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Harry Potter e i doni della morte, il libro

La lotta tra il Bene e il Male diventa un'avventura dal valore universale.
di Fabio Secchi Frau

Il libro di J.K. Rowling

giovedì 2 dicembre 2010 - Libri



La recensione ****
A J.K.Rowling, scrittrice inglese, bastano settecento pagine per raccontare l'epica battaglia finale di Harry Potter e Lord Voldemort, maghi potentissimi, che si ritrovano a sfidarsi l'uno per il dominio del mondo, l'altro per la sua salvezza. Dalla ricerca degli Horcrux nelle luride brughiere britanniche, vissute con paura primordiale e seguite da laconici litigi con i propri compagni d'avventura, agli sporadici scontri contro chi ha scelto di essere parte del Male, fino al tragico epilogo: tutto viene raccontato in terza persona e col tempo passato, che crea già distanza, con uno stile secco e oggettivo da vecchia ballata scozzese. Settecento pagine che si aspettavano in ben sette romanzi che compongono la bella, fantastica e magica storia di Harry Potter e che prevedono aggiunte e divagazioni, ma anche settecento pagine che cambiano di botto il ritmo narrativo e infantile cui eravamo abituati. J.K. Rowling, nata in Inghilterra e quindi britannica doc, infatti ha vissuto le avventure del suo (s)fortunato personaggio come un passaggio al genere horror, dopo l'impegno nel meno sanguinolento "Harry Potter e il Principe Mezzosangue". Con la sodale Salani, che ha pubblicato in Italia i suoi libri a partire da "Harry Potter e la pietra filosofale", si possono recuperare tutti quei personaggi che hanno dato colore al libro e che qui hanno nuovi ruoli, garantendo una perfetta continuità fra ciò che era stato raccontato e ciò che deve essere ancora letto. Rispetto ai precedenti romanzi, infatti, "Harry Potter e i doni della morte" (Ed. Salani, 2010) racconta meglio il difficile rapporto fra l'inquieto Harry e il suo antagonista, scavando a fondo dentro la vita passata di quest'ultimo e, quindi, dentro la sua oscurità che, diciamocelo, è decisamente più bella e fascinosa rispetto a quella dell'eroe. Lord Voldemort allampanato e incavato, dal passo mellifluo e dallo sguardo famelico, diventa il simbolo di questo libro, l'acqua sporca nella quale le sue pagine sono intinte e macchiate. Un'ottima prova della scrittrice, che conferma e regala strepitose sorprese e che ha lavorato bene sul corpus di quell'universo stregonesco che ha creato, trovando una propria andatura e una propria strada da seguire e costituendo con la struttura dei sette libri un poema epico e grandioso, fatto di paradisi perduti (Hogwarts) e di mondi immobili e arcaici, toccati dal Male e perciò dall'incapacità di ribellarsi al proibito nome del negromante. Ma la vera anima del libro è anche quella classica del romanzo di formazione. Harry, Ron ed Hermione vivono quasi tutte le fasi di un salingeriano giovane Holden: cercano qualcuno da amare, lottano contro tutto il mondo che hanno intorno, cercano inutilmente di dimenticare la passione e di adeguarsi al destino, accettano la fuga e la preferiscono agli incontri, favoleggiano su un mondo migliore che sembra impossibile, infine sono segnati dalla morte, dal rimpianto e dallo struggimento. In tutto questo, l'elemento magico non è provocatorio né militante, ma risulta naturale, semplicemente collegato alla storia, mentre quello che colpisce veramente è l'universalità dei sentimenti. Nessuna meraviglia, perciò, se la critica letteraria giudica questo libro il trionfo di tutta la saga.

In sintesi
Non si torna a Hogwarts, ma si va alla ricerca degli Horcrux che costituiscono l'anima nera di Lord Voldemort. Questa è la scelta di Harry Potter, il maghetto destinato a morire assieme all'assassino dei suoi genitori, almeno secondo una profezia. E allora comincia qui la sua ultima avventura: fra i cunicoli e i sotterranei della banca gestita dagli gnomi e protetta dai draghi, nelle case dei genitori dei suoi ex compagni di scuola consumati dalla paura per il Signore Oscuro e privati dei loro figli, nei cieli di Londra seguiti dai Mangiamorte assetati di sangue, in boschi silenziosi, in località costiere che si riempiranno di lacrime e tombe e, infine, anche ad Hogwarts, il campo di battaglia per eccellenza del Bene contro il Male, fra Vita, Morte e Resurrezione.

L'autore
Joanne Rowling nasce il 31 luglio 1965, a Yate. Dopo aver frequentato il Wyedean Comprehensive e l'Università di Exeter, trascorre un anno a Parigi, poi ritorna a Londra per lavorare per Amnesty International come ricercatrice e segretaria bilingue. Comincia in questo periodo a scrivere "Harry Potter e la pietra filosofale", romanzo per bambini che porterà a compimento solo dopo essere arrivata a Oporto, in Portogallo, per insegnare inglese e solo dopo il suo divorzio dal marito giornalista Jorge Arantes, sposato nel 1992. Da disoccupata con una figlia da mantenere (Jessica) diventa la più conosciuta scrittrice britannica vivente, legando indissolubilmente il suo nome a quello del maghetto occhialuto Harry Potter.

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