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La vita è una cosa meravigliosa: Italiani brava gente

Più indulgenti del loro solito tornano i fratelli Vanzina.
di Gabriele Niola

La vita secondo i Vanzina
Carlo Vanzina 13 marzo 1951, Roma (Italia) - 8 Luglio 2018, Roma (Italia). Regista del film La vita è una cosa meravigliosa.

venerdì 26 marzo 2010 - Incontri

La vita secondo i Vanzina
I fratelli Enrico e Carlo Vanzina hanno attraversato il cinema italiano degli ultimi 30 anni con tre tipologie di film: commedie farsesche (i film di Natale), film di genere (gialli e thriller anni '70) e commedie sofisticate. Quest'ultimo genere (cui appartengono Sapore di mare, Il cielo in una stanza e Il pranzo della Domenica) è quello che regala loro maggiore felicità, quello in cui credono di più e che scrivono con più piacere. Non a caso dichiarano di essere arrivati a La vita è una cosa meravigliosa non per commissione, come spesso gli capita, ma per puro desiderio di realizzare un film, nelle parole di Enrico, "semplice eppure complesso, un film ottimista che parli degli italiani come le nostre commedie ormai non fanno più".
Per realizzarla hanno riunito la compagnia di giro, gli attori con i quali negli ultimi anni hanno formato una squadra affiatata: l'amico di una vita Gigi Proietti, Nancy Brilli, Enrico Brignano e Vincenzo Salemme.
La storia di un gruppo di uomini tutto sommato buoni trascinati loro malgrado in piccoli e grandi inciuci da un modo di fare italiano ha necessitato di sette settimane di lavoro per girare solo i ciak essenziali al servizio di uno script ferreo ma pieno di zone libere per avvalersi dell'improvvisazione dei propri attori. Tutto si può dire ai due fratelli tranne che non siano dei professionisti del mestiere cinematografico e loro stessi sono i primi ad affermarlo: "Mio fratello è un grandissimo regista di commedie" ha detto di Carlo il fratello Enrico, non nascondendo una vena polemica.
Poco graditi alla critica, a tratti premiati dal pubblico ma prolifici come pochi, i fratelli Vanzina, piaccia o meno, sono una realtà impossibile da ignorare.

La vita (degli altri) è una cosa meravigliosa
Benché il titolo incroci La vita è meravigliosa di Capra con L'amore è una cosa meravigliosa di Henry King in realtà lo spunto per il nuovo film della coppia viene da Le vite degli altri, il successo di Florian Henckel von Donnersmarck di tre anni fa che ha spinto Carlo ad immaginare come si possa fare un racconto morale attraverso la figura di un uomo che ascolta conversazioni: "All'epoca delle riprese già si parlava di intercettazioni ma solo dopo la fine il fenomeno è aumentato" spiega Enrico "La questione su cui giochiamo è tutta linguistica. Credo che un battuta di chiunque trascritta abbia un senso diverso rispetto a quando viene detta dal vivo. Qualunque commento trascritto sembra peggiore. Poi è chiaro che ci sono reati e situazioni in cui le intercettazioni sono fondamentali, il problema grave semmai è la loro pubblicazione".
Enrico Brignano è l'intercettatore della polizia che all'inizio del film ascolta un uomo importante che va con una escort e scopre che questa è in realtà la sua ragazza. Sospeso dall'incarico è spedito ad ascoltare ciò che accade a casa di un presidente di istituto bancario importante, Vincenzo Salemme, un traffichino costretto a fare impicci ma in fondo poco capace, il quale si fa curare lo stress dall'amico medico, Gigi Proietti, che per aiutare il viziatissimo figlio svogliato all'università chiede ai colleghi di fargli passare qualche esame e in cambio assume le loro amanti. Ovviamente c'è anche il marchio di fabbrica dei fratelli: una storia d'amore tra giovani di classi sociali diverse.
L'intreccio è sempre quello quindi, ma non per pigrizia inventiva: "Spesso con Gigi [Proietti] parliamo di cosa sia la comicità" racconta Enrico Vanzina "Non crediamo sia cambiata, si fa ridere sempre nello stesso modo partendo dai classici della comicità, cose come lo scambio di persone, la superstizione, la fame, le corna. E quando ci si affida a queste cose credo si faccia un cinema italiano sincero e preciso".

Gli italiani secondo i Vanzina
Per genia e per volontà i Vanzina si dichiarano registi di commedie all'italiana. Le vogliono fare, le cercano e scientificamente si applicano nei dettami che ritengono la vera base del modo in cui in questo paese si è creata una vena originale nel mondo del racconto umoristico. Come spiega Enrico il cuore di tutto sta nel non dividere arbitrariamente il bene dal male: "Monicelli ha sempre fatto le vere commedie all'italiana, film in cui i personaggi negativi sono visti con un certo affetto, perché siamo noi. Invece la commedia a tesi divide buoni e cattivi, tenendo ben chiaro chi sono gli uni e chi sono gli altri. Credo invece che i personaggi negativi vadano raccontati per scoprire che in fondo non sono così mostruosi. Solo in questo modo i Sordi vigliacchi e deboli possono diventare a loro modo eroi".
Gli italiani mostrati dai Vanzina nel loro ultimo film sono persone che hanno accumulato negli anni una serie di difetti e che alla fine vogliono aggiustare le cose con le scorciatoie: "Attraverso questo film abbiamo cercato di raccontare come persone oneste cerchino le scorciatoie e questa ricerca li rende mostruosi finché non fanno delle scelte radicali che cambiano tutto".
Quale sia la mostruosità di cui si parla in La vita è una cosa meravigliosa è il quotidiano intrallazzo, il do ut des come modus vivendi come dice anche Gigi Proietti: "Il mio personaggio ad esempio è un chirurgo, il tipico italiano di un certo tipo. Appartiene a una categoria che non esiste solo nel mondo della sanità ma è allargabile a qualsiasi ambito, l'universo dei quotidiani aiutini. È un uomo che tutto sommato mantiene un'onestà di fondo e che alla sua età è ancora disponibile a modificarsi e fare delle scelte ma poi dietro pressioni e richieste raccomanda il figlio biecamente".
Quasi speculare la definizione che dà Salemme del proprio ruolo: "Il mio personaggio come tanti fa le cose per compiacere gli altri, per farsi accettare, lo fa anche se sono cose che non sono nella sua natura. Lo capirà però solamente andando in galera per poi tornare davvero se stesso. Non è che cambi vita quindi, anzi, finirà a fare quello per cui veramente era nato".

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