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Black Swan è un horror psicologico in cui più che il mondo del ballo, Aronofsky esamina il mondo della psiche sottoposta a pressioni ed esasperazioni, fino all’eccesso, che coincide con l’eccellenza ma anche con il disturbo. Nel film ci sono infatti solo nemici finti ben più pericolosi delle persone vicine perché impossibili da controllare. L’idea non è originale in nulla. La competizione accentuata da elementi erotici e perversioni represse o realizzate sembra ricalcare “Showgirls” di Verhoeven che pur sempre di ballo e vedette parla, anche se di altro tipo, Vincent Cassel e Mila Kunis più che membri del New York Ballett, potrebbero essere agenti segreti importati da Alias o da altri film di spionaggio, ma l'ispirazione e chissà se solo quella, della confusione tra realtà ed immaginazione, fra genialità ed anormalità è sicuramente tratta da Ron Howard ed il suo “A Beautiful Mind”, sebbene muoversi in una storia di drammatica fantasia sia più difficile che parlare di una storia già esistente. Originale alla fine è solo la Portman con troppa enfasi ma sicuramente al top come attrice.
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