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La mia casa è piena di specchi: Tutto su sua madre

Sophia Loren interpreta sua madre nella nuova fiction di Raiuno.
di Gabriele Niola

Una storia di guerra, fame ed elemosina
Sophia Loren (Sofia Villani Scicolone) (89 anni) 20 settembre 1934, Roma (Italia) - Vergine. Interpreta Romilda Villani nel film di Vittorio Sindoni La mia casa è piena di specchi.

mercoledì 10 marzo 2010 - Televisione

Una storia di guerra, fame ed elemosina
Due puntate televisive in onda su RaiUno domenica e lunedì con la regia di Vittorio Sindoni, due puntate per raccontare la storia di Sofia Scicolone attraverso gli occhi di Romilda Villani, la madre.
Certo alla fine sempre di Sophia Loren si parla, lei è il tema di La mia casa è piena di specchi e lei nel ruolo di sua madre è l'interprete principale. Nella miniserie infatti il personaggio di Sophia si vede poco, sono la madre e la sorella il vero nucleo, cioè la sua famiglia dopo che il padre (nel film Enzo De Caro) le ha abbandonate, sole a cercare fortuna alle porte di Cinecittà.
"È una storia vera di guerra, di fame e di elemosina" racconta Sohpia Loren stessa "Una storia di una donna che si è battuta tutta la vita per cercare di dare alle sue figlie un nome e un aspetto che non credeva sarebbe mai riuscita a dargli".
Nella miniserie c'è tutto: il successo, la fama e la difficoltà di conciliare i nuovi impegni internazionali con il mantenimento dei rapporti e anche qualche particolare inedito come "Romano Mussolini che fino all'ultimo momento non si sapeva se sarebbe arrivato in Chiesa per il matrimonio con Maria o anche i tradimenti in prossimità dalle nozze" come rivela il direttore di Rai Fiction Del Noce.

Lavorare con Sophia Loren
A interpretare Sophia da giovane è Margareth Madè, già protagonista di Baaria, esaltata e onorata dal fatto di poter lavorare al fianco della Loren, lei che è agli inizi della sua carriera. Stessa impressione per il resto del cast che racconta di mani sudate e molta tensione all'idea di lavorare con quella che considerano un mito.
Più freddo e navigato è invece Enzo De Caro, chiamato ad interpretare Scicolone padre, l'uomo che con i suoi rifiuti ha segnato l'esistenza delle tre donne. De Caro racconta il suo Scicolone come "un uomo figlio dei suoi tempi che vive in un'epoca in cui gli uomini dovevano rischiare e fare passi più lunghi delle proprie gambe, quindi anche avere più famiglie". Ci tiene però a precisare che nessuno dei due (madre e padre di Sophia) aveva un carattere facile e che dunque se convivenza difficile c'è stata è stata colpa d'entrambi.
Ma chi ha sofferto di più durante la lavorazione sembra essere stata proprio Sophia: "Mi sentivo molto responsabile per il ruolo che interpretavo. Le riprese sono state due mesi di purgatorio perché volevo restituire al 100% quello che mia madre poteva esprimere".

Due madri
Tutta l'operazione ovviamente fa capo a Sophia Loren e al libro scritto dalla sorella a proposito dei rapporti travagliati che hanno legato la famiglia Scicolone tra un piatto di paccheri al sugo e l'altro. Di certo infatti non è nella "tradizione" del modo di dipingere la famiglia napoletana che la serie intende difettare, una prospettiva in armonia con la scelta di sceneggiare con piglio partenopeo anche il racconto dei sentimenti. E in questo senso non stonano nemmeno le musiche agrodolci e flautate di Nicola Piovani.
Ma non tutto viene pari pari dal libro e lo precisa Maria Scicolone: "Il mio libro è stato riadattato per la fiction, perché abbiamo vissuto diversamente il personaggio di mia madre. Per mia madre Sophia era la realizzazione delle sue grandi delusioni [negli anni '30 stava per partire per l'America come sosia di Greta Garbo ma la sua famiglia glielo impedì ndr]. Con me il rapporto era diverso, ho vissuto a lungo con lei senza essere riconosciuta da mio padre ed era una vita disperante, nonostante fosse una donna buona, perché già da quando avevo 5 anni mi ripeteva che quando sarebbe morta sarei rimasta sola. Alla fine per vivere la mia vita liberamente ho dovuto rinchiudere mia madre in un cerchio fatto di amore e di oblio".
A compiere il miracolo del riconoscimento, come in ogni sceneggiata napoletana che si rispetti, sono stati i soldi, i soldi di Sophia che, diventata famosa, ha ricontattato il padre, che versava in condizioni economiche gravi, e ha contrattato il riconoscimento della sorella. E proprio Sophia ha un parere diverso, ella nella madre vedeva "una donna amareggiata che dopo la grande delusione del primo marito non ha più trovato un uomo e si è riversata sulle figlie, nonostante abbia sognato tutta la vita di sposarsi in abito bianco in Chiesa".

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