata dal marito dell’amica, il quale -da ubriaco- le dice come sia buffa la sua tendenza a somigliare all’uomo che ha accanto, un po’ come il cane somiglia al suo padrone.
E la reazione di Liz? La fuga. Una fuga apparentemente coraggiosa, ma più probabilmente vigliacca: lei infatti non sembra tanto inseguire qualcosa di cui è alla ricerca, ma piuttosto ciò che altri le dicono sia il caso di cercare.
Poi diciamola tutta: mica male i posti che si sceglie per “ritrovarsi”!
Inizia con Roma andando sempre fuori a mangiare (eccetto una minuscola pausa di “dolce far niente” a base di verdure lesse), poi l’India in un luogo di “preghiera e meditazione” iperorganizzato altamente turistico (mica le fogne di Calcutta) e per finire un bel periodo a Bali, che non guasta mai! Questa a me pare proprio una bella VACANZA di un anno!
Sicuramente, prima del "coraggio" serve un notevole conto in banca: sarebbero guai per me se mi venisse un coraggio come questo!
Limitiamoci quindi a pensare che tutto sommato la felicità è più probabile trovarla seguendo i nostri veri bisogni, anche quelli molto semplici come un primo piatto povero ma al tempo stesso intenso: La Gricia.....scopritelo su www.nonsolopizzaecinema.com
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nalipa
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giovedì 3 febbraio 2011
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cast... sprecato!
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Non ho letto il libro e non credo che lo leggerò dopo la visione del film, o magari lo leggo così capisco dove il fim non ha funzionato.
Immagino che le tematiche trattate non siano proprio come descritte sullo schermo...me lo auguro...perché qualche frase accattivante e profonda l'ho sentita, allora?
La sceneggiatura, la regia...?
Peccato, con attori come: su tutti Barden - Jenkis - la stessa Roberts e Franco; francamente mi aspettavo di più. Argentero che reputo un miracolato, non se la cava male.
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mirsina
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mercoledì 29 settembre 2010
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"insostenibile leggerezza della vita"
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Un film "vietato" agli italiani che si prendono troppo sul serio e che vedrano solo gli stereotipi, pizza, caffè, Napoli felinniana con i panni stesi al sole, dolce far niente, carpe diem, "spqr" (probabilmente Bossi avrà visto il film recentemente), degrado a Roma, la solita famiglia italiana...ok, il capitolo Italia è scontato, ma non ho trovato niente di ofensivo, al contrario, che ne dite dell'italiano che dal barbiere spiega alla protagonista come non sanno questi "americani" a vivere, a godersi la vita, come si ubbriacano e lavorano come i pazzi etc? Sono stereotipi reciproci. E poi, Argentero nel ruolo di "Cicerone" è bello, semplicemente, come si vuole il primo capitolo del cambiamento esistenziale della protagonista: semplicemente leggero, ma ciò non vuol dire superficiale.
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Un film "vietato" agli italiani che si prendono troppo sul serio e che vedrano solo gli stereotipi, pizza, caffè, Napoli felinniana con i panni stesi al sole, dolce far niente, carpe diem, "spqr" (probabilmente Bossi avrà visto il film recentemente), degrado a Roma, la solita famiglia italiana...ok, il capitolo Italia è scontato, ma non ho trovato niente di ofensivo, al contrario, che ne dite dell'italiano che dal barbiere spiega alla protagonista come non sanno questi "americani" a vivere, a godersi la vita, come si ubbriacano e lavorano come i pazzi etc? Sono stereotipi reciproci. E poi, Argentero nel ruolo di "Cicerone" è bello, semplicemente, come si vuole il primo capitolo del cambiamento esistenziale della protagonista: semplicemente leggero, ma ciò non vuol dire superficiale. Una leggerezza distaccata dai ritmi troppo pesanti della vita, anche con il risco di costare a Liz qualche centimetro in più in...girovita.
Non vi aspettate un capolavoro, non andate a vedere questo film con occhio critico, non guardate da critico la Roberts che sembra tutte le Roberts di tutti i film (sarà un bene o un male?), ne il guru indiano come se fosse uguale a tutti i guru di tutti i film, ne Bali come se fosse un documentario turistico pagato da qualche agenzia di viaggi. Come dice un personaggio del film, svuotate la mente e godetevi il film. E il Bardem. In fondo, un film che si chiama "Mangia, prega, ama", non è che può essere altro che un film che parla di cibo, Dio e amore, ed è quello che fa la protagonista: mangia con golosità, prega con mille dubbi e ama con paura. Non è quello che facciamo noi tutti?
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great steven
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domenica 15 febbraio 2015
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uno spot pubblicitario ignobilmente allungato.
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MANGIA PREGA AMA (USA, 2010) diretto da RYAN MURPHY. Interpretato da JULIA ROBERTS, JAMES FRANCO, JAVIER BARDEM, RICHARD JENKINS, VIOLA DAVIS, LUC ARGENTERO, BILLY CRUDUP, REMO REMOTTI, ARIENE TUR, TUVA NOTOVNY
Liz è una scrittrice di opere teatrali che possiede tutto quanto una donna del XXI secolo può desiderare con passione, ma a un certo punto della sua vita scopre che è insoddisfatta di quello che la circonda e soprattutto di suo marito. Divorzia e decide di fare un viaggio intorno al mondo per ritrovare la sua identità smarrita, e come ultima tappa andrà a Bali – dove aveva incontrato un anziano sciamano sdentato che le aveva instillato i primi dubbi sulla sua esistenza – non senza esser prima passata da Roma, per imparare il gusto dell’eccellente cibo italiano e del meraviglioso vino, e in India, dove tutto va come previsto, compreso l’incontro con un amore autentico e sincero.
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MANGIA PREGA AMA (USA, 2010) diretto da RYAN MURPHY. Interpretato da JULIA ROBERTS, JAMES FRANCO, JAVIER BARDEM, RICHARD JENKINS, VIOLA DAVIS, LUC ARGENTERO, BILLY CRUDUP, REMO REMOTTI, ARIENE TUR, TUVA NOTOVNY
Liz è una scrittrice di opere teatrali che possiede tutto quanto una donna del XXI secolo può desiderare con passione, ma a un certo punto della sua vita scopre che è insoddisfatta di quello che la circonda e soprattutto di suo marito. Divorzia e decide di fare un viaggio intorno al mondo per ritrovare la sua identità smarrita, e come ultima tappa andrà a Bali – dove aveva incontrato un anziano sciamano sdentato che le aveva instillato i primi dubbi sulla sua esistenza – non senza esser prima passata da Roma, per imparare il gusto dell’eccellente cibo italiano e del meraviglioso vino, e in India, dove tutto va come previsto, compreso l’incontro con un amore autentico e sincero. Tratto dal best-seller di Elizabeth Gilbert, al quale il film si attiene con una fedeltà particolarmente maniacale e ossessiva, rispettandone la trama e lo svolgimento cartaceo delle vicende. Questo pasticcio cinematografico diluito con l’acqua della melensaggine si divide in due immensi e sconfinati spot: il primo pubblicizza la cucina, le bevande alcoliche e i vestiti italiani, con le consuete modalità consumistiche dell’occhio statunitense; il secondo fa uno sponsor lunghissimo e noioso dei viaggi in Oriente, non privo di tutti i luoghi comuni più scontati del mondo esotico. A lungo andare, anche la durata appare eccessiva: centoquaranta minuti di battute di sconsolante banalità, recitazioni stereotipate, attori bravi ma sprecati, montaggio al servizio di slogan insulsi e ripetitivi e scenografie sontuose che riescono soltanto a coprire la vacuità dilagante e incolmabile di una pellicola ricoperta da un simulacro sfarzoso che non ne nasconde l’ordinaria tristezza. La Roberts mangia, ride e piange troppo, non agevolata da un copione scartabellato e dozzinale, e sembra più la rana dalla bocca larga che un’ex allieva dell’Actor’s Studio. Appaiono decisamente lontani i tempi in cui gli sceneggiatori Jennifer Sait e Ryan Murphy si distinsero nella serie Nip & Tuck: hanno definitivamente esaurito le idee e la riserva di cattiveria più o meno sana che impiegarono con successo nella summenzionata fiction televisiva. Tornando a Eat Pray Love, la sceneggiatura tenta di far recitar male quasi ogni singolo attore, e ci riesce: specialmente il bravo Bardem è sottoutilizzato e relegato in una posizione infima e inclassificabile, che gli impedisce una qualunque espressione del suo talento naturale, e pare incredibile che un attore del suo calibro possa passare da Non è un paese per vecchi (in cui fece faville con un indimenticabile serial-killer che gli valse l’Oscar) a una poltiglia filmica di questa sorta che ha come obiettivo quello di divertire e far passare due ore e mezza di serenità spensierata, ma ottiene solamente il risultato della noia trasversale e della mediocrità in prima fila. L’unico attore che sa risollevarsi da questo mare melenso e commerciale è R. Jenkins, il migliore del cast, che raffigura con ironia ma anche con intima passione un idraulico-poeta che rievoca con malinconia i tempi passati e affianca la protagonista col suo spiccato senso dell’umorismo. Per quanto riguarda il discorso sulle vacanze italiane, noi abitanti della penisola mediterranea non sbaglieremmo se ci sentissimo offesi di come gli americani dipingono il nostro paese dal loro esecrabile punto di vista di turisti: se l’Italia fosse solamente un luogo dove si mangia e si beve bene, ci sarebbe da preoccuparsi seriamente. Insomma, un fallimento sotto almeno nove prospettive su dieci, e che poteva essere convertito in un discreto successo al box office e in un filmetto carino e piacevole adoperando un po’ meglio le risorse a disposizione ed evitando di trasformare l’opera in un teatrino di pubblicità impeccabilmente pacchiana e ridondante.
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trammina93
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lunedì 28 luglio 2014
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una fenice che risorge dalle proprie ceneri
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Gran bel film. Mi ci sono ritrovata per puro caso a guardarlo e devo dire per fortuna perchè è un film che vale la pena vedere. Il cast è ottimo. C'è Julia Roberts che con ogni singola frase mi cattura, la trovo molto singolare perchè è proprio bella da vedere sullo schermo, pur non essendo lei una delle donne più belle che ci siano, eppure ha sempre un non so che che ti cattura, è elegante, snella, con un sorriso particolare contagioso. Poi c'è il sempre affascinante Javier Bardem, James Franco nel ruolo del ragazzo complesso, immaturo e poi inaspettatamente mi sono trovata Luca Argentero a fianco la Roberts e se l'è cavata abbastanza bene come sempre.
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Gran bel film. Mi ci sono ritrovata per puro caso a guardarlo e devo dire per fortuna perchè è un film che vale la pena vedere. Il cast è ottimo. C'è Julia Roberts che con ogni singola frase mi cattura, la trovo molto singolare perchè è proprio bella da vedere sullo schermo, pur non essendo lei una delle donne più belle che ci siano, eppure ha sempre un non so che che ti cattura, è elegante, snella, con un sorriso particolare contagioso. Poi c'è il sempre affascinante Javier Bardem, James Franco nel ruolo del ragazzo complesso, immaturo e poi inaspettatamente mi sono trovata Luca Argentero a fianco la Roberts e se l'è cavata abbastanza bene come sempre. Il film lo definirei come un insieme di scatole cinesi, man mano che si va nella scatola più interna la protagonista, interpretata dalla Roberts, scopre di più se stessa e si avvicina alla felicità, alla vita; la felicità non si ottiene facilmente ma deve scavare tanto dentro se stessa per poter vivere bene e poter di nuovo credere nell'amore. A tratti mi ha ricordato Blue Jasmine perchè fondamentalmente entrambi trattano di donne che affrontano la fine di un matrimonio e non la prendono molto bene, si sentono morte dentro. La differenza è che Jasmine affronta la cosa trattando tutti male, attenendosi alla sua aurea di altolocata, guardando tutti dall'alto verso il basso, rimpiangendo la sua vita passata senza far nulla per risollevarsi. Al contrario qui la protagonista si rimbocca le maniche e tenta di risollevarsi. E' molto più facile piangersi addosso che non mettersi in discussione, eppure questa fantastica protagonista si mette in discussione, decide di analizzarsi, prende coscienza di non essere adatta come moglie e dopo la fine di un'altra relazione in cui aveva creduto con tutta se stessa non ha più le forze per vivere perchè con quell'ultima storia se n'è andato anche l'ultimo pezzo rimastole del suo cuore. Eppure si dà da fare e trova un'altra ragione per vivere: decide di partire per il mondo percorrendo tre tappe: Roma, India, Bali. A quanto pare nessuno ha gradito il modo in cui è stata vista l'Italia e allora tutti hanno dovuto punire il film, dandogli una o due stelle, punendo però un'ottima trama; mentre Woody solo per essere lui si è preso tutte le lodi, pur non avendo il personaggio di Jasmine niente da invidiare a quello di Elizabeth. La verità è che tutti hanno odiato il modo in cui è stata dipinta l'italia perchè gli italiani odiano sentirsi rinfacciati come sta la verità e preferiscono stendere un velo su dei difetti che abbiamo, che poi difetti non sono. Si parla semplicemente del dolce far niente degli Italiani e dell'amore per il cibo. Non c'è nulla di cui vergognarsi, è vero che la maggior parte degli Italiani amano il dolce far niente, magari in tanti vanno a lavorare ma chi non preferirebbe starsene sdraiati sotto il sole, su un prato o nel letto di casa? Poi sì, è vero, siamo un popolo di mangioni ma è la nostra caratteristica, dobbiamo essere fieri del nostro cibo che è buono come nessun altro e perciò ne siamo pazzi e tutto il mondo lo è! La protagonista dovrà pur credere in dei valori, trovare qualcosa di entusiasmante per vivere e lei lo trova proprio nel nostro cibo, nella spiritualità dell'India e nella romanticità, l'amore che si può trovare a Bali. La sua chiave per la felicità è mangiare, pregare e amare. Così la nostra Elizabeth troverà la felicità anche grazie all'Italia. Parecchi si sono lamentati per la mancanza dell'aspetto introspettivo, molto presente nel libro. Non ho letto il libro e sono sempre del parere che i film non rendano bene i libri però mi sembra che ci sia molto l'aspetto introspettivo, la protagonista analizza tanto se stessa, se così non fosse non avrebbe deciso di partire, non si troverebbe varie volte in crisi quando è in India. A me è piaciuto tanto il suo coraggio, la sua forza, la sua volontàà di credere ancora nell'amore nonostante le cocenti delusioni, ciò ha reso questo film una commedia che si eleva dalle solite,; un pò come Il lato positivo che coi suoi personaggi particolari è riuscitto a distaccarsi dalle solite commedie.
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