erre
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lunedì 28 febbraio 2011
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ci vuole grinta
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Dopo l' assassinio del padre, Mattie Ross si reca in città a recuperare la salma e a cercare giustizzia. In un primo momento si rivolge alle autorità, ma dato l' esito negativo decide di assoldare il piu grintoso, vecchio, burbero, alcolizzato sceriffo della contea Rooster" Cogburn detto il Grinta, per scovare ed uccidere l' assassino di suo padre. Durante i difficoltosi preparativi per la caccia all' uomo, Mattie si imbatte in un altro sceriffo, un texas ranger, LeBouef il quale le comunica che l' uomo che cercano è in realtà un pericoloso criminale, ricercato in tutto lo stato per aver ucciso un senatore e il suo cane. I tre, costretti da reciproche esigenze e convenienze, partone, insieme in una travolgente avventura piena di pericoli, equivoci, litigi e colpi di scena.
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Dopo l' assassinio del padre, Mattie Ross si reca in città a recuperare la salma e a cercare giustizzia. In un primo momento si rivolge alle autorità, ma dato l' esito negativo decide di assoldare il piu grintoso, vecchio, burbero, alcolizzato sceriffo della contea Rooster" Cogburn detto il Grinta, per scovare ed uccidere l' assassino di suo padre. Durante i difficoltosi preparativi per la caccia all' uomo, Mattie si imbatte in un altro sceriffo, un texas ranger, LeBouef il quale le comunica che l' uomo che cercano è in realtà un pericoloso criminale, ricercato in tutto lo stato per aver ucciso un senatore e il suo cane. I tre, costretti da reciproche esigenze e convenienze, partone, insieme in una travolgente avventura piena di pericoli, equivoci, litigi e colpi di scena.
Remake straordinario, quello dei fratelli Coen, mantengono la trama inalterata ma rendono un bel western un piccolo capolavoro, con una fotografia buonissima e delle interpretazioni maggistrali, due su tutte Berry Pepper sorprendente e Jeff Bridges monumentale (come sempre). Il film ha tutto quello che si può chiedere: azione, qualche spezzone bruto, molta ironia, il quantitativo esatto di sentimentalismi ma mai melensi e avventura, molta avventura, senza contare che a parere mio rimane fedele ai western di un tempo, non sfigura nei confronti, inanzi tutto dell' originale, ma anche di film come per un pugno di dollari o il buono il brutto e il cattivo insomma fedele ai canoni del genere. Concludendo un gran film, da vedere. I fratelli Coen non deludono (quasi) mai.
Sfogo e consiglio: prima di vedere il film ho fatto l' errore di leggere molti commenti, positivi e negativi, alcuni molto istruttivi ed interessanti, altri inutili o al limite dell' intelligenza cinematografica, bene, non fatelo, leggetevi la trama e basta, poi dopo la visione leggete e commentate in un forum o con gli amici. Per colpa di qualc ' uno ho aspettato con ansia la scena dove la piccola Ross usciva col cavallo dal fiume per vedere se realmente fosse asciuttae se quel qualc'uno aveva ragione....ufff colore del vestito più scuro e cappello che gocciola, bagnata dalla testa ai piedi.
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[+] acque agitate... dopo gli oscar!
(di hollyver07)
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williamd
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domenica 24 aprile 2016
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dov'è questa grinta?
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Si intitola “Il Grinta”, ma a mio modo di vedere nel film di grinta ce n'è poca. Jeff Bridges e Matt Damon interpretano rispettivamente le parti di un ex sceriffo e di un ranger, entrambi assoldati da una ragazza per dare la caccia all'assassino di suo padre.
I fratelli Coen scrivono una sceneggiatura più che valida, ma l'atmosfera che si crea non è avvolgente ed il pathos è poco: nulla a che vedere con il loro precedente capolavoro “Non è un paese per vecchi”. Si tratta di un western che presenta una trama semplice ed ossuta, priva di grandi colpi di scena se non nel finale, dove il film decisamente si riscatta.
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Si intitola “Il Grinta”, ma a mio modo di vedere nel film di grinta ce n'è poca. Jeff Bridges e Matt Damon interpretano rispettivamente le parti di un ex sceriffo e di un ranger, entrambi assoldati da una ragazza per dare la caccia all'assassino di suo padre.
I fratelli Coen scrivono una sceneggiatura più che valida, ma l'atmosfera che si crea non è avvolgente ed il pathos è poco: nulla a che vedere con il loro precedente capolavoro “Non è un paese per vecchi”. Si tratta di un western che presenta una trama semplice ed ossuta, priva di grandi colpi di scena se non nel finale, dove il film decisamente si riscatta. I personaggi sono inverosimili, quasi grotteschi: Bridges e Damon dovrebbe fare la parte di due uomini duri ed indomabili invece si fanno sottomettere da una quattordicenne, la quale sembra saperne una più dell'avvocato del diavolo. Da adulatore di Tarantino mi sarebbe piaciuta una sceneggiatura più arrogante ed avrei voluto vedere più fuoco e più sangue. Si direbbe quasi un film adatto ad un pubblico di ragazzi con un'ingiusta morale (la vendetta di un assassinio con un altro assassinio).
Voto 5/6
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algernon
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sabato 19 febbraio 2011
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western raffinato
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davvero un bel film, che introduce lo spettatore in un'ambientazione coinvolgente del vecchio West, con i villaggi gli hotel i tribunali e i personaggi dell'epoca, come tanti altri film del genere certo, ma con quella maestria che ad altri manca. la fotografia è fine, con visioni da vecchia cartolina nei villaggi e grandiosi scenari naturali. gli attori sono splendidi, Matt Damon, Jeff Bridges, e la notevolissima esordiente Hailee Steinfeld. ottima la musica.
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annalisa80
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domenica 20 febbraio 2011
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bello!
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Bel film! La ragazzina è all'altezza,tenace, sicura di sè, spero proprio che le vada l'oscar come migliore attrice non protagonista, un ruolo femminile degno di nota finalmente!
In quanto a Jeff Bridges, tra i miei attori preferiti, non dimenticherò presto il suo sguardo interito ogni volta che si trovava a tu per tu con la ragazza... (Tra l'altro il suo personaggio Cogburn mi ricorda molto Drugo di Il grande Lebowsky). Fotografia degna di Oscar, stupenda la cavalcata dei suddetti di notte fra la neve... Incantata da questa scena. E nel finale, ascoltando il monologo della donna, i Coen alla grande!
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livingrloving
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lunedì 21 febbraio 2011
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gran bel film
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mi è piaciuto questo film dei fratelli coen che ultimamente pensavo avessero un po' calato le loro straordinarie prestazioni cinematografiche (si sa con meno aspettative riesci ad apprezzare moolto meglio)
il film è una bella storia western (decisamente non il mio genere preferito) che mi ha ricordato un po' Leon di Luc Besson in versione western..
gli elementi comuni sono molti: una ragazzina che sembra molto piu grande dell'eta che ha ingaggia uno sceriffo (nel caso di Leon un sicario) per vendicarsi dell'assassinio del padre.
anche qui come in leon la cosa che piu mi ha colpito è il rapporto tra i due, tra una bambina diventata adulta per necessita e sofferenza e un uomo con lacune emotive notevoli e alcolizzato, un amore platonico e molto dolce.
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mi è piaciuto questo film dei fratelli coen che ultimamente pensavo avessero un po' calato le loro straordinarie prestazioni cinematografiche (si sa con meno aspettative riesci ad apprezzare moolto meglio)
il film è una bella storia western (decisamente non il mio genere preferito) che mi ha ricordato un po' Leon di Luc Besson in versione western..
gli elementi comuni sono molti: una ragazzina che sembra molto piu grande dell'eta che ha ingaggia uno sceriffo (nel caso di Leon un sicario) per vendicarsi dell'assassinio del padre.
anche qui come in leon la cosa che piu mi ha colpito è il rapporto tra i due, tra una bambina diventata adulta per necessita e sofferenza e un uomo con lacune emotive notevoli e alcolizzato, un amore platonico e molto dolce.
inoltre c'è meno amarezza rispetto ai passati loro film, il ridicolo si (matt damon azzeccatissimo nel texas ranger), insomma è leggero e spensierato.
hailee steinfeld bravissima e jeff bridges stupendo anche se il grande lebowski e il grande lebowski...
insomma andate a vedere questo bel film, non un capolavoro, ma molto piacevole
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renato volpone
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venerdì 25 febbraio 2011
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giustizia o vendetta?
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Una ragazzina di 14 anni, cui è stato ucciso il padre, incarica un cacciatore di taglie per la cattura dell'assassino, al fine di farlo processare e impiccare. Insieme partono in questa ricerca e la storia si sviluppa su di loro, su uno sceriffo alla caccia dello stesso assassino e sui banditi. Buoni e malvagi si confondono e non si sa mai se il fine sia quello della giustizia o della vendetta. Alla cruda violenza si alternano scene esilaranti. Alla fine, comunque, si esce dal cinema con una sensazione positiva, di benessere. Il film è molto bello e gli attori sono molto bravi. La fotografia è stupenda
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marcot
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venerdì 25 febbraio 2011
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niente di che!
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Bel film ma onestamente niente di che:
spicca il personaggio di Bridges, bravissimo, per il resto non coinvolge..
non è un western, lo è l'ambientazione da contenitore.
Secondo me non si merita gli Oscar.
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olgadik
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domenica 27 febbraio 2011
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senza sorpese
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Non ho un particolare interesse per il genere western e tanto meno per il celebratissimo Sergio Leone e la sua operazione di riconversione ironica all’italiana. Tuttavia il duo ebraico americano è tra gli autori preferiti e sapevo che, comunque, non avrei visto un brutto lavoro. Così è stato. Perché anche se la storia non ha nulla di speciale, fotografia sceneggiatura e regia mi sono sembrati di gran qualità. Citerei ad esempio due sequenze. Quella del processo nel polveroso abitato di frontiera (ultimi anni dell’Ottocento) dove gli stereotipi del genere si animano, prendendo sostanza e verità, e diventano un piccolo quadro storico del periodo; l’altra è la scena finale, di gran classe nella sua eleganza e semplicità.
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Non ho un particolare interesse per il genere western e tanto meno per il celebratissimo Sergio Leone e la sua operazione di riconversione ironica all’italiana. Tuttavia il duo ebraico americano è tra gli autori preferiti e sapevo che, comunque, non avrei visto un brutto lavoro. Così è stato. Perché anche se la storia non ha nulla di speciale, fotografia sceneggiatura e regia mi sono sembrati di gran qualità. Citerei ad esempio due sequenze. Quella del processo nel polveroso abitato di frontiera (ultimi anni dell’Ottocento) dove gli stereotipi del genere si animano, prendendo sostanza e verità, e diventano un piccolo quadro storico del periodo; l’altra è la scena finale, di gran classe nella sua eleganza e semplicità. Ma un po’ tutto il film è tradizionale e insieme modernissimo nel linguaggio. Penso che bene abbiano fatto i Coen a tenere d’occhio il libro di Charles Portis da cui il film è tratto, piuttosto che l’opera omonima di Hathaway con un John Wayne al tramonto, premiato con l’unico Oscar, ma non per questo più convincente del suo solito. I fatti sono ambientati nell’Arkansas e al centro dell’azione c’è una ragazzina di quattordici anni, Mattié Ross (Hailee Steinfeld) che vuole vendicare a ogni costo l’uccisione dell’amatissimo padre ad opera di un vile rapinatore fuggito poi nelle terre indiane. Non potendo agire da sola, l’ostinata e coraggiosa adolescente assolda per catturarlo uno sceriffo, Reuben Cogburn (Jeff Bridges), noto per essere spietato, burbero, ma pieno di esperienza. Ai due nella ricerca si unisce poi il texas-ranger La Boef (Matt Damon), il quale è interessato soprattutto alla taglia pendente sul criminale. Da questo momento in poi il film racconta con una voce fuori campo gli episodi di un road-movie attraverso boschi e vallate americane che fanno da sfondo e che i Coen sanno descrivere con rara sensibilità grazie anche a suggestive dissolvenze. La sceneggiatura, efficace nei dialoghi, è tesa a valorizzare le tre diverse psicologie dei personaggi principali, delle quali la più riuscita è certo quella della ragazzina. Non mancano poi figure minori, alcune ricreate con fantasia rinnovata dagli autori, altre più banali, ripescate dal repertorio classico del genere. Discutibile il doppiaggio, un po’ fastidioso per il falsetto esagerato. Immancabile il finale che premia i buoni e punisce i cattivi. Forse il film non è esaltante proprio perché è ben confezionato ma senza sorprese o divertenti e profonde dissacrazioni tipiche dei nostri registi. Scontata anche la bravura di Jeff Bridges, troppo perfetto nel ruolo dell’ubriacone tutto cuore e rozzezza. Decisamente modesta e scolorita la prestazione di Matt Damon e non è la prima volta che mi tocca di notarlo.
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lady libro
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domenica 27 febbraio 2011
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molto più di un semplice western...
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Questo film è senza dubbio uno dei più belli che io abbia mai visto.
Non è un western comune come quasi tutti gli altri girati in precedenza: è una storia assai più profonda, emozionante e molto divertente.
I fratelli Cohen hanno realizzato veramente un'opera d'arte: costumi perfetti, scenografie fantastiche, effetti spettacolari, fotografia stupenda...
Il cast poi è tutto una bravura unica: Jeff Bridges, in primis, è bravissimo nel ruolo dello sceriffo duro e burbero Rooster Cogburn e la sua interpretazione è sublime!
Notevolissima anche Hailee Steinfeld che interpreta la testarda e tenace Mattie Ross, uno dei personaggi femminili più belli e ben riusciti nella storia del cinema.
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Questo film è senza dubbio uno dei più belli che io abbia mai visto.
Non è un western comune come quasi tutti gli altri girati in precedenza: è una storia assai più profonda, emozionante e molto divertente.
I fratelli Cohen hanno realizzato veramente un'opera d'arte: costumi perfetti, scenografie fantastiche, effetti spettacolari, fotografia stupenda...
Il cast poi è tutto una bravura unica: Jeff Bridges, in primis, è bravissimo nel ruolo dello sceriffo duro e burbero Rooster Cogburn e la sua interpretazione è sublime!
Notevolissima anche Hailee Steinfeld che interpreta la testarda e tenace Mattie Ross, uno dei personaggi femminili più belli e ben riusciti nella storia del cinema.
Molto bravo anche Matt Damon, attore che a poco a poco si rivela sempre di più al pubblico come un attore ricco di talento e degno di successo.
Assolutamente da non perdere.
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salvix
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lunedì 28 febbraio 2011
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"il grinta"? , forse "la grinta"!
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Bel film, davvero, ottimo casting e buona sceneggiatura fanno da cornice ad un'interpretazione magistrale di Hailee Steinfeld che si dimostra un'ottima interpretatrice di una ragazza che ha davvero "grinta" da vendere, al limite del surreale si può dire. I fratelli Coen sanno rendere poi reale e piacevole la visione del film, dove le inquadratura si concentrano spesso sulla ragazza prodigio, vera protagonista e leader del gruppo di tutori della legge. Quando perde il braccio, ecco che spunta la fredda e calcolatrice cinicità dei fratelli, che danno una spinta di credibilità e drammaticità alla storia e al personaggio della quattordicenne.
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(di il cugino di marvelman)
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