La cosa più incredibile è che questo film è stato girato nel 2010. Condizione più che sufficiente per pretendere una qualità e delle riprese quantomeno di un certo livello. Anche trattandosi di un film italiano, un minimo di professionalità è da pretendere. E invece no: un flop che a guardarlo ci si vergogna.
All'inizio, tutto fa supporre che si tratta di una telenovela, quelle a basso budget: c'è la figlia con i suoi problemi, un padre burbero, una madre morta, un paesino con i suoi misteri, pettegolii ad ogni angolo di strada, e strane figure che si aggirano solo di notte (per andare dove e fare cosa, in tutto il film non verrà mai svelato: ci sono molte scene messe lì solo per far capire il "contesto" nel quale si svolgono i fatti, ma che non hanno nè senso nè coda, così, tanto per! Ne riparleremo...).
Insomma: solo col passare del tempo e delle mezz'ore, ti accorgi che si tratta di un film, e allora tutto risulta ancor meno giustificabile: non solo il tutto è fatto a basso costo, ma credo siano mancate figure importanti, quali il regista, il tecnico della fotografia, lo scenografo... I fatti si svolgono ad Alberobello, paese dei trulli, particolare che NON viene mai messo in secondo piano: ogni inquadratura centra un trullo, o un quadro che ne raffigura uno, oppure un poster o gadget turistico che ci ricorda il Paese in cui siamo; Paese al completo OSCURO sul fatto che si stanno girando le riprese per un film. Le scene "casuali", quelle che vogliono mostrare il quotidiano vivere tranquillo del Paese, son sempre le stesse: gente che esce da una messa, che cammina per strada, ignara di essere una comparsa; infatti, è possibile vedere qualche passante voltarsi verso la telecamera o verso gli attori, in maniera completamente innaturale e stupiti dalla presenza di una telecamera. In altri casi, le persone "comuni" sono inquadrate di spalle, per non far notare l'effetto "sorpresa".
Non che le scene "professionali" (quelle con gli attori veri) siano migliori: in pratica, camminano sempre, anche se devono parlare per dirsi una cosa dolce o tranquilla, o se devono sgridare qualcuno per qualcosa che ha fatto. In un ora di film, hanno già girato per l'intero Paese e fatto vedere ogni piccola insenatura; così che, nel secondo tempo, ricominciano daccapo. Solo due attori restano fermi: il prete e la governante(?) che va da lui a confessarsi. Prete che è l'unico attore accettabile del cast (e, infatti, l'unico a morire); tutti gli altri sono di una mediocrità indescrivibile (per questo, mi aspettavo si trattasse solo di una telenovela anni 70 fallita e lasciata in sospeso dopo 4 puntate): la peggiore è proprio l'attrice principale (ruolo che si intuisce dopo una bella mezz'ora di film). Se ad un certo punto le vicende stanno per catturare la tua attenzione, curioso di dove si vuole andare a parare (una sorta di Twin Peacks italiano), basta l'apparizione o le parole "recitate" dall'attrice principale ed ecco che tutta la teatralità crolla, l'immedesimazione sfuma e torni a renderti conto che è solo un film (mediocre). Una voce e una carica recitativa inferiore agli abitanti (veri!) ignari di essere comparse. Uno squallore indescrivibile.
Non è l'unica pecora nera, a essere sinceri: studiando un pò il restante cast, si capiscono gli altri difetti di questa pellicola. Una donna bionda che non si sa bene quale ruolo svolga: la si vede apparire dappertutto, spesso in motel, ma anche come aspirante poliziotta pronta a risolvere il mistero (per poi scoprire essere sè stessa la colpevole); l'amico innamorato della protagonista che ha due ruoli fondamentali: fare da zerbino alla donna che neanche lo considera/nullafacente con il suo gruppetto di amici del bar, come se fossero i liceali in cerca di gonnelle (hanno 50anni a testa: è ridicolo anche il solo modo con il quale cercano di far passare quelle scene travestite da "i ragazzi del muretto").
La storia (sebbene abbia un inizio e una fine) fa acqua da tutte le parti: ci sono persone che, solo chiedendo di poter avere la chiave che apre tutte le porte del motel con uno stratagemma al limite del ridicolo, se le vedono consegnare dal tipo della reception; tipo che, in qualche scena dopo, neanche compare più: la reception è vuota (e le chiavi rubate). Buchi e situazioni irreali che, per, fruiscono allo scopo della pellicola, per far sì che giunga alla sua conclusione (l'apoteosi dello schifo che già si ha avuto modo di assistere).
Insomma: questo film ne ha per tutti i gusti e, sebbene si identifichi quale film horror (ma state attenti: qualche scena e linguaggio è vietato ai minori!), lo riguarderò quando avrò voglia di farmi due risate. Semplicemente ripensando ad alcune scene che, come dicevo, sono messe lì, tra un ciak e l'altro, per "creare l'atmosfera": emblematico è quando la telecamera entra nella casa di una povera anziana che sta facendo bollire dell'acqua e accanto del passato di verdure in un piattino. Chi è? Cosa è? Non verrà mai svelato.