mr cinefilo
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mercoledì 29 settembre 2010
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inception
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finalmente un film che non fa acqua da tutte le parti nella trama, con un'idea originale alla base, ma con numerose citazioni prese nei modi più disparati, vedi "Matrix", ma anche il poco noto ciclo di romanzi russi "I guardiani della notte" da cui trae l'idea dei vari livelli di profondità nel sonno. Restano: un cast di stelle presenti, passate, e future, una colonna sonora coinvolgente, soprattutto nella sequenza finale, come in "The dark knight", per un film che finalmente soddisfa anche l'intelletto.
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braxio
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lunedì 4 ottobre 2010
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teseo nel labirinto del subconscio
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Di Inception è difficile parlare senza correre il rischio di fare dello spoiling, ossia guastare la sorpresa a chi deve ancora vederlo. Wikipedia ha fatto malissimo a pubblicare la trama del film; trama molto complessa perché si fonda, in un percorso mai prima tentato, sulle dinamiche del subconscio e sul suo linguaggio per eccellenza, quello del sogno. Cobb ( Leo Di Caprio ) è uno specialista nell'intrudersi nei sogni altrui a fini di spionaggio industriale, coadiuvato da un team di superesperti, ma la sua ultima missione fallisce miseramente; il committente gli propone una missione ancora più ardua, quella di impiantare un'idea per lui vantaggiosissima nel subconscio del rampollo del suo più grande e agguerrito concorrente.
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Di Inception è difficile parlare senza correre il rischio di fare dello spoiling, ossia guastare la sorpresa a chi deve ancora vederlo. Wikipedia ha fatto malissimo a pubblicare la trama del film; trama molto complessa perché si fonda, in un percorso mai prima tentato, sulle dinamiche del subconscio e sul suo linguaggio per eccellenza, quello del sogno. Cobb ( Leo Di Caprio ) è uno specialista nell'intrudersi nei sogni altrui a fini di spionaggio industriale, coadiuvato da un team di superesperti, ma la sua ultima missione fallisce miseramente; il committente gli propone una missione ancora più ardua, quella di impiantare un'idea per lui vantaggiosissima nel subconscio del rampollo del suo più grande e agguerrito concorrente. La ricompensa, per Cobb, sarà poter rivedere i figli che è stato costretto ad abbandonare dopo essere stato accusato di aver ucciso sua moglie. Non voglio dire di più. Posso solo aggiungere che la premessa offre la stura a Nolan per avventurarsi nelle stratificazioni dell'immaginario onirico, attraverso un avvincente meccanismo a scatole cinesi, e di giocare sapientemente non solo sul piano del rapporto, che tutti conosciamo, tra sogno e realtà, ma anche su quello dei mondi paralleli e interscambiabili di diversi sognatori, in sovrapposizioni continue dei piani temporali che si dilatano quanto più ci si avventura nei gironi più oscuri e profondi del subconscio, servendosi di una giovanissima e geniale ragazzina, di nome Arianna, in grado di guidare il problematico Teseo fantascientifico Cobb nel suo stesso labirinto e cercare di ottenerne la catarsi attraverso la rimozione dei suoi blocchi psichici. Non si tratta solo, per Nolan, di stabilire ( o ristabilire ) il giusto confine tra realtà e fantasia onirica, necessario al nostro equilibrio, quanto piuttosto di rendere assai arduo il dipanarsi della trama nell'interferenza continua tra sogni e sognatori, tra proiezioni psichiche, che devono fungere da difesa contro le intrusioni dall'esterno, e necessità di condurre a termine ciò che ha generato il dedalo a causa del patto stabilito con il committente, la " inception ", ossia l'inizio, di tutta la storia.
L'elemento della visionarietà, imprescindibile in un film del genere, è scandito da architetture surreali prive di facili e stucchevoli barocchismi, alla Tim Burton, per intenderci; proprio per questo, proprio perché le realtà multiple in cui anche lo spettatore sprofonda debbono somigliare, pur nelle loro bizzarrie, alla realtà vera, senza per questo rinunciare alla spettacolarità, grazie a stunt men prodigiosi e senza sbrodolarsi addosso con gli effettacci tradizionali, ma guidando l'immagine con coerenza e rigore anche quando le soluzioni divengono strabilianti. Un capolavoro, non solo come film, ma anche, e forse soprattutto, per le implicazioni filosofiche che esso sottende sugli universi virtuali che i committenti dell'allucinazione globale non si stancano mai di produrre ad esclusivo vantaggio del Potere.
Voto: 10/10
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catia p.
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mercoledì 6 ottobre 2010
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inception - il sogno secondo nolan
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Sebbene meno sobrio, rigoroso e innovativo di MEMENTO, con un meccanismo non del tutto perfettamente oliato rispetto all'impeccabile costruzione di THE PRESTIGE, quest'ultima fatica del regista e sceneggiatore Christopher Nolan merita senza dubbio una visione su grande schermo.
In un futuro nelle nostre immediate vicinanze, dove lo spionaggio industriale si pratica carpendo i segreti direttamente nella mente dei magnati, introducendosi nei loro sogni, un gruppo di professionisti ai limiti della legge vende i propri servigi testando questa affascinante quanto improbabile attività direttamente sui futuri acquirenti.
A Dom Cobb (Di Caprio), il ladro più abile tra tutti gli "estrattori", viene però chiesto di innestare un'idea anziché rubarla.
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Sebbene meno sobrio, rigoroso e innovativo di MEMENTO, con un meccanismo non del tutto perfettamente oliato rispetto all'impeccabile costruzione di THE PRESTIGE, quest'ultima fatica del regista e sceneggiatore Christopher Nolan merita senza dubbio una visione su grande schermo.
In un futuro nelle nostre immediate vicinanze, dove lo spionaggio industriale si pratica carpendo i segreti direttamente nella mente dei magnati, introducendosi nei loro sogni, un gruppo di professionisti ai limiti della legge vende i propri servigi testando questa affascinante quanto improbabile attività direttamente sui futuri acquirenti.
A Dom Cobb (Di Caprio), il ladro più abile tra tutti gli "estrattori", viene però chiesto di innestare un'idea anziché rubarla.
Questa la breve premessa che c'introduce nell'universo immaginato da Nolan, dove “il parassita più resistente è un'idea”, dove i sogni possono essere condivisi da più persone contemporaneamente, dove le difese del nostro subconscio contro le intrusioni esterne indossano giacca e cravatta sparando con armi di grosso calibro.
Quest'ultimo particolare sintetizza in buona sostanza uno dei 3 aspetti più originali del film: ci troviamo di fronte al più sofisticato degli action movie, dove gli scatenati inseguimenti, le sparatorie e le scazzottate acquistano, paradossalmente, una nuova credibilità perché si svolgono nelle menti dei protagonisti sognatori. E nei sogni, si sa, tutto è possibile.
Anche al cinema tutto è possibile e qui sta il doppio gioco di Nolan: il “sogno nel sogno” prende vita sia all'interno della storia che sul grande schermo. E lo show è assicurato.
Il secondo aspetto originale è che troverete personaggi very cool, primo fra tutti il Falsario, capaci di spiegarvi in quattro e quattr'otto le teorie junghiane meglio del vostro psicanalista e sicuramente in modo meno tedioso.
Detto così sembrerà un tantino sincopato e forse non del tutto credibile, ma la qualità tecnica e artistica dell'insieme compenserà qualche buco nella linearità dei concetti esposti.
Ultimo, ma non da meno, il tocco più unico che raro: il personaggio più affascinante non è il "cattivo di turno", perché il cattivo si è preso un turno di riposo e in questo film proprio non c'è.
I pericoli derivano tutti dalla nostra mente, in questo caso dalla mente dell'intenso, tormentato, innamorato, paterno, tenace, Dom Cobb, un Leonardo Di Caprio “straordinariamente in parte”, come si suol dire, capace di dare vita, con la sua coprotagonista femminile, alla parallela trama romantico-drammatica che s'intreccia con quella d'azione.
Non lasciatevi spaventare dai 148' della durata, né dalla presunta complicanza del film: è vero che a volersi addentrare nella psiche umana il viaggio risulterà lungo e insidioso con rischio di perdersi nei suoi meandri, ma per gli amanti dello spettacolo in grande stile non ci sarà tempo di annoiarsi né di porsi troppe domande sul perché e sul per come.
Uscirete dalla sala con qualche dubbio ancora in testa (induzione al senso critico che non guasta), apprezzando la raffinatezza dell'imponenza scenografica e di alcune memorabili sequenze, cogliendo qualche citazione un po' archetipica (l'Architetto si chiama Ariadne) un po' cinefila (inseguimenti sulla neve alla 007), ammirati per la resa scenica di Di Caprio e della Cotillard (che bello vedere attori che sanno recitare anche in un film d'azione!), con, infine, la certezza assoluta di esservi divertiti. E, insomma, non è poco.
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lucas denny
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mercoledì 6 ottobre 2010
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i labirinti della mente
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Nolan si riconferma essere un regista un po' particolare, affascinato dal tema del sogno, della realtà e della verità come visto nelle sue pellicole precedenti, in particolare Memento e The Prestige.
È un film riuscito, anche se non al livello di altri che ha diretto.
La trama è ben appropondita ed è bella la sensazione che il regista giochi con il suo pubblico che non è relegato ad avere un ruolo passivo.
Il film va seguito in tutti gli aspetti e non ci si può lasciar cullare e trasportare come si fa con altri.
D'altro canto i personaggi sono appena abbozzati eccezion fatta per quello interpretato da Di Caprio.
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Nolan si riconferma essere un regista un po' particolare, affascinato dal tema del sogno, della realtà e della verità come visto nelle sue pellicole precedenti, in particolare Memento e The Prestige.
È un film riuscito, anche se non al livello di altri che ha diretto.
La trama è ben appropondita ed è bella la sensazione che il regista giochi con il suo pubblico che non è relegato ad avere un ruolo passivo.
Il film va seguito in tutti gli aspetti e non ci si può lasciar cullare e trasportare come si fa con altri.
D'altro canto i personaggi sono appena abbozzati eccezion fatta per quello interpretato da Di Caprio.
Ci sono diversi rimandi ad altri film come Matrix, Dark City, ... che un po' guastano l'originalità del film.
Il tema affrontato è quello della veridicità della realtà che ci circonda, è vero quello che stiamo vivendo?
È solo un sogno, una realtà creata da altri?
La scena del combattimento in assenza di gravità ricorda quella di Matrix in cui Neo e l'agente Smith duellano nella metropolitana verso il finale del film anche se in questo caso l'impressione è data dalla tecnica di ripresa "Bullet time"
Nolan è un po' sceso a compromessi per non fare un film troppo complicato e ancora più lungo (già questo dura due ore e mezza) perché un film di Hollywood deve rimanere comprensibile da tutti, anche se con diverse interpretazioni.
Il budget infatti é notevole (180 milioni di dollari) e i produttori cercano sempre un risultato sicuro quando investono cifre del genere.
La trama anche se è intrecciata e si snoda attraverso più livelli viene spiegata passo passo come farebbe un'insegnante ai suoi allievi.
Ci sono diversi punti che non vanno volutamente e fanno si che si possono fare diverse interpretazioni.
Non ne esiste una giusta ed una valida, Nolan vuole che ogni spettatore abbia il proprio film nella sua testa.
Inception 8/10
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maggie1983
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venerdì 8 ottobre 2010
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sogno o realtà?
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Non capita spesso che alla fine di una proiezione infrasettimanale comunque piuttosto affollata, il pubblico scoppi in un applauso spontaneo.
E' quello che e' successo per Inception. E' vero, per riuscire a seguire interamente e coscientemente il film occorreva un po' di preparazione, nel mio caso leggendo qualche articolo su riviste di cinema, con tanto di schema dei vari sogni che si susseguono, dei vari livelli di sogno e relativi sognatori, ma con un po' di impegno, magari non richiesto da altri film, il crescendo verso il finale era davvero spettacolare e pieno di suspance. E che dire del finale? Mi ha ricordato l'ultima scena di Match Point di Allen, l'attenzione puntata su un piccolo oggetto, consapevoli che il significato di tutto il film, compreso il finale, dipende dall'ultimo movimento di quell'oggetto.
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Non capita spesso che alla fine di una proiezione infrasettimanale comunque piuttosto affollata, il pubblico scoppi in un applauso spontaneo.
E' quello che e' successo per Inception. E' vero, per riuscire a seguire interamente e coscientemente il film occorreva un po' di preparazione, nel mio caso leggendo qualche articolo su riviste di cinema, con tanto di schema dei vari sogni che si susseguono, dei vari livelli di sogno e relativi sognatori, ma con un po' di impegno, magari non richiesto da altri film, il crescendo verso il finale era davvero spettacolare e pieno di suspance. E che dire del finale? Mi ha ricordato l'ultima scena di Match Point di Allen, l'attenzione puntata su un piccolo oggetto, consapevoli che il significato di tutto il film, compreso il finale, dipende dall'ultimo movimento di quell'oggetto... meraviglioso, da uscire dal cinema con gli occhi lucidi di pianto ma anche con un gran sorriso di soddisfazione.
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giorgio47
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venerdì 8 ottobre 2010
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quale "realtà" viviamo?
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E’ un ottimo film girato in maniera magistrale ed interpretato ottimamente. Le scene sono non solo mozzafiato ma veramente affascinanti. L’argomento è molto complesso e parte dal concetto che la “realtà” è quella che viviamo in prima persona e nessuno è in grado di confermarci se siamo veramente reali o stiamo sognando o vivendo in un’altra dimensione. Insomma la nostra mente è qualcosa di ancora inesplorato che possiamo interpretare dal solo punto di vista soggettivo senza poter aver risposte da nessun altro oltre noi stessi. Detto ciò è facile capire che seguire la trama è un esercizio non dei più semplici, ma le immagini e la storia riescono ad affascinare senza far pesare le oltre due ore del film.
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E’ un ottimo film girato in maniera magistrale ed interpretato ottimamente. Le scene sono non solo mozzafiato ma veramente affascinanti. L’argomento è molto complesso e parte dal concetto che la “realtà” è quella che viviamo in prima persona e nessuno è in grado di confermarci se siamo veramente reali o stiamo sognando o vivendo in un’altra dimensione. Insomma la nostra mente è qualcosa di ancora inesplorato che possiamo interpretare dal solo punto di vista soggettivo senza poter aver risposte da nessun altro oltre noi stessi. Detto ciò è facile capire che seguire la trama è un esercizio non dei più semplici, ma le immagini e la storia riescono ad affascinare senza far pesare le oltre due ore del film.
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ivanvalle90
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domenica 10 ottobre 2010
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l'esperienza epica del sogno: inception
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Sogni, un agente misterioso, un manovratore, una situazione emblematica, Parigi, un architetto, Mombasa, un falsario, un chimico,Sydney, un ricco ereditiere, un innesto, un limbo. Più che un film Inception è “un’ esperienza cinematografica”, un trip attraverso i vari livelli dell’inconscio nei più sconvolgenti meandri della mente umana. Una storia ben congegnata che possiede tutti i requisiti essenziali: è originale, intrigante, dinamica, futurista. Pregevole la regia, ancora una volta Nolan non delude le aspettative confezionando un “film evento” particolare, complesso ma non inutilmente complicato. Ad aiutarlo un cast d’eccezione cominciando dalla coppia Di Caprio-Cotillard, alla giovane Ellen Page che non delude nella prova “post-Juno” confermandosi capace, ai quasi-camei di Michael Caine (che appare e scompare fino alla fine del film).
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Sogni, un agente misterioso, un manovratore, una situazione emblematica, Parigi, un architetto, Mombasa, un falsario, un chimico,Sydney, un ricco ereditiere, un innesto, un limbo. Più che un film Inception è “un’ esperienza cinematografica”, un trip attraverso i vari livelli dell’inconscio nei più sconvolgenti meandri della mente umana. Una storia ben congegnata che possiede tutti i requisiti essenziali: è originale, intrigante, dinamica, futurista. Pregevole la regia, ancora una volta Nolan non delude le aspettative confezionando un “film evento” particolare, complesso ma non inutilmente complicato. Ad aiutarlo un cast d’eccezione cominciando dalla coppia Di Caprio-Cotillard, alla giovane Ellen Page che non delude nella prova “post-Juno” confermandosi capace, ai quasi-camei di Michael Caine (che appare e scompare fino alla fine del film). Ad accompagnamento, Zimmer crea una musica “epica” che riesce a rendere perfettamente il senso eroico, favoloso e rischioso della storia e che incalza perfettamente il ritmo del film nei momenti clou. Incredibile come possa risultare attinente un pensiero di Bertold Brecht tratto da "Storie del Signor Keuner": “La conoscenza degli uomini è necessaria solo là dove è in gioco lo sfruttamento. Pensare significa cambiare. Se penso a un uomo, lo cambio, e quasi mi sembra che non sia affatto così come è, ma che fosse così solo quando io cominciai a farmi dei pensieri su di lui." Gli effetti speciali sono curati in modo minuzioso e non appesantiscono troppo il film nella sua interezza, inoltre permettono una rappresentazione molto suggestiva di una Parigi (degna delle più surreali litografie di Escher) che si avvolge su se stessa, trascolorando e trasmigrando da un ambiente ad un altro, secondo i “livelli” del sognatore, proprio come la psiche dello stesso. Il film potrebbe apparire una “semplice” storia di spionaggio industriale, ma se osservato attentamente appare infarcito di citazioni, che rivelando la ricerca degli autori, supportano con i loro riferimenti una storia d’azione. I paradossi si “innestano” su una base Freudiana e sconfinano nell’idea di mondi paralleli come diversi livelli del sogno, del gioco, in cui spazio e tempo si dilatano abbattendo qualsiasi convenzione fisica. Nolan riprende ognuno di questi contenuti ma non li utilizza come un semplice “copia e incolla”, li modifica, li personalizza, li integra rendendoli perfetti per la sua storia. Stravolge il procedimento freudiano di interpretazione del sogno trasformandolo in un gioco molto complesso su più livelli in cui, sogno dopo sogno, si cerca di condizionare la mente. Utilizza lo strumento del paradosso come una trappola, tanto che si tratti del moto perpetuo su una scala senza fine quanto di un lunghissimo precipitare dall’impatto differito, o in parallelo di un’avvincente lotta in assenza di gravità di due nemici che “nuotano”, danzano, si inseguono dal pavimento al soffitto di un labirintico corridoio. Assolutamente da vedere e da vivere sino alla fine, in cui, avvolti dal tema musicale di Zimmer, un “calcio” vi farà perdere l’equilibrio che il sogno vi ha dato per tornare alla realtà.
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siper
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giovedì 11 novembre 2010
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cocktail perfetto tra azione, psiche e sentimenti
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Dom Cobb ( Leonardo Di Caprio) è capace di entrare nei sogni delle persone per prelevare o innestarvi informazioni e idee. A lui si rivolge il ricco industriale Saito (Ken Watanabe) per innestare un’idea nella mente dell’erede di una multinazionale ( Cillian Murphy), offrendogli in cambio la possibilità di rivedere i suoi figli. Cobb accetta e assieme all’architetto Ariadne (Ellen Page) mette su un team di specialisti per riuscire nell’impresa. Il problema più grande è però la moglie defunta di Cobb (Marion Cotillard) che rivive nei sogni del marito. Tutto ciò è “Inception” di Christopher Nolan. Quest’ultimo dà vita ad un vero e proprio thriller psicologico grazie alla grande intensità e tensione derivanti da una trama ricca e intricatissima che dopo la spiazzante confusione iniziale si delinea poco a poco rendendo evidente la sua straordinarietà, come una bella donna che si spoglia lentamente.
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Dom Cobb ( Leonardo Di Caprio) è capace di entrare nei sogni delle persone per prelevare o innestarvi informazioni e idee. A lui si rivolge il ricco industriale Saito (Ken Watanabe) per innestare un’idea nella mente dell’erede di una multinazionale ( Cillian Murphy), offrendogli in cambio la possibilità di rivedere i suoi figli. Cobb accetta e assieme all’architetto Ariadne (Ellen Page) mette su un team di specialisti per riuscire nell’impresa. Il problema più grande è però la moglie defunta di Cobb (Marion Cotillard) che rivive nei sogni del marito. Tutto ciò è “Inception” di Christopher Nolan. Quest’ultimo dà vita ad un vero e proprio thriller psicologico grazie alla grande intensità e tensione derivanti da una trama ricca e intricatissima che dopo la spiazzante confusione iniziale si delinea poco a poco rendendo evidente la sua straordinarietà, come una bella donna che si spoglia lentamente. La grandezza di Nolan sta proprio in questo, riesce, infatti, a sciorinare una storia tanto complessa senza mai tediare lo spettatore ma , anzi, riesce a creare una crescente tensione e un interesse sempre maggiore. Incredibile anche la capacità di intrecciare alla trama principale, una sorta di trama parallela, ossia la storia pregressa della vita di Cobb con la moglie e il movente sentimentale della mancanza dei figli. Durante tutta la visione del film si ha la netta sensazione di essere di fronte ad un’opera di grande importanza, paragonabile ad un calderone pieno di svariati ingredienti che però si sposano di loro alla perfezione grazie ad un grande chef come Nolan e alle materie prime eccellenti (un cast quanto mai all’altezza). Una nota a latere merita la prestazione di Leonardo Di Caprio, autore di una prova meravigliosa. Specializzatosi ormai nel genere (basti pensare a “Shutter Island”) Leo ci regala un’interpretazione magistrale dimostrandosi uno dei migliori attori nel panorama mondiale, ormai nel pieno della sua maturità artistica. Insomma Di Caprio smentisce con i fatti, ancora una volta, i suoi detrattori ancora legati al ricordo del Jack belloccio di “Titanic”.
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gutardini
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sabato 25 dicembre 2010
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nolan raggiunge il massimo...
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Nolan è l'esempio perfetto di self-made man. Ha cominciato la sua carriera cinematografica insieme a pochi amici e, adesso, si trova girare film da milioni e milioni di dollari.
Ma perché ogni suo film riscuote così tanto successo?
Perché Nolan infonde in ogni sua opera la profonda passione che ha per il cinema.
Inception é tecnicamente perfetto, girato in modo impeccabile e dotato di una travolgente colonna sonora composta dal maestro Hans Zimmer.
La trama é complicata ma coinvolgente e il cast funziona alla perfezione.
Potrebbe essere la volta buona per Nolan di ottenere una nomination agli Oscar.
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the man of steel
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lunedì 31 gennaio 2011
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è impensabile che...
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1. Che la confezione di The King's Speech sia migliore o più degna di nota di quella di True Grit (costumi) Inception (scenografie e fotografia) The Social Network (montaggio)
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1. Che la confezione di The King's Speech sia migliore o più degna di nota di quella di True Grit (costumi) Inception (scenografie e fotografia) The Social Network (montaggio)
2. Che la moscia colonna sonora di TKS, che gioca molto su pezzi classici ad effetto, sia migliore del lavoro di Zimmer
3. Che la sceneggiatura piatta e pedante di TKS, che qualsiasi scrittore britannico potrebbe gestire dopo un mese di ricerche storiche, valga anche la metà di un lavoro IMPERFETTO ma azzardato e ottimamente costruito come quello sullo script di INCEPTION
4. Che la regia tutta primi piani e grandangoli inutili di Hooper valga la centesima parte degli eccessi di Aronofsky e Nolan
5. Che The King's Speech, un film vecchio nel midollo, che niente aggiunge ai 1000 drammi da camera in costume della storia, furbo e di mestiere vinca contro Inception in primis e contro The Social Network, Black Swan e quant'altri...
Una vergogna, l'ennesima, gravissima, da parte dell'Academy. Se TKS non porta a casa nulla rido come un matto ma questo non succederà. Basta far vincere questi film idioti che si fanno vedere solo per il gongolamento del pubblico medio che non capisce un c***o...Inception doveva essere nominato per il montaggio e per la regia, 8 nomination sono concettualmente POCHE per questo film. Se non porta a casa nulla è uno scandalo.
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[+] ah, allora è un vizio!
(di marezia)
[ - ] ah, allora è un vizio!
[+] una cosa è certa
(di the man of steel)
[ - ] una cosa è certa
[+] si ok...
(di shadow)
[ - ] si ok...
[+] shadow,
(di marezia)
[ - ] shadow,
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